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Definizione
La listeriosi è una malattia infettiva causata dal batterio Listeria monocytogenes, ampiamente diffuso nell'ambiente. Questo microrganismo si trova, in particolare, nel terreno, nei foraggi, nelle acque di superficie e nel materiale fecale.
L'infezione si contrae prevalentemente attraverso il consumo di alimenti contaminati, crudi o cotti (prodotti lattiero-caseari, ortaggi pronti al consumo, carni ecc.) ed è favorita dalla capacità della L. monocytogenes di crescere e sopravvivere alle temperature abituali dei frigoriferi.
L'uomo può contrarre la listeriosi anche tramite il contatto diretto con animali infetti (bovini, ovini e caprini possono essere portatori del patogeno) e la loro macellazione. Sebbene gli alimenti contaminati rappresentino la principale fonte di infezione, non vanno sottovalutate altre modalità di trasmissione, tra cui quella verticale (madre-figlio) e nosocomiale.
Rispetto ad altre tossinfezioni alimentari, la listeriosi ha un'incidenza modesta, ma può causare complicanze potenzialmente letali (tasso di mortalità: 20-30%). La maggior parte dei casi ha natura sporadica; tuttavia sono stati riportati anche focolai epidemici.
Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati ed i soggetti immunocompromessi (es. pazienti oncologici e malati di AIDS). Il fattore predisponente più importante negli adulti è rappresentato dalla terapia con glucocorticoidi.
Nell'uomo, la listeriosi può dare luogo a forme lievi o invasive sistemiche.
Nel primo caso, la sintomatologia è simil-influenzale e gastroenterica (tipica delle tossinfezioni alimentari), quindi compaiono febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, nausea e diarrea.
La forma invasiva, invece, è dovuta alla diffusione dell'infezione dal tessuto intestinale ad altri distretti corporei (circolo ematico, SNC, cuore ed utero); le manifestazioni variano a seconda dell'organo colpito e comprendono reazioni cutanee, batteriemia, encefalite, meningite, endocardite e peritonite.
Se contratta in gravidanza, la listeriosi aumenta il rischio di corioamnionite, aborto spontaneo, parto prematuro, morte intrauterina e gravi patologie neonatali.
Le infezioni vengono diagnosticate con l'isolamento del L. monocytogenes da emocoltura o coltura del liquido cefalorachidiano.
La terapia prevede la somministrazione di ampicillina, spesso associata ad aminoglicosidi. In alternativa, è possibile ricorrere alla combinazione trimetoprim-sulfametossazolo.
Per quanto riguarda la prevenzione, è consigliata l'adozione di alcune semplici regole comportamentali, valide per tutte le tossinfezioni alimentari:
- Cuocere bene i cibi, in modo che tutte le parti (anche le più interne), raggiungano una temperatura di almeno 70°C;
- Consumare gli alimenti subito dopo la cottura;
- Riscaldare ad alta temperatura i cibi “pronti al consumo” provenienti dai banconi di supermercati, gastronomie e rosticcerie;
- Evitare di consumare latte non pastorizzato;
- Lavare accuratamente frutta e verdura da consumare crudi;
- Evitare il contatto tra cibi crudi e cotti;
Lavare bene le mani con acqua e sapone dopo avere toccato cibi crudi e pulire con un detersivo gli utensili, i contenitori e le superfici che sono entrate in contatto con questi alimenti.
Sintomi e segni di Listeriosi
Listeriosi si caratterizza per la presenza di diversi sintomi che possono includere:
Sintomi comuni di Listeriosi
- Diarrea
- Disidratazione
- Dolore Addominale
- Dolori Muscolari
- Febbre
- Linfonodi ingrossati
- Mal di testa
- Perdita di peso
- Sete
- Vomito
Sintomi più rari di Listeriosi
Sintomi random
Malattie random
La presente guida non intende in alcun modo sostituirsi al parere di medici o di altre figure sanitarie preposte alla corretta interpretazione dei sintomi, a cui rimandiamo per ottenere una più precisa indicazione sulle origini di qualsiasi sintomo.