La gravidanza dopo il parto e le difficoltà del puerperio

Ultima modifica 18.07.2019

Le donne che hanno avuto una gravidanza e un parto fisiologico in fondo possono stare relativamente tranquille. Recuperare una forma e un'efficienza psico-fisica simile a quella pre-gestazionale è oggi possibile. Ma tutto deve avvenire nei modi, nelle forme e nei tempi appropriati. Nove mesi di trasformazioni così profonde non possono e non devono essere affrontati e assorbiti in pochi giorni. Ci vuole pazienza.

Durante l'allattamento ad esempio sarà inopportuno sottoporsi a diete rigide e ad intensi allenamenti fisici per cercare di perdere peso a tempo di record, così come effettuare la maggior parte degli esercizi comuni per tonificare gli addominali sarà controindicato prima di aver recuperato l'integrità e la funzionalità del proprio pavimento pelvico (cosa che richiede qualche mese).

Allo stesso modo risulta sconsigliato avere rapporti sessuali completi fin quando non si saranno esaurite le lochiazioni che la donna sperimenta nelle prime settimane dopo il parto e che descrivono le modificazioni intrauterine tipiche del puerperio. I lochi infatti sono perdite siero-ematiche maleodoranti che si protraggono per almeno venti giorni e si esauriscono completamente in circa cinque-sei settimane. Via via si modificano la quantità, l'odore, il colore. E questo segnala proprio ciò che sta avvenendo nel corpo della neo-mamma (involuzione uterina, riduzione di fibre muscolari, ricostruzione dell'endometrio ecc.). Soprattutto segnalano chiaramente come in questa fase la donna abbia innanzitutto bisogno di eliminare prima che di ricevere.

Molti uomini ignorano e trascurano questo aspetto e si comportano goffamente. Dopo aver ingiustificatamente represso i propri desideri e aver evitato rapporti sessuali per nove mesi - ricordiamo che in condizioni fisiologiche il sesso non è assolutamente controindicato in gravidanza, anzi - pensano che una volta avvenuto il parto la compagna debba invece essere e sentirsi immediatamente pronta a riprendere la normale vita intima di coppia.

Alcuni uomini, in questa fase, arrivano addirittura a interpretare lo scarso desiderio della donna come un rifiuto personale; si sentono messi da parte, stentano a capire quale debba e possa essere il loro nuovo ruolo; percepiscono la nuova centralità del bambino e sviluppano persino una sorta di competizione affettiva con lui. Anche in questo caso cresce perciò la pressione sulla coppia che si sente inadeguata, diversa, confusa.

In realtà, ancora una volta, si tratterebbe solo di avere pazienza, dialogare e informarsi. La donna nelle prime settimane di puerperio sarà per forza poco incline al sesso. Lo sarà la sua mente. Lo sarà il suo corpo. Potranno esserci delle suture e dei punti da riassorbire. L'area genitale sarà comunque dolente. La vagina sarà più fragile e certamente non lubrificata. I livelli ormonali saranno alterati e resteranno tali fino al capo-parto e alla prima ovulazione.

Un tempo d'altra parte le donne che avevano appena partorito entravano in una fase di semi-isolamento detta quarantena. Questa consisteva nel rispetto assoluto della puerpera che - protetta dai rigidi filtri della famiglia patriarcale tradizionale - non doveva concentrarsi che sul proprio recupero e sull'accudimento-allattamento del proprio bambino.

Quella rete di sostegno pratico ed emotivo costruito sull'esperienza empirica di sorelle, nonne e cognate oggi è praticamente scomparso. La donna, la coppia, sono solitamente chiamate a dimostrarsi autosufficienti anche quando - come in questo caso - non possono esserlo fino in fondo. E alla fine il fisiologico tempo del dopo-parto viene vissuto come un handicap, come una menomazione.

La puerpera freme perché vuole e/o deve tornare ad essere attiva, indipendente, lavoratrice. Vive le inquietudini e le incertezze già descritte di ogni neo-mamma, che deve imparare ad essere e a sentirsi tale. Contemporaneamente desidera ripristinare il prima possibile il proprio aspetto e il proprio ruolo di compagna e di donna a 360 gradi. Ma tutto subito e tutto insieme non si può fare. E così nascono e si sviluppano molte crisi.

Non a caso c'è addirittura chi significativamente sostiene che la gravidanza non duri nove mesi ma diciotto. I primi nove per mettere al mondo il bambino. I secondi nove per recuperare la propria forma e il proprio equilibrio pre-gestazionale.

Settimana più settimana meno il concetto è chiaro: l'obiettivo è raggiungibile ma va perseguito con coscienza e responsabilità, conoscendo i tempi naturali di ogni evento, facendo senza frenesie i passi più corretti e rispettando le inevitabili priorità. Il puerperio, anche nel 2008, dura mediamente da sei a otto settimane.



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