Ultima modifica 04.11.2017

La pilocarpina è un alcaloide, una sostanza naturale estratta dalle foglie di Pilocarpus jaborandi. Per la sua attività parasimpaticomimetica di tipo muscarinico (interagisce con i recettori periferici dell'acetilcolina), la pilocarpina viene impiegata soprattutto in oculistica come stimolante le secrezione lacrimali. Il termine parasimpaticomimetico fa infatti riferimento alla sua capacità di stimolare le attività del sistema nervoso parasimpatico, che promuove la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione e l'immagazzinamento di energia; non a caso, la pilocarpina viene utilizzata anche per promuovere le secrezioni salivari, mentre è nota la sua capacità di aumentare la peristalsi intestinale. PilocarpinaSebbene la pilocarpina possa favorire la crescita di capelli, provochi uno spiccatto effetto rubefacente (se applicata localmente induce iperemia e sudorazione), e rallenti il battito cardiaco, le sue principali applicazioni farmacologiche riguardano il settore oculistico. Oltre ad aumentare la lacrimazione, infatti, la pilocarpina produce una miosi, cioè un restringimento della pupilla; sotto forma di collirio, ha rappresentato per molto tempo il farmaco principe nella lotta contro il glaucoma, sebbene possa associarsi a disturbi locali, quali lacrimazione, ipermemia congiuntivale e variazioni delle rifrazioni. In oftalmologia la pilocarpina è usata anche per ridurre la possibilità di abbagliamento notturno nei pazienti che hanno subìto il recente impianto di lenti intraoculari fachiche; l'utilizzo di pilocarpina a basse concentrazioni (1%) allevierebbe tali sintomi restringendo la pupilla.

Come ricordato, sotto forma di compresse da assumersi per os, la pilocarpina viene utilizzata nel trattamento della xerostomia (secchezza delle fauci per scarsa salivazione), spiacevole effetto collaterale delle terapie radianti al collo o alla testa. Se da un lato induce un miglioramento della salivazione, dall'altro questa sostanza promuove l'aumento della sudorazione, delle secrezioni pancreatiche, intestinali e di quelle mucose dell'apparato respiratorio; aumenta inoltre il tono e la motilità della muscolatura liscia a livello di intestino, vie urinarie, a vescica, vie biliari e bronchi.

Somministrata per via orale, la pilocarpina inizia a produrre i primi effetti nell'arco di 20-30 minuti, con un picco dopo 1 ora e una durata d'azione di circa 3 ore. La velocità di assorbimento si riduce se il farmaco viene assunto con un pasto ad elevato contenuto di grassi. Avendo un'azione di breve durata, bisogna fare ricorso alla somministrazione almeno due volte al giorno.

Gli effetti indesiderati della pilocarpina sono quelli tipici della stimolazione colinergica e sono dose-dipendenti; tra quelli che si manifestano con maggior frequenza ricordiamo aumento della sudorazione, pollachiuria, broncocostrizione, nausea, crampi addominali, diarrea, vampate al volto, brividi, capogiri e astenia. La sudorazione, in particolare, rappresenta la causa principale di sospensione del trattamento. Non a caso, la pilocarpina viene impiegata anche nel cosiddetto test del sudore, un esame utile nella diagnosi di fibrosi cistica. Nei pazienti esaminati, dopo stimolazione con pilocarpina, viene misurata la concentrazione di cloro e sodio nel sudore escreto; infatti, i soggetti con fibrosi cistica o mucoviscidosi (malattia ereditaria) presentano concentrazioni di cloro particolarmente elevate nel sudore.