Ultima modifica 27.09.2019

« introduzione alla sessualità in gravidanza


Un po' alla volta però cambia anche l'immagine di sé e del proprio corpo. Alcune donne si sentono inadeguate, diverse, temono di non essere più belle e desiderabili agli occhi dei propri partner mentre spesso avviene proprio l'esatto contrario.

L'uomo da parte sua teme non solo di poter far male fisicamente alla donna e al bambino ma anche di risultare "moralmente" inopportuno nel manifestare le proprie pulsioni fisiche in un momento così "sacro" come quello della maternità. Come se l'intimità con la propria compagna, prossima madre del proprio figlio, fosse qualcosa di "sporco" e da reprimere. O come se il feto potesse venire in qualche modo turbato emotivamente dal rapporto tra i propri genitori. Nulla di più sbagliato. Ciò che arriverà al bambino saranno invece i rassicuranti ormoni del benessere e del piacere liberati appunto dalla propria madre.

Per molto tempo inoltre la sessualità femminile è stata interpretata in chiave esclusivamente riproduttiva e privata dei suoi altri aspetti fondamentali: quello ludico e quello relazionale. Gravidanza e sessualità, quindi, sono state lette per secoli in chiara antitesi tra loro. Si dirà che i tempi sono cambiati. Eppure, a volte più consapevolmente, a volte meno, sono ancora molte le donne e le coppie che di fatto restano condizionate da tale antico preconcetto. E di conseguenza, iniziata la gestazione, cessano di avere rapporti perché in qualche modo non ne colgono più la funzione, l'utilità, diremmo quasi la giustificazione.

Tutto questo dunque - mescolato con le inevitabili differenze individuali tra donna e donna e tra coppia e coppia (dal punto di vista dell'età, della fede religiosa, dell'educazione ricevuta, del contesto socio-familiare ecc.) - rende il quadro generale assai articolato e complesso.

Proprio per questo sarebbe assurdo pretendere di dare delle "ricette" uniche, valide per tutti. Stabilire delle regole assolute circa quanti e quali rapporti sessuali avere al giorno, alla settimana o al mese durante la gravidanza.

Ancora una volta. Ciò che conta davvero è innanzitutto superare un tabù. Quel tabù che pregiudica a priori l'affettività e la spontaneità di molte donne e molti uomini in uno dei momenti più "sani" e naturali della propria vita personale e di coppia.

Allora vale ancora una volta la pena di ricordare che ad esempio un rapporto sessuale soddisfacente mette in circolo, attraverso vari meccanismi naturali, tutta una serie di ormoni e sostanze prodotte spontaneamente dal nostro corpo e fondamentali per la buona riuscita della gravidanza e del parto: dall'ossitocina (la cui produzione è favorita ad esempio dalla stimolazione dei capezzoli), alle endorfine (gli ormoni del benessere) fino alle prostagladine contenute addirittura nello sperma maschile ed essenziali per le contrazioni e per la dilatazione del collo dell'utero).

In molti ospedali alcune di queste sostanze vengono ormai somministrate artificialmente a gran parte delle partorienti quasi di routine, per avviare o accelerare il travaglio. Ciò che spesso queste donne non sanno, o sottovalutano, è che molte di loro potrebbero provare ad ottenere lo stesso risultato comodamente a casa propria, attraverso qualche momento di libera tenerezza con il partner, invece che con una noiosa flebo al braccio, bloccate in un letto d'ospedale. Insomma il sesso non è sconsigliato in gravidanza ma anzi può avere molteplici effetti benefici, durante tutti i nove mesi di gestazione e persino al momento del travaglio.

Semmai saranno invece le prime settimane dopo il parto a sconsigliare in molti casi il compimento di rapporti completi. Molti uomini, dopo aver represso i propri istinti per nove mesi (come abbiamo detto finora in modo assolutamente ingiustificato), ritengono che una volta nato il bambino la donna sia "finalmente" in grado di tornare da subito alle sue consuetudini amorose pre-gravidanza. E' invece questa una fase estremamente delicata, sia dal punto di vista pratico che da quello psicologico.

Da una parte ci sarà il neonato con le sue inevitabili esigenze in termini di tempo, attenzioni, affetto, cure ecc. La coppia si è trasformata in triade e come tale dovrà trovare e consolidare con calma nuovi equilibri. Dall'altro ci sarà una madre che - senza fretta - dovrà riprendersi fisicamente e assestarsi emotivamente. Gli ormoni in circolo, come la prolattina (fondamentale per l'allattamento), non favoriscono certo la ripresa del desiderio.

L'organismo della donna nel frattempo intraprende il lento percorso a tappe che un po' alla volta la riporterà alle condizioni pre-gravidiche: dall'involuzione uterina (occorrono diverse settimane prima che l'utero torni allo stato pre-gestazionale), alla perdita dei cosiddetti lochi (abbondanti perdite ematiche e sierose frutto delle modificazioni interne all'utero stesso, che in questa fase segnalano proprio il bisogno di "eliminare" prima che di ricevere da parte della puerpera).

Non parliamo poi delle possibili lacerazioni o episiotomie (con conseguenti suture) che la donna potrà aver sofferto al momento del parto e che quindi la renderanno dolente e ben poco disponibile alla stimolazione genitale e ai rapporti sessuali, specie completi.

A monte di tutto questo discorso sulla sessualità in gravidanza resta comunque un punto fondamentale e quasi scontato: e cioè che la capacità di vivere felicemente la propria sessualità durante i nove mesi di gestazione è legato a una notevole variabilità individuale e dipende in larga misura da come questo stesso aspetto della relazione veniva condiviso dalla coppia già prima della gravidanza in questione.

Maggiori erano la fiducia, la complicità e la sintonia di partenza, maggiori saranno le possibilità di successo in questa particolare tappa della propria vita. Se i presupposti sono quelli giusti, la gravidanza può rappresentare anche dal punto di vista sessuale un'occasione straordinaria per conoscersi meglio, scoprire aspetti inediti e sconosciuti di sé, del proprio corpo e del proprio piacere, consolidando nel suo insieme tutta la propria relazione. Ancora una volta verranno testate le capacità di dialogo, comunicazione e consapevolezza della coppia; ma anche la sua pazienza e il rispetto reciproco.