Ultima modifica 01.04.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Perché si esegue
  4. Come si esegue
  5. Preparazione
  6. Controindicazioni e Rischi
  7. Interpretazione dei Risultati

Generalità

La pancolonscopia è un esame dell'intestino endoscopico, cioè eseguito dall'interno dell'organo, che ne consente la diretta visione delle sue pareti. Lo scopo di quest'indagine è quello di accertare le cause di sintomi di vario tipo, riconducibili a patologie dell'apparato digerente, e/o individuare eventuali anomalie (tratti infiammati, ulcerazioni, polipi ecc.).  

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Nello specifico, la pancolonscopia permette di visualizzare le pareti interne dell'intestino crasso in tutti i suoi tratti, fino a raggiungere, quando possibile, l'ultimo tratto dell'intestino tenue.

Allo stesso modo della colonscopia, l'esame prevede l'introduzione, attraverso l'orifizio anale, di un videoendoscopio, che viene fatto risalire lentamente attraverso le anse dell'intestino; la differenza sostanziale sta nelle dimensioni della sonda, che risulta più lunga e flessibile nella pancolonscopia.

La procedura è finalizzata ad indagare, quindi, le patologie dell'intestino, dalle malattie infiammatorie croniche fino ai tumori. Oltre a fornire un supporto diagnostico, la pancolonscopia può essere utilizzata anche per rimuovere lesioni (come i polipi intestinali) e/o prelevare campioni di tessuto.

Intestino: cenni d'anatomia

L'intestino costituisce l'ultima parte dell'apparato digerente. Il suo aspetto è quello di un grosso tubo o condotto, lungo oltre dieci metri e suddiviso in due sezioni:

  • INTESTINO TENUE, costituito da duodeno, digiuno ed ileo;
  • INTESTINO CRASSO, formato da cieco, colon, retto ed ano. Il colon è suddiviso, a sua volta, in tratto ascendente, trasverso, discendente e sigmoideo.

La principale funzione dell'intestino consiste nell'assorbimento degli alimenti, ormai scissi nelle loro componenti più semplici, utili ai fini nutrizionali. Quest'organo è, inoltre, veicolo di messaggi ormonali endocrini che regolano funzioni come la motilità e le secrezioni intestinali.

La pancolonscopia consente l'esplorazione dell'interno dell'intestino crasso, fino a raggiungere, quando possibile, l'ultima porzione dell'intestino tenue.

Cos’è

La pancolonscopia è un esame che permette di osservare le pareti interne di retto, colon ed intestino cieco. Quest'indagine è finalizzata alla diagnosi di eventuali malattie ed alla definizione della terapia più idonea.

Per visualizzare l'intestino, la pancolonscopia si avvale di una sottile e flessibile sonda a fibre ottiche, munita di una minuscola videocamera all'apice. Questo strumento è dotato di mobilità controllabile dall'esterno e trasmette le immagini su un monitor, che viene osservato dal medico operatore durante l'esame.

La sonda endoscopica viene inserita per via anale, previa lubrificazione, quindi viene fatta risalire a ritroso nel retto e negli altri tratti dell'intestino crasso, per valutare nell'ordine:

  • Colon sigmoideo (o sigma);
  • Colon discendente;
  • Colon trasverso;
  • Colon ascendente;
  • Cieco.

In qualche caso, con la pancolonscopia si riesce a raggiungere e visualizzare anche l'ultimo tratto dell'intestino tenue (cioè quello confinante con il cieco), salvo che la conformazione anatomica dell'organo lo permetta (nota: un intestino lungo e tortuoso può non essere completamente esplorabile).

Perché si esegue

La pancolonscopia è finalizzata alla valutazione di eventuali malattie dell'intestino: il medico può formulare la diagnosi basandosi sull'aspetto delle pareti intestinali o sul riscontro di specifiche lesioni.

Quest'esame permette di chiarire la natura di sintomi e problematiche riconducibili all'apparato digerente e contribuisce alla definizione della terapia più idonea.

Al contempo, la pancolonscopia permette di eseguire:

  • Biopsie, cioè prelevare piccoli frammenti di tessuto da inviare al laboratorio per l'analisi istologica al microscopio;
  • Piccoli interventi chirurgici, come l'asportazione di un polipo intestinale.

Cosa sono i polipi intestinali?

I polipi intestinali sono delle escrescenze, simili a piccoli cavolfiori, che si sviluppano sulla parete dell'intestino, specie nel colon-retto. Anche se queste lesioni sono per lo più di natura benigna, alcune di esse possono lentamente evolvere in un tumore maligno.

Essendo in grado di individuare molte di queste lesioni precancerose, la pancolonscopia si rivela utile in un'ottica preventiva.

Quando si esegue?

La pancolonscopia è utilizzata per indagare le patologie dell'intestino, dalle malattie infiammatorie croniche ai polipi, fino ai tumori.

Di solito, l'esplorazione completa dell'intestino è riservata all'accertamento delle cause di particolari sintomi, tra cui:

Alla pancolonscopia si ricorre anche per individuare la presenza di un eventuale cancro al colon nelle persone a maggior rischio, cioè nel caso in cui ci siano ragionevoli sospetti che possa essersi sviluppata tale problematica. L'indagine viene presa in considerazione anche quando viene riscontrata la presenza di numerosi polipi oppure esiste una predisposizione familiare al tumore dell'intestino.

Varianti della pancolonscopia

Il prefisso "pan-" deriva dal greco e significa "tutto, interamente": la pancoloscopia è intesa, quindi, come l'esame di tutti i tratti dell'intestino crasso (retto, sigma, colon discendente, colon traverso, colon ascendente e cieco), talvolta arrivando fino al tenue.

Le varianti della pancolonscopia sono:

  • Colonscopia: è l'esame di riferimento, utilizzato per lo screening e la diagnosi di patologie che riguardano l'intero colon;
  • Rettosigmoidoscopia (o sigmoidoscopia): analizza soltanto gli ultimi 50-60 cm circa del tratto intestinale, costituiti dal retto e dalla parte finale del colon (sigma);
  • Rettoscopia: si limita all'esplorazione endoscopica del retto.

In tutti questi tipi di indagini, compresa la pancolonscopia, il medico non solo può formulare la diagnosi basandosi sull'aspetto delle pareti intestinali, ma può anche prelevare dei frammenti della mucosa (biopsia), sui quali successivamente verranno effettuati esami istologici.

Come si esegue

Prima della pancolonscopia

La pancolonscopia si svolge con un minimo di sedazione, che permette al paziente di sopportare meglio l'esame, pur rimanendo cosciente. L'eventuale fastidio può essere determinato soprattutto dall'introduzione di aria attraverso lo strumento endoscopico, il che può provocare crampi addominali e stimolo ad "evacuare".

Durante l'esame

Il paziente viene fatto sdraiare sul fianco sinistro, con le cosce flesse sul bacino e le ginocchia piegate.

La pancolonscopia si esegue, quindi, introducendo, attraverso il canale anale, un sottile tubicino, lungo e flessibile (sonda endoscopica). Alla sua estremità, questo strumento è dotato di una fonte luminosa e di una minuscola videocamera, che consente di esaminare le alterazioni delle pareti interne dell'intestino su un apposito monitor. Grazie a quest'ultimo dispositivo è possibile, inoltre, eseguire una registrazione e/o scattare foto delle zone d'interesse, nel corso dell'esame.

Nel corso della pancolonscopia, la sonda endoscopica viene fatta progredire delicatamente lungo tutto l'intestino crasso; l'avanzamento può essere manuale o, nei modelli più recenti, robotizzato.

Durante l'esame, viene insufflata dell'aria attraverso lo strumento, in modo da distendere le pareti del colon ed esplorare meglio l'intestino.

Nel caso in cui vengano riscontrate lesioni sospette (non necessariamente indicative di una malattia tumorale), il medico può decidere di prelevare piccole porzioni di tessuto da far esaminare (biopsia). Durante la pancolonscopia, si possono asportare direttamente anche eventuali polipi; va ricordato che queste protuberanze sono per lo più di natura benigna, ma col passare del tempo, se fossero lasciate in sede, potrebbero degenerare in tumori maligni.

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Quanto tempo dura? 

La durata della pancolonscopia dipende dalla collaborazione del paziente, dalla conformazione anatomica "favorevole" delle parte di intestino esplorata e dalla necessità di effettuare piccoli interventi, come l'asportazione di un polipo. Indicativamente, sono necessari almeno 30-45 minuti.

Al termine dell'esame, il paziente viene dimesso nel giro di un'ora. Qualora siano stati asportati polipi, invece, può essere necessario un periodo di osservazione della durata di alcune ore.

Dopo la pancolonscopia

Dopo le dimissioni, se la pancolonscopia è stata eseguita sotto sedazione, è chiaramente sconsigliato guidare l'auto per tornare al proprio domicilio; meglio farsi accompagnare o usare i mezzi pubblici. Inoltre, il paziente dovrà evitare di eseguire altre attività potenzialmente pericolose nelle ore successive, come la guida di macchinari o altre attività che richiedono particolare attenzione.

Dopo la pancolonscopia possono anche protrarsi disagi minori, come la presenza di gas o lievi spasmi intestinali. Il pieno recupero avverrà totalmente a partire dal giorno successivo.

Preparazione

  • La pancolonscopia non è un'indagine dolorosa, ma può risultare abbastanza fastidiosa, per la conformazione anatomica dell'intestino e per l'aria insufflata attraverso lo strumento, allo scopo di distendere il viscere e facilitare la progressione della sonda. Per rendere l'esame meno sgradevole, possono essere somministrati dei sedativi al paziente, specie se quest'ultimo è un soggetto ansioso e/o poco incline alla collaborazione.
  • Affinché il risultato della pancolonscopia sia attendibile, occorre che l'intestino sia completamente vuoto. Dato che eventuali residui fecali possono coprire la mucosa, nascondendone le alterazioni, la pulizia del colon è a dir poco fondamentale, per un'osservazione ottimale dei tratti da valutare. A tal proposito, esiste una preparazione specifica, che viene indicata al momento della prenotazione dell'esame: il paziente deve seguire scrupolosamente queste istruzioni. Una scarsa pulizia intestinale può determinare, infatti, il rinvio dell'esame.
  • Nei 2-3 giorni che precedono la pancolonscopia, viene suggerita una dieta da seguire; questo regime prevede soprattutto l'allontanamento dei cibi ricchi di fibre, come frutta, verdura e alimenti integrali. Il giorno precedente si devono assumere soltanto liquidi, da associare al purgante indicato dal medico. Quest'ultimo consiste generalmente in un preparato liquido che stimola il movimento intestinale e permette la pulizia del colon da residui di feci.  In alcuni casi, può essere richiesta l'assunzione di altri preparati lassativi o di un clistere.
  • Prima della pancolonscopia, è assolutamente necessario segnalare al medico eventuali allergie, pregresse reazioni ai farmaci e trattamenti farmacologici in atto.

Controindicazioni e Rischi

Complicanze e possibili effetti collaterali

La pancolonscopia è una procedura nel complesso sicura, ma, come tutte le procedure invasive, non è immune da complicazioni.

  • Il rischio più serio, fortunatamente molto raro, riguarda la perforazione intestinale. In pratica, potrebbe verificarsi l'accidentale rottura della parete dell'organo con lo strumento utilizzato per la pancolonscopia; in questi casi, è necessario un immediato intervento chirurgico di riparazione.
  • Un'altra complicanza, meno seria, è legata all'effettuazione di biopsie o polipectomie. Queste procedure possono provocare un sanguinamento, il quale può essere arrestato già durante la pancolonscopia.
  • Esiste un rischio di reazioni indesiderate ai farmaci sedativi o analgesici. Per questo motivo, prima dell'inizio dell'esame è opportuno segnalare al medico eventuali allergie o trattamenti farmacologici in atto.
  • Alcuni pazienti predisposti potrebbero avere, inoltre, delle complicanze cardio-respiratorie o infettive, anche a distanza di qualche giorno dall'esame.

Attenzione! Nei giorni successivi alla pancolonscopia, in caso di dolore addominale, febbre e perdita di sangue rosso dall'ano, occorre rivolgersi immediatamente al proprio medico o, in alternativa, ad un pronto soccorso.

Controindicazioni alla pancolonscopia

Le controindicazioni alla pancolonscopia comprendono la diverticolite acuta ed il megacolon tossico (improvvisa dilatazione del colon su base infiammatoria).

Per evitare di provocare una perforazione intestinale, quest'esame non deve essere eseguito in presenza di lesioni ulcerose profonde, come può capitare, ad esempio, nei pazienti affetti da morbo di Crohn.

Più in generale, la pancolonscopia non andrebbe eseguita nel periodo immediatamente successivo ad un infarto o dopo un intervento chirurgico all'addome.

Altre situazioni "particolari", nel quale sarà il medico a stabilire la sicurezza e l'effettiva necessità dell'indagine, sono rappresentate da:

  • Gravi patologie cardiache o disturbi respiratori;
  • Malattie che predispongono al sanguinamento, come la cirrosi epatica e le disfunzioni della coagulazione e delle piastrine;
  • Diabete;
  • Gravidanza sospetta o accertata;

Infine, è bene consultarsi con il medico sull'opportunità di sospendere eventuali terapie con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, nell'eventualità di dover asportare polipi nel corso della pancolonscopia.

Interpretazione dei Risultati

Pancolonscopia diagnostica

La pancolonscopia permette di identificare le seguenti condizioni:

Se necessario, la pancolonscopia permette anche di eseguire dei prelievi bioptici della mucosa, grazie a delle piccole pinze introdotte attraverso l'endoscopio. I campioni così prelevati saranno poi inviati al laboratorio per essere studiati al microscopio; in questo modo aiuteranno il medico nella diagnosi di malattie infiammatorie dell'intestino e nell'accertare la natura, benigna o maligna, di una lesione sospetta.

Pancolonscopia operativa o "terapeutica"

Oltre all'importante ruolo diagnostico, la pancolonscopia può diventare terapeutica. La procedura consente, infatti, di eseguire piccoli interventi, tra cui la gestione di emorragie e la dilatazione di stenosi, mediante l'introduzione di speciali accessori attraverso l'endoscopio.

In caso di polipi intestinali (polipectomia) si utilizza un particolare bisturi elettrico, a forma di cappio, che asporta la lesione, bruciandone la base. Il polipo sarà poi recuperato ed esaminato in laboratorio, per accertarne la natura benigna o maligna.

In alcuni casi, la pancolonscopia riesce ad evitare un successivo intervento chirurgico; altre volte, permette di stabilire, con maggior precisione, il percorso terapeutico da seguire.

Alternative alla pancolonscopia

Negli ultimi anni, sono state sviluppate altre modalità per osservare l'interno dell'intestino. Queste comprendono:

  • Videocapsula Endoscopica. L'endoscopia capsulare è un esame diagnostico non invasivo di recente introduzione nel campo medico, che consente lo studio dell'intestino mediante una videocapsula delle dimensioni poco più grandi di una compressa medicinale. La capsula endoscopica contiene una sorgente di luce ed una piccola telecamera; durante la procedura, questa viene inghiottita dal paziente e, come qualsiasi altra pillola, passa attraverso lo stomaco e raggiunge l'intestino, catturando migliaia di immagini. Queste vengono inviate ad un dispositivo e, dopo circa 8 ore, possono essere scaricate sul computer ed esaminate dal medico. L'endoscopia capsulare è particolarmente utile nei pazienti con sanguinamento gastrointestinale occulto.
  • Colonscopia virtuale. Considerata un'alternativa moderna alla pancolonscopia, la colonscopia virtuale sfrutta una speciale tomografia computerizzata che simula un'endoscopia tradizionale. La colonscopia virtuale riproduce immagini tridimensionali e bidimensionali ad alta risoluzione delle superfici interne del colon, in tempo reale. Quest'esame viene eseguito senza l'introduzione di alcuna sonda endoscopica, ma necessita solo di una piccola cannula per insufflare l'aria; la colonscopia virtuale è, quindi, meglio accettata dal paziente. Rispetto alla pancolonscopia, però, l'accuratezza è leggermente inferiore e questa tecnica può essere utilizzata solo come strumento diagnostico. La colonscopia virtuale non permette, infatti, di eseguire biopsie o asportare polipi intestinali, per i quali è necessario comunque il ricorso alle tecniche tradizionali.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici