Ultima modifica 27.09.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Breve richiamo anatomico: il pavimento pelvico
  3. Cos'è il prolasso uterino
  4. Cause del prolasso uterino
  5. Sintomi, segni e complicazioni
  6. Diagnosi
  7. Terapia
  8. Prognosi e prevenzione

Generalità

Il prolasso uterino si verifica, in una donna, quando l'utero si stacca dalla sua sede e penetra all'interno della vagina. Ciò avviene a causa di un indebolimento del pavimento pelvico, che sorregge e mantiene in posizione gli organi pelvici. I sintomi del prolasso sono numerosi: la paziente avverte, principalmente, dolore e la sensazione di un movimento viscerale.
La scelta della terapia si basa sul grado di severità del prolasso uterino. Nei casi più lievi, è sufficiente attuare semplici misure di controllo, al fine di mantenere stabile la situazione. Nei casi più gravi, invece, si deve ricorrere a rimedi più invasivi, chirurgia compresa.
Le misure preventive, come al solito, sono fondamentali.

Prolasso Uterino

Breve richiamo anatomico: il pavimento pelvico

Per capire cosa avviene nel prolasso uterino, è opportuno fare un breve ripasso anatomico, riguardante il pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico è l'insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo, posti alla base della cavità addominale, nella cosiddetta zona pelvica. Tali strutture ricoprono una funzione fondamentale e indispensabile: servono a sostenere e a mantenere nelle loro posizioni l'uretra, la vescica, l'intestino e, nelle donne, l'utero.
Se il pavimento pelvico si indebolisce e non offre più lo stesso sostegno, possono comparire dei disturbi di natura diversa, sia fisica che sessuale.

LA POSIZIONE DELL'UTERO

L'utero è l'organo genitale femminile, che serve ad accogliere il feto, durante una gravidanza. Esso si trova nella piccola pelvi, precisamente tra vescica (anteriormente), intestino retto (posteriormente), anse intestinali (superiormente) e vagina (inferiormente).
La forma dell'utero ricorda quella di un pera rovesciata, nella quale si possono individuare due zone: una porzione più allargata, chiamata corpo dell'utero, e una porzione più ristretta, denominata collo dell'utero o cervice uterina. La cervice uterina sporge, in misura minima, all'interno della vagina. Questa sporgenza viene detta anche muso di tinca.

Utero

Cos'è il prolasso uterino

Il prolasso uterino, o prolasso dell'utero, è lo scivolamento verso il basso dell'utero e la sua conseguente protrusione all'interno della vagina. Ciò si verifica per un indebolimento delle strutture di sostegno del pavimento pelvico.
Il prolasso uterino può presentarsi in forme più o meno gravi. Maggiore è la protrusione dell'utero all'interno della vagina e maggiore è la gravità del prolasso. Una prima classificazione prevede tre stadi:


  • Prolasso uterino di 1° grado, o lieve. Caratteristiche: solo una piccola porzione dell'utero si cala all'interno della vagina.
  • Prolasso uterino di 2° grado, o moderato. Caratteristiche: l'utero raggiunge l'apertura della vagina.
  • Prolasso uterino di 3° grado, o grave. Caratteristiche: il pavimento pelvico si è indebolito così tanto, da consentire all'utero di fuoriuscire, perfino, dalla vagina.

Una seconda classificazione, più semplice, stabilisce l'esistenza di due soli stadi:


  • Prolasso uterino incompleto, se l'utero è parzialmente calato all'interno della vagina.
  • Prolasso uterino completo, se l'utero è scivolato del tutto dalla sua posizione originaria, fino a fuoriuscire dalla vagina.

N.B: il termine prolasso, in medicina, ha un significato preciso. Esso indica l'abbassamento, o la fuoriuscita, di un organo dalla sua cavità naturale, a causa di un rilassamento o di una lesione dei tessuti che circondano l'organo stesso.

EPIDEMIOLOGIA

Il prolasso uterino può verificarsi in donne di qualsiasi età. Tuttavia, sono più colpite le donne in post-menopausa e quelle che hanno avuto più parti vaginali. Il motivo verrà spiegato nel capitolo dedicato alle cause e ai fattori di rischio.

Cause del prolasso uterino

Le cause di un prolasso uterino sono diverse:

Cosa determinano, di preciso, questi eventi all'interno del pavimento pelvico?

PATOFISIOLOGIA

Quando si verifica una delle condizioni sopraccitate, le strutture del pavimento pelvico (muscoli, legamenti e tessuto connettivo) subiscono uno stiramento, o un trauma, che le indebolisce e le lacera. È improbabile che il verificarsi della singola circostanza (ad esempio, un parto) determini un prolasso uterino; tuttavia, la probabilità aumenta, quando gli eventi si ripetono o si accavallano l'uno all'altro, agendo di concerto.

FATTORI DI RISCHIO

Sono stati osservati diversi fattori di rischio.

