Ultima modifica 18.07.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

Il piede equino è una malformazione scheletrica ed articolare che costringe l'estremità dell'arto inferiore ad un particolare atteggiamento. Più nel dettaglio, la parte esterna della pianta del piede tende ad avvicinarsi alla linea mediana del corpo, facendo girare l'arto verso l'interno, mentre la punta tende ad essere rivolta verso il basso.

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Pertanto, chi soffre di equinismo è incline a camminare appoggiando soltanto la punta del piede a terra, con l'avampiede cadente, il tallone sollevato e la zona posteriore della pianta non allineata con gambe e ginocchia. Altri sintomi che si associano frequentemente al piede equino comprendono sensibilità ridotta, dolore ed alterazioni cutanee, quali formazione di ulcerazioni e bolle.

Il disturbo è congenito, cioè presente già dalla nascita, ma le cause che ne determinano lo sviluppo non sono ancora state individuate con esattezza.

Il piede equino è facilmente riconoscibile e, quando si interviene precocemente, può essere corretto in modo efficace. In particolare, il disturbo deve essere trattato con gessature, ortesi o plantari personalizzati che consentano al paziente di appoggiare il piede a terra completamente, correggendo l'equinismo. Nei casi gravi, però, è necessario ricorrere all'intervento chirurgico.

Cos’è

Chiamato anche piede torto, il piede equino è una malformazione congenita, ossia presente dalla nascita, che colpisce in modo specifico le ossa e le articolazioni dell'arco plantare, modificandone la forma. In particolare, nelle persone che ne sono affette la parte anteriore del piede tende ad essere rivolta verso il basso (pertanto, si osserva la tendenza a camminare appoggiando la punta sul terreno). Molti pazienti presentano, inoltre, la parte posteriore del piede non in linea con la gamba.

Il piede equino si associa anche ad una volta plantare particolarmente accentuata in altezza, con possibile prominenza dorsale e griffe digitali (cioè le dita sono eccessivamente flesse).

L'equinismo predispone a varie problematiche, in quanto la ridotta superficie di appoggio provoca un sovraccarico sull'avampiede e sul calcagno.

Questa condizione può tradursi in:

Il piede equino è una patologia molto invalidante: gli effetti della malformazione possono ripercuotersi anche a livello di caviglia, gamba (in particolare, a livello di tibia e perone) e tessuti molli (muscoli e tendini).

Piede equino: tipologie

Il piede equino può presentarsi sotto varie forme.

  • Piede equino-varo-supinato: si manifesta nella maggior parte dei casi (circa il 70%). In questa tipologia di equinismo, il piede è piegato verso l'interno ed il basso, e le persone colpite danno l'impressione di camminare sulle caviglie o sulla parte esterna degli arti inferiori;
  • Piede varo o adotto: l'arto è deviato verso l'interno e il basso, come nel caso del piede equino-varo-supinato, ma la deformità è limitata all'avampiede;
  • Piede talo-valgo-pronato: è una malformazione meno frequente, nella quale il piede è deviato verso l'esterno e l'alto;
  • Piede piatto-valgo o reflesso: si riscontra ancor più raramente; in questo caso, si ha un sovvertimento dell'arcata del piede, cosicché la faccia concava dell'estremità dell'arto inferiore non è più quella plantare, ma quella dorsale.

Cause

Il piede equino è una malformazione congenita nella quale la punta dell'estremità dell'arto inferiore rimane rivolta verso il basso e non è possibile una flessione dorsale (verso l'alto) della caviglia (in altre parole, il piede forma un angolo superiore ai 90° con l'asse longitudinale della gamba).

In ogni caso, il risultato è uno squilibrio tra gli arti inferiori e le strutture deputate alla deambulazione.

Quali sono le possibili cause del piede equino?

Le esatte cause del piede equino non sono ancora del tutto note. Tuttavia, è probabile che nell'insorgenza di questa malformazione possano essere implicati dei fattori genetici, neurologici e muscolari, in grado di intervenire durante la vita fetale.

In qualche caso, il piede equino si ricollega a gravi disturbi quali:

Tuttavia, il piede equino può essere anche idiopatico (cioè in assenza di cause note).

Fattori di rischio

Il piede equino riconosce una predisposizione ereditaria. Questa patologia ricorre, infatti, con una certa frequenza nelle famiglie nel cui ambito si sono già riscontrati casi di malformazioni congenite.  Il piede equino è spesso bilaterale ed è più frequente nei maschi.

Sintomi e Complicazioni

Il piede equino è una malformazione che comporta difficoltà ad appoggiare tutta l'estremità dell'arto inferiore a terra: chi ne è affetto cammina tipicamente appoggiando soltanto la punta del piede. Rispetto al piede normale, poi, l'equinismo rende la pianta meno lunga e più larga.

Il piede equino può essere monolaterale (cioè interessa un solo arto) o bilaterale (se coinvolge entrambi i piedi, con coinvolgimento simmetrico o asimmetrico).

Rischi e disturbi associati al piede equino

Nella maggior parte dei casi, il piede equino si riconosce facilmente già dalla nascita del bambino: l'arto è piegato verso il basso o, peggio ancora, le piante riescono a toccarsi per intero. Ciò si tradurrà, al momento di camminare, in un'alterazione dell'appoggio (che avverrà di conseguenza con la punta al suolo) e della deambulazione.

Oltre alla malformazione evidente, il piede equino può associarsi ad altri segni e sintomi, quali:

  • Pallore eccessivo della cute;
  • Ridotta sensibilità;
  • Frequenti dolori (metatarsalgie da sovraccarico locale).

Il piede equino può comportare segni cutanei, secondari a fenomeni vascolari e meccanici, quali callosità, bolle ed ulcerazioni. A queste manifestazioni può contribuire anche la cattiva circolazione periferica, la quale predispone, in casi estremi, alla formazione di zone necrotiche.

Quando il grado di equinismo è molto accentuato, possono comparire altre deformità, disfunzioni dell'arto o complicanze, come:

  • Accorciamento o retrazione del muscolo tricipite della sura e del tendine di Achille;
  • Varismo del retropiede (cioè la parte posteriore del piede non si trova in linea con la gamba);
  • Instabilità della caviglia;
  • Fasciti plantari;
  • Spine calcaneari;
  • Tendinopatie;
  • Borsiti.

Se non viene adeguatamente trattato, il piede equino può determinare gravissimi problemi di deambulazione e predispone a patologie della colonna vertebrale correlate alle alterazioni scheletriche dell'arto inferiore.

Diagnosi

Generalmente, l'osservazione è sufficiente per diagnosticare il piede equino, in quanto la deformità e le conseguenti alterazioni sono evidenti già dalla nascita.

Il medico può procedere con radiografie del piede e della caviglia eseguite in carico (ossia stando in piedi, al momento dell'esecuzione), per avere un'indicazione sul grado della deformità e per valutare i cambiamenti che si sono verificati a livello dell'arto inferiore

La valutazione specialistica si può avvalere anche dell'esame baropodometrico, che permette di misurare in posizione statica e dinamica la distribuzione dei carichi sul piede ed il grado di compromissione.

Trattamento

Il piede equino tende a peggiorare progressivamente nel tempo, quindi una volta definita la portata dell'alterazione, il medico può pianificare il protocollo di trattamento più adatto al paziente.

Se la malformazione viene trattata precocemente (sin dai primi giorni di vita del bambino), è possibile migliorare la posizione del piede.

Il trattamento si avvale di metodiche conservative (fisioterapia, stretching, tutori ecc.) e procedure chirurgiche su tessuti molli e scheletrici.

​Metodo Ponseti

Il metodo Ponseti è un trattamento che prevede periodiche applicazioni di gessature che permettano la correzione del piede equino. Quest'approccio consente di ridurre al minimo il ruolo della chirurgia, generalmente limitata ai tessuti molli (tenotomia per l'allungamento del tendine d'Achille). In media, occorrono 6 gessi, da 5-7 giorni ciascuno.

La correzione ottenuta con il metodo Ponseti viene poi mantenuta mediante l'utilizzo di tutori da portare fino ai 3 o 4 anni di età per evitare il pericolo di recidiva.

Con il metodo Ponseti, le probabilità di completa guarigione sono pari a circa il 90-95%. Qualora le malformazioni delle ossa del piede fossero particolarmente gravi ed il piede non risponda al trattamento, però, è necessario ricorrere ad un'operazione chirurgica vera e propria.

Chirurgia (metodica di Codivilla)

La metodica di Codivilla consiste in un intervento correttivo del piede equino da effettuarsi all'età di 3 o 4 mesi (in tal caso, il neonato deve aver raggiunto almeno 6 kg di peso).

L'intervento prevede una doppia incisione chirurgica - una nella parte posteriore ed una nella parte interna del piede – seguita dalla liberazione o dall'allungamento delle strutture tendinee, muscolari e articolari che bloccano l'arto del bambino nella posizione di deformità.

Quest'approccio chirurgico offre buoni risultati e consente di ottenere la correzione del piede equino in un unico intervento (il metodo di Ponseti prevede, invece, l'applicazione dei gessi, la tenotomia ed il mantenimento con tutori). Tuttavia, occorre considerare che la chirurgia è un'opzione invasiva per un bambino di pochi mesi.

Altre opzioni

Il percorso terapeutico del piede equino può comprendere trattamenti volti al miglioramento della funzione dell'arto e ad agevolare la riabilitazione del paziente prima e dopo l'intervento chirurgico, quali:

  • Fisioterapia;
  • Tutori e plantari personalizzati;
  • Esercizi di stretching.

Quando il piede equino coinvolge la caviglia in modo irreversibile, può essere indicato l'impianto di una protesi, per garantire un appoggio a terra confortevole.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici