Tendinopatia Achillea nel Podista e Utilizzo del Taping Kinesiologico®

Tendinopatia Achillea nel Podista e Utilizzo del Taping Kinesiologico®
Ultima modifica 21.05.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Taping Kinesiologico®
  3. Tendinopatia Achillea
  4. Cause di Infiammazione
  5. Altri articoli su 'Tendinopatia Achillea del Podista’

Introduzione

Introduzione

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La tendinopatia achillea del podista è una condizione muscolo-scheletrica molto temuta tra coloro che amano praticare la corsa (maratoneti, mezzofondisti, corridori amatoriali ecc.).

Brevemente, può consistere nell'infiammazione (tendinite) o, peggio, nella rottura del tendine d'Achille, ossia la robusta strutture tendinea che collega i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al calcagno.

In questo articolo, l'autore discuterà della tendinopatia achillea del podista e dei vantaggi terapeutici e preventivi derivanti dall'utilizzo del Taping kinesiologico®.

Taping Kinesiologico®

Cos’è e Come Funziona il Taping Kinesiologico®?

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Il Taping kinesiologico®, anche noto come Taping elastico o Neurotaping, viene usato in ambito sportivo prima, durante e dopo il gesto atletico.

Prima, per preparare; durante, per prevenire; dopo, per defaticare.

Inoltre, permette di aiutare l'organismo al recupero dei processi infiammatori e gli squilibri del tono muscolare, che danno origine a "retrazioni", utilizzando tecniche specifiche.

L'innovativa tecnica del Taping kinesiologico si basa sulle naturali capacità di guarigione del corpo, stimolate dall'attivazione del sistema "neuro-muscolare" e "neuro-sensoriale", secondo i nuovi concetti di neuroscienza.

Il metodo scaturisce dalla scienza della chinesiologia. Si tratta di una tecnica correttiva meccanica e/o sensoriale, che favorisce una migliore circolazione sanguigna e linfatica nell'area da trattare.

Nella fase riabilitativa il Neurotaping si applica per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, per ridurre l'eccesso di calore e di sostanze chimiche presenti nei tessuti, e per attenuare l'infiammazione con azione sinergica alle terapie convenzionali.

Inoltre, il Taping kinesiologico® mira a:

  • Azionare i sistemi analgesico-endogeni;
  • Stimolare il sistema inibitore spinale ed il sistema inibitore discendente;
  • Correggere i problemi delle articolazioni;
  • Ridurre gli allineamenti imprecisi causati da spasmi e muscoli accorciati;
  • Normalizzare il tono del muscolo e l'anormalità di fascia delle articolazioni;
  • Migliorare la ROM.

Infine, il Taping kinesiologico® è utilizzato come completamento in osteopatia, in chiropratica, nelle terapie manuali e nelle terapie fisiche.

Taping Kinesiologico Method

La tecnica di applicazione del Neurotaping, che affrontando in modo globale gli "squilibri" dell'organismo, cerca di ristabilire il corretto equilibrio funzionale, in una visione globale e tridimensionale del corpo (balance).

Taping Kinesiologico®: Quando Usarlo?

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"Il Taping kinesiologico® deve essere visto come una terapia aggiuntiva, che aiuta nel processo riabilitativo e non come una terapia elettiva, prescindendo che la diagnosi deve essere corretta."*

La fase di osservazione iniziale del paziente è importantissima per la buona riuscita del bendaggio con la metodica del Taping kinesiologico®, sempre nel rispetto del principio della globalità.

Questo metodo è basato sull'applicazione di un nastro elastico che stimola il processo di guarigione naturale, assistendo il corpo nell'attivazione dei processi fisiologici dei tessuti traumatizzati, lo riporta nello stato di salute.

Tutti gli organismi hanno una capacità innata (determinata geneticamente) di auto-regolazione che permette il raggiungimento di un equilibrio omeostatico e di una possibilità di auto-guarigione.
In risposta ad una aggressione esterna, il corpo inizia un processo di "riparazione-rimodellamento" attraverso la risposta infiammatoria.

 

* Tratto dal libro: R. Bellia – F. Selva Sarzo - "Il taping kinesiologico nella traumatologia sportiva – manuale pratico di applicazione" ed. Alea Milano - 2011.

Tendinopatia Achillea

Tendinopatia del Tendine d’Achille nel Corridore: il rapporto

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Tra i diversi tendini dell'apparato muscolo-scheletrico, il tendine d'Achille è di gran lunga la struttura più interessata da patologie infiammatorie e degenerative.

Fredericson (1) cita un'incidenza della tendinopatia achillea che varia tra il 6,5 e l'11% delle lesioni tra i corridori.
Anche Novacheck (2), citando uno studio effettuato su 180 marciatori da James and Jones (1990), riferisce una presenza percentuale della tendinite achillea pari all'11% delle lesioni.
McCrory et al. (3) affermano che le lesioni a carico del tendine d'Achille rappresentano il 5-18% dei disturbi totali legati alla corsa, divenendo così la sindrome più frequente da overuse (sovraccarico funzionale) dell'arto inferiore.

Relativamente alla rottura del tendine d'Achille, Lanzetta (4,5) riferisce che si verifica, di solito, nei soggetti maschi tra i 25 ed i 50 anni, che praticano attività ludico-sportiva.
Inoltre, nel 90% dei casi, la rottura tendinea è la conseguenza di una brusca contrazione muscolare associata ad un allungamento del complesso muscolo-tendineo.

Tendine d’Achille: Anatomia e Fisiologia

tendini rappresentano la componente più forte dell'unità muscolo-tendinea ed il loro scopo principale è quello di trasmettere le forze generate dal muscolo alle leve ossee.

Relativamente al tendine d'Achille va ricordato che esso è il più largo e forte tendine del corpo umano.
Si calcola che sia in grado di sopportare carichi che possono arrivare a 300 kg; in altri termini, questo significa che il tendine d'Achille durante la corsa viene caricato di un valore pari almeno 6-8 volte il peso corporeo.

Conosciuto anche come tendine calcaneare, il tendine d'Achille prende origine dalla fusione dell'aponeurosi dei muscoli gastrocnemio e soleo (muscoli del polpaccio).

È una struttura anatomica nastriforme, costituita da fibrille di collagene, interposta tra il tricipite surale (gastrocnemio + soleo) e il calcagno e deputata alla trasmissione degli impulsi meccanici derivanti dalla contrazione muscolare del polpaccio al segmento scheletrico, realizzando un movimento articolare di fondamentale importanza: la spinta del piede.

Oltre a questo compito fondamentale, esercita una funzione tampone nei confronti della contrazione muscolare volontaria e/o involontaria massimale.

Non va dimenticato, inoltre, che il tricipite surale ha un vettore di forza che, oltre a provocare la flessione plantare, induce anche una supinazione del piede a causa della sua inserzione centro-mediale sul calcagno e alla rotazione delle sue fibre.

Il tricipite surale è considerato il maggior supinatore e stabilizzatore del retro piede; oltre a ciò, durante il cammino, si attiva soprattutto nella parte centrale della fase di appoggio per controllare l'avanzamento della tibia sul tarso(8).

Il complesso gastrocnemio-soleo rappresenta i quattro quinti del volume della gamba e questa sua consistenza si traduce, in termini funzionali, in una capacità di ammortizzare gli shock sia a livello tendineo che muscolare.

L'unità muscolo-tendinea attraversa tre articolazioni (ginocchio, caviglia, sottoastragalica) predisponendosi così ad un'alta incidenza di lesioni.

Da un punto di vista posturale, l'asse del tendine d'Achille crea con la verticale un angolo che va da 1° a 5° di inversione (9). L'osservazione clinica di questo angolo spesso viene effettuata per avere un'indicazione della posizione dell'articolazione tibio-tarsica (caviglia) e di quella sottoastragalica.

Cause di Infiammazione

Tendinopatia Achillea nel Podista: Cause e Fattori di Rischio

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Nonostante sia la struttura tendinea più potente dell'organismo, il tendine d'Achille presenta un punto debole: è mal vascolarizzato nella sua parte intermedia.

Tale punto debole lo rende vulnerabile a tendiniti (infiammazioni) e lesioni (rotture).

La rottura del tendine d'Achille è caratteristica generalmente dei soggetti, sportivi e non, che negli anni hanno avuto molti episodi di tendipotapatia per ipersollecitazione funzionale.

Nello sportivo si manifesta a fine carriera a causa di alcuni fattori scatenanti: aumento di pesoscarsa idratazione (come dimostrato da uno studio giapponese), cure antibiotiche (causa iatrogena), calzature non adeguate, squilibrio nel carico podalico, intensificazione degli allenamenti dopo un periodo di riposo forzato, irrigidimento del tendine dopo trattamento infiltrativo cortisonico ecc.

 

A cura del Professor Rosario Bellia

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