  • Il primo, per importanza, è il numero di parti vaginali: una donna che ha partorito più volte è maggiormente predisposta al prolasso uterino. A causarlo è la somma delle contrazioni di più travagli.
  • Il secondo fattore riguarda l'invecchiamento. Una donna, superata la menopausa, produce meno estrogeni e ciò indebolisce la muscolatura del pavimento pelvico.
  • Il terzo fattore è legato a precedenti interventi chirurgici agli organi pelvici. Donne, che ne sono state oggetto, hanno un pavimento pelvico più debole.
  • Il quarto fattore è di tipo genetico. Alcune donne soffrono di malattie congenite (cioè presenti fin dalla nascita) del collagene (collagenopatie), che rendono il pavimento pelvico più lasso e soggetto alla lacerazione.
  • L'ultimo fattore è collegato alla broncopneumopatia cronica ostruttiva. Essa, infatti, determina tosse cronica, ovvero una delle cause principali di prolasso dell'utero.

N.B: il collagene è una proteina fondamentale del tessuto connettivo.

Sintomi, segni e complicazioni

I prolassi dell'utero di 1° grado sono, spesso, privi di sintomi e segni evidenti, tanto che possono passare inosservati. Sono chiari, invece, i sintomi e i segni di un prolasso uterino di grado moderato-grave. In questi frangenti, la paziente lamenta:

QUANDO RIVOLGERSI ALLO SPECIALISTA?

La mancanza di sintomi espliciti, nei prolassi di 1° grado, induce a sottovalutare il problema. Tuttavia, la situazione può degenerare progressivamente. Si raccomanda, quindi, di rivolgersi al medico ginecologo non appena i sintomi si manifestano in modo più evidente. Ciò serve a scongiurare eventuali complicazioni e interventi di tipo chirurgico.

COMPLICAZIONI E MALATTIE ASSOCIATE

Il prolasso dell'utero include due complicazioni, che possono verificarsi per motivi diversi. Esse consistono in ulcere vaginali e prolasso di altri organi pelvici.

  • L'ulcera vaginale si verifica nei casi di prolasso più gravi, in cui l'utero fuoriuscito irrita, per sfregamento, le pareti della vagina. Seppur raramente, l'ulcera può anche infettarsi.
  • I prolassi di altri organi pelvici, come la vescica (cistocele) o la porzione rettale dell'intestino (rettocele), si verificano, invece, per la fragilità del pavimento pelvico. Spesso, questi disturbi sono considerati delle patologie associate, poiché le cause scatenanti sono le medesime.

Diagnosi

La diagnosi di prolasso uterino si esegue con un esame pelvico. Inoltre, per ulteriori informazioni, il medico ginecologo può sottoporre le pazienti a un questionario di valutazione, riguardante i sintomi provati, e ad esami strumentali (ecografia e risonanza magnetica nucleare).

ESAME PELVICO

L'esame pelvico è fondamentale per stabilire se si tratta di prolasso dell'utero o di un altro organo pelvico. Mediante uno speculum e con la paziente in posizione sdraiata, il ginecologo esamina il canale vaginale e la posizione dell'utero. Inoltre, chiede alla sofferente se, sedendosi, avverte un movimento delle viscere. Questo dettaglio è importante, per capire se si tratta di prolasso uterino grave.
Lo specialista, inoltre, valuta la forza muscolare del pavimento pelvico. Tale analisi consiste nel far contrarre i muscoli pelvici alla paziente, come per bloccare il flusso di urina; se la risposta è negativa, vuol dire che il pavimento pelvico si è indebolito.

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE

Mediante un questionario specifico, lo specialista approfondisce, in modo ulteriore, i dati raccolti con l'esame pelvico. Le domande riguardano il grado di dolore avvertito e quanto questo condizioni la vita delle pazienti.

ECOGRAFIA E RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE

L'ecografia e la risonanza magnetica sono due esami svolti assai raramente, poiché non sono necessari. L'esame pelvico, infatti, è più che esaustivo.
Tuttavia, il medico può consigliare di effettuarli se permangono dei dubbi sul grado di severità del prolasso uterino o se si sospettano prolassi di altri organi pelvici.

Terapia

La scelta della terapia più adeguata per un prolasso uterino dipende, principalmente, da:

  • Gravità del caso sotto esame
  • Prolasso di altri organi pelvici, in particolare vescica e intestino retto

Nei casi di lieve entità, non è necessario un trattamento specifico; viceversa, nei casi più gravi, l'intervento terapeutico diventa indispensabile. In simili circostanze, si sceglie, inizialmente, un trattamento non chirurgico e se ne osservano i risultati; se non emergono benefici, si è costretti a ricorrere alla chirurgia, in particolare se la paziente è soggetta a complicazioni.

