Adalat - Foglio Illustrativo

Principi attivi: Nifedipina
ADALAT 10 mg capsule molli
I foglietti illustrativi di Adalat sono disponibili per le confezioni:IndicazioniPerché si usa Adalat? A cosa serve?
Adalat contiene come principio attivo la nifedipina, che appartiene alla categoria dei medicinali calcio- antagonisti - derivati diidropiridinici.
Adalat si usa per il trattamento delle seguenti condizioni:
- angina pectoris (forte dolore toracico nella regione dietro lo sterno dovuto ad un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cuore);
- angina pectoris cronica-stabile, o angina da sforzo (forma di angina pectoris generalmente comparsa in seguito ad uno sforzo);
- angina pectoris vasospastica, o angina di Prinzmetal (forma di angina pectoris chiamata anche angina variante comparsa senza alcuna precedente correlazione a stress o sforzo);
- ipertensione arteriosa essenziale (alta pressione del sangue);
- crisi ipertensive (improvviso aumento della pressione del sangue);
- Sindrome di Raynaud (primaria e secondaria), una malattia grave caratterizzata da attachi di restringimento dei vasi sanguigni, portando alla riduzione del flusso di sangue diretto verso le estremità del corpo).
ControindicazioniQuando non dev'essere usato Adalat
Non prenda Adalat
- se è allergico alla nifedipina o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale (elencati al paragrafo 6);
- se è o sospetta di essere in stato di gravidanza (fino alla 20° settimana) e durante l'allattamento (vedere "Gravidanza e allattamento");
- in caso di shock cardiovascolare (improvviso abbassamento della pressione del sangue);
- se sta prendendo un medicinale contenente rifampicina, un antibiotico usato per curare certi tipi di infezioni. In questo caso i livelli di nifedipina nel sangue possono risultare insufficienti (vedere "Altri medicinali e Adalat");
- se soffre di angina instabile (forma di angina pectoris che si manifesta con l'intensificazione rapida e prolungata dei disturbi), poiché in questo caso la nifedipina nella formulazione a rilascio immediato è controindicata;
- se sono passate meno di 4 settimane da quando ha sofferto un infarto miocardico acuto, poiché la nifedipina nella formulazione a rilascio immediato è controindicata in questo caso.
Precauzioni per l'usoCosa serve sapere prima di prendere Adalat
Si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere Adalat.
Faccia attenzione con Adalat soprattutto:
- Se ha la pressione molto bassa (pressione massima inferiore a 90 mm di mercurio), se soffre di insufficienza cardiaca (cuore debole) o di stenosi aortica (grave restringimento di una valvola del cuore). Il principio attivo, nella formulazione a rilascio immediato, può indurre un'eccessiva caduta della pressione del sangue con tachicardia riflessa (aumento della frequenza dei battiti cardiaci non correlato a malattie del cuore) che potrebbe dare luogo a complicanze cardiovascolari. Molto raramente può manifestarsi angina pectoris, in particolare all'inizio del trattamento. Nei pazienti affetti da angina pectoris, si può verificare un aumento nella frequenza, nella durata e nella gravità degli attacchi, specialmente all'inizio del trattamento. In casi isolati è stata riportata l'insorgenza di infarto miocardico, sebbene non sia stato possibile distinguere tali episodi dal decorso naturale della malattia di base.
- Se è in stato di gravidanza, dato che che le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilità di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Per questo motivo, Adalat non dev'essere usato nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere "Non prenda Adalat" e "Gravidanza e allattamento") e, nelle settimane successive, l'uso è riservato alle donne affette da ipertensione grave, però solo dopo una valutazione molto accurata dei possibili rischi e dei benefici attesi e quando altre terapie non siano adatte o non abbiano avuto effetto. È necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, per la possibilità di un'eccessiva caduta della pressione del sangue, che potrebbe nuocere sia alla madre che al feto.
- Se sta allattando, dato che la nifedipina passa nel latte materno e non si conoscono gli effetti dell'assorbimento di piccole quantità di nifedipina da parte del lattante attraverso il latte (vedere"Gravidanza e allattamento").
- Se il suo fegato non funziona bene. In questo caso può rendersi necessario un accurato controllo e, se il suo disturbo è grave, anche una riduzione del dosaggio di Adalat.
Nei pazienti con ipertensione arteriosa essenziale o angina pectoris cronica stabile, trattati con formulazioni di nifedipina a rilascio immediato, è possibile un incremento del rischio di complicazioni cardiovascolari (ad esempio infarto miocardico) e della mortalità, correlato alla dose del medicinale. Per questo motivo, la nifedipina dovrà essere utilizzata in questi pazienti solo qualora nessun altro trattamento risulti appropriato.
Se deve effettuare un esame di laboratorio per la determinazione dei valori dell'acido vanil-mandelico nelle urine (un esame per diagnosticare un tumore della ghiandola surrenale), sappia che, in presenza di nifedipina e a seconda della metodica utilizzata, i valori possono risultare falsamente aumentati.
Bambini e adolescenti
L'uso di Adalat 10 mg non è raccomandato in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età, perché in questa popolazione sono disponibili solo dati limitati di efficacia e sicurezza.
InterazioniQuali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Adalat
Altri medicinali e Adalat
Informi il medico o il farmacista se sta assumendo, ha recentemente assunto o potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale.
La nifedipina viene trasformata nell'organismo attraverso un particolare sistema di molecole (dette enzimi). Se vengono somministrati in associazione medicinali che influenzano o utilizzano questo stesso sistema, si può osservare una riduzione o un aumento della concentrazione nel sangue, e quindi dell'effetto della nifedipina o dell'altro medicinale. Può rendersi allora necessario un aggiustamento del dosaggio della nifedipina o dell'altro medicinale e/o un controllo più frequente della pressione del sangue.
