Vulvite: Cos'è? Cause e Sintomi Vulva Infiammata

Vulvite: Cos'è? Cause e Sintomi Vulva Infiammata
Ultima modifica 25.02.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Chi è a rischio?
  3. Cause
  4. Sintomi
  5. Possibili Conseguenze
  6. Diagnosi
  7. Trattamento
  8. Prevenzione

Generalità

La vulvite è un'infiammazione della vulva, cioè della parte esterna dei genitali femminili.
Le cause che possono determinare l'insorgenza della vulvite sono diverse: considerata la sua posizione anatomica, la vulva può essere coinvolta in processi flogistici che originano dal tratto genitale, dalle vie urinarie e dalla pelle.
Tra i fattori predisponenti e scatenanti le vulviti rientrano le infezioni, le reazioni allergiche e le lesioni traumatiche. Inoltre, la mucosa e la cute della vulva risultano particolarmente vulnerabili alle irritazioni, a causa dell'umidità e del calore locale.
La sintomatologia della vulvite è rappresentata essenzialmente da arrossamento, prurito, edema, bruciore e dolorabilità. L'irritazione vulvare può aggravarsi con i rapporti sessuali e l'abitudine a un'igiene intima eccessiva. Inoltre, la vulvite può coesistere con vaginiti di varia natura (infiammazioni della vagina); in tal caso si parla di vulvovaginite.
L'infiammazione viene diagnosticata mediante l'esame obiettivo e l'identificazione di eventuali microrganismi responsabili dell'alterata fisiologia dell'ambiente vulvo-vaginale.
Il trattamento è diretto alla causa scatenante, all'eliminazione dei fattori irritanti e alla correzione delle abitudini igieniche.  

Vulvite

Cenni di anatomia: cos'è la vulva?

Dal punto di vista anatomico, la vulva è la regione che circonda l'accesso alla vagina e coincide con i genitali esterni femminili.
Più precisamente, quest'organo comprende le seguenti strutture:

  • Monte del pube: rilievo di cute e di sottostante tessuto adiposo localizzato centralmente nella regione pelvica.
  • Grandi e piccole labbra: gruppo di pliche esterne e interne che circondano l'orifizio esterno della vagina.
  • Vestibolo vaginale: area racchiusa dalle piccole labbra che conduce al meato della vagina e dell'uretra.
  • Clitoride: piccolo organo erettile situato di fronte al vestibolo.
  • Ghiandole di Bartolini: coppia di piccole ghiandole che secernono un fluido lubrificante che facilita la penetrazione del pene nella vagina durante i rapporti sessuali.

Nel complesso vulvare si trovano, inoltre, l'imene e l'orifizio esterno dell'uretra.

Chi è a rischio?

La vulvite può colpire le donne di qualsiasi età, anche se le ragazze che non hanno ancora raggiunto la pubertà e le donne anziane possono risultare maggiormente predisposte a sviluppare il disturbo.

Dopo la menopausa, in particolare, un marcato decremento degli estrogeni causa un progressivo assottigliamento delle mucose vulvari e vaginali; questo fenomeno può accentuare i caratteri di alcuni processi infiammatori.

Cause

La vulvite può essere determinata da numerose cause:

Altri fattori che possono favorire l'infiammazione della vulva comprendono:

  • Lesioni da traumi sessuali;
  • Irritazione chimica da urine o feci in pazienti incontinenti o allettati;
  • Scarsa igiene intima e cattive abitudini comportamentali, come pulirsi dalla parte posteriore a quella anteriore dopo l'evacuazione e non lavarsi le mani dopo aver defecato;
  • Abuso di sostanze topiche (lavande vaginali, spray deodoranti, creme depilatorie, detergenti aggressivi e carta igienica profumata);
  • Uso di assorbenti o proteggi-slip poco traspiranti, biancheria intima realizzata con tessuti sintetici (come nylon e lycra) e abiti troppo attillati che causano attrito cutaneo (body, leggings, collant e jeans) per lunghi periodi di tempo;
  • Terapie farmacologiche a base di antibiotici o corticosteroidi.

La vulvite, inoltre, può essere associata a disturbi psicosomatici, diete non equilibrate (incluse situazioni di avitaminosi e malnutrizione), incontinenza urinaria ed obesità. Altri fattori predisponenti comprendono gli squilibri associati a stati di immunodepressione e malattie sistemiche, come il diabete e l'uremia.


Vulvite nei bambini

Durante l'infanzia e l'adolescenza, l'infiammazione della vulva è determinata prevalentemente da reazioni allergiche, dermatiti irritative da contatto, lichen sclerosus e processi infettivi.
Nei neonati, la dermatite della vulva è generalmente causata dalla mancata sostituzione di un pannolino insudiciato per un periodo prolungato di tempo; nella maggior parte dei casi, aumentare la frequenza del cambio ed applicare emollienti a livello topico sono misure sufficienti a risolvere il problema.

Nei bambini più grandi, invece, la dermatite è dovuta prevalentemente all'esposizione ad un irritante, rappresentato, ad esempio, da sapone e detersivo per bucato; in tal caso, la vulvite può essere prevenuta con la correzione delle abitudini igieniche e la sospensione dell'impiego della sostanza sensibilizzante. Altre opzioni di trattamento per la dermatite vulvare includono l'assunzione per via orale di idrossizina cloridrato o l'applicazione topica di idrocortisone.
In età infantile, gli organismi responsabili della vulvite infettiva comprendono ossiuri (Enterobius vermicularis), Candida albicans e Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Queste infezioni si verificano soprattutto dopo una terapia antibiotica e nei bambini con diabete o immunodepressi.
Il lichen sclerosus è un'altra causa comune di vulvite nei bambini. Il disturbo compare nella regione cutanea intorno all'ano e alla vulva, provocando fessure cutanee, ipopigmentazione, atrofia cutanea, placche, escoriazioni, disuria e prurito. Nei casi più gravi, potrebbero comparire lividi di colore viola scuro (ecchimosi) sulla vulva, perdite ematiche e cicatrici. La causa è sconosciuta, ma probabilmente all'eziologia partecipano fattori genetici o autoimmuni. Se i cambiamenti della pelle non risultano evidenti al controllo visivo, il medico può effettuare una biopsia della pelle per acquisire una diagnosi esatta. Il trattamento per il lichen sclerosus prevede l'uso di corticosteroidi topici.

