Ritardi Mestruali: Possibili Cause - Cosa Fare

Ultima modifica 23.10.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Ciclo regolare
  3. Possibili Cause
  4. Sintomi
  5. Cosa fare

Generalità

Un ritardo delle mestruazioni è un evento che può verificarsi nella vita di ogni donna, segnalando condizioni di salute semplicemente episodiche o qualcosa di più importante.
Naturalmente, una giovane donna in età fertile e sessualmente attiva, se non vede comparire il flusso mestruale, tende subito a considerare l'instaurarsi di una gravidanza, ma non sempre il motivo è attribuibile a tale situazione.
Le cause di un ritardo delle mestruazioni, escludendo il concepimento, sono molteplici e potrebbe anche accadere che non vi sia alcuna ragione specifica; tra le più frequenti ci sono sicuramente lo stress psico-fisico e la diminuzione del peso corporeo per diete drastiche.
Qualora il test di gravidanza fosse negativo e la situazione persistesse, è comunque consigliabile una consulenza con il proprio medico di fiducia o con il ginecologo, in modo da analizzare attentamente le possibili cause e la necessità di un'eventuale terapia.

ritardo mestruale

Ciclo regolare

Cosa sono le mestruazioni?

Le mestruazioni consistono nello sfaldamento della mucosa che riveste la parete interna dell'utero (endometrio), accompagnato da una variabile perdita di sangue attraverso la vagina. Questo fenomeno si rinnova ciclicamente ogni mese e dura, in media, dai 3 ai 7 giorni.

Ogni quanto compaiono?

Le mestruazioni si presentano con una regolare periodicità e con caratteristiche di durata e quantità abbastanza costanti. Nella maggior parte delle donne, il ciclo mestruale, ovvero il tempo che intercorre tra l'inizio di un flusso e l'inizio di quello successivo, si presenta una volta al mese con una cadenza di 28-30 giorni. Possono esistere, però, delle differenze anche importanti fra i singoli soggetti e non infrequentemente nella stessa persona; ciò rende difficile definire le caratteristiche di un ciclo mestruale “normale”.

In genere, si considera regolare un ciclo di durata compresa fra i 25 e i 36 giorni. Bisogna precisare, quindi, che alcune donne in età fertile hanno cicli mestruali più lunghi o più corti, ma altrettanto regolari nella loro periodicità.

Cosa significa avere le mestruazioni?

Il primo giorno di mestruazioni segna l'inizio di un nuovo ciclo mestruale, che nella maggior parte delle donne dura tra i 25 e i 36 giorni. A prescindere dal periodo di tempo che intercorre tra due flussi, le mestruazioni si verificano 14 giorni dopo l'ovulazione.

Le mestruazioni consentono all'utero di eliminare il rivestimento interno costruito durante il ciclo precedente (se non si è verificato il concepimento). Rinnovando lo strato mucoso dell'endometrio, l'utero mantiene ottimale, dal punto di vista biologico, il “terreno” che accoglierà l'ovulo eventualmente fecondato.  Questi cambiamenti si verificano dalla pubertà alla menopausa e sono direttamente correlati alla fertilità. In altre parole, le mestruazioni indicano la presenza di un ciclo d'ovulazione, quindi la capacità di procreare.

Come viene definito un ritardo?

Una volta stabilita la regolare periodicità con cui si presentano le mestruazioni, un ritardo viene definito sulla base della mancata comparsa del flusso rispetto al giorno in cui questa si sarebbe attesa.

Possibili Cause

Le possibili cause di un ritardo nella comparsa delle mestruazioni sono diverse. Una volta esclusa l'ipotesi della gravidanza, è necessario considerare tutti i motivi per cui il flusso mestruale può tardare o non presentarsi.

I fattori che determinano ritardi mestruali sono numerosi e tra questi rientrano le brusche variazioni di peso, lo stress, i cambiamenti di clima e l'assunzione di particolari farmaci.

GRAVIDANZA

In caso di ritardo nella mestruazioni, è sempre importante valutare l'eventualità di una gravidanza. Anche se il corpo della donna invia dei segnali inequivocabili (tensione del seno, nausea, stanchezza diffusa e maggior desiderio di dormire) e il ciclo ha qualche giorno di ritardo, è sempre bene fare, comunque, il test di gravidanza (come quelli facilmente reperibili in farmacia), soprattutto se si hanno rapporti sessuali non protetti.
Il test va eseguito alla mancata comparsa della mestruazione ed eventualmente ripetuto a distanza di 7 giorni, cercando di seguire correttamente le istruzioni.

STRESS

Lo stress è una delle cause più frequenti di un ritardo mestruale. Questo fattore può condizionare non solo la vita quotidiana, ma anche lo stato di salute generale, influendo sull'ipotalamo (parte del cervello che interviene nella regolazione del ciclo mestruale). 
Una vita quotidiana troppo frenetica, una particolare pressione lavorativa, le ansie personali e familiari, uno shock emotivo e l'affaticamento possono ritardare, quindi, la comparsa delle mestruazioni a causa di un transitorio squilibrio dell'assetto ormonale determinato proprio da fattori psicologici. In genere, la riduzione dell'impegno psico-fisico induce un ripristino del flusso mestruale.

SINDROME DELL'OVAIO POLICISTICO

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è un disordine endocrino caratterizzato da anovulazione e iperandrogenismo. Questa condizione coinvolge il 5-10% della popolazione femminile in età riproduttiva e rappresenta una delle più comuni cause di irregolarità mestruali e d'infertilità nella donna.
All'esame ecografico si osservano delle ovaie lievemente aumentate di volume, con tante piccole cisti sulla superficie. Talvolta, quest'immagine può associarsi ad altri sintomi, quali l'obesità, l'acne, un eccesso di peli e, per l'appunto, irregolarità della mestruazione, nel senso di ritardi che possono giungere fino all'assenza del flusso per mesi.
In presenza di sindrome dell'ovaio policistico esistono, quindi, situazioni molto diverse, le quali possono andare da quadri molto sfumati - che presentano solo delle modeste irregolarità del ciclo - ad altre, molto meno frequenti, che si accompagnano ai sintomi descritti.
La terapia dipende, quindi, dal tipo di manifestazioni cliniche e dal desiderio della donna di gravidanza: in molti casi non è necessario fare nulla, altre volte può essere impiegata la pillola o altri farmaci che intervengono correggendo alcuni aspetti clinici, come la mancanza di ovulazione, l'acne ecc. Pertanto, è sempre importante parlarne con il proprio medico di fiducia.

MALATTIE CRONICHE

Una malattia, anche una comune influenza, o l'assunzione massiccia di farmaci, possono debilitare l'organismo, causando dei ritardi nella comparsa delle mestruazioni.
Fra le patologie non strettamente di pertinenza ginecologica, che possono portare ad alterazioni del ciclo mestruale bisogna ricordare alcune problematiche endocrine, come i disturbi a carico della tiroide, sia nel senso di uno scarso funzionamento che, al contrario, di un'attività eccessiva. La tiroide è responsabile, infatti, del metabolismo e regola la produzione di ormoni che influenzano anche l'apparato riproduttivo femminile. La normalizzazione della funzione tiroidea con una terapia idonea riconduce di solito al ripristino della ciclicità mestruale, senza che sia necessario effettuare altre terapie.
Un'altra ghiandola situata alla base del cranio, l'ipofisi, svolge un ruolo importante nel controllo del ciclo e qualunque sua lesione o alterata funzione può comportare alterazioni mestruali. Alcune alterazioni ipofisarie (adenomi, insufficienza funzionale ecc.) possono essere qualche volta le cause di un'oligomenorrea, così come l'iperprolattinemia, ossia l'aumento patologico dell'ormone prolattina – prodotto appunto dall'ipofisi – può provocare irregolarità mestruali. Nella maggior parte dei casi si usano dei farmaci che, abbassando il livello nel sangue di questo ormone, riportano a normalità il ciclo.

FARMACI

  • Alcuni farmaci come gli antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici e le terapie croniche con cortisonici possono indurre, con meccanismi diversi, alterazioni del ciclo mestruale. In genere, con la sospensione del farmaco si assiste a una normale ripresa della funzione mestruale.
  • A volte, dopo la sospensione della pillola contraccettiva, magari non gradualmente come raccomandano i ginecologi, si può verificare un ritardo mestruale. Questo problema riguarda più spesso ragazze con flussi irregolari, già prima dell'assunzione della pillola. Di solito, la ripresa del ciclo avviene spontaneamente, senza effettuare interventi terapeutici, quando il corpo ritrova il suo ritmo naturale, ma, se ritarda per 2 mesi, è opportuno rivolgersi al ginecologo.

SQUILIBRI DELL'ALIMENTAZIONE

Il rapporto fra massa magra muscolare e grasso corporeo, e la sua distribuzione, sono molto importanti per determinare l'avvio delle mestruazioni nelle bambine, ma anche nel mantenimento di normali flussi mestruali.
La perdita o l'aumento di peso corporeo sono tra le cause più comuni di ritardo mestruale nelle giovani in età fertile, soprattutto se queste variazioni sono repentine o eccessive.
Le donne che soffrono di disturbi alimentari (come anoressia e bulimia) o che sono fortemente in sovrappeso, spesso vanno incontro a irregolarità o a mancata presentazione delle mestruazioni per lunghi periodi di tempo.
Lo squilibrio alimentare incide, infatti, sul sistema ipotalamo-ipofisi-ovaie e sulla conseguente produzione degli ormoni che regolano il ciclo mestruale. La normalizzazione del peso è spesso sufficiente per il ripristino della regolarità.

