Sterilità maschile: oligospermia ed azoospermia

Ultima modifica 19.07.2019

La sterilità maschile può dipendere da varie condizioni patologiche e non. Scoprirle, con l'aiuto di un andrologo, è fondamentale per intraprendere un percorso terapeutico valido ed efficace.

Una prima distinzione può essere fatta tra cause ostruttive, nel caso il paziente sia incapace di far uscire gli spermatozoi durante l'eiaculazione, e non ostruttive, nel caso si registri l'effettiva incapacità di produrre un numero sufficiente di spermatozoi od una qualità spermatica idonea alla fecondazione.

Cause di sterilità maschile non ostruttive

ALTERAZIONI DELLA PRODUZIONE DI SPERMATOZOI: in condizioni normali, un millilitro di sperma contiene tra i 60 ed i 120 milioni di spermatozoi (l'eiaculato medio ha un volume di 3 ml). Questi numeri, apparentemente esorbitanti, sono essenziali per garantire la fecondazione della cellula uovo femminile. Basti pensare che dei milioni di spermatozoi presenti nello sperma e riversati in vagina, solo un centinaio riesce a raggiungere l'ovocita. Dopo questo incontro, per riuscire a penetrare al suo interno, gli spermatozoi devono rilasciare una serie di enzimi capaci di distruggerne i rivestimenti esterni (tra cui la zona pellucida); solamente il primo di loro che riuscirà ad aprirsi una breccia avrà l'onore di fecondare l'uovo.

Appare dunque evidente che un'alterazione qualiquantitativa degli spermatozoi rappresenta una causa determinante di sterilità maschile.


OLIGOSPERMIA ED AZOOSPERMIA


Un ridotto numero di spermatozoi nell'eiaculato, inferiore ai 40 milioni per ml, viene indicato con il termine medico oligospermia. In questo caso le probabilità di fecondazione sono tanto minori quanto più basso è il numero di spermatozoi prodotto.

Tra le cause di oligospermia ricordiamo l'abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, l'assunzione di alcuni farmaci, le infezioni delle vie genitali, alcune malattie sistemiche, diverse disfunzioni ormonali e l'esposizione a condizioni ambientali sfavorevoli (radiazioni, inquinanti industriali, eccessiva esposizione dei testicoli al calore). Una causa comune di oligospermia è rappresentata dal varicocele, cioè dallo sviluppo di vene varicose in prossimità dei testicoli.

Più che di sterilità, l'oligospermia è considerata causa di fertilità ridotta (ipofertilità). La terapia farmacologica si basa pertanto sulla somministrazione di ormoni capaci di stimolare la spermatogenesi.

In alcuni uomini il numero di spermatozoi nell'eiaculato risulta addirittura pari a zero (azoospermia); in questo caso si comprende facilmente come la sterilità sia totale e spesso irreversibile. E' il caso, ad esempio, del criptorchidismo, vale a dire della mancata discesa dei testicoli nella sacca scrotale all'epoca dello sviluppo. Si riconoscono anche cause di natura traumatica (particolarmente pericolosi i danni subiti nei primi anni di vita), genetica, infettiva (perlopiù malattie a trasmissione sessuale - come gonorrea, clamidie, sifilide e micoplasmi - parotite severa contratta in età adulta o malattie sistemiche come la tubercolosi), endocrina (ridotta sintesi di ormoni coinvolti nella spermatogenesi) e iatrogena (derivante, cioè, dall'utilizzo di determinati farmaci).

Il problema della sterilità maschile

Degno di nota è il fatto che, in accordo con i risultati di numerosi studi, il numero di spermatozoi nell'eiaculato maschile è andato progressivamente riducendosi negli ultimi decenni (fino ad oltre il 50%), a testimoniare l'incidenza negativa dell'inquinamento, delle malattie infettive a trasmissione sessuale e di altri fattori tipici delle società industrializzate (alimentazione scorretta, stress, inattività fisica ed obesità ). La diffusione del problema è talmente elevata -più di un italiano su dieci è sterile- da essere considerata una vera e propria malattia sociale.

Dal momento che la maggior parte degli uomini con problemi di fertilità non è sterile, ma "semplicemente" ipofertile, è molto importante adottare norme comportamentali adeguate, da affiancare a quelle terapeutiche prescritte dall'andrologo. Tali regole, utili anche in ottica preventiva, comprendono l'astensione dal fumo, la moderazione dell'alcol, l'utilizzo di indumenti e biancheria intima traspirante e non troppo stretta, il rispetto di una dieta equilibrata (eventualmente supplementata con zinco) e l'adozione di uno stile di vita più attivo. Non si tratta dei soliti consigli di routine; basti pensare, ad esempio, all'effetto positivo dell'attività fisica sui livelli circolanti di testosterone - fondamentali per la spermatogenesi -; all'alto grado di correlazione tra disfunzione erettile ed aterosclerosi o agli innumerevoli effetti dannosi dell'alcol e del fumo.

Anche se in misura nettamente inferiore rispetto al sesso femminile, la fertilità maschile è influenzata negativamente dall'età avanzata. Il lento declino dei livelli di testosterone a partire dai 30 - 35 anni può infatti accrescere il problema dell'oligospermia o sommarsi ad altre cause di ipofertilità proprie o della partner.



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