Sintomi

A seconda delle cause, l'infiammazione vulvare può manifestarsi con caratteri molto variabili.
Generalmente, la vulvite si presenta con:

  • Prurito vulvare intenso e persistente;
  • Arrossamento delle piccole e grandi labbra;
  • Edema e dolorabilità della vulva.

In qualche caso, si possono riscontrare anche escoriazioni, fissurazioni, sensazione di bruciore, piccole vescicole suppuranti e ulcerazioni. Altre volte, la vulva può essere ricoperta da chiazze ispessite dolorose, squamose e biancastre.
L'irritazione locale può comportare anche secrezioni o lieve sanguinamento, dolore urente durante i rapporti sessuali (dispareunia) e disuria (dolore alla minzione). Spesso, si ha un interessamento contemporaneo della vagina (vulvovaginite).

Possibili Conseguenze

Nei pazienti incontinenti o allettati, la scarsa igiene può determinare una vulvite cronica per il contatto prolungato con urine o feci.
Se non sono trattate adeguatamente, le vulviti possono essere complicate da infezioni che possono evolvere in vaginiti, uretriti e cistiti. Raramente, il processo flogistico cronico può creare delle adesioni labiali, ossia aderenze a livello delle pliche intorno all'orifizio vaginale e uretrale.

Diagnosi

La vulvite viene diagnosticata sulla base dei sintomi e dei segni emersi durante la raccolta dei dati anamnestici (storia medica completa del paziente) e la visita ginecologica. L'esame pelvico consente di evidenziare arrossamenti, cambiamenti nella pelle, edema vulvare e lesioni che possono indicare la presenza di un'infiammazione.
All'ispezione, il medico può riscontrare anche eventuali escoriazioni, fissurazioni e vescicole, oltre a verificare la presenza di perdite vaginali. Tali secrezioni possono essere sottoposte ad analisi per definire se la vulvite dipende da un'infezione; l'esame microscopico di questo materiale, infatti, fornisce un primo indizio sull'eziologia della vulvite. Se i risultati degli esami in ambulatorio sono inconcludenti, la secrezione può essere posta in coltura.
Una sintomatologia associata a particolari abitudini igieniche o comportamentali può indicare una vulvite scatenata da fattori irritanti.
Il medico può anche utilizzare un tampone per prelevare un campione di secrezioni dalla cervice per verificare la presenza di infezioni sessualmente trasmesse e raccogliere un campione di urina per escludere cause più gravi di irritazione vulvare.

Trattamento

Il trattamento è rivolto alle cause della vulvite:

  • Nel caso di un'infezione batterica, la terapia prevede il ricorso ad antibiotici, da assumere per via orale o da applicare a livello topico, per qualche giorno.
  • In presenza di micosi, invece, è indicato il ricorso farmaci antifungini
  • Quando si riscontrano reazioni irritative, invece, è necessario evitare l'agente sensibilizzante (quando riconosciuto).
  • Se i sintomi sono moderati o intensi, il medico può prescrivere un trattamento farmacologico a base di prodotti antisettici ed antinfiammatori, come la benzidammina. Per alleviare la sensazione pruriginosa, invece, può essere indicata l'applicazione di corticosteroidi topici.

Oltre a seguire scrupolosamente la terapia indicata dal ginecologo, la gestione della vulvite deve prevedere la correzione delle abitudini igieniche:

  • Mantenere la vulva pulita e asciutta, cambiando frequentemente la biancheria intima e curando l'igiene personale quotidiana;
  • Dopo ogni evacuazione, ricordare di asciugare attentamente la cute e le mucose dall'avanti all'indietro e di lavare sempre le mani.
  • Fino all'accertata guarigione, è consigliabile astenersi dai rapporti sessuali oppure utilizzare il profilattico.
  • Preferire indumenti di cotone, tessuto che permette di ridurre l'umidità locale e garantisce una corretta traspirazione tissutale, oltre a limitare il ristagno di secrezioni e la proliferazione di microrganismi patogeni.

Se la vulvite cronica non risponde al trattamento, di solito, i medici procedono con una biopsia per escludere la presenza disturbi della pelle (distrofie vulvari, come il lichen sclerosus o l'iperplasia delle cellule squamose) o il cancro della vulva.

Prevenzione

  • L'igiene intima quotidiana e post-coitale deve essere accurata, ma non eccessiva, in quanto potrebbe alterare le naturali difese immunitarie dei genitali esterni;
  • Non utilizzare detergenti per l'igiene intima eccessivamente alcalini o ricchi di coloranti;
  • Evitare l'applicazione di deodoranti spray, salviette intime profumate e creme depilatorie sulla vulva;
  • Limitare l'uso di salvaslip occlusivi e antitraspiranti, assorbenti interni e biancheria intima sintetica per prevenire le variazioni ambientali vulvari e vaginali;
  • Rispettare le norme alimentari per un corretto ed equilibrato regime dietetico.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici