Tetano: Vaccinazione e prevenzione

Ultima modifica 25.02.2020

In Italia la vaccinazione antitetanica è obbligatoria per tutti i nuovi nati, secondo una schedula vaccinale determinata (1a dose al terzo mese di vita, 2a dose al quinto mese e 3a al dodicesimo); una dose di richiamo viene effettuata a distanza di 4-5 anni dall'ultima, prima dell'inizio del ciclo scolastico primario; si effettuano in seguito richiami ogni 10 anni. Dopo l'effettuazione della dose di richiamo a circa 15 anni di età, è un buon trucco mnemonico ricordarsi di effettuare un richiamo ogni volta che la propria età finisce per 5 (25, 35, 45 anni, etc.).


La vaccinazione rimane il mezzo più efficace per prevenire il tetano.


Il vaccino anti-tetanico è costituito da tossine inattivate da procedimenti chimici, non patologiche ma ancora in grado di stimolare la produzione di anticorpi. Dopo il completamento del ciclo vaccinale secondo le modalità previste, il preparato conferisce una protezione pressoché totale: efficacia del 100%. La durata della protezione nel tempo è molto lunga, almeno 10 anni, ed è ulteriormente garantita dall'esecuzione dei richiami periodici.

La durata della protezione, purtroppo, non è perenne ed è per questo motivo che si raccomanda di fare i richiami periodici.

Se sono trascorsi più di 10 anni dall'ultima dose di vaccino antitetanico, non occorre allarmarsi. Presso i centri vaccinali è possibile chiedere chiarimenti ed eventualmente procedere alla vaccinazione. Se il ciclo vaccinale di base (3 dosi) è stato completato (la legge prevede l'obbligo per i nuovi nati dal 1968) non va mai ripreso dall'inizio (sarebbe addirittura pericoloso).

Generalmente il vaccino anti-tetano è ben tollerato. Risulta controindicato nelle persone che hanno manifestato reazioni allergiche gravi a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino o a sue componenti. Qualora vi sia una malattia infettiva di entità media o grave in atto, specie se in presenza di febbre, è preferibile posticipare il vaccino fino al miglioramento clinico o alla guarigione. Problemi minori, quali raffreddori ed altre infezioni delle vie aeree superiori, normalmente non costituiscono controindicazioni, anche temporanee, alla vaccinazione.

Occorre cautela nella vaccinazione dei soggetti con tendenza alle convulsioni, in trattamento con anticoagulanti o affetti da malattie autoimmuni.

La condizione di sieropositività per HIV non costituisce di per se stessa una controindicazione alla vaccinazione antitetanica; nemmeno gli stati di gravidanza o allattamento controindicano la somministrazione del vaccino.

Gli effetti collaterali - quando presenti - sono generalmente lievi ed includono:

  • la frequente comparsa di dolore, tumefazione e rossore nel punto dove è stata eseguita l'iniezione, evento che insorge in genere entro 48 ore dalla vaccinazione antitetanica e dura fino a due o tre giorni;
  • più raramente, comparsa di febbre, malesseri e sintomi similinfluenzali di modesta entità.
  • Gli eventuali effetti collaterali si possono ridurre mettendo panni freddi sul punto dolente ed assumendo - se è il caso - delle compresse a base di paracetamolo (mai aspirina al di sotto dei 12 anni); la febbre si può controllare bevendo più liquidi e portando indumenti leggeri. In ogni caso, se le reazioni sono gravi o persistenti, è bene rivolgersi al proprio medico curante o all'ospedale.

Per prevenire l'ingresso del tetano nel nostro organismo è importante intervenire prontamente in caso di ferite, pulendole con cura e medicandole con acqua ossigenata; importante anche l'eliminazione del tessuto devitalizzato. Oltre a queste misure preventive, per il trattamento dei traumatizzati il ministero della sanità consiglia le seguenti strategie di intervento:

→ l'immunoprofilassi antitetanica rientra tra le buone pratiche cliniche da osservarsi nel trattamento dei traumatizzati, anche in occasione degli interventi di Pronto Soccorso;
→ se non sono trascorsi più di cinque anni dall'ultima dose di un ciclo vaccinale primario completo o da una o più dosi di richiamo non è necessario un ulteriore trattamento profilattico né di vaccino né di immunoglobuline antitetaniche (a meno di un rischio di infezione particolarmente elevato come ustioni estese e grandi traumatismi nel qual caso va somministrato il solo vaccino)

→ per i soggetti che abbiano ricevuto l'ultima dose di richiamo (sempre dopo un ciclo primario completo) da più di cinque anni è raccomandata la somministrazione di una dose di richiamo di vaccino; le immunoglobuline non sono necessarie;
→ per i soggetti incompletamente vaccinati (una o due dosi), è raccomandata la contemporanea somministrazione, in siti di inoculo diversi e con diversa siringa, di immunoglobuline specifiche e di una dose di vaccino (il ciclo vaccinale andrà completato);
→ per i soggetti che abbiano effettuato un ciclo completo e ricevuto l'ultima dose di vaccino da più di 10 anni è raccomandata la contemporanea somministrazione, in siti di inoculo diversi e con diversa siringa, di immunoglobuline specifiche e di una dose di vaccino (il ciclo non va ricominciato);
→ per i soggetti non vaccinati o di cui non sia possibile definire lo stato vaccinale il trattamento profilattico deve prevedere la contemporanea somministrazione di immunoglobuline e della prima dose di vaccino.



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