MENOPAUSA

In alcuni casi, un ritardo prolungato può far presagire un avvicinamento al periodo perimenopausale, ovvero quel tempo (più o meno lungo a seconda dei casi) che intercorre tra la fase riproduttiva e quella non più fertile. Questa situazione può essere diagnosticata dal ginecologo con l'aiuto di specifici esami del sangue.

Sintomi

Il sintomo più ovvio ed evidente del ritardo mestruale è proprio la mancata comparsa del flusso nel giorno atteso.
Nel caso in cui nell'arco di un anno intero una donna abbia pochi cicli rispetto al normale, si parla di oligomenorrea, che ha diverse cause. Quando un ritardo mestruale si prolunga, invece, in modo sospetto per almeno tre mesi, soprattutto dopo una storia abbastanza regolare di ciclo, si parla di amenorrea secondaria, che nei casi di scomparsa totale del ciclo mestruale diventa amenorrea. In questi casi, più gravi, non si parla più di semplice ritardo, ma di veri e propri disturbi che vanno affrontati ed eventualmente curati.
Oltre a questo, il ritardo mestruale può essere correlato a varie manifestazioni, come:

  • Perdite di muco bianco: è spesso una sentinella sia del ritardo, sia della gravidanza. Questa seconda ipotesi si può escludere subito con un test.
  • Perdite marroni: le perdite vaginali scure, tendenti al marroncino, sono dovute al ritardo stesso. Il sangue che si deposita tende a ossidarsi e ad assumere questa colorazione e una consistenza più solida.
  • Flusso scarso: l'ipomenorrea, che si verifica dopo un ritardo, può essere dovuta a situazioni stressanti, stanchezza fisica, debilitazione e carenza di ferro

Quando preoccuparsi

Quando il ritardo mestruale è sporadico e non è accompagnato da particolari sintomi, non c'è alcun bisogno di preoccuparsi.
Se il ritardo, invece, si presenta spesso, è il caso di indagare per scoprire l'entità delle cause che lo provocano. Per questo, è importante far riferimento al proprio ginecologo, al fine di capire insieme la situazione (basta effettuare un test di gravidanza, un'analisi del sangue e un'ecografia pelvica) ed individuare eventuali rimedi.

Cosa fare

  • Prima di tutto, va analizzato il tipo di ritardo: alcuni giorni rientrano nella “normalità” e molto dipende dalla regolarità del proprio ciclo mestruale. Se la situazione persistesse, è comunque consigliabile una consulenza clinica con il proprio medico di fiducia, in modo da analizzare attentamente le possibili cause e la necessità di un'eventuale terapia. Gli accertamenti che si possono fare in questi casi comprendono i dosaggi ormonali, l'analisi del sangue e l'ecografia pelvica.
  • Se le mestruazioni provocano fastidi (quali dolori, sindrome premestruale, flusso eccessivamente abbondante ecc.), è necessario valutare la situazione con il medico curante che, all'occorrenza, aiuterà a trovare una terapia che consenta di regolarizzare le mestruazioni e ridurre i dolori causati dal ciclo.
  • Quando l'irregolarità dei flussi mestruali dipende da una patologia, ad esempio la “sindrome dell'ovaio policistico”, è necessaria una presa in carico mirata. Allo stesso modo, nei casi in cui si verificano sanguinamenti al di fuori del periodo mestruale e, soprattutto, se questi si associano ad altri sintomi come dolori pelvici, oppure se le mestruazioni durano più di 8 giorni o sono particolarmente dolorose, vale la pena consultare il ginecologo.

Si possono bloccare le mestruazioni e ritardarle volontariamente?

  • Esistono farmaci che possono ridurre il flusso, ma che vengono utilizzati solo in particolari casi, ossia quando le mestruazioni si presentano in modo abbondante assumendo caratteristiche emorragiche. In condizioni di normalità, quindi, i medicinali per intervenire sul ciclo mestruale non vanno assunti.
  • Se si sta assumendo la pillola contraccettiva, è possibile ritardare le perdite ematiche da sospensione. Non effettuando un periodo di pausa tra una scatola e l'altra, infatti, le perdite non compariranno, ma è chiaro che si ripresenteranno al termine della seconda confezione. Quella appena descritta non è una pratica da utilizzare con leggerezza, poiché sottopone comunque il corpo a sbalzi ormonali.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici