Psicologia dello sport: è importante? Come lavora lo psicologo sportivo?

Psicologia dello sport: è importante? Come lavora lo psicologo sportivo?
Ultima modifica 13.02.2023
INDICE
  1. Cos'è la psicologia dello sport?
  2. Come lavora lo psicologo sportivo?
  3. A cosa serve la psicologia dello sport?
  4. Psicologia dello sport nel Mondo e in Italia
  5. Considerazioni
  6. Bibliografia

Cos'è la psicologia dello sport?

La Psicologia dello Sport riguarda quelle attività accademiche, di ricerca e professionali che forniscono la base per comprendere e stimolare il comportamento delle persone praticanti sport o attività fisica.

Questo ambito dinamico può stimolare l'esperienza degli uomini, delle donne e dei giovani che praticano le varie forme dell'attività fisica, si rivolge sia a coloro che svolgono la loro attività per piacere personale e sia a quelli impegnati a livello di èlite in attività specifiche.

La Psicologia dello Sport trova le sue radici sia nelle scienze dello sport e del movimento e sia nella psicologia; è una specializzazione della psicologia applicata e delle scienze dello sport.

(Statement dell'International Society of Sport Psychology)

La Psicologia dello Sport è:

  • lo studio dei fattori mentali e psicologici che influenzano e sono influenzati dalla partecipazione e dalla prestazione nello sport, nell'esercizio e nell'attività fisica e
  • la applicazione delle conoscenze acquisite attraverso questo studio che ogni giorno viene effettuato.

La Psicologia dello Sport professionale è interessata a come la partecipazione allo sport, all'esercizio ed all'attività fisica possa accrescere lo sviluppo personale ed il benessere durante l'intero arco della vita.

(Association for the advancement of applied sport psychology (AAASP), 1985).

La Psicologia dello Sport trova le sue radici sia nelle scienze dello sport e del movimento e sia nella psicologia. E' una specializzazione della psicologia applicata e delle scienze dello sport.

(Statement dell'International Society of Sport Psychology)

La psicologia dello sport è la disciplina che studia gli aspetti psicologici, sociali, pedagogici e psico-fisiologici dello sport: per definizione e necessità essa trae linfa e contenuto da molteplici discipline che vanno dalla medicina alle scienze motorie, ma ha trovato negli anni un suo preciso e definito percorso di ricerca e di intervento.

Inizialmente la psicologia dello sport cercò di stabilire delle relazioni significative fra personalità e sport, utilizzando soprattutto strumenti diagnostici provenienti dalla psicologia clinica, ma successivamente si è specializzata nell'ambito della preparazione mentale e sulle abilità che possono essere incrementate nello sportivo, vale a dire l'attenzione, la concentrazione, la motivazione, la gestione dello stress e dell'ansia e molto altro.

Come lavora lo psicologo sportivo?

Lo psicologo dello sport che svolge questa attività a livello professionale s'impegna nel comprendere i processi psicologici che guidano la prestazione motoria, i modi attraverso cui può venire stimolato l'apprendimento e incrementate le prestazioni e la maniera in cui possono essere efficacemente influenzati le percezioni psicologiche e i risultati.

(Statement dell'International Society of Sport Psychology)

Una delle prime precisazioni da fare è la seguente: lo psicologo dello sport non cura le persone ma allena la mente degli atleti che affianca.

Infatti, proprio perché specializzato nell'area sportiva, l'esperto non svolge la consulenza come se si trattasse di un trattamento terapeutico.

Nella maggior parte dei paesi industrializzati lo psicologo dello sport è un professionista che ha effettuato una serie di studi accademici e che ha, pertanto, conseguito delle competenze ed un titolo riconosciuti.

Abitualmente lo psicologo dello sport è un laureato in psicologia che ha seguito un percorso formativo specifico in psicologia dello sport e ulteriori training nell'ambito della psicologia clinica o delle organizzazioni.

Lo psicologo dello sport è un dottore in psicologia (più spesso ad indirizzo clinico o del lavoro) che mette a disposizione le sue conoscenze e si dedica alla formazione, tramite interventi individuali o di gruppo, i ruoli professionali che può assumere dipendono, pertanto, dalla sua formazione e dai suoi interessi.

Può lavorare in ambito accademico qualora il suo interesse fosse essenzialmente quello del ricercatore, può essere rivolto allo sviluppo di interventi con allenatori, atleti e gruppi, spaziando dallo sport di alto livello allo sport per tutti, dai bambini, agli adulti e agli anziani.

Può lavorare con gli enti locali e le organizzazioni sportive allo sviluppo di politiche di promozione dello sport praticato dai cittadini e nel monitorare sul territorio l'impatto di questi interventi.

Può inoltre contribuire alla formazione professionale:

  • dello staff dirigenziale;
  • degli arbitri;
  • degli allenatori, istruttori;
  • degli atleti di sport individuali o di squadra.

Lo psicologo non è un tecnico, quindi non eroga servizi concernenti consigli o strategie tecniche e tattiche, ma riveste un ruolo ben definito, quello di esperto di tematiche psicologiche e psico-pedagogiche nei confronti di tutti i membri della Società sportiva.

I suoi obiettivi sono:

  • offrire informazioni sui fattori psicologici dello sport;
  • migliorare l'apprendimento dello sport;
  • aiutare i giovani a maturare con lo sport;
  • preparare un programma di preparazione mentale personalizzato;
  • effettuare consulenza;
  • conoscere ed utilizzare le dinamiche di gruppo;
  • eseguire una vsutazione psicodiagnostica;
  • mirare al benessere psicofisico per ogni fascia di età.

Nello sport agonistico l'ottimizzazione della preparazione tecnica e fisica ha raggiunto livelli tali da far sì che sempre più frequentemente l'elemento mentale rappresenti quella marcia in più che permette a un atleta di avere la meglio sull'avversario.

La fiducia in sé e l'approccio positivo alla competizione rappresentano sicuramente due aspetti che contribuiscono in modo determinante alla buona riuscita della prestazione.

In termini di ricadute operative diventa quindi importante che ogni atleta, con l'aiuto dello staff, stimi il suo senso di auto efficacia e di certezza nelle proprie capacità con la consapevolezza che tali elementi possono essere migliorati grazie a una serie di accorgimenti, esercizi e programmi di lavoro che implicano un'analisi accurata del vissuto relativo alle performance passate e future.

Per poter sviluppare un pensiero positivo l'atleta deve riformulare le affermazioni negative focalizzandosi esclusivamente su ciò che è necessario fare per ottenere una buona prestazione, attraverso la programmazione di un percorso che trasformi le barriere in sfide (es. prestazione sognata, prestazione possibile, e goal setting per raggiungerla).

La stima di efficacia dell'atleta determina la modalità di approccio al compito e tale valutazione è influenzata da quanto l'atleta crede in sé.

Ruoli dello psicologo e dell'allenatore sono anche quelli di elevare questa stima in modo tale che il giocatore affronti con fiducia la prestazione (Bandura, Teoria dell'autoefficacia). In questi termini ottimizzare una prestazione significa quindi incrementare il livello di autoefficacia grazie all'utilizzo di strategie mirate al rafforzamento del senso di realizzazione (analisi dei risultati ottenuti).

L'intervento psicologico tende allo sviluppo e alla valorizzazione delle potenzialità dei singoli e della squadra in modo da raggiungere lo stato psicofisico ideale prima di un appuntamento importante.

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A cosa serve la psicologia dello sport?

La psicologia dello sport, allo stato attuale, può svolgere il suo compito in tre direzioni:

Indirizzo sperimentale

In questo settore la psicologia dello sport ha portato un suo contributo di studi e ricerche: l'apprendimento motorio e delle abilità motorie; la psicomotricità; lo studio della personalità dell'atleta e delle sue motivazioni; l'interesse per la squadra intesa come un gruppo avente leggi e dinamiche particolari; la descrizione delle caratteristiche psicologiche dell' atleta per ogni disciplina sportiva; studi su l'ansia pre-agonisica e da stress, e su la frustrazione, la demoralizzazione e la depressione reattiva e infine il frequente abbandono dell'attività sportiva e agonistica da parte degli adolescenti.

Indirizzo applicativo

La prima fase è rappresentata dall'indagine psicodiagnostica, utile per valutare attitudini, capacità e per individuare nell'atleta eventuali disturbi di base. Colloqui individuali o di gruppo. Lo studio del profilo psico-fisiologico realizzabile con l'impiego di strumentid di bio-feedback. L'indagine psico-sociologica del gruppo permette di comprendere l'esistenza delle gerarchie (leader-ship) esistenti all'interno di un gruppo o di una squadra e il rapporto dei giocatori con l'allenatore ( mister ); utilizzazione di tecniche psico-fisiche di rilassamento e di attivazione; allenamento mentale ( mental training ) e allenamento ideo-motorio, quest'ultimo attraverso alcune linee guida mentali, memorizzate per poterle utilizzare per ottenere una migliore e fluida esecuzione dei gesti tecnico- atletici, sia in allenamento sia in gara.

Indirizzo didattico

Informazione, formazione e conoscenza della psicologia dello sportivo; corsi per tecnici, allenatori, arbitri, dirigenti, ecc. per diffondere la conoscenza dei principi basilari della psicologia generale, sociale, dell'età evolutiva e delle tecniche didattiche della comunicazione e per la conduzione della squadra.

La Psicologia dello Sport è una vasta corrente di pensiero dove confluiscono diverse dottrine (psicologia, medicina, psichiatria, sociologia, pedagogia, filosofia, igiene, educazione fisica, riabilitazione, ecc) ed è pertanto un argomento di competenza miltidisciplinare aperto al contributo che ciascuno può portare sulla base della propria preparazione specifica.

(Antonelli e Salvini, 1978)

Psicologia dello sport nel Mondo e in Italia

Nel Nord America è in aumento la tendenza ad orientare gli studi di psicologia sportiva verso il campo "psico-sociale" dello sport.

Contrariamente, in Australia, Europa ed Asia viene posta maggior attenzione a studi sull'insegnamento e sul controllo del movimento.

Per quanto riguarda le prospettive future, un approccio multidimensionale della psicologia dello sport, in cui ciascun esperto può dare il proprio contributo a seconda delle proprie competenze, sembra essere quello più accettato e con maggiori probabilità di successo.

Purtroppo, in Italia la situazione è completamente diversa: nonostante il primo Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport sia stato organizzato ed ospitato a Roma nel 1965, nel nostro paese l'ingresso ufficiale di tale disciplina all'interno dell'Università deve ancora avvenire.

Senza questa breve premessa, non si riuscirebbe a capire per quale motivo, per esempio nel Nord America o in Australia, oggi, quasi tutte le società professionistiche, i settori giovanili, le federazioni sportive, le scuole, si avvalgono di un servizio riconosciuto di psicologia sportiva quale strumento integrativo, ma necessario ed in Italia, invece, questo stesso servizio faccia molta fatica ad essere conosciuto, riconosciuto e, conseguentemente, richiesto.

Considerazioni

Al di là degli aspetti tecnici, la filosofia di fondo che dovrebbe ispirare l'intervento dello psicologo dello sport, ed anche dell'allenatore, considera l'atleta come persona indipendente capace di stabilire relazioni significative, effettuare un'analisi autonoma della prestazione e far fronte alle difficoltà anche attraverso soluzioni creative.

Le strategie di preparazione mentale, per essere efficaci, vanno concordate con l'atleta e con l'allenatore, quindi applicate regolarmente in allenamento ed in gara.

Debbono anche essere adattate e perfezionate al procedere degli apprendimenti ed in funzione dei cambiamenti individuali. Un programma di preparazione mentale deve prendere in considerazione le caratteristiche della disciplina sportiva, i bisogni dell'atleta e le procedure individuali di preparazione per l'allenamento e per la gara.

Il programma va integrato coerentemente nell'allenamento tecnico attraverso una gamma di esercitazioni finalizzate al miglioramento delle abilità mentali.

Gli psicologi dello sport, negli ultimi decenni, hanno sviluppato un gran numero di strategie di intervento finalizzate ad aiutare l'atleta a migliorare la sua prestazione e ad affrontare lo stress della gara.

L'elevata quantità di studi e risultati empirici in questo settore ha dato impulso all'applicazione di procedure di preparazione mentale individualizzate, per rispondere alle esigenze dell'atleta anche in relazione alle caratteristiche specifiche della disciplina sportiva praticata.

Le modalità di intervento psicologico più frequentemente utilizzate comprendono la formulazione degli obiettivi, la pratica mentale, la gestione delle emozioni, la modulazione del livello psicofisico di attivazione, il controllo dell'attenzione e dei pensieri.

Lo studio della disciplina sportiva va fatto prendendo in esame le principali richieste fisiche, tecniche, tattiche, organizzative e mentali. Informazioni approfondite sull'atleta si possono ottenere attraverso il colloquio, l'osservazione diretta, i test psicologici ed altre procedure idiografiche di valutazione.

L'analisi deve considerare comportamenti, pensieri ed emozioni in allenamento e gara per identificare i punti di forza ed i lati deboli, il livello di motivazione, le modalità di reazione alle difficoltà ed allo stress degli allenamenti e delle gare, le abilità mentali sviluppate spontaneamente ed utilizzate più di frequente, la qualità della relazione con l'allenatore e gli altri atleti.

Bibliografia

  • Greenspan, M. J., & Feltz, D. L. (1989). Psychological interventions with athletes in competitive situations: A review. The Sport Psychologist3, 219-236.
  • Hardy, L., Jones, G., & Gould, D. (1996). Understanding psychological preparation for sport: Theory and practice of elite performers. Chichester: Wiley & Sons.
  • Robazza, C., Bortoli, L., e Gramaccioni, G. (1994). La preparazione mentale nello sport. Roma: Luigi Pozzi.
  • Robazza, C., Pellizzari, M., & Hanin, Y. (2004). Emotion self-regulation and athletic performance: An application of the IZOF model.Psychology of Sport and Exercise5, 379-404.
  • Tenenbaum, G. (Ed.). (2001). The practice of sport psychology. Morgantown, WV: Fitness Information Technology.
  • Williams, J. M. (Ed.). (2006). Applied sport psychology: Personal growth to peak performance (5th ed.). New York, NY: McGraw-Hill Companies.