TRATTAMENTO DEL PROLASSO UTERINO DI 1° GRADO

Un prolasso uterino di 1° grado non richiede un trattamento particolare. Lo specialista raccomanda, soltanto, di mettere in pratica alcune contromisure, in grado di mantenere stabile il disturbo o, nei casi più fortunati, di farlo regredire.
Il rimedio principale consigliato è la pratica costante degli esercizi di Kegel, che servono a rinforzare i muscoli del pavimento pelvico.
Gli altri rimedi consistono nella riduzione del peso corporeo, nel caso di donne in sovrappeso, e nell'evitare il sollevamento di oggetti pesanti.
La messa in pratica di questi comportamenti è fondamentale se si vuole mantenere costante la situazione. In caso contrario, le probabilità di un peggioramento del prolasso uterino aumentano notevolmente.

TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DEI CASI MODERATI-GRAVI

Se il prolasso è di grado moderato-grave, i due principali rimedi non chirurgici sono il pessario e una terapia ormonale a base di estrogeni (indicata per le donne in menopausa).


Rimedi non chirurgici

Cos'è e a cosa serve?

Il pessario

È un anello di gomma,o di plastica, che va inserito nella vagina. Serve a bloccare il prolasso degli organi pelvici, che sovrastano la vagina. Lo specialista insegna alla paziente come pulirlo e come applicarlo. Esistono pessari di misura diversa, in base alle esigenze.

Gli estrogeni

La menopausa determina una riduzione della produzione di estrogeni. Il loro calo indebolisce la muscolatura pelvica. Pertanto, con l'assunzione di estrogeni di sintesi, si rinforzano i muscoli del pavimento pelvico, allo scopo di bloccare il prolasso degli organi pelvici.


Queste contromisure terapeutiche servono ad alleviare i sintomi, ma il loro uso è temporaneo. Molto spesso, infatti, si ricorre ad esse per un tempo definito, in attesa dell'intervento chirurgico risolutivo, perché potrebbero avere effetti collaterali. Per esempio, l'utilizzo prolungato del pessario irrita la cavità interna della vagina.
Si consiglia, anche in tali circostanze, di praticare gli esercizi di Kegel, controllare il peso corporeo ed evitare il sollevamento di carichi pesanti.

Pessario

TRATTAMENTO CHIRURGICO

L'operazione chirurgica si rende indispensabile quando il dolore avvertito dalla paziente è insopportabile e i segni del prolasso evidenti; oppure quando si riscontrano prolassi di altri organi pelvici (vescica e retto).
Le possibili procedure d'intervento sono due:

L'isterectomia consiste nella rimozione dell'utero. Essa può eseguirsi in tre modi diversi. Un primo metodo prevede l'incisione dell'addome. Un secondo metodo si realizza attraverso la via vaginale. Il terzo e ultimo approccio, infine, si svolge per via laparoscopica minimamente invasiva.

La sospensione dell'utero, invece, consiste nel riportare l'utero nella sua posizione originaria e nel rinforzare, mediante un trapianto di tessuto o grazie a del materiale sintetico, i legamenti del pavimento pelvico indebolito.

La scelta di una procedura, piuttosto che dell'altra, dipende dal caso in esame e dall'esperienza del chirurgo nella pratica delle diverse tecniche operative.

CHIRURGIA E GRAVIDANZA

Chiaramente, una donna con prolasso uterino che desidera avere figli o che è incinta, non può sottoporsi all'intervento di isterectomia. In questi frangenti, in attesa di una gravidanza o che quest'ultima venga portata a termine, si ricorre all'uso del pessario.

Prognosi e prevenzione

La prognosi di un prolasso uterino dipende da caso a caso.
Per i prolassi di 1° grado, la prognosi è positiva, a patto che non si sottovaluti la situazione e si pratichino, in modo costante, gli esercizi di Kegel. La trascuratezza può essere determinante nell'aggravare i sintomi e la sensazione dolorosa.
Le circostanze sono diverse, invece, per quanto riguarda i prolassi di grado severo (2° e 3° grado). In queste condizioni, il pessario rappresenta un rimedio temporaneo, mentre l'intervento chirurgico diventa una necessità. L'intervento, però, come ogni operazione, non è esente da complicazioni: infatti, nel caso in cui si applichi la sospensione dell'utero, non è escluso che possa verificarsi un altro prolasso futuro; mentre, nel caso in cui si rimuova l'utero, la paziente (se l'età ancora lo permette) deve rinunciare ad avere figli negli anni a venire. Alla luce di ciò, la prognosi si fa sicuramente peggiore, rispetto ai prolassi uterini non severi.

PREVENZIONE

Come prevenire il prolasso uterino? Ecco, nel riquadro, alcune misure preventive:


  • Pratica costante degli esercizi di Kegel, per il rinforzo del pavimento pelvico
  • Prevenire la stitichezza, con una dieta ricca di fibre
  • Evitare di sollevare pesi nel modo errato
  • Curare la tosse cronica, se presente, e non fumare
  • Perdere peso, se si è in sovrappeso

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza