TURP - Resezione Transuretrale della Prostata
Ultima modifica 19.01.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Quando Serve
  4. Preparazione
  5. Procedura
  6. Dopo la Procedura
  7. Rischi
  8. Controindicazioni
  9. Alternative
  10. Risultati

Generalità

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La TURP, o resezione transuretrale della prostata, è l'intervento chirurgico riservato agli uomini con ipertrofia prostatica benigna e problemi urinari associati, per mezzo del quale si provvede alla rimozione di porzioni di prostata. 
Richiede una preparazione particolare, a cui il paziente è tenuto ad attenersi scrupolosamente per la buona riuscita della procedura.
La TURP prevede l'impiego del resettoscopio, uno strumento dotato di una fonte luminosa, una telecamera e una sorta di anello tagliente attraverso cui fluisce corrente elettrica; durante l'intervento, il medico operante introduce il resettoscopio in uretra e lo conduce fino alla prostata, dove eseguirà le procedure previste.
La TURP è un'opzione terapeutica potenzialmente molto efficace; tuttavia, come ogni intervento chirurgico, può dar luogo a complicazioni, in alcuni casi anche spiacevoli.

Cos’è la Prostata e Quali Funzioni ricopre: un breve ripasso

La prostata (o ghiandola prostatica) è la ghiandola esocrina impari dell'apparato genitale maschile, che trova sede nella pelvi, appena sotto la vescica urinaria e davanti all'intestino retto.

Simile per forma e dimensioni a una castagna, la prostata circonda l'uretra maschile nel tratto di questa compreso tra il muscolo sfintere uretrale interno e il muscolo sfintere uretrale esterno; il rapporto della prostata con l'uretra maschile, tuttavia, non si limita alla vicinanza: la ghiandola prostatica, infatti, emette dei canali, chiamati dotti prostatici, che si aprono sull'uretra maschile, mettendo così in comunicazione le due strutture anatomiche.

La prostata secerne una parte della componente liquida dello sperma; di natura alcalina e di colore biancastro, questa componente liquida ha la funzione di neutralizzare l'ambiente acido della vagina femminile, al fine di proteggere gli spermatozoi (che altrimenti risentirebbero delle condizioni ambientali sopraccitate) e prolungarne la vita all'interno dell'apparato genitale della donna.

Per approfondire: Prostata: Anatomia e Funzione

Cos'è

TURP: Cos’è?

La TURP, o resezione transuretrale della prostata, è la procedura chirurgica finalizzata alla rimozione parziale della prostata negli uomini con ipertrofia prostatica benigna.

A eseguire la TURP può essere un urologo o un andrologo interventista.

Ipertrofia Prostatica Benigna: Cos’è?

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Prostata Ingrossata

Quando si parla di ipertrofia prostatica benigna (IPB), iperplasia prostatica benigna, prostata ingrossata e adenoma prostatico, si fa riferimento a un ingrandimento volumetrico della prostata di natura non cancerosa.
L'ingrandimento dell'organo, infatti, è dovuto a una proliferazione cellulare del tessuto prostatico, priva però dei poteri infiltrativi e metastatici che caratterizzano un tumore maligno.

L'ipertrofia prostatica benigna è un'alterazione fortemente connessa all'età avanzata: secondo alcune ricerche statistiche, ne soffrirebbe circa l'80% degli uomini tra i 70 e gli 80 anni.

Al momento, le precise cause di IPB sono poco chiare; in base alle ultime ricerche, sembrerebbero avere un ruolo i cambiamenti ormonali che avvengono con l'invecchiamento: ciò spiegherebbe perché la prostata ingrossata è una condizione tipica degli uomini anziani.

Per approfondire: Ipertrofia Prostatica Benigna: Cause, Sintomi e Terapia

Quando Serve

TURP: Quando Si Esegue?

I medici ricorrono alla TURP quando l'ipertrofia prostatica benigna determina una compressione ai danni dell'uretra, tale da provocare problemi urinari; tra queste problematiche urinarie, le più comuni sono:

  • Bisogno frequente e urgente di urinare;
  • Difficoltà nell'iniziare la minzione;
  • Minzione lenta e prolungata;
  • Frequente necessità di urinare durante il riposo notturno (nicturia);
  • Minzione intermittente;
  • Sensazione di mancato svuotamento della vescica;
  • Incapacità a urinare. Tale condizione può avere una serie di conseguenze, per le quali la TURP risulta preventiva; fra queste conseguenze, rientrano:

È importante precisare che urologi e andrologi ricorrono alla TURP solo dopo aver provato a risolvere i disturbi connessi all'ipertrofia prostata benigna con tutti i vari trattamenti conservativi disponibili attualmente per la suddetta condizione; in altre parole, danno precedenza a terapie meno "cruente" e rischiose, e, solo se queste si dimostrano inefficaci, adottano la resezione transuretrale della prostata.

La terapia non invasiva per l'ipertrofia prostatica benigna si basa principalmente sulla somministrazione di due tipi di farmaci: gli antiandrogeni e gli alfa-bloccanti.

Preparazione

TURP: Cosa Fare prima dell’Intervento?

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Prima della TURP, è canonicamente prevista una serie di esami e controlli medici finalizzati a stabilire se il paziente è idoneo o meno alla procedura.

A questi esami e controlli si aggiunge anche un incontro con il medico che dovrebbe effettuare l'intervento, nel corso del quale lo specialista informa il paziente di cosa prevede la procedura, di eventuali precauzioni da adottare prima della TURP e di come comportarsi nella fase post-operatoria.

Un simile approccio pre-operatorio è fondamentale a ridurre i rischi di complicanze.

TURP: gli Esami Pre-Operatori

Prima della TURP, il paziente deve sottoporsi ad alcuni esami del sangue e a un elettrocardiogramma.

Successivamente, il medico che dovrebbe eseguire la procedura lo sottoporrà a uno scrupoloso esame obiettivo e a un'approfondita anamnesi, nel corso della quale chiederà informazioni in merito a eventuali patologie croniche, farmaci o integratori assunti, allergie, abitudini quotidiane particolari (es: se fuma) ecc.

Questi controlli servono a stabilire lo stato di salute del paziente e le eventuali precauzioni che quest'ultimo deve adottare in vista della TURP.

Conoscere lo stato di salute generale del paziente è importante, in quanto consente di chiarire se il soggetto è nelle condizioni fisiche per affrontare una procedura chirurgica come la TURP.

Durante l'anamnesi, il medico vuole sapere soprattutto se: il paziente soffre di malattie della coagulazione; assume farmaci anticoagulanti e/o particolari integratori alimentari; è allergico a sedativi o anestetici; fuma.

TURP: Precauzioni Pre-Operatorie

Ecco le principali:

  • Nel giorno dell'intervento, presentarsi a digiuno completo da almeno 8 ore. Questo vuol dire che se la procedura è fissata per il mattino, l'ultimo pasto consentito è quello della sera precedente.
    È da segnalare, tuttavia, la possibilità di bere acqua fino a qualche ora prima dell'operazione.
    A imporre il digiuno è, fondamentalmente, l'anestesia, che può essere generale o spinale.
    Il mancato rispetto di tale precauzioni comporta lo slittamento della TURP ad altra data.
  • Se il paziente segue una terapia farmacologica anticoagulante (es: warfarin), deve sospendere momentaneamente tale trattamento, per evitare sanguinamenti eccessivi durante e dopo l'intervento.  
  • Se il paziente è un fumatore, deve smettere di fumare, almeno temporaneamente. Il fumo aumenta il rischio di varie complicanze, tra cui le infezioni post-operatorie.
  • Per il rientro a casa, farsi aiutare da un familiare o un amico. Dopo l'intervento, è altamente probabile che il paziente si senta confuso, poco reattivo, debole e stanco; pertanto, è poco autonomo e necessita di supporto (es: è fortemente sconsigliato che si metta alla guida di un veicolo).

Eventuali altre indicazioni pre-operatorie dipendono dal paziente e dalle sue specifiche condizioni di salute.

Procedura

TURP: Come Si Esegue

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Sono sostanzialmente cinque i momenti salienti della TURP; eccoli brevemente in ordine temporale:

  • Breve preparazione del paziente e suo posizionamento nel lettino operatorio;
  • Anestesia e monitoraggio delle funzioni vitali;
  • Inserimento del resettoscopio;
  • Ricerca e rimozione delle porzioni anomale della prostata;
  • Lavaggio con glicina e rimozione dei frammenti prostatici.

Preparazione e Posizionamento del Paziente

Per prima cosa, il paziente deve togliersi eventuali gioielli, occhiali, orologio ecc.
Dopodiché, deve svestirsi e indossare un camice appositamente preparato per lui.
A questo punto, lo staff medico lo invita ad accomodarsi sul lettino operatorio, a pancia in su; una volta assunta la posizione adeguata, un membro dello stesso staff medico si occupa di inserire sul suo braccio una linea endovenosa per l'eventuale passaggio di farmaci, sedativi ecc.

Anestesia

Eseguita da un medico anestesista, l'anestesia permette al paziente di non avvertire dolore nel corso dell'intervento.

In occasione della TURP, l'anestesia può essere generale o spinale.
L'anestesia generale prevede che il paziente si addormenti e rimanga incosciente per l'intera procedura; durante l'anestesia spinale, invece, il paziente è cosciente per l'intera procedura, ma è del tutto insensibile dalla vita in giù.

Gli anestetici impiegano qualche minuto a fare effetto.
Assieme a essi, il medico potrebbe somministrare anche sedativi e antibiotici (quest'ultimi servono a ridurre il rischio di infezioni).

Monitoraggio delle Funzioni Vitali

Mentre lo specialista pratica l'anestesia, lo staff medico provvede ad applicare sul paziente tutti quei dispositivi e strumenti che servono a monitorare le funzioni vitali, quali battito cardiaco, pressione sanguigna, funzionalità respiratoria, saturazione dell'ossigeno nel sangue ecc.

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Inserimento del Resettoscopio

Una volta che gli anestetici sono entrati in azione, il chirurgo operante (un urologo o un andrologo) si dedica all'inserimento in uretra e alla sua conduzione a livello prostatico di uno strumento chiamato resettoscopio.

Il resettoscopio è una sorta di endoscopio realizzato per il passaggio lungo l'uretra e per le operazioni chirurgiche a livello di prostata e vescica urinaria; esso è fornita, all'estremità che l'urologo (o andrologo) inserisce nelle aree sopra indicate, di una fonte luminosa, di una telecamera collegata a un monitor esterno e di un piccolo anello metallico che emette scariche elettriche.

Ricerca e Rimozione delle porzioni anomale di Prostata

Grazie alla fonte luminosa e alla telecamera del resettoscopio, l'urologo (o andrologo) è in grado di vedere su un monitor esterno quanto presente all'interno di prostata e vescica urinaria, e di identificare le porzioni di tessuto prostatico da eliminare.

Per la rimozione delle aree di prostata in eccesso, si serve dell'anello metallico presente sul resettoscopio: infatti, il passaggio di corrente elettrica lungo l'anello metallico rende quest'ultimo una sorta di bisturi capace di incidere e tagliare "a fette" le porzioni di prostata sui cui è applicato.

Lavaggio e Rimozione dei frammenti di Prostata

Poiché il resettoscopio non permette di aspirare o raccogliere le "fette" di prostata tagliate, il medico operante deve affidarsi al lavaggio con glicina dell'uretra e della vescica urinaria.

Per effettuare il lavaggio, si occupa, per prima cosa, di estrarre il resettoscopio; successivamente, provvede a inserire in uretra e a condurre fino alla vescica un catetere vescicale; infine, servendosi del catetere vescicale, inietta una soluzione a base di glicina che raccoglie i frammenti di prostata ed eventuali coaguli sanguigni, e li scarica all'esterno insieme alle urine.

L'opera di lavaggio dura fino a quando le urine non sono limpide (in genere, occorrono dalle 24 alle 48 ore).

TURP: Quanto Dura la procedura?

Un intervento di TURP può durare tra i 45 e i 90 minuti, a seconda delle caratteristiche della prostata.

TURP e Analisi di Laboratorio

Sebbene ipertrofia prostatica benigna e cancro della prostata siano due condizioni distinte e senza alcuna associazione, capita abbastanza di frequente che il medico operante ritenga opportuno inviare al laboratorio analisi i frammenti prostatici estratti, per una loro valutazione istologica approfondita (biopsia prostatica).

Dopo la Procedura

TURP: la Fase Post-Operatoria

Dopo le procedure di TURP è tipicamente previsto un periodo di ricovero ospedaliero della durata di 2-3 giorni.
In quest'arco di tempo, il personale medico provvede a monitorare il paziente nei suoi parametri vitali (pressione sanguigna, attività cardiaca ecc.) e a seguirlo nelle prime e più delicate tappe del recupero.

Un aspetto molto importante della prima fase post-operatoria è il cateterismo vescicale.

TURP e Catetere Vescicale

In genere, per almeno i primi 4 giorni che seguono un intervento di TURP, è previsto l'utilizzo di un catetere vescicale per l'eliminazione delle urine e degli eventuali coaguli sanguigni che possono essersi formati a seguito delle incisioni a carico della prostata.

L'uso del catetere vescicale trova giustificazione nel fatto che i pazienti reduci dalle procedure di TURP non riescono a urinare autonomamente.

Di norma, il catetere vescicale è collegato a una sacca esterna deputata a raccogliere le urine; questa soluzione per la raccolta delle urine permette al paziente una maggiore libertà durante il ricovero.

Se, una volta rimosso il catetere vescicale, il paziente presenta ancora qualche difficoltà a urinare, occorre inserire un nuovo catetere e attendere qualche altro giorno per toglierlo definitivamente.

TURP: Come Si Sente il paziente dopo la procedura?

È frequente che, dopo gli interventi di TURP, i pazienti lamentino:

  • Dolore durante l'eliminazione delle urine;
  • Bisogno frequente e urgente di urinare;
  • Presenza di sangue (o meglio di coaguli di sangue) nelle urine (il catetere vescicale serve anche a favorire la loro eliminazione).

Questi disturbi sono da considerarsi normali se non si protraggono oltre le 4 settimane. In genere, il miglioramento è graduale.

Importante!

Se le urine sono completamente rosse, è bene in ogni caso contattare immediatamente il medico.

TURP: il Recupero a Casa

Dopo i giorni di ricovero in ospedale, il recupero deve continuare a casa.

Per i pazienti reduci dall'intervento di TURP, le classiche indicazioni mediche da seguire a casa comprendono:

  • Bere molta acqua in maniera tale da favorire, tramite frequenti minzioni, la pulizia delle vie urinarie (vescica e uretra in particolare), in cui potrebbero permanere dei resti di prostata sezionata o coaguli sanguigni.
  • Non sforzare l'intestino con un'alimentazione sbagliata. È buona norma mangiare cibi ricchi di fibre ed evitare quelli che favoriscono la stitichezza.
    In caso di stipsi, è probabile che il medico prescriva dei lassativi.
  • Non praticare attività stancanti, come per esempio alzare pesi.
    In genere, questa raccomandazione vale per le prime 4-6 settimane.
  • Non riprendere prima di quanto stabilito eventuali terapie farmacologie a base di antiaggreganti e/o anticoagulanti.
  • Astenersi temporaneamente dall'attività sessuale. In genere, è opportuno attenersi a tale consiglio per almeno 4-6 settimane.
  • Assumere un antidolorifico in caso di dolore. La presenza di dolore deve preoccupare solo quando è in atto da lungo tempo; inizialmente, è normale avere dolore.
  • Non guidare fintanto che il medico curante non lo consente.

TURP: Tempi di Recupero

Di norma, i pazienti sottoposti a TURP si riprendono dai vari effetti della procedura nel giro di 6 settimane; ovviamente, ci sono uomini che recuperano un po' prima e uomini che recuperano un po' dopo.

TURP: Quando Tornare a Lavoro?

Se l'attività lavorativa svolta non è pesante, i pazienti reduci dall'intervento di TURP possono tornare a lavoro già dopo 2-3 settimane; in caso contrario, la tempistica si allunga.

Rischi

TURP: è sicura?

La TURP è una procedura che i medici ritengono sufficientemente sicura.
Tuttavia, è pur sempre un intervento chirurgico, quindi presenta una serie di rischi non del tutto eliminabili.

TURP: Rischi e Complicanze

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Tra le possibili complicanze associate alla TURP, figurano:

  • Eiaculazione retrograda. È la condizione per cui l'emissione di sperma avviene al contrario, non verso l'esterno ma verso la vescica. Non altera il senso di piacere, ma può interferire con la possibilità di avere figli.
    Secondo alcune statistiche, tale problema si verifica in 9 casi su 10, quindi è assai frequente.
  • Incontinenza urinaria. La perdita involontaria di urina interessa circa il 10% delle persone operate. Solitamente, si tratta di incontinenza da urgenza, ma, in almeno il 2% dei casi, è incontinenza urinaria da stress (o incontinenza urinaria da sforzo). 
  • Stenosi uretrale. È il restringimento dell'uretra; riguarda circa il 4% delle persone sottoposte a TURP.
  • Emorragie persistenti e copiose. Si verificano molto raramente; infatti interessano il 3-5% delle persone operate.
    In base ad alcune indagini, sembrerebbero essere più a rischio gli individui con una grave ipertrofia prostatica benigna.
  • Infezioni delle vie urinarie. Sono principalmente cistiti e uretriti, riguardano il 5-10% dei pazienti e richiedono un trattamento antibiotico.
    Nei casi più sfortunati, possono costituire anche un problema ricorrente.
  • Ritenzione urinaria. Dovuta a un danno ai muscoli vescicali, consiste nel mancato svuotamento completo della vescica durante la minzione. Interessa il 2% degli individui trattati ed è di solito una condizione temporanea, che dura dalle 4 alle 6 settimane.
  • Impotenza (o disfunzione erettile). È la difficoltà nell'avere o nel mantenere un'erezione. Riguarda il 5-10% dei pazienti ed è generalmente un problema temporaneo.
  • Sindrome da TURP. È una rara condizione (colpisce un paziente ogni 100), che insorge quando le cellule del canale uretrale assorbono la soluzione a base di glicina (usata per i lavaggi) e la riversano nel sangue.
    I sintomi iniziali sono: senso di malessere, disorientamento, vertiginemal di testa, ascite e bradicardia; a questi, col tempo e soprattutto in caso di mancato trattamento, possono aggiungersi: spasmi, attacchi di epilessia, dispnea, cianosi, dolore al petto e coma.
  • Recidiva. Si parla di recidiva, quando la condizione di ipertrofia prostatica benigna si ripresenta con tutti i suoi sintomi, dopo un periodo di apparente guarigione.
    Spesso, una prostata nuovamente ingrossata richiede l'esecuzione di una seconda TURP; in questi casi, però, il rischio di stenosi uretrale è maggiore.

Controindicazioni

TURP: Quando è Controindicata?

La TURP presenta alcune controindicazioni, relative o assolute; ecco quali sono:

  • Recente attacco di cuore o recente operazione chirurgica al cuore.
    I medici ritengono che sia bene attendere, in genere, dai 3 ai 6 mesi, prima di procedere con l'esecuzione della TURP.
  • Presenza di disturbi neurologici, quali il morbo di Parkinson o la sclerosi multipla.
    Queste due condizioni predispongono all'incontinenza urinaria; di conseguenza, un eventuale intervento di TURP aumentarebbe ulteriormente tale rischio. 
  • Presenza di cancro alla prostata.
    Tumori maligni alla prostata particolarmente gravi richiedono la rimozione totale della prostata (prostatectomia radicale); una rimozione parziale, come quella che si ottiene con la TURP, non sarebbe sufficiente.
  • Recente radioterapia per la cura del cancro alla prostata.
    Alcuni tumori maligni della prostata si possono curare con dei cicli di radioterapia o brachiterapia (radioterapia interna); in siffatti casi, è necessario attendere circa 6 mesi prima di potersi sottoporre alla TURP.
  • Presenza di un'infezione urinaria, alla vescica, all'uretra o ai reni.
    Per poter praticare la TURP, bisogna aspettare che questo tipo di infezioni guarisca.

Alternative

Quali sono le Alternative alla TURP?

Le possibili complicazioni della TURP e le circostanze che la rendono controindicata hanno indotto medici e ricercatori a sviluppare degli approcci terapeutici alternativi, altrettanto efficaci.

Tra questi approcci terapeutici alternativi, meritano una citazione particolare: la resezione transuretrale bipolare della prostata, l'enucleazione prostatica con laser Holmio, la vaporizzazione prostatica con laser e la prostatectomia a cielo aperto.

Resezione Transuretrale Bipolare della Prostata

La resezione transuretrale bipolare della prostata potrebbe ricordare molto la TURP, tuttavia è assai diversa per il tipo di corrente elettrica utilizzata e per la composizione della soluzione di lavaggio. Infatti, la corrente elettrica è di tipo bipolare (mentre nella TURP è monopolare) e la soluzione per i lavaggi contiene dei sali (e non la glicina).
L'assenza della glicina nella soluzione per i lavaggi evita il rischio della sindrome da TURP.

Enucleazione Prostatica con Laser Holmio

L'enucleazione prostatica con laser Holmio prevede lo "sminuzzamento" della prostata ingrossata tramite un raggio laser ad alta energia.
La sorgente di tale raggio laser è collocata all'estremità di un endoscopio, che il medico operante inserisce nell'uretra e conduce fino in sede prostatica, esattamente come fa con il resettoscopio per la TURP (N.B: i due strumenti si assomigliano molto).
Una volta frammentato il tessuto in eccesso, il medico lo spinge in vescica e da qui lo elimina. Rispetto alla TURP, l'enucleazione prostatica con laser Holmio è meno efficace nel migliorare la sintomatologia, ma più veloce nell'ospedalizzazione e nella fase di recupero post-operatoria.

Vaporizzazione Prostatica con Laser

La vaporizzazione prostatica con laser prevede anch'essa l'impiego di una sorgente laser, ma, contrariamente al caso precedente, la rimozione della prostata in eccesso avviene per bruciatura.

Prostatectomia a Cielo Aperto

La prostatectomia a cielo aperto è una delicata procedura di chirurgia, che prevede la rimozione della prostata in eccesso attraverso un'incisione sull'addome; quindi, diversamente dalle altre procedure sopraccitate (TURP compresa), si tratta di una metodica alquanto invasiva, che, proprio per questo motivo, i medici riservano ai casi di prostata ingrossata molto gravi.

Risultati

Per molti pazienti, la TURP rappresenta un trattamento efficace, che migliora sensibilmente la qualità della vita.
Purtroppo, ci sono sempre le eccezioni: ci sono uomini che continuano ad avvertire gli stessi sintomi precedenti l'intervento, nonostante la buona riuscita di quest'ultimo; ce ne sono altri che sviluppano una nuova forma di ipertrofia prostatica benigna a distanza di qualche anno dall'operazione, necessitando quindi di una seconda TURP; infine, ce ne sono altri ancora che vanno incontro a complicazioni.

TURP: i Vantaggi

  • Buone probabilità di ridurre la sintomatologia indotta dall'ipertrofia prostatica benigna.
  • Buona probabilità che gli effetti della TURP siano di lunga durata.
  • I frammenti di prostata rimossi possono essere analizzati in laboratorio; pertanto, la TURP permette anche un esame bioptico della prostata.

TURP: gli Svantaggi

  • Prevede un ricovero ospedaliero e una fase di recupero abbastanza prolungata. Ci sono procedure alternative più "sbrigative".
  • Un uomo ogni 10 deve sottoporsi a un secondo intervento di TURP a distanza di 10 anni dal primo.
  • Alcune complicazioni sono molto fastidiose e possono compromettere seriamente la qualità della vita dei pazienti.
  • C'è una ridotta probabilità che la TURP non abbia alcun effetto.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza