Ultima modifica 12.03.2018

Generalità

La tequila (pronuncia tekila) è un distillato messicano ricavato dalla pianta agave blu (Agave tequilana F.A.C.Weber, 1902).
Questo superalcolico prende il nome della storica città di produzione (Tequila, sita a 65km da Guadalajara, in direzione nord-ovest), ma viene prodotto in grandi quantità anche presso gli altopiani (Los Altos) del nord ovest messicano, ovvero a Jalisco.
TequilaNonostante la tequila originale sia una sorta di mezcal, quella più moderna è da considerarsi piuttosto differente. Mentre il mezcal sfrutta il contenuto chimico di oltre trenta tipi di agave e metodi di produzione tradizionali (è un prodotto tipico del Messico Rurale), la tequila contemporanea si può avvalere dell'aggiunta di zuccheri raffinati (fino al 49%) ed è ricavata pressoché totalmente con mezzi industriali dalla SOLA agave blu.
La tipicità della tequila deriva fondamentalmente dal clima e dalle caratteristiche del terreno. Nelle zone di produzione messicane, il suolo è rosso, vulcanico e adatto alla coltivazione dell'agave blu. Ogni anno, in questi luoghi vengono colte più di 300 milioni di piante. D'altro canto, la morfologia e l'apporto chimico della pianta sono mutabili in base alla zona specifica di coltura; le agavi degli altopiani sono più grandi, aromatiche e dolci, mentre quelle di pianura hanno sentori più erbacei.
Secondo la legge messicana, la tequila può essere prodotta SOLO nello stato di Jalisco e in altre zone ben limitate degli stati: Guanajuato, Michoacán, Nayarit e Tamaulipas. Anche per le normative americane, la tequila è un distillato proveniente esclusivamente dal Messico (anche se per un certo accordo commerciale, una parte della tequila viene imbottigliata negli USA).
Il tipo di tequila più diffuso ha una gradazione alcolica media compresa tra il 35 e il 55%.

Aspetti Nutrizionali

La tequila è una bevanda che può essere consumata liscia o nella formulazione di vari cocktail; per visualizzare alcune ricette a base di tequila, consultare la pagina a questo link.


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La tequila è un superalcolico ricavato per distillazione. La sua formulazione chimica non dovrebbe mostrare alte concentrazioni di zuccheri, proteine e grassi, ma ciò dipende molto dal tipo di tequila preso in esame; è quindi logico pensare che la maggior parte delle calorie sia imputabile al contenuto di alcol etilico.
Come il limoncello, il maraschino, la grappa, il gin, il Marsala, il nocino, il Porto, il Rum ecc., anche la tequila NON è indicata per un consumo significativo (frequente e abbondante). Essendo un superalcolico, la porzione media (da considerare sporadica) dovrebbe essere nettamente più contenuta di quella del vino e della birra; al massimo 30-60ml.
Il consumo sconsiderato di tequila potrebbe rivelarsi nocivo per i tessuti e per il metabolismo, soprattutto in presenza di: sovrappeso, ipertensione, ipertrigliceridemia e sofferenza epatica, renale o pancreatica.
L'abuso di qualunque superalcolico è direttamente correlato alle degenerazioni della mucosa esofagea, gastrica e duodenale; ciò a causa dell'aumento dell'acidità gastrica, che sfocia il più delle volte in: reflusso gastro-esofageo, gastrite e, nei casi più gravi, ulcera peptica.

Produzione

Nonostante l'attuale industrializzazione dei processi, la produzione della tequila inizia tutt'ora con la raccolta manuale delle piante, che sfrutta la profonda conoscenza dei lavoratori messicani. Tequila Agave BluGli addetti impediscono la fioritura recidendo il fusto centrale dell'agave blu, permettendo così la maturazione completa della pianta. Inoltre, stabiliscono il momento della raccolta e recidono le foglie più succulente (pinas) per mezzo di un coltello chiamato coa. In tale processo non è possibile utilizzare alcun tipo di automatizzazione, in quanto, sbagliando la potatura oppure il momento o la tecnica di raccolta, le foglie di agave non conterrebbero le giuste concentrazioni di carboidrati (complessi).
Dopo il prelievo, le pinas vengono cotte in appositi forni per idrolizzare (scindere) l'amido in zuccheri semplici; successivamente, vengono triturate per mezzo di una grossa roccia circolare (Tahona); le fibre di scarto vengono date in pasto agli animali o utilizzate come combustibile o per produrre la carta.
La porzione utile, invece, viene messa a fermentare in apposite vasche (di acciaio o di legno) per un tempo lungo diversi giorni. Una volta conclusa la fermentazione, si distilla il cosiddetto "ordinario" e, solo per la "tequila silver", viene applicata una seconda distillazione. A questo punto, la bevanda può essere imbottigliata o stagionata in botte.

