Dieta del Gatto - Dai Croccantini alla Carne

Dieta del  Gatto  - Dai Croccantini alla Carne
Ultima modifica 26.08.2020
INDICE
  1. Introduzione
  2. Perché le Industrie Puntano sui Croccantini?
  3. Quanta Carne Dovrebbe Mangiare un Gatto?
  4. Considerazioni Iniziali
  5. Quando Allarmarsi?
  6. Trucchi

Introduzione

Molti gatti vengono alimentati esclusivamente a croccantini.
D'altro canto, il cibo secco è l'alimento che contribuisce maggiormente all'insorgenza delle malattie feline.

Dieta del Gatto - Dai Croccantini alla Carne Shutterstock

Se l'animale mangia solo cibo secco, è necessario modificarne abitudini nutrizionali e convertirlo alla carne.
I gatti domestici hanno un comportamento molto simile a quello dei bambini viziati.
Intervenire sull'assuefazione felina ai croccantini può rivelarsi più difficile di quanto sembri.
Nei casi più complessi, il processo di transizione richiede tempo, pazienza e la messa in atto di alcuni trucchi.

Perché le Industrie Puntano sui Croccantini?

Come qualunque tipo di settore commerciale, anche l'industria del mangime per animali tende a massimizzare il profitto.
Questo risultato può essere ottenuto riducendo i costi di produzione e/o aumentando le vendite.
Il cibo secco è quello col margine di guadagno più elevato; vediamo perché:

  • Ha una componente vegetale molto alta, il che riduce i costi per le materie prime.
  • Il processo lavorativo riduce al minimo gli scarti, garantendo una resa elevata.
  • L'alimento che se ne ricava è scarsamente deperibile, riducendo i costi di stoccaggio e facilitando il ritmo di produzione.
  • Non richiede un packaging molto impegnativo.
  • Il prodotto finito è di alto gradimento per i gatti, poiché arricchito con aromi e altre sostanze particolari.

NB. Le stesse aziende producono anche delle versioni alimentari ipoteticamente "terapeutiche". In realtà, si tratta di alimenti quasi identici alle linee commerciali normali e che si differenziano per alcuni dettagli trascurabili.

Quanta Carne Dovrebbe Mangiare un Gatto?

Per chi ha abituato il proprio gatto ad avere la ciotola colma di crocchette 24 ore su 24, potrebbe essere complicato stimare la giusta porzione di carne in scatola.
Un gatto medio dovrebbe mangiare 180-220kcal/die, ovvero circa 140-170g di cibo umido ripartito in 3-4 pasti. Nella carne in scatola, maggiore è la percentuale proteica e minori sono le calorie totali; viceversa per la quantità di grassi.
Se il gatto è in sovrappeso le porzioni andrebbero ridotte. Se è il felino è in sottopeso le porzioni andrebbero aumentate leggermente (eventualità molto rara con una dieta a base di croccantini).
Purtroppo, l'etichetta della carne in scatola non riporta mai il contenuto calorico specifico.
D'altro canto, l'apporto energetico per la maggior parte degli alimenti umidi è di circa 100kcal per 100g di prodotto (varia da 80 a 120 in base alla percentuale di acqua e grassi); l'umidità è approssimativamente del 78%.
Durante la transizione dai croccantini al cibo in scatola, quasi tutti i gatti dimagriscono. Poiché la maggior parte dei felini è in sovrappeso al momento del passaggio, questa reazione è considerata un effetto positivo. Si tenga a mente che un gatto snello, con una massa muscolare appropriata, diventa anche molto più attivo (esattamente come avviene per gli umani).
Il calo ponderale diventa nocivo o potenzialmente dannoso solo quando il dimagrimento oltrepassa l'1-2% in una settimana. Se il gatto in fase transizione ha più di 10 anni di età, è consigliabile pesarlo in maniera programmata e regolare per evitare complicazioni.
I gatti che gradiscono la carne fin da subito, statisticamente non impiegano più di 3 settimane ad abituarsi del tutto.

Considerazioni Iniziali

Uno dei problemi più significativi che si pongono durante la transizione dal cibo secco a quello morbido è l'abitudine dell'animale alla consistenza croccante.
Talvolta si assiste ad un rifiuto totale. In tal caso, è necessario insistere ed evitare assolutamente di rimpiazzare la carne con i croccantini.
Altri felini domestici percepiscono la positività del cambiamento e non si oppongono alla transizione.
Si tenga a mente che il passaggio repentino può causare diarrea. Alcuni gatti necessitano di un cambiamento più lento e progressivo del normale; non si tratta di una condizione preoccupante.
I gatti "refrattari" al cambiamento tendono a digiunare. E' necessario sfruttare la sensazione di fame che li colpirà inesorabilmente per indurli a cibarsi del nuovo alimento.
Ricordiamo che i felini NON hanno bisogno di cibo disponibile 24 ore su 24. Al contrario, per un predatore l'appetito è un'esperienza positiva.
Detto questo, spesso è molto difficile dover ascoltare i propri gatti "elemosinare" il cibo. Peraltro, inizialmente si vedranno sprecate grosse quantità di carne che, rimanendo all'aperto, si seccheranno e andranno sprecate. E' comunque necessario ricordare che si tratta di un intervento positivo, indispensabile, non di un torto o di un maltrattamento.
Diverso è per i casi più estremi.

Quando Allarmarsi?

Se l'animale è in evidente sovrappeso o diabetico e digiuna per più di 48 ore, può andare incontro a complicazioni della salute anche gravi; ad esempio la lipidosi epatica.
Queste si possono presentare anche con un consumo energetico pari o inferiore al 50% delle esigenze caloriche giornaliere per un periodo di svariati giorni.
Secondo l'esperienza di alcuni veterinari, la lipidosi epatica NON dovrebbe insorgere con un consumo energetico di 15kcal per chilo di peso al giorno.
Un gatto in normo peso di 4kg ha un margine di sicurezza di 60kcal/die, che corrispondono a poco più di ¼ del fabbisogno medio (200kcal/die).

Trucchi

Prima di iniziare l'elenco dei "trucchetti" utili per la fase di transizione cibo secco – carne, sottolineiamo ancora una volta che può trattarsi di una modifica alimentare abbastanza impegnativa. Richiede molta pazienza, nervi saldi e fermezza.
Bisogna sempre tenere a mente che NON esiste un gatto al quale sia impossibile far cambiare le abitudini alimentari.

  • Come anticipato, è indispensabile che il gatto riluttante alla carne percepisca maggior appetito o addirittura fame. In questo modo, l'istinto di sopravvivenza lo indurrà ad adeguarsi.
  • La maggior parte dei gatti predilige il cibo a temperatura ambiente; non riscaldato e tantomeno freddo "da frigorifero".
  • Per i felini "casalinghi", è utile fare in modo che si muovano di più. L'attività fisica (anche semplicemente il gioco) promuove il dispendio calorico e sollecita l'appetito.
  • Meglio suddividere la dieta del gatto in 3-4 pasti giornalieri. Piccole porzioni del nuovo alimento aiutano l'animale ad accettarlo più rapidamente.
  • E' utile strutturare dei pasti con entrambi i prodotti. Anche solo l'abitudine all'odore della carne è un progresso tutt'altro che trascurabile. Le porzioni devono essere adeguate e, se il gatto non mangia, avrà più appetito nel pasto successivo. NON bisogna aumentare la quota di croccantini per alcun motivo.
  • Sperimentare gusti e formule diverse può aiutare ad "azzeccare" le preferenze dell'animale.
  • Il cibo secco dev'essere utilizzato nel modo opposto rispetto alla consuetudine. Non va lasciato nella ciotola per più di 20'. Quando il gatto termina il pasto, vanno rimossi tutti i residui.
  • Può essere utile scegliere dei croccantini diversi dal solito. Si prestano soprattutto quelli ricchi di grassi e poveri di carboidrati. Il vantaggio è quello di "spezzare" la routine proponendo un gusto differente. Peraltro, il profilo nutrizionale si avvicina di più a quello della carne. Avendo un apporto energetico maggiore, la porzione dovrebbe risultare più contenuta.
  • Con il loro olfatto, i gatti sono in grado di percepire la presenza di croccantini all'interno dell'abitazione e rifiutarsi di mangiare altro. E' consigliabile sigillare ermeticamente il cibo secco per far capire all'animale che "non ci sono alternative".
  • Cospargere la carne in scatola con una piccola parte di un alimento gradito (ad esempio il tonno, il formaggio parmigiano, il prebiotico "FortiFlora Felino", la carne liofilizzata ecc) può favorire l'abitudine al nuovo sapore. L'obbiettivo iniziale è quello di abituare il gatto ai cibi non croccanti, ragion per cui qualunque tipo di carne o pesce è ben accetto; si tratta comunque di una soluzione provvisoria.
  • Immergere i croccantini nel liquido di governo della carne in scatola. Certi gatti tendono a rifiutarlo immediatamente ma in caso contrario la transizione diventa molto veloce. Come abbiamo detto, l'abitudine all'odore della carne è un traguardo iniziale molto importante.
  • Proporre il cibo umido dalla mano.
  • Sporcare delicatamente le gengive dell'animale o utilizzare una siringa senza ago per iniettare il cibo frullato nella bocca dell'animale (come si fa per le medicine).
  • Negli animali con un carattere "difficile", invece delle gengive, meglio sporcare il pelo della zampa; il gatto si leccherà immediatamente e assaporerà il nuovo cibo.
  • Potrebbe essere d'aiuto lasciare che il gatto mangi in una stanza più tranquilla del solito.
  • Se sono presenti più individui, meglio separali.

Una volta che il felino si converte al cibo in scatola, è consigliabile lasciare che gestisca autonomamente le risorse di carne giornaliere. Il cibo umido si conserva tranquillamente fino a 12 ore a temperatura ambiente e la ciotola può essere riempita anche solo un paio di volte.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer