Vasosuprina - Foglio Illustrativo
Principi attivi: Isossisuprina (isossisuprina cloridrato)
VASOSUPRINA ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile
I foglietti illustrativi di Vasosuprina sono disponibili per le confezioni:Indicazioni Perché si usa Vasosuprina? A cosa serve?
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Simpaticomimetici, tocolitici-vari.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato.
Per impedire il parto tra la 22a e la 37a settimana di gestazione nelle pazienti senza alcuna controindicazione medica od ostetrica alla terapia tocolitica.
Controindicazioni Quando non dev'essere usato Vasosuprina
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Vasosuprina ILFI è controindicato nelle seguenti circostanze:
- qualsiasi malattia ad un'età gestazionale inferiore alle 22 settimane
- trattandosi di un agente tocolitico, nelle pazienti con cardiopatia ischemica preesistente o nei soggetti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia ischemica.
- minaccia di aborto durante il 1° e il 2° trimestre
- qualsiasi malattia della madre o del feto in cui il prolungamento della gravidanza rappresenta un pericolo, ad es. grave tossiemia, infezione intrauterina, emorragia vaginale causata da placenta previa, eclampsia o grave preeclampsia, improvviso distacco della placenta, corioamniosite o compressione del cordone ombelicale.
- morte intrauterina del feto, nota malformazione congenita letale o cromosomica letale.
Vasosuprina ILFI è controindicata anche in presenza di qualsiasi malattia preesistente in cui un agente beta-agonista avrebbe un effetto indesiderato, ad es. ipertensione polmonare e disturbi cardiaci come cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e qualsiasi tipo di ostruzione del flusso ventricolare sinistro, ad es. stenosi aortica.
Precauzioni per l'uso Cosa serve sapere prima di prendere Vasosuprina
Tocolisi
Qualsiasi decisione di iniziare la terapia con Vasosuprina ILFI deve essere presa dopo avere valutato attentamente i rischi e i benefici del trattamento.
Il trattamento deve essere effettuato soltanto in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per eseguire un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto. La tocolisi con betaagonisti non è raccomandata in caso di rottura delle membrane o di dilatazione della cervice uterina superiore a 4 cm.
Vasosuprina ILFI deve essere impiegata con cautela nella tocolisi e per tutta la durata del trattamento si deve controllare la funzionalità cardiorespiratoria ed il monitoraggio elettrocardiografico (ECG).
Si devono attuare costantemente le seguenti misure di monitoraggio per la madre e, se è fattibile/opportuno, per il feto:
- pressione sanguigna e frequenza cardiaca: inizialmente ogni 5-15 minuti ed in seguito, quando le condizioni della paziente si siano stabilizzate, ad intervalli sempre più distanziati (15- 60 minuti)
- esame del torace
- ECG
- equilibrio elettrolitico - per rilevare l'eventuale presenza di edema polmonare
- livelli di glucosio e lattato - in particolare nelle pazienti diabetiche
- livelli di urea
- livelli di potassio - l'impiego di beta-agonisti è associato ad una diminuzione dei livelli sierici di potassio che aumenta il rischio di aritmie (vedere paragrafo "Interazioni").
Il trattamento deve essere interrotto in caso di comparsa di segni di ischemia miocardica (es. dolore al torace o alterazioni rilevate all'ECG).
Vasosuprina ILFI non deve essere impiegata come agente tocolitico nelle pazienti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia o se si sospetta qualche malattia cardiaca preesistente (ad es. tachiaritmie, insufficienza cardiaca o malattie delle valvole cardiache; vedere paragrafo "Controindicazioni"). In caso di parto prematuro in una paziente con cardiopatia nota o sospetta, il cardiologo deve valutare l'adeguatezza del trattamennto prima di effettuare l'infusione endovenosa di Vasosuprina ILFI.
Edema polmonare
Poiché sono stati segnalati casi di edema polmonare e ischemia miocardica in alcune madri durante o dopo il trattamento del parto prematuro con agenti beta-agonisti, si deve prestare particolare attenzione all'equilibrio dei liquidi e alla funzione cardiorespiratoria. Le pazienti con fattori predisponenti fra cui gravidanze multiple, sovraccarico di liquidi, infezione materna e preeclampsia, possono presentare un maggior rischio di sviluppo di edema polmonare. La somministrazione con una pompa a siringa, rispetto all'infusione endovenosa, ridurrà il rischio di sovraccarico di liquidi. In caso di comparsa di segni di edema polmonare o ischemia miocardica, si deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento (vedere paragrafi "Dose, modo e tempo di somministrazione"e "Effetti indesiderati").
Ipertiroidismo
Vasosuprina ILFI deve essere somministrata con cautela nelle pazienti con tireotossicosi solo dopo un'attenta valutazione dei benefici e dei rischi del trattamento
Interazioni Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Vasosuprina
Informi il medico, l'infermiere o il farmacista se sta assumendo, ha assunto recentemente o potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.
Anestetici alogenati
Dato l'effetto antipertensivo aggiuntivo, si riscontra un aumento dell'inerzia uterina con rischio di emorragia; inoltre, sono state segnalate gravi aritmie ventricolari dovute ad un aumento della reattività cardiaca in caso di interazione con anestetici alogenati. Il trattamento deve essere interrotto, quando è possibile, almeno 6 ore prima di qualsiasi anestesia programmata con anestetici alogenati.
Corticosteroidi
I corticosteroidi sistemici sono spesso somministrati durante il parto prematuro per migliorare lo sviluppo del polmone fetale. Sono stati segnalati casi di edema polmonare in donne trattate con beta-agonisti in concomitanza con corticosteroidi.
I corticosteroidi aumentano notoriamente la glicemia e possono ridurre i livelli sierici di potassio; di conseguenza, la somministrazione concomitante di questi farmaci deve essere effettuata con cautela insieme ad un monitoraggio continuo della paziente, in considerazione del maggior rischio di insorgenza di iperglicemia e ipopotassiemia (vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali").
Farmaci antidiabetici
La somministrazione di beta-agonisti è associata ad aumento della glicemia, che può essere interpretato come una diminuzione dell'efficacia della terapia antidiabetica; di conseguenza, può essere necessario aggiustare il trattamento antidiabetico nel singolo soggetto (vedere paragrafo "Avvertenze speciali").
Agenti che determinano la deplezione di potassio
Dato l'effetto ipokaliemico dei beta-agonisti, la somministrazione concomitante di agenti che determinano la deplezione di potassio a livello sierico, aggravando notoriamente il rischio di ipopotassiemia, fra cui diuretici, digossina, metilxantine e corticosteroidi, deve essere effettuata con cautela dopo un'attenta valutazione dei benefici e dei rischi, in relazione specialmente ad un maggior rischio di insorgenza di aritmie cardiache conseguenti all'ipopotassiemia (vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali").
Avvertenze È importante sapere che:
Pressione sanguigna e frequenza cardiaca
L'infusione di beta-agonisti è associata solitamente ad aumenti della frequenza cardiaca nella madre dell'ordine di 20-50 battiti al minuto. Le pulsazioni materne devono essere monitorate e si deve valutare caso per caso la necessità di limitare tali incrementi mediante una riduzione della dose o l'interruzione del trattamento. In genere, le pulsazioni della madre non devono superare una frequenza costante di 120 battiti al minuto.
La pressione sanguigna della madre può diminuire leggermente durante l'infusione; questo effetto è più marcato sulla pressione arteriosa diastolica rispetto a quella sistolica. Le diminuzioni della pressione arteriosa diastolica rientrano solitamente nel range di 10-20 mmHg. L'effetto dell'infusione sulla frequenza cardiaca del feto è meno marcato, ma possono verificarsi aumenti fino a 20 battiti al minuto.
Per ridurre al minimo il rischio di ipotensione arteriosa associato alla terapia tocolitica, si deve prestare particolare attenzione per evitare la compressione cavale, mantenendo la paziente distesa in posizione laterale sinistra o destra per tutta la durata dell'infusione. In caso di acidosi fetale è indispensabile il monitoraggio continuo.
Diabete
La somministrazione di beta-agonisti è associata ad un aumento della glicemia. Pertanto, i livelli di glucosio e lattato nel sangue devono essere monitorati nelle madri con diabete e il trattamento del diabete deve essere aggiustato di conseguenza per adeguarsi alle esigenze della madre diabetica durante la tocolisi (vedere paragrafo "Interazioni").
Gravidanza e allattamento
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.
Vasosuprina ILFI è indicata per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato. Ne viene sconsigliato l'impiego durante l'allattamento.
Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari
Vasosuprina non altera la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
Dosi e modo d'uso Come usare Vasosuprina: Posologia
Nella gestione a breve termine del parto prematuro non complicato.
Il trattamento con Vasosuprina ILFI deve essere avviato soltanto da personale ostetrico/medici con esperienza nell'impiego di farmaci tocolitici. Deve essere eseguito in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per effettuare un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto.
La durata del trattamento non deve essere superiore a 48 ore poiché, in base ai dati, l'effetto principale della terapia tocolitica consiste nel ritardare il parto di 48 ore al massimo; non è stato osservato alcun effetto statisticamente significativo sulla mortalità o sulla morbilità perinatale nell'ambito di studi clinici randomizzati controllati. Questo ritardo di breve durata può essere utilizzato per attuare altre misure che è noto migliorano la salute perinatale.
Vasosuprina ILFI deve essere somministrata quanto prima possibile dopo la diagnosi di parto prematuro e dopo la valutazione della paziente per escludere eventuali controindicazioni all'impiego di Isossisuprina (vedere paragrafo "Controindicazioni"). Ciò deve includere una valutazione adeguata dei parametri cardiovascolari della paziente tramite la supervisione della funzionalità cardiorespiratoria e il monitoraggio elettrocardiografico (ECG) per tutta la durata del trattamento (vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali").
È consigliabile attuare la terapia d'attacco mediante infusione continua alla velocità di 0,05 mg/min aumentabile fino a 0,3 mg/min. La dose dovrebbe essere incrementata ad intervalli di circa 15 minuti fino al raggiungimento dell'arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 120 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (0,3 mg/min) (vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali"); una volta ottenuto l'arresto delle contrazioni uterine, è possibile proseguire il trattamento d'attacco per 12-48 ore in modo da consentire l'attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro; quando necessario la terapia può essere iniziata con la somministrazione intramuscolare di 1 fiala da 10 mg ogni 3-6 ore; le fiale per uso endovenoso vanno somministrate unicamente in aggiunta a soluzioni per fleboclisi. Il volume di liquidi somministrati deve comunque essere mantenuto al minimo possibile. Speciali avvertenze per l'infusione: la dose deve essere titolata individualmente in funzione della soppressione delle contrazioni, dell'aumento delle pulsazioni e delle variazioni della pressione sanguigna, che rappresentano fattori limitanti. Questi parametri devono essere monitorati attentamente nel corso del trattamento. La frequenza cardiaca massima della madre non deve superare i 120 battiti/min.
È essenziale controllare attentamente il livello di idratazione per prevenire il rischio di edema polmonare nella madre (vedere paragrafo "Precauzioni per l'uso"). Il volume del liquido con cui viene somministrato il farmaco deve essere ridotto al minimo. Si deve utilizzare un dispositivo di infusione controllata, preferibilmente una pompa a siringa.
Sovradosaggio Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Vasosuprina
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Vasosuprina avvertite immediatamente il medico o rivolgetevi al più vicino ospedale.
Se si ha qualsiasi dubbio sull'uso di Vasosuprina rivolgersi al medico o al farmacista.
È possibile la comparsa di tachicardia ed ipotensione arteriosa che regrediscono tenendo la paziente sdraiata in posizione supina laterale e somministrando quale antidoto un farmaco ad attività betasimpaticolitica.
Effetti indesiderati Quali sono gli effetti collaterali di Vasosuprina
Come tutti i medicinali Vasosuprina ILFI può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Gli effetti indesiderati più comuni di Vasosuprina ILFI sono correlati all'attività farmacologica beta-agonista e possono essere limitati o evitati tramite un attento monitoraggio dei parametri emodinamici, fra cui pressione sanguigna e frequenza cardiaca, e un aggiustamento appropriato della dose. Questi effetti indesiderati scompaiono solitamente all'interruzione della terapia.
Patologie cardiache
Molto comune *Tachicardia
Comune *Palpitazioni, *diminuzione della pressione arteriosa diastolica
Raro *Aritmie cardiache, per esempio: fibrillazione atriale, ischemia miocardica(vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali"), angina pectoris, senso di oppressione toracica (con e senza alterazione degli esami elettrocardiografici o aritmie)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune *Ipopotassiemia
Raro *Iperglicemia, chetoacidosi
Patologie vascolari
Molto comune Senso di calore
Comune *Ipotensione arteriosa (vedere paragrafi "Precauzioni per l'uso" e "Avvertenze Speciali"), arrossamento cutaneo
Raro *Vasodilatazione periferica
Molto raro Vasculite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune *Edema polmonare
Patologie del sistema nervoso
Comune Vertigine
Molto raro Crisi convulsive tonico-cloniche
Patologie gastrointestinali
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune Eritema
Comune Sudorazione,eruzione cutanea
Disturbi psichiatrici
Comune Nervosismo, agitazione, irrequietezza, labilità emotiva, ansietà
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune Febbre, malessere generale
Patologie epatobiliari
Raro Alterazioni della funzione epatica (aumento dei livelli sierici di transaminasi) ed epatite
Patologie endocrine
Raro Alterazioni ghiandolari (quali ipertrofia delle ghiandole salivari o parotidi)
Patologie del sistema emolinfopoietico
Raro Alterazioni della serie bianca (dopo trattamento prolungato e reversibile con la sospensione), leucopenia, agranulocitosi
Disturbi del sistema immunitario
Molto raro Shock anafilattico
Esami diagnostici
Molto raro Aumento dell'enzima creatinfosfochinasi
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto raro Rabdomiolisi
*Questi effetti sono stati riportati in associazione all'uso a breve termine dei beta-agonisti in caso di indicazioni ostetriche e sono considerati effetti di classe
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio rivolgersi al medico o al farmacista. Gli effetti possono, inoltre, essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale si segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. La segnalazione degli effetti indesiderati contribuisce a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.
Scadenza e conservazione
Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione.
Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.
La data si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
I medicinali non devono essere gettati nell'acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l'ambiente.
Composizione e forma farmaceutica
COMPOSIZIONE
Ogni fiala contiene:
Principio attivo: isossisuprina cloridrato mg 10
Eccipienti: glicerina, acqua per preparazioni iniettabili
FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO
10 fiale da ml 2 per uso intramuscolo ed endovena in astuccio di cartoncino litografato
Fonte Foglietto Illustrativo: AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Contenuto pubblicato a Gennaio 2016. Le informazioni presenti possono non risultare essere aggiornate.
Per avere accesso alla versione più aggiornata, si consiglia l'accesso al sito web dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Disclaimer e informazioni utili.
01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
VASOSUPRINA ILFI 10 mg/2 ml SOLUZIONE INIETTABILE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Ogni fiala contiene:
Principio attivo: isossisuprina cloridrato mg 10
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
03.0 FORMA FARMACEUTICA
Fiale per uso intramuscolo ed endovena.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Trattamento a breve termine della minaccia di parto pretermine.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Infusione venosa continua alla velocità di 0,2-0,5 mg/min fino all'arresto delle contrazioni; passare quindi alla somministrazione intramuscolare di 1 fiala ogni 3-8 ore; la dose dovrebbe essere incrementata fino al raggiungimento dell'arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 140 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (vedi 4.4 - Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso); una volta ottenuto l'arresto delle contrazioni uterine, è possibile proseguire il trattamento d'attacco per 12-48 ore in modo da consentire l'attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro; quando necessario la terapia può essere iniziata con la somministrazione di 1 fiala per via intramuscolare.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
L'impiego di Vasosuprina è controindicato prima della ventesima settimana di gravidanza e nei casi in cui il prolungamento della gravidanza può essere pericoloso per la madre o per il feto.
Inoltre è controindicato nei seguenti casi: emorragie vaginali, eclampsia conclamata e grave preeclampsia, malattie cardiache, ipertensione polmonare, ipertiroidismo, diabete mellito, distacco placentare, preesistenti condizioni cliniche nelle quali influirebbe negativamente un beta-mimetico, morte intrauterina del feto, corioamniosite.
Vasosuprina non deve essere utilizzata come tocolitico nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica pre-esistente o nei pazienti con importanti fattori di rischio per cardiopatia ischemica.
04.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego
Il trattamento con Vasosuprina dovrebbe essere effettuato esclusivamente in strutture attrezzate per il monitoraggio continuo delle condizioni di salute sia della madre che del feto, e dovrebbe essere sempre preceduto da un'accurata valutazione dei rischi e dei benefici.
Prima di decidere se intraprendere la terapia bisognerà attentamente vagliare la presenza di potenziali problemi cardiocircolatori. Si richiede infatti un più attento monitoraggio per quei pazienti in cui si sospetti una cardiopatia.
Vasosuprina non dovrebbe essere somministrata a pazienti con preeclampsia, ipertensione o ipertiroidismo, a meno che il medico non ritenga che i benefici siano tali da giustificare i rischi.
Durante il trattamento con Vasosuprina è necessario controllare la pressione sanguigna ed il battito cardiaco materno e fetale, inizialmente ogni 5-15 minuti ed in seguito, quando le condizioni della paziente si siano stabilizzate, ad intervalli sempre più distanziati (15-60 minuti); inoltre dovrebbe essere eseguito l'esame del torace e dovrebbero essere monitorati glicemia, urea ed elettroliti.
Le donne con diabete necessitano di aggiustamenti dei livelli ematici di glucosio e devono quindi essere monitorate con particolare attenzione.
La somministrazione di Vasosuprina può aumentare la frequenza del battito cardiaco materno in maniera progressiva, a volte fino a determinare l'insorgenza di palpitazioni. L'insorgenza di una tachicardia materna di grado elevato può essere controllata mediante la riduzione della dose o tramite la cessazione della somministrazione del farmaco; bisogna valutare caso per caso se l'entità della tachicardia possa essere considerata accettabile, ma di regola si raccomanda di non lasciare che nei soggetti sani la frequenza cardiaca superi i 140 battiti al minuto.
Per ridurre al minimo il rischio di ipotensione associato alla terapia con Vasosuprina, durante l'infusione la paziente dovrebbe rimanere coricata in decubito laterale sinistro in modo da evitare la compressione della vena cava.
In caso di acidosi fetale è indispensabile il monitoraggio continuo.
Sono stati segnalati casi di edema polmonare in pazienti trattate con beta stimolanti, particolarmente se sottoposte nel contempo a terapia cortisonica (v. punti 4.5 e 4.8). Un attento monitoraggio dello stato di idratazione della paziente è essenziale; inoltre, il volume dei liquidi somministrati dovrebbe essere mantenuto entro i livelli minimi. In caso di edema polmonare, interrompere il trattamento ed istituire idonee misure terapeutiche.
In caso di rottura delle membrane o quando la dilatazione cervicale è superiore a 4 cm è difficile ottenere risultati favorevoli con il trattamento.
L'utilizzo di farmaci simpaticomimetici, come Vasosuprina, può indurre effetti cardiovascolari. I dati post-marketing e quelli riportati in letteratura hanno fornito l'evidenza di eventi di ischemia miocardica in associazione all'impiego di beta agonisti.
Vasosuprina deve essere utilizzata con cautela nella tocolisi, supervisionando le funzioni cardiorespiratorie attraverso il monitoraggio dell'ECG. È necessario interrompere il trattamento qualora si presentassero segni di ischemia (come dolore toracico o modifiche dell'ECG). I pazienti con importanti fattori di rischio per cardiopatia o con cardiopatia pre-esistente non devono utilizzare Vasosuprina come agente tocolitico (vedi sezione 4.3).
04.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Sono stati segnalati casi di edema polmonare della madre trattata contemporaneamente con beta-mimetici e cortisonici.
04.6 Gravidanza ed allattamento
Vasosuprina è indicata nel trattamento a breve termine della minaccia di parto pretermine. Ne viene sconsigliato l'impiego durante l'allattamento.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Vasosuprina non altera la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
I più comuni effetti collaterali di Vasosuprina sono correlabili all'azione farmacologica betamimetica della molecola e di norma possono essere controllati attraverso un idoneo aggiustamento del dosaggio e scompaiono sospendendo la terapia o somministrando un betasimpaticolitico.
Gli effetti collaterali più frequentemente segnalati o riportati nella letteratura internazionale sono: tachicardia, ipotensione arteriosa, tremore, nausea, vomito, senso di calore, cefalea ed eritema.
