La Scoliosi quale atteggiamento naturale - Scoliosi idiopatica: vecchi e nuovi concetti, caso clinico

Ultima modifica 29.05.2019

A cura del Dott. Giovanni Chetta

Miti da sfatare sulla scoliosi (idiopatica)

In base a quanto descritto fin'ora diviene possibile contraddire varie ipotesi comunemente espresse riguardo la scoliosi idiopatica senza però che abbiano mai avuto un vero fondamento scientifico su cui basarsi.

  1. Dopo una certa èta non si può (o non si deve) più modificare la scoliosi (e la postura) . Siamo una "funzione strutturante", neuro-biomeccanicamente oscillante vorticosamente, in equilibrio dinamico, tra tessuto connettivo e muscoli. L'osso è un tessuto connettivo malleabile (esso è in continuo lento rimaneggiamento in base agli stimoli meccanici e chimico-fisici che riceve). La postura statica in realtà non esiste, le cerniere articolari e le tensioni miofasciali si modificano istante per istante; margini di miglioramento posturali e della situazione rachidea sono in realtà sempre ottenibili (così come i peggioramenti).
  2. Oltre un certo grado di scoliosi, il corsetto rigido è indispensabile. La non corretta funzionalità delle rotazioni sul piano trasverso ostacola in maniera rilevante il raggiungimento dell'obiettivo istintivo più importante e fisiologico dell'uomo: il moto specifico di massima resa. Prescindere dal considerare tale importanza in un processo riabilitativo risulta perlomeno poco funzionale. Occorre pertanto pensare a una nuova generazione di corsetti in grado sia di eseguire una correzione dell'allineamento rachideo sul piano frontale sia di consentire l'indispensabile libertà di movimento sul piano trasverso delle cerniere articolari.
  3. Col busto rigido è possibile compiere attività sportive . Il blocco delle rotazioni rachidee sul piano trasverso imposto dal busto rigido implica compensi di sovraccarico sulle cerniere libere dal "giogo" del busto (articolazioni del bacino e degli arti inferiori in modo particolare). Tale alterata funzionalità comporta una modica della distribuzione del carico gravitazionario con conseguente possibile modifica strutturale articolare (alterazione delle superfici articolari e dello stato capsulo-legamentoso) e miofasciale (retrazioni, fibrosi). Tale rischio diviene tanto più elevato quanto più intensa dal punto di vista del carico gravitazionario, impegnativa dal punto riguardo le abilità motorie richieste e duratura nel tempo, risulta l'attività fisica svolta con indosso il corsetto.
  4. Occorre eseguire esercizi di rinforzo della muscolatura paravertebrale ed evitare esercizi (e sport) che aumentino la mobilità vertebrale . La coordinazione motoria si dimostra in realtà più importante della struttura e della perfetta simmetria dei segmenti corporei. L'alterazione funzionale e quindi la sua rieducazione è determinante. Controllo (propriocezione) e corretto range di mobilità delle cerniere articolari ne rappresentano i parametri critici. L'obiettivo non deve essere bloccare, fissare ma normalizzare il sistema miofasciale-scheletrico e rieducare la propriocezione e la coordinazione motoria.
  5. Plantari e Bite non hanno alcuna influenza sulla scoliosi . Questo sarebbe plausibile se fossimo una struttura a compressione (come una colonna); in realtà sappiamo che non è così. Rappresentiamo infatti una struttura di tensegrità dove ogni parte risulta connessa col tutto dal livello microscopico a quello macroscopico (ciò che è fuori dalla cellula è importante quanto ciò che è dentro ed è da esso inscindibile). Piede e lingua rappresentano i più influenti conformatori organo-funzionali, il primo delle curve rachidee, il secondo delle ossa craniali. Il posizionamento nello spazio di piedi (unico punto di contatto col suolo) e testa (unità periferica più pesante e più distante dal suolo) li rende elementi strategici riguardo la collocazione di tutti i segmenti corporei in ortostatismo sia dal punto di vista meccanico sia neurologico (per l'importanza dei relativi propriocettori ed esterocettori). Ragioni queste già sufficienti per dover considerare appoggio podalico e appoggio occlusale in un'alterazione rachidea e della postura in genere. Ma ancor più ciò diviene indispensabile in una società "moderna" dove habitat e stili di vista contrastano (probabilmente troppo) con la natura.In simili situazioni di vita, l'utilizzo e lo sviluppo dell'ergonomia diviene sostanziale.
  6. Radiografie, scolosiometro e angolo di Cobb sono gli unici esami, strumenti e parametri per definire una scoliosi. Abbiamo visto che essi presentano in realtà grossi limiti e che oggi è possibile utilizzare in alternativa tecnologie e parametri diversi (quali la rasterstereografia e i relativi indici). I raggi X restano invece indispensabili per la valutazione strutturale vertebrale e ossea in generale.

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