Medicinali che possono modificare l'effetto della nifedipina sono:
- rifampicina (un antibiotico): non prenda mai Adalat insieme a medicinali contenenti rifampicina (vedere "Non prenda Adalat");
- diltiazem (un altro tipo di calcio-antagonista);
- certi antibiotici appartenenti alla classe dei macrolidi, come l'eritromicina;
- certimedicinalicontrol'AIDS,come amprenavir,indinavir,nelfinavir,ritonavir,saquinavir;
- certi medicinali contro le infezioni da funghi, come ketoconazolo, itraconazolo, fluconazolo;
- fluoxetina, nefazodone (medicinali contro la depressione);
- quinupristin/dalfopristin (antibiotico usato per particolari infezioni);
- fenitoina, carbamazepina, fenobarbitone, acido valproico (medicinali contro le convulsioni);
- cimetidina, cisapride (medicinali usati nell'ulcera allo stomaco).
La nifedipina può modificare l'effetto dei seguenti medicinali:
- antipertensivi (utilizzati per abbassare la pressione del sangue); la nifedipina può accentuare l'effetto di riduzione della pressione del sangue di altri medicinali che abbassano la pressione. In particolare, se prende in associazione medicinali appartenenti al gruppo dei beta-bloccanti, il medico dovrà sorvegliarla accuratamente, perché può anche peggiorare la capacità del cuore di pompare il sangue.
- digossina, chinidina (medicinali per il cuore);
- tacrolimus (medicinale usato contro il rigetto dei trapianti).
I medicinali che contengono le seguenti sostanze non sembrano modificare la concentrazione della nifedipina nel sangue e/o il loro metabolismo non è influenzato dalla nifedipina: ajmalina (medicinale contro le artimie), acido acetilsalicilico alla dose di 100 mg (medicinale contro i sintomi influenzali o per fluidificare il sangue), benazepril, doxazosina, candesartan cilexetil, irbesartan, debrisochina, talinololo (medicinali contro la pressione alta), omeprazolo, pantoprazolo, ranitidina (medicinali contro i bruciori di stomaco), orlistat (medicinale per dimagrire), rosiglitazone (medicinale contro il diabete), triamterene idroclorotiazide (diuretico).
Adalat con cibi e bevande
Non beva succo di pompelmo durante il trattamento con Adalat, perché può aumentare la concentrazione di nifedipina nel sangue e prolungare il suo effetto. Se beve regolarmente succo di pompelmo, questo effetto può durare fino a oltre 3 giorni dalla sospensione.
AvvertenzeÈ importante sapere che:
Gravidanza, allattamento e fertilità
Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza, o se sta allattando con latte materno, chieda consiglio al medico o al farmacista prima di prendere questo medicinale.
Gravidanza
Non prenda Adalat se è nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere "Non prenda Adalat").
Avverta il medico se sta pianificando una gravidanza.
La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della paziente richiedano un trattamento con nifedipina. L'uso della nifedipina deve essere riservato a donne affette da ipertensione grave che non hanno risposto al trattamento con la terapia standard (vedere "Avvertenze e precauzioni").
Allattamento
Non è raccomandato l'uso di nifedipina durante l'allattamento perché è stato riportato che passa nel latte materno e gli effetti dell'assorbimento orale di piccole quantità di nifedipina non sono noti.
Qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento dovrebbe essere interrotto. Per le formulazioni a rilascio immediato si consiglia di ritardare l'allattamento o il tiraggio del latte di 3 o 4 ore dopo l'assunzione del medicinale in modo da diminuire l'esposizione dellattante alla nifedipina (vedere "Avvertenze e precauzioni").
Fertilità
Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, l'uso della nifedipina dovrebbe essere considerato come possibile causa.
Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
Le reazioni al medicinale, che variano in intensità da paziente a paziente, possono compromettere la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari (vedere "Possibili effetti indesiderati"). Ciò vale particolarmente all'inizio del trattamento, al cambio del medicinale ed in relazione all'assunzione di bevande alcoliche.
Adalat contiene giallo tramonto (E110)
Il giallo tramonto (E110) contenuto nel medicinale può causare reazioni allergiche.
Dose, Modo e Tempo di SomministrazioneCome usare Adalat: Posologia
Prenda questo medicinale seguendo sempre esattamente le istruzioni del medico o del farmacista. Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista.
Il trattamento va possibilmente adattato alle sue necessità in funzione della gravità della sua malattia e della risposta del suo organismo. Inoltre, in relazione al suo quadro clinico, la dose di mantenimento deve essere raggiunta gradualmente.
Il suo medico potrebbe aumentarle progressivamente il dosaggio fino a raggiungere quello ottimale qualora sia affetto da ipertensione arteriosa con grave malattia cerebrovascolare, se sia ipotizzabile un'eccessiva azione della nifedipina a causa di un basso peso corporeo, se sta assumendo allo stesso tempo altri medicinali che abbassano la pressione del sangue o se presenta effetti indesiderati a seguito del trattamento con nifedipina.
Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori dev'essere effettuato solo sotto controllo medico.
Salvo diversa prescrizione medica, per tutte le indicazioni (ad eccezione delle crisi ipertensive ), la dose raccomandata è di 1 capsula tre volte al giorno
Se il risultato terapeutico risulta inadeguato dopo circa 2-3 giorni di trattamento con Adalat, il dosaggio dovrebbe essere aumentato in funzione delle sue esigenze.
Se necessario, il dosaggio può essere aumentato fino ad un massimo di 60 mg al giorno (2 capsule tre volte al giorno).
In caso di crisi ipertensiva, la dose raccomandata è di 1 capsula in singola dose.
Qualora l'effetto sulla pressione del sangue fosse insufficiente, un'ulteriore capsula (10 mg) può essere somministrata almeno dopo 30 minuti.
Se gli intervalli tra le dosi dovessero essere più brevi di 30 minuti e/o la dose più elevata, potrebbe manifestare pericolose condizioni d'ipotensione (bassa pressione del sangue).
Inghiotta la capsula intera, con po' di liquido, indipendentemente dall'orario dei pasti.
In caso di dosi singole di 20 mg, l'intervallo di tempo fra due assunzioni delle capsule non dovrebbe essere inferiore a 2 ore.
Il suo medico stabilirà per quanto tempo deve continuare il trattamento con Adalat.
Uso nei pazienti anziani
Se è un paziente anziano, può essere necessario un dosaggio minore rispetto ai pazienti più giovani.
Uso nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica
Se il suo fegato non funziona bene può rendersi necessario un accurato controllo della pressione e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.
SovradosaggioCosa fare se avete preso una dose eccessiva di Adalat
Se prende più Adalat di quanto deve
Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati i seguenti sintomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo della pressione del sangue, ritmo cardiaco accelerato o rallentato, aumento dello zucchero nel sangue, aumento degli acidi nel sangue, carenza di ossigeno nell'organismo, caduta della pressione del sangue con aumento dei liquidi nei polmoni.
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Adalat, avverta immediatamente il medico o si rivolga al più vicino ospedale.
Se dimentica di prendere Adalat
Se ha saltato una dose, prosegua il trattamento con la dose abituale. Non prenda una dose doppia per compensare la dimenticanza della compressa.
Se interrompe il trattamento con Adalat
Sospenda gradualmente l'assunzione del medicinale, in particolare se assume dosaggi elevati. Se ha qualsiasi dubbio sull'uso di questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.
Effetti IndesideratiQuali sono gli effetti collaterali di Adalat
Come tutti i medicinali, questo medicinale può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino.
Nel corso delle sperimentazioni con nifedipina sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati: effetti indesiderati comuni (possono interessare fino a 1 su 10 persone)
- cefalea (mal di testa),
- edema, incluso l'edema periferico (gonfiore generalizzato o alle estremità),
- vasodilatazione (dilatazione dei vasi sanguigni),
- costipazione (stitichezza),
- sensazione di malessere.
effetti indesiderati non comuni (possono interessare fino a 1 su 100 persone)
- reazione allergica,
- edema allergico/angioedema (gonfiore della pelle, del volto e delle mucose, incluso l'edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita),
- reazioni ansiose,
- disturbi del sonno,
- vertigine,
- emicrania (mal di testa unilaterale),
- capogiro,
- tremore,
- disturbi visivi,
- tachicardia (battito del cuore accelerato),
- palpitazioni (sensazione di battito del cuore accelerato o irregolare),
- ipotensione (bassa pressione del sangue),
- sincope (svenimento),
- epistassi (perdita di sangue dal naso),
- congestione nasale (naso chiuso),
- dolore gastrointestinale e addominale (mal di pancia),
- nausea,
- dispepsia (cattiva digestione),
- flatulenza (presenza di gas nell'intestino),
- bocca secca,
- incremento transitorio degli enzimi del fegato,
- eritema (arrossamento della pelle),
- crampi muscolari,
- gonfiore alle articolazioni,
- poliuria (aumento della quantità di urine emesse),
- disuria (difficoltà a urinare),
- disfunzione erettile (difficoltà a raggiungere e mantenere l'erezione),
- dolore aspecifico,
- brividi.
effetti indesiderati rari (possono interessare fino a 1 su 1.000 persone)
- prurito,
- orticaria (prurito e piccole macchie sulla pelle),
- eruzione cutanea,
- parestesia/disestesia (alterazione della sensibilità, ad esempio formicolio),
- iperplasia gengivale (ingrossamento delle gengive).
effetti indesiderati a frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
- agranulocitosi (mancanza di alcune cellule del sangue, dette granulociti),
- leucopenia (diminuzione del numero dei globuli bianchi nel sangue),
- reazione anafilattica/anafilattoide (grave reazione allergica o simil-allergica),
- iperglicemia (aumento del livello di zucchero nel sangue),
- ipoestesia (diminuzione della sensibilità),
- sonnolenza,
- dolore oculare (dolore agli occhi),
- dolore toracico (angina pectoris),
- dispnea (difficoltà di respiro, affanno),
- vomito,
- insufficienza dello sfintere gastroesofageo (rigurgito),
- ittero (colorazione gialla della pelle e del bianco degli occhi),
- necrolisi epidermica tossica (grave malattia della pelle),
- reazione fotoallergica (reazione della pelle in seguito ad esposizione al sole),
- porpora palpabile (un tipo particolare di eruzione cutanea),
- artralgia (dolore alle articolazioni),
- mialgia (dolore ai muscoli).
Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna (forma grave di ipertensione arteriale) ed ipovolemia (ridotto volume del sangue) si può verificare, a seguito della dilatazione dei vasi sanguigni, una marcata riduzione della pressione del sangue.
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, rivolgersi al medico o al farmacista. Gli effetti indesiderati possono, inoltre, essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. La segnalazione degli effetti indesiderati contribuisce a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.
Scadenza e Conservazione
Tenere questo medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza che è riportata sulla scatola dopo "scade il.". La data di scadenza si riferisce all'ultimo giorno di quel mese. La data di scadenza indicata si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Conservi le compresse a temperatura non superiore ai 30°C.
La sostanza attiva nifedipina è altamente sensibile alla luce. Pertanto le capsule non devono essere rotte perché la protezione dalla luce non è più assicurata.
La nifedipina è sostanzialmente protetta dalla luce sia all'interno che all'esterno della confezione. Tuttavia le capsule devono essere tolte dalla confezione solo immediatamente prima dell'uso.
Non getti alcun medicinale nell'acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l'ambiente.
Composizione e forma farmaceutica
Una capsula molle contiene:
- Il principio attivo è la nifedipina. Una capsula molle contiene 10 mg di nifedipina.
- Gli altri componenti sono: glicerolo, acqua depurata, saccarina sodica, menta essenza, macrogol 400.
Gli componenti della capsula sono: gelatina, glicerolo 85%, titanio diossido E171, giallo tramonto E110.
Descrizione dell'aspetto di Adalat e contenuto della confezione
La confezione contiene 50 capsule molli.
Fonte Foglietto Illustrativo: AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Contenuto pubblicato a Gennaio 2016. Le informazioni presenti possono non risultare essere aggiornate.
Per avere accesso alla versione più aggiornata, si consiglia l'accesso al sito web dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Disclaimer e informazioni utili.
01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
ADALT 10 MG CAPSULE MOLLI
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Ogni capsula molle contiene principio attivo 10 mg di nifedipina
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
03.0 FORMA FARMACEUTICA
Capsula molle
Capsula oblunga di gelatina molle di colore arancio.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Trattamento dell'angina pectoris
- angina pectoris cronica-stabile (angina da sforzo)
- angina pectoris vasospastica (angina di Prinzmetal, angina variante)
Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale
Trattamento delle crisi ipertensive
Trattamento della Sindrome di Raynaud (primaria e secondaria).
Nei pazienti con ipertensione arteriosa essenziale o angina pectoris cronica stabile, trattati con formulazioni di nifedipina a rilascio immediato, è possibile un incremento del rischio di complicazioni cardiovascolari (ad es. infarto miocardico) e della mortalità, correlato alla dose del farmaco. Per questo motivo, la nifedipina dovrà essere utilizzata in questi pazienti solo qualora nessun altro trattamento risulti appropriato.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Modo di somministrazione
Uso orale
Posologia
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessità individuali in funzione della gravità della malattia e della risposta del paziente. In ogni caso, la dose di mantenimento deve essere raggiunta gradualmente, in rapporto al quadro clinico.
Si raccomanda di incrementare progressivamente il dosaggio fino a raggiungere quello ottimale nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa con grave malattia cerebrovascolare, in quelli nei quali sia ipotizzabile un'eccessiva azione della nifedipina a causa di un basso peso corporeo o di politerapia con altri farmaci antipertensivi e nei pazienti che presentino effetti indesiderati a seguito del trattamento con nifedipina.
Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico.
Salvo diversa prescrizione medica, per l'adulto, valgono le seguenti direttive posologiche:
1.
in caso di angina pectoris: | - angina pectoris cronica-stabile (angina da sforzo) | 1 capsula di Adalat 3 volte al dì |
- angina pectoris vasospastica (angina di Prinzmetal, angina variante) | 1 capsula di Adalat 3 volte al dì |
Se il risultato terapeutico risulta inadeguato dopo circa 2-3 giorni di trattamento con Adalat, il dosaggio dovrebbe essere incrementato in funzione delle esigenze individuali.
Se necessario, il dosaggio può essere incrementato fino ad un massimo di 60 mg al giorno (2 capsule 3 volte al dì).
2.
In caso di ipertensione: | 1 capsula 3 volte al dì |
Se il risultato terapeutico risulta inadeguato dopo circa 2-3 giorni di trattamento con Adalat, il dosaggio dovrebbe essere incrementato in funzione delle esigenze individuali.
Se necessario, il dosaggio può essere incrementato fino ad un massimo di 60 mg al giorno (2 capsule 3 volte al dì).
3.
In caso di crisi ipertensiva: | 1 capsula mg in singola dose |
Qualora l'effetto sulla pressione arteriosa fosse insufficiente, un'ulteriore capsula (10 mg) può essere somministrata dopo almeno 30 minuti.
Se gli intervalli tra le dosi dovessero essere più brevi e/o la dose più elevata, si potrebbero manifestare pericolose condizioni d'ipotensione.
4.
In caso di Sindrome di Raynaud: | 1 capsula 3 volte al dì |
Se il risultato terapeutico risulta inadeguato dopo circa 2-3 giorni di trattamento con Adalat, il dosaggio dovrebbe essere incrementato in funzione delle esigenze individuali.
Se necessario, il dosaggio può essere incrementato fino ad un massimo di 60 mg al giorno (2 capsule 3 volte al dì).
In caso di somministrazione contemporanea di inibitori o induttori del CYP 3A4, può essere necessario adattare il dosaggio della nifedipina o addirittura evitarne l'uso (vedere paragrafo 4.5).
Durata del trattamento
La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico. Per la pronunciata attività antiischemica ed antipertensiva, Adalat capsule dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengano impiegati dosaggi elevati.
Somministrazione
Le capsule di Adalat vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti.
È da evitare l'assunzione di succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5).
In caso di dosi singole di 20 mg, l'intervallo di tempo compreso tra due assunzioni delle capsule non dovrebbe essere inferiore a 2 ore.
Informazioni supplementari per categorie particolari di pazienti
Bambini e adolescenti
La sicurezza ed efficacia di Adalat 10 mg al di sotto dei 18 anni di età non è stata dimostrata. I dati ad oggi disponibili per l'uso della nifedipina nell'ipertensione sono descritti al paragrafo 5.1.
Pazienti anziani
Poichè la farmacocinetica della nifedipina è modificata nei soggetti anziani, in questi soggetti possono essere necessarie dosi di nifedipina minori rispetto ai pazienti più giovani.
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica
Poiché la nifedipina è quasi completamente metabolizzata nella parete intestinale e nel fegato, nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.
Pazienti con compromissione della funzionalità renale
Poiché la nifedipina viene eliminata in forma non modificata dal rene in piccola percentuale rispetto alla dose somministrata (0,1%), non è necessario un adattamento della dose in pazienti con compromissione della funzionalità renale.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1)
Gravidanza accertata (fino alla 20° settimana) o presunta e durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Shock cardiovascolare.
Terapia concomitante con rifampicina, in quanto l'induzione enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici efficaci di nifedipina (vedere paragrafo 4.5).
La nifedipina nella formulazione a rilascio immediato è controindicata nell'angina instabile e dopo infarto miocardico acuto, nelle prime 4 settimane dall'evento morboso.
04.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego
Si raccomanda prudenza in caso di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di manifesta insufficienza cardiaca e in quelli di marcata stenosi aortica.
Il principio attivo, nella formulazione a rilascio immediato, può indurre un'eccessiva caduta pressoria con tachicardia riflessa che potrebbe dare luogo a complicanze cardiovascolari. Come con altre sostanze vasoattive molto raramente può, inoltre, manifestarsi angina pectoris (dati da segnalazioni spontanee), in particolare all'inizio del trattamento. I dati ricavati dagli studi clinici confermano che l'evenienza di attacchi di angina pectoris non è comune. Nei pazienti con angina pectoris, si può verificare un aumento nella frequenza, nella durata e nella gravità degli attacchi, specialmente all'inizio del trattamento.
In casi isolati è stata riportata l'insorgenza di infarto miocardico, sebbene non sia stato possibile distinguere tali episodi dal decorso naturale della malattia di base.
Non sono disponibili dati di sicurezza e di efficacia provenienti da studi ben controllati nelle donne in gravidanza (vedere paragrafo 4.5). Gli studi nell'animale hanno mostrato una varietà di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto (vedere paragrafo 4.6.) quando la nifedipina sia stata somministrata durante e dopo il periodo dell'organogenesi. L'evidenza clinica attualmente disponibile non ha permesso di identificare uno specifico rischio prenatale. Questo, nonostante che sia stato segnalato un aumento dei casi di asfissia perinatale, parto cesareo, prematurità e ritardo di crescita intrauterina. Non è chiaro se questi riscontri siano dovuti all'ipertensione stessa, al suo trattamento o ad uno specifico effetto del farmaco.
Le informazioni disponibili non consentono di escludere la possibilità di effetti indesiderati sul nascituro e sul neonato. Pertanto, l'impiego in gravidanza dopo la 20° settimana richiede una valutazione molto accurata del rapporto rischio/beneficio e dovrebbe essere preso in considerazione solo qualora tutte le altre opzioni terapeutiche non siano indicate o si siano rivelate inefficaci.
È necessario un attento controllo della pressione arteriosa anche quando si somministri nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, per la possibilità di un'eccessiva caduta pressoria, che potrebbe nuocere sia alla madre che al feto.
Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi, una riduzione del dosaggio.
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.5). Farmaci inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, che quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio:
- antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina),
- inibitori delle proteasi anti-HIV (ad es. ritonavir),
- antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo),
- gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina,
- quinupristin/dalfopristin,
- cimetidina.
In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina.
Il giallo tramonto (E 110) contenuto nel medicinale può causare reazioni allergiche.
Per l'uso in categorie particolari di pazienti, vedere paragrafo 4.2.
04.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Effetti di altri farmaci sulla nifedipina
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo sistema enzimatico possono quindi modificare l'effetto di primo passaggio (dopo somministrazione orale) o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.4).
Si deve tenere conto dell'entità e della durata delle interazioni qualora si somministri nifedipina in associazione ai seguenti farmaci:
Rifampicina
La rifampicina, per il suo spiccato effetto d'induzione enzimatica sul sistema del citocromo P450 3A4, riduce sensibilmente la biodisponibilità della nifedipina, riducendone l'efficacia. Per tale motivo l'impiego di nifedipina in associazione con rifampicina risulta controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Diltiazem
Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due principi attivi dovrebbero essere associati con cautela, considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di nifedipina.
In caso di somministrazione contemporanea dei seguenti farmaci, deboli o moderati inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina (vedere paragrafo 4.2).
Antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina)
Non è stato condotto nessuno studio specifico sull'interazione tra nifedipina ed antibiotici macrolidi.
È noto come alcuni antibiotici macrolidi inibiscano il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450 3A4 per cui non si può escludere un potenziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4).
L'azitromicina, sebbene strutturalmente correlata alla classe degli antibiotici macrolidi, è priva di attività inibente il CYP 3A4.
Inibitori delle proteasi anti-HIV (amprenavir, indinavir, nelfinavir, ritonavir, saquinavir)
Non è ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e certi inibitori delle proteasi anti-HIV. È noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Inoltre è stato dimostrato che amprenavir, indinavir, nelfinavir, ritonavir, saquinavir inibiscono in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Quando siano somministrati insieme con la nifedipina non può essere escluso un sostanziale incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad un ridotto metabolismo di primo passaggio ed a ridotta eliminazione (vedere paragrafo 4.4). A seguito di somministrazione contemporanea deve essere controllata la pressione arteriosa considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di nifedipina.
Antimicotici azolici (ketoconazolo, itraconazolo, fluconazolo)
Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nifedipina e certi antimicotici azolici non è stato ancora eseguito. È noto come farmaci di questa classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4.
Quando tali farmaci vengano somministrati per via orale con la nifedipina non si può escludere un sostanziale incremento della biodisponibilità della nifedipina legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio (vedere paragrafo 4.4).
Perciò, qualora vengano somministrati in associazione, va controllata la pressione arteriosa considerando, se del caso, la riduzione della dose di nifedipina.
Fluoxetina
Non è ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. È stato dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Perciò non può essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4).
Quando la fluoxetina venga somministrata insieme alla nifedipina, deve essere controllata la pressione arteriosa considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di nifedipina.
Nefazodone
Uno studio clinico sulla possibile interazione tra nifedipina e nefazodone non è stato ancora eseguito. È noto come il nefazodone inibisca il metabolismo di altri farmaci, mediato dal citocromo P450 3A4. Pertanto, non si può escludere un incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina, in seguito alla somministrazione concomitante dei due farmaci (vedere paragrafo 4.4).
Perciò, qualora vengano somministrati in associazione, va controllata la pressione arteriosa considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di nifedipina.
Quinupristin/Dalfopristin
La simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e nifedipina può determinare elevazione delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina (vedere paragrafo 4.4).