Occasionalmente sono stati segnalati: palpitazioni, nervosismo, agitazione, irrequietezza, labilità emotiva, ansietà, vertigine, sudorazione, arrossamento cutaneo, febbre, rash o malessere generale.
Sono stati descritti diversi casi di edema polmonare in corso di terapia con beta mimetici particolarmente se associati a terapia corticosteroidea.
Altri effetti collaterali meno frequenti, ma a volte gravi, sono: effetti cardiovascolari, quali angina pectoris, ischemia miocardica o senso di oppressione toracica (con e senza alterazioni ECGrafiche o aritmie); alterazioni della funzione epatica (aumento dei livelli sierici di transaminasi) ed epatite; alterazioni metaboliche quali iperglicemia e chetoacidosi; alterazioni elettrolitiche (ipokaliemia); alterazioni ghiandolari (quali ipertrofia delle ghiandole salivari o parotite); alterazioni della serie bianca, dopo trattamento prolungato e reversibili con la sospensione del farmaco, con leucopenia o agranulocitosi.
Sono stati riportati rari casi di shock anafilattico, vascolite, crisi convulsive tonico-cloniche e rabdomiolisi con aumento delle creatininfosfochinasi.
non noti: ischemia miocardica con frequenza sconosciuta (vedi sezione 4.4).
04.9 Sovradosaggio
È possibile la comparsa di tachicardia ed ipotensione arteriosa che regrediscono tenendo la paziente sdraiata in posizione supina laterale e somministrando quale antidoto un farmaco ad attività beta-simpaticolitica.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmaco terapeutica: simpaticomimetici, tocolitici vari.
Codice ATC: G02CA49
L'isossisuprina cloridrato è un β2 stimolante non selettivo, caratterizzato anche da una modesta azione litica sui recettori α e da un'attività spasmolitica diretta da 5 a 40 volte più potente di quella della papaverina. La stimolazione dei recettori β2 adrenergici, largamente presenti a livello del miometrio, è connessa con le risposte inibitrici rilassanti a questo livello. Tale attività è stata dimostrata in vitro ed in vivo nell'animale. In vitro è stato dimostrato che nell'utero isolato di coniglio e su strisce di utero umano l'isossisuprina è in grado di sopprimere quasi completamente l'attività contrattile. Nell'animale l'isossisuprina inibisce le contrazioni uterine nel gatto e nel cane in gravidanza. L'attività inibitrice della isossisuprina interessa sia la muscolatura circolare che quella longitudinale, indipendentemente dalla specie animale e dallo stato ormonale.
I risultati ottenuti nell'animale sono stati confermati anche nell'utero umano in corso di gravidanza, in cui la somministrazione del farmaco riduce l'intensità e la frequenza delle contrazioni uterine, sia in presenza di contrattilità normale che di stati di ipertonia.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Per via orale rapido e completo assorbimento a livello intestinale. La Vasosuprina retard, per la sua particolare preparazione che consente un rilascio graduale e protratto nel tempo della sostanza attiva, permette di mantenere livelli ematici di isossisuprina terapeuticamente attivi per almeno 12 ore.
La Vasosuprina è presente nel sangue sia in forma libera che come glicuronide, entrambe eliminate esclusivamente per via renale.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
I valori della DL50 sono i seguenti: 1100 mg/kg (topo per os); 1750 mg/kg (ratto per os); 1500 mg/kg (topo s.c.); 185 mg/kg (topo i.p.); 61 mg/kg (topo e.v.).
Tossicità cronica praticamente assente con somministrazione di dosi fino a 600 mg/kg/die per 1 anno nel ratto e fino a 400 mg/kg/die nel cane.
Tossicità gravidica e fetale assente in diverse specie animali e con differenti dosi.
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Glicerina, acqua per preparazioni iniettabili.
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
5 anni.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare in normali condizioni ambientali.
06.5 Natura del confezionamento primario e contenuto della confezione
Astuccio in cartoncino contenente 10 fiale da ml 2
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare.
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
LUSOFARMACO
Istituto Luso Farmaco d'Italia S.p.A.
Via W. Tobagi, 8 - Peschiera Borromeo (MI)
08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
AIC n. 021279031
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE O DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
04.04.69 / 1.06.10
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Determinazione AIFA del luglio 2010