Ultima modifica 07.01.2020
Scintigrafia Scintigrafia ossea Scintigrafia tiroidea Scintigrafia miocardica

La scintigrafia tiroidea è una tecnica diagnostica per immagini, che fornisce preziose informazioni non solo sulla morfologia di questa ghiandola, ma anche e soprattutto sulla sua funzionalità. Come tutte le tecniche scintigrafiche, si basa sulla somministrazione di farmaci radioattivi in grado di distribuirsi preferenzialmente nel distretto corporeo studiato, in questo caso nella tiroide. Le radiazioni emesse dai tessuti resi radioattivi dal tracciante vengono quindi captate da un apposito apparecchio ricevitore, denominato gamma-camera e capace di rilevare le radiazione emesse (raggi gamma simili ai raggi X delle radiografie).

ScintigrafiaQuest'apparecchiatura ricevente, con l'ausilio di un elaboratore informatico, è in grado di riprodurre un'immagine dettagliata della ghiandola ed evidenziarne il livello di funzionalità. Così, in presenza di malattie tiroidee, la scintigrafia può mostrare una maggiore o minore concentrazione della radiomarcatura nella ghiandola o in alcune sue aree specifiche (vedi figura).

Dal momento che la tiroide è avida di iodio, essendo questo un minerale essenziale per la sintesi dei suoi ormoni, il classico tracciante utilizzato nella scintigrafia della tiroide è lo iodio radioattivo (123I e soprattutto 131I), affiancato dal 99Tc; quest'ultimo - il tecnezio 99 - è generalmente preferito sia per le caratteristiche funzionali (emivita più breve) che per il basso costo e la minore irradiazione.

Negli ultimi anni l'utilizzo diagnostico della scintigrafia tiroidea è stato ridotto a favore dell'ecografia, che rappresenta attualmente l'indagine di primo livello nei pazienti con sospetta patologia della tiroide (fornisce prevalentemente informazioni di carattere morfologico). La scintigrafia è quindi un'indagine complementare, che tra le sue più comuni indicazioni riconosce:

NODULI TIROIDEI: piccoli ammassi di cellule tondeggianti, generalmente benigni.

La scintigrafia tiroidea permette di distinguere i noduli già rilevati con altre metodiche (ecografia, palpazione ecc.) in:

- caldi (autonomamente funzionanti, con rischio di ipertiroidismo ma perlopiù benigni, vedi adenoma di Plummer);

- freddi (con grado di attività ridotto rispetto al resto della ghiandola, ma con una maggiore probabilità di nascondere un tumore; per questa ragione impongono spesso un accertamento diretto mediante agoaspirato: con un ago sottile, ecograficamente guidato, si procede all'aspirazione di campioni cellulari del nodulo, successivamente analizzati in laboratorio).

GOZZO MULTINODULARE TOSSICO: ipertrofia ed iperplasia di aree tiroidee circoscritte, variabili per dimensioni, che diventano ipersecernenti provocando sintomi caratteristici dell'ipertiroidismo. Si differenzia dal cosiddetto gozzo tossico diffuso (morbo di Basedow), sostenuto da iperplasia tiroidea globale.

TIREOTOSSICOSI: quadro clinico che si instaura in risposta all'esposizione dei tessuti agli ormoni tiroidei presenti in eccesso; in tal senso la scintigrafia tiroidea viene in aiuto al medico per calcolare la dose di Iodio 131 da somministrare al paziente (in dosi opportune, questo farmaco radioattivo è anche in grado di distruggere le cellule tiroidee anomale).

IPOTIROIDISMO NEONATALE: ricerca di agenesia tiroidea (assenza della ghiandola) o di tessuto ghiandolare ectopico (cioè esterno alla ghiandola, come tiroide linguale, struma ovarii ecc.).

PRESENZA DI TESSUTO TIROIDEO METASTATICO: in pazienti già sottoposti all'asportazione chirurgica della ghiandola (tiroidectomia) la scintigrafia tiroidea e totalbody è indicata per valutare la presenza di tessuto ghiandolare residuo, possibili recidive o metastasi con conservata captazione dello iodio.

esecuzione scintigrafia tiroidea