A seguito della co-somministrazione dei due farmaci la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata la riduzione della dose di nifedipina.
Non sono mai stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico. Tuttavia, dato che quest'ultimo si è dimostrato in grado di aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione enzimatica, non si può escludere un aumento delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina (vedere paragrafo 4.4).
La cimetidina, per il suo effetto di inibizione sul sistema del citocromo P450 3A4, eleva i livelli plasmatici di nifedipina e può potenziarne l'effetto antipertensivo (vedere paragrafo 4.4).
Altri studi
Cisapride
La simultanea somministrazione di cisapride e nifedipina può condurre ad aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina.
Antiepilettici induttori del sistema del citocromo P450 3A4, come la fenitoina, la carbamazepina e il fenobarbitale
La fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina una riduzione della biodisponibilità e quindi dell'efficacia della nifedipina.
Qualora i due farmaci vengano somministrati contemporaneamente, la risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se necessario, la sua dose aumentata.
Analogamente qualora il dosaggio della nifedipina venga incrementato durante la somministrazione contemporanea dei due farmaci, andrà considerata una riduzione nella dose di nifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina.
Non sono mai stati condotti degli studi formali tesi a valutare la potenziale interazione tra nifedipina e carbamazepina o fenobarbitale. Tuttavia, dato che questi ultimi si sono dimostrati in grado di ridurre le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso un processo d'induzione enzimatica, non si può escludere una riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi dell'efficacia, anche per la nifedipina.
Effetti della nifedipina su altri farmaci
La nifedipina può accentuare l'effetto ipotensivo di altri antiipertensivi somministrati in associazione, quali:
- diuretici,
- β-bloccanti,
- antagonisti del recettore dell'Angiotensina 1 (AT-1),
- altri calcio-antagonisti,
- α-bloccanti,
- inibitori della PDE5,
- α-metildopa.
Qualora si associ a β-bloccanti il paziente dovrebbe essere attentamente sorvegliato poichè è noto che in casi isolati si può verificare un peggioramento dell'insufficienza cardiaca.
Digossina
La contemporanea somministrazione di nifedipina e digossina può condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina, legato ad una riduzione della sua clearance. A scopo precauzionale il paziente dovrebbe perciò essere controllato per rilevare l'eventuale comparsa di sintomi di sovradosaggio di digossina e, se necessario, per aggiustare il dosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici.
Chinidina
In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di chinidina oppure, dopo sospensione della nifedipina, un netto aumento dei livelli plasmatici di chinidina. Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere controllata la concentrazione plasmatica di chinidina e, se necessario, di aggiustarne il dosaggio.
Da alcuni autori vengono segnalati aumenti delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina a seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci, mentre altri non hanno osservato variazioni nella farmacocinetica della nifedipina.
Perciò la pressione arteriosa va attentamente controllata qualora la chinidina venga ad essere associata ad una preesistente terapia con nifedipina: se necessario, il dosaggio della nifedipina va ridotto.
Il tacrolimus viene metabolizzato attraverso il sistema del citocromo P450 3A4.
Dati di recente pubblicazione indicano come, in singoli casi, il dosaggio del tacrolimus possa essere ridotto quando esso sia somministrato contemporaneamente alla nifedipina.
Comunque, qualora i due farmaci vengano somministrati in associazione devono essere controllate le concentrazioni plasmatiche di tacrolimus considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di quest'ultimo.
Interazioni con alimenti
Succo di pompelmo
Il succo di pompelmo inibisce il sistema del citocromo P450 3A4.
L'assunzione contemporanea di succo di pompelmo e nifedipina produce un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina e ne prolunga l'azione a causa di un ridotto metabolismo di primo passaggio o di una diminuzione della clearance. Di conseguenza l'effetto antiipertensivo può risultare aumentato. In caso di consumo regolare di succo di pompelmo, questo effetto può durate fino a oltre 3 giorni dall'ultima assunzione.
Pertanto, il consumo di pompelmo / succo di pompelmo dev'essere evitato durante il trattamento con nifedipina (vedere paragrafo 4.2).
Interazioni che sono state escluse
Non sono stati dimostrati effetti sulla farmacocinetica della nifedipina quando somministrata contemporaneamente a: acido acetilsalicilico (per l'acido acetilsalicilico alla dose di 100 mg non viene modificata l'azione sull'aggregazione piastrinica e sul tempo di sanguinamento), benazepril, doxazosin, orlistat, pantoprazolo, ranitidina, talinololo e triamterene idroclorotiazide.
Non sono stati dimostrati effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica della nifedipina quando somministrata contemporaneamente ad omeprazolo o rosiglitazone.
Ajmalina
La concomitante somministrazione di nifedipina ed ajmalina non ha effetto sul metabolismo dell'ajmalina.
Debrisochina
La concomitante somministrazione di nifedipina e debrisochina non ha effetto sul metabolismo della debrisochina.
Candesartan cilexetil
La concomitante somministrazione di nifedipina e candesartan cilexetil non ha effetto sulla farmacocinetica dei due farmaci.
La concomitante somministrazione di nifedipina e irbesartan non ha effetto sulla farmacocinetica di irbesartan.
Interazioni di altro genere
In presenza di nifedipina, la valutazione dei valori urinari dell'acido vanil-mandelico effettuata con il metodo spettrofotometrico, può evidenziare falsi incrementi dell'acido stesso. Tali valori non vengono, invece, modificati utilizzando il metodo HPLC.
04.6 Gravidanza ed allattamento
Gravidanza
La nifedipina è controindicata nelle prime 20 settimane di gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.
La nifedipina si è dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto, nel topo e nel coniglio, quali anomalie digitali, malformazioni delle estremità, palatoschisi, schisi sternale, malformazioni costali. Le anomalie digitali e le malformazioni delle estremità sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino, ma sono state osservate anche in animali trattati con nifedipina solo dopo il periodo dell'organogenesi. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varietà di effetti tossici a carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori alla posologia massima indicata per l'impiego umano.
Allattamento
La nifedipina passa nel latte materno. Poiché non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l'allattamento dovrebbe essere interrotto.
Fecondazione in-vitro
In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio-antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma.
Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Le reazioni al farmaco, che variano in intensità da individuo a individuo, possono compromettere la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Ciò vale particolarmente all'inizio del trattamento, al cambio del farmaco ed in relazione all'assunzione di bevande alcoliche.
04.8 Effetti indesiderati
Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (dati tratti dal data base di studi clinici: nifedipina n = 2.661; placebo n = 1.486; status: 22 febbraio 2006e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n = 3.825; placebo n = 3.840)
Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l'eccezione dell'edema (9,9%) e della cefalea (3,9%).
Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte nella tabella seguente. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come: comune (≥ 1/100,
Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) | Comune | Non comune | Raro | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi/ leucopenia | |||
Disturbi del sistema immunitario | Reazione allergica, edema allergico / angioedema (incl. edema laringeo, potenzialmente pericoloso per la vita) | Prurito, orticaria, eruzione cutanea | Reazione anafilattica/ anafilattoide | |
Disturbi psichiatrici | Reazioni ansiose, disturbi del sonno | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperglicemia | |||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Vertigine, emicrania, capogiro, tremore | Parestesia / disestesia | Ipoestesia, sonnolenza |
Patologie dell'occhio | Disturbi visivi | Dolore oculare | ||
Patologie cardiache | Tachicardia, palpitazioni | Dolore toracico (Angina pectoris) | ||
Patologie vascolari | Edema, vasodilatazione | Ipotensione, sincope | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Epistassi, congestione nasale | Dispnea | ||
Patologie gastrointestinali | Costipazione | Dolore gastrointestinale e addominale, nausea, dispepsia, flatulenza, secchezza delle fauci | Iperplasia gengivale | Vomito, insufficienza dello sfintere gastroesofageo |
Patologie epatobiliari | Incremento transitorio degli enzimi epatici | Ittero | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eritema | Necrolisi epidermica tossica, reazione fotoallergica, porpora palpabile | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Crampi muscolari, gonfiore articolare | Artralgia, mialgia | ||
Patologie renali e urinarie | Poliuria, disuria | |||
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella | Disfunzione erettile | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Sensazione di malessere | Dolore aspecifico, brividi |
Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si può verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa.
04.9 Sovradosaggio
Sintomi
Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati i seguenti sintomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo cardiaco di tipo tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia, shock cardiogeno con edema polmonare.
Trattamento del sovradosaggio
Per quanto riguarda il trattamento, hanno la priorità l'eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione delle condizioni cardiovascolari.
Dopo ingestione orale è indicata una accuratalavanda gastrica, associata, se necessario, ad irrigazione dell'intestino tenue. In caso di intossicazione con nifedipina, l'eliminazione deve essere la più completa possibile, compreso l'intestino tenue, al fine di prevenire l'assorbimento del principio attivo.
L'emodialisi è inutile in quanto la nifedipina non è dializzabile ma è consigliabile la plasmaferesi (per l'elevato legame proteico ed il relativamente basso volume di distribuzione). I disturbi bradicardici del ritmo cardiaco possono essere trattati con b-simpaticomimetici mentre per le alterazioni di questo tipo pericolose per la vita deve essere preso in considerazione l'impiego di un "pacemaker" temporaneo.
L'ipotensione come risultato dello shock cardiogeno e della vasodilatazione arteriosa può essere trattata con il calcio (10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsi lentamente per via endovenosa, eventualmente da ripetersi).
Come risultato, la calcemia può raggiungere i valori alti della norma o superarli di poco.
Qualora l'effetto del calcio sulla pressione sanguigna dovesse rivelarsi insufficiente dovranno essere somministrati anche dei vasocostrittori simpaticomimetici, quali la dopamina o la noradrenalina, il cui dosaggio dovrà essere determinato esclusivamente dal risultato ottenuto.
Infusione di liquidi o di espansori plasmatici andrà effettuata con prudenza per il pericolo di sovraccarico cardiaco.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: calcio Antagonisti. Derivati diidropiridinici.
Codice ATC: C08CA05.
La nifedipina è un calcio-antagonista del gruppo 1,4 diidropiridinico. I calcio-antagonisti riducono l'afflusso intracellulare transmembrana del calcio che si verifica attraverso i canali lenti del calcio. La nifedipina agisce particolarmente sulle cellule miocardiche e su quelle muscolari lisce delle arterie coronarie e dei vasi periferici di resistenza.
A livello cardiaco la nifedipina dilata le arterie coronarie, in particolare i grandi vasi di conduttanza, ed anche i segmenti di parete libera da patologia nelle zone parzialmente stenotiche. Inoltre la nifedipina riduce il tono della muscolatura liscia vasale allo stesso livello prevenendone il vasospasmo. Il risultato finale di queste azioni è un incremento del flusso ematico post-stenotico e conseguentemente un aumento dell'apporto di ossigeno. Contemporaneamente a ciò la nifedipina riduce la richiesta miocardica di ossigeno riducendo le resistenze periferiche (post-carico). In terapia cronica, a lungo termine, la nifedipina è anche in grado di prevenire lo sviluppo di nuove lesioni aterosclerotiche a livello coronarico.
La nifedipina riduce il tono della muscolatura liscia arteriolare, pertanto, riducendo le resistenze periferiche aumentate, è in grado di abbassare la pressione arteriosa. All'inizio della terapia con nifedipina si può verificare un transitorio incremento riflesso della frequenza cardiaca e quindi della portata cardiaca. Comunque questo incremento non è tale da compensare la vasodilatazione. Inoltre la nifedipina provoca un aumento della escrezione renale di acqua e sodio sia nel trattamento a breve termine che in quello a lungo termine. L'effetto ipotensivo della nifedipina è particolarmente pronunciato nei pazienti ipertesi.
Nei soggetti con Sindrome di Raynaud la nifedipina è in grado di prevenire o ridurre gli episodi di vasospasmo alle dita.
Popolazione pediatrica:
Sono disponibili informazioni limitate sulla nifedipina in confronto con altri antiipertensivi sia nell'ipertensione acuta che nell'ipertensione a lungo termine con differenti formulazioni in diversi dosaggi. L'efficacia antiipertensiva della nifedipina è stata dimostrata, ma non sono state stabilite le dosi raccomandate, la sicurezza a lungo termine e l'efficacia cardiovascolare.
Non sono disponibili forme di dosaggio pediatriche.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Dopo somministrazione orale l'assorbimento della nifedipina è rapido e pressochè completo.
La biodisponibilità sistemica della nifedipina somministrata per via orale è del 45-56% a causa dell'effetto del primo passaggio. Le concentrazioni plasmatiche e sieriche massime vengono raggiunte a 30-60 minuti. La contemporanea assunzione di alimenti provoca un ritardo, ma non riduce l'assorbimento.
La tabella seguente mostra le concentrazioni plasmatiche di picco (Cmax) ed i tempicorrispondenti (Tmax).
DOSE | Cmax mcg/l | Tmaxh |
Adalat 10 mg | 65 - 100 | a stomaco vuoto: 0,5 - 1 |
a stomaco pieno: 1 - 2 |
Distribuzione
La nifedipina si lega per il 95% alle proteine plasmatiche (albumina).L'emivita di distribuzione dopo somministrazione endovenosa è pari a 5 - 6 minuti.
Dopo somministrazione orale la nifedipina viene metabolizzata a livello della parete intestinale e del fegato principalmente attraverso processi ossidativi. I metaboliti ossidati non presentano attività farmacologica. La via di escrezione fondamentale della nifedipina nella forma ossidata è quella renale, mentre solo il 5-15% viene escreto attraverso la bile con le feci. Il farmaco non metabolizzato si trova in tracce (meno dello 0,1%) nelle urine.
Eliminazione
L'emivita di eliminazione è di 1,7-3,4 ore. Alla posologia usuale, non è stato riscontrato alcun accumulo della sostanza, durante trattamento prolungato. In caso di insufficienza renale non sono state rilevate sostanziali modificazioni rispetto ai volontari sani.
In presenza di compromissione della funzionalità epatica l'emivita di eliminazione è nettamente allungata e la clearance totale del farmaco si riduce. Nei casi più severi può essere necessaria una riduzione della dose (vedere paragrafo 4.4).
05.3 Dati preclinici di sicurezza
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l'uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e potenziale cancerogeno.
Tossicità acuta: la tossicità acuta è stata studiata in diversi modelli animali e i risultati individuali sono riportati nella tabella che segue:
LD50(mg/kg) | ||
orale | i.v. | |
Topo | 494 (421-572)* | 4.2 (3.8-4.6)* |
Ratto | 1022 (950-1087)* | 15.5 (13.7-17.5)* |
Coniglio | 250-500 | 2-3 |
Gatto | ≈100 | 0.5-8 |
Cane | >250 | 2-3 |
* livello di confidenza al 95% |
Tossicità subacuta e subcronica: la somministrazione orale giornaliera a ratti (50 mg/kg di peso) ed al cane (100 mg/kg di peso) per periodi rispettivamente di 13 e 4 settimane è stata tollerata senza la comparsa di effetti tossici.
In somministrazione parenterale (endovenosa) il cane ha tollerato fino a 0,1 mg/kg di peso al dì per 6 giorni senza danni. La somministrazione endovenosa giornaliera di 2,5 mg/kg di peso per un periodo di 3 settimane è stata tollerata dal ratto senza la comparsa di segni di danno d'organo.
Tossicità cronica: il cane ha tollerato fino a 100 mg/kg di peso al dì, somministrati per os per un periodo di un anno, senza presentare effetti tossici. Nel ratto sono comparsi effetti tossici con concentrazioni superiori a 100 ppm nel cibo (circa 5-7 mg/kg di peso corporeo).
Cancerogenesi: uno studio a lungo termine nel ratto (2 anni) non ha fornito evidenze di alcun effetto cancerogeno della nifedipina.
Mutagenicità: per valutare l'effetto mutageno sono stati eseguiti sul topo il test di Ames, il test della dominanza letale ed il test del micronucleo. Non è stato possibile evidenziare alcun effetto mutageno della nifedipina.
Tossicologia della riproduzione:
Vedere paragrafo 4.6.
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Glicerolo, acqua depurata, saccarina sodica, menta essenza, macrogol 400.
Eccipienti costituenti la capsula: gelatina, glicerolo 85%, titanio diossido E 171, giallo tramonto E 110.
06.2 Incompatibilità
Non pertinente
06.3 Periodo di validità
4 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
La nifedipina è altamente sensibile alla luce: pertanto le capsule non devono essere rotte perché la protezione dalla luce non è più assicurata.
Le compresse, contenute nell'apposita confezione, vanno conservate a temperatura non superiore ai 30°C.
06.5 Natura del confezionamento primario e contenuto della confezione
Blister opaco di PVC/Alluminio e PP/Al
Astuccio da 50 capsule molli
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
La nifedipina, sostanza fotosensibile contenuta nella capsula, è sostanzialmente protetta dalla luce all'interno ed al di fuori della confezione.
Tuttavia le capsule dovrebbero essere tolte dalla confezione solo immediatamente prima dell'uso.
Le capsule di Adalat non devono essere usate dopo la data di scadenza.
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
BAYER S.p.A. - V.le Certosa, 130 Milano
08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
AIC 023316021
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE O DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
Prima autorizzazione: 28.04.76
Rinnovo autorizzazione: Giugno 2010
(in commercio dal maggio 1976)
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Determina del 01/2012