Tipi di Tequila

Di tequila ne esistono due categorie: 100% Agave e Mista; quest'ultima deve contenere non meno del 51% di succo d'agave e ciò significa che può raggiungere fino al 49% di zuccheri estranei (glucosio o fruttosio).
Le varie tequile si differenziano anche in 5 tipologie:

  • Blanco o plata (silver): imbottigliata subito dopo la distillazione (anche doppia) o non oltre i due mesi di invecchiamento in tini di acciaio
  • Joven o oro: silver non invecchiata aromatizzata e colorata con caramello
  • Reposado: di età tra 2 mesi e meno di 1 anno, invecchiata in botti di rovere dalle dimensioni variabili
  • Anejo o vintage: di età tra un anno e meno di tre, invecchiata in piccole botti di rovere
  • Anejo Extra o ultra invecchiata: di età di almeno tre anni invecchiata in piccole botti di rovere.

Ricordiamo che le tequile di altopiano risultano sempre più aromatiche di quelle prodotte in pianura. Inoltre, se le tequile giovani possiedono una strutturazione poco complessa, nella quale prevale il sentore alcolico, quelle invecchiate guadagnano morbidezza e caratteristiche variabili in base al legno o all'utilizzo precedente; ovviamente, le tequile prodotte da "sola agave" risultano qualitativamente superiori a quelle con zuccheri aggiunti.

Cenni Storici

La tequila è nata nel XVI secolo d.C. nei pressi della città di Tequila, ufficialmente istituita solo nel 1666. La progenitrice del distillato fu una bevanda azteca chiamata Octli; questa venne poi denominata Pulque nel 1521 con l'avvento degli spagnoli, i quali, esaurite le scorte di brandy, iniziarono a produrre il distillato d'agave.
Nel 1600, Don Pedro Sánchez de Tagle, marchese di Altamira, iniziò la produzione massiva del superalcolico nei territori dell'odierna Jalisco. 8 anni più tardi la bevanda venne tassata per il commercio e la licenza fu concessa da Carlo IV, Re di Spagna.
La tequila contemporanea venne prodotta a partire dal XIX secolo a Guadalajara.
Don Cenobio Sauza, fondatore di "Sauza Tequila" e presidente comunale di "Tequila" (1884-1885), fu il primo imprenditore a commercializzare la bevanda negli USA, accorciando il nome "Tequila Extract" in "Tequila". Suo nipote (Don Francisco Javier) riuscì poi ad ottenere il riconoscimento di tutela dei territori originari (stato di Jalisco).
Dal termine del XX secolo, la popolarità della tequila ha visto notevoli sviluppi: l'acquisto di "Herradura" da Brown-Forman per 776 milioni di dollari, la nuova norma ufficiale messicana per la tequila (NOM-006-SCFI-2005) e l'acquisto dei marchi "Sauza" ed "El Tesoro" dalla società "Fortune Brands".
A partire dall'inizio del XXI secolo si è diffusa una malattia che colpisce sensibilmente le piante di agave: la Tristeza y Muerte de Agave. Questa, detta TMA, è provocata dalla peronospora, ovvero una muffa. Tale situazione ha provocato una riduzione della produzione di tequila e la relativa impennata dei prezzi; secondo le stime di mercato, tale complicazione probabilmente continuerà ancora per diversi anni.
Molte distillerie si sono convertite da artigiane a produzione industriale e, per facilitarne il riconoscimento, ogni bottiglia possiede un'etichetta provvista di un numero di serie e della specifica di produzione.
Inizialmente, la tequila aromatizzata NON poteva avvalersi del nome di "tequila", ma dal 2004 il "Consiglio di Regolamentazione Tequila del Messico" ha concesso tale opportunità, con la sola eccezione della "Tequila di pura agave".
Nel luglio del 2006 fu venduta la bottiglia di superalcolico più costosa del mondo (Guinness World Record), una tequila da 225 mila dollari.
Nel 2008, alcuni scienziati messicani hanno scoperto un metodo per sintetizzare piccoli "diamanti sintetici" a base di tequila con alcol al 40%. D'altro canto, essendo poco redditizi e troppo piccoli per la produzione di gioielli, l'unica applicazione rimane quella commerciale-industriale nei chip dei computer o per gli strumenti da taglio.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer