Marker di Danno Tissutale

Ultima modifica 18.03.2020

Generalità

Con il termine Marker (indicatore), in biochimica e biologia, si intende una molecola che "indica" un determinato danno tissutale.
Gli indicatori di questo danno possono essere molteplici e differiscono in base al tipo di tessuto che viene danneggiato.
Marker di danno tissutaleQuando una cellula subisce una lesione, rilascia nello spazio interstiziale, e da lì nel sangue, una parte del suo contenuto. In condizioni normali, comunque, la cellula rilascia una minima parte dei suoi contenuti, quindi è quasi fisiologico trovare in circolo gradienti intracellulari; di conseguenza, l'aspetto patologico emerge solo quando il contenuto intracellulare rilasciato nel sangue supera determinati valori.
I Marker, o "indicatori" di danno tissutale, possono essere di varia natura, in base al luogo dove si verifica la lesione; quindi possiamo trovare Marker di natura proteica, enzimatica, lipidica ecc.
Per tale motivo, i Marker di danno tissutale si possono distinguere in:

  • Marker poco specifici
  • Marker aspecifici
  • Marker specifici

Analizziamoli singolarmente.

Marker poco specifici

I Marker poco specifici sono indicatori di danni tissutali circoscritti a un gruppo di organi o tessuti, che però non consentono di identificare e isolare il "caso". Ad esempio la mioglobina è marker di un generico danno muscolare, ma non consente di circoscriverlo specificatamente al muscolo scheletrico o a quello cardiaco. Analogo discorso per la creatinkinasi.

Marker aspecifici

I Marker aspecifici sono indicatori di danni tissutali assolutamente non circoscrivibili a un caso specifico. Un esempio è dato dalla lattato deidrogenasi.

Marker specifici

I Marker specifici, infine, sono indicatori di danno tissutale che si riferiscono inequivocabilmente a un unico tessuto. Ad esempio le troponine cardiache o l'isoforma CK-MB della creatinkinasi.

Cosa sono

I marcatori di danno tissutale sono molecole rilasciate nel torrente ematico quando un particolare organo o tessuto dell'organismo subisce un forte stress, o risulta sofferente in seguito a un significativo evento patologico (come lesioni, ischemia, infiammazioni o infezioni).

La valutazione di questi marker serve, quindi, a determinare o monitorare la presenza di patologie che causano distruzione tissutale o cellulare.

Perché si Misurano

La misura dei marker di danno tissutale è usata come supporto nell'inquadramento diagnostico di una determinata patologia e per determinare la prognosi e/o la risposta a un eventuale trattamento. Inoltre, questi indicatori possono essere impiegati per valutare il rischio che il paziente presenta di sviluppare una specifica malattia.
L'esame dei marker viene prescritto, di solito, in associazione ad altri accertamenti diagnostici, quando il medico sospetta che il paziente abbia una patologia acuta o cronica responsabile di danno e distruzione tissutale o cellulare.
Il dosaggio degli indicatori di danno tissutale può essere indicato anche quando il paziente presenta un accumulo di liquido in una zona specifica del corpo (come cervello, cuore o polmoni), oppure risulta affetto da un tumore.

Esami associati

Spesso, altre indagini sono prescritte insieme ai marcatori per valutare la salute generale del paziente, nonché lo stato dei reni, del fegato, degli elettroliti e dell'equilibrio acido/base, della glicemia e delle proteine plasmatiche.
Questi esami possono comprendere:

Marker di danno tissutale: qualche esempio

  • Troponina: è il marcatore di danno al cuore più specifico.
    Le troponine sono proteine che si trovano nel muscolo scheletrico e cardiaco. Esse regolano la contrazione muscolare, controllando l'interazione calcio mediata di actina e miosina. Le isoforme specifiche del cuore (TnI e TnT) sono considerate uno dei più importanti riferimenti diagnostici per valutare lo stato di salute del muscolo cardiaco; nella pratica clinica, questi marker sono utilizzati per capire se il paziente ha avuto un infarto o altri problemi di carattere infiammatorio o ischemico.
  • Creatina chinasi (CK): è un enzima presente soprattutto nel tessuto muscolare scheletrico e nelle fibre cardiache. La misura della quantità di creatina chinasi (CK) presente nel sangue permette di rivelare e monitorare l'infiammazione (miosite) o danni muscolari gravi, tra cui quello cardiaco. In presenza di una sofferenza del muscolo, infatti, vengono rilasciate nel sangue quantità aumentate di CK, entro poche ore. Se si verificano ulteriori danni, le concentrazioni di CK possono rimanere elevate. Ciò rende il test del CK utile per il monitoraggio del danno progressivo muscolare o cardiaco.
  • Creatina chinasi-MB (CK-MB): è una particolare forma dell'enzima creatina chinasi che si trova principalmente nel muscolo cardiaco. I livelli di CK-MB aumentano quando si verifica un danno cardiaco. Questo marker può essere usato nel follow-up, dopo il riscontro di un aumento di CK, e/o quando il test della troponina non è disponibile.
  • Mioglobina: insieme alla troponina, questa proteina rappresenta uno dei marcatori più utilizzati per confermare o escludere un eventuale danno al cuore. I livelli di mioglobina iniziano ad aumentare entro 2-3 ore dall'attacco cardiaco o altro danno muscolare, raggiungendo alti livelli nelle 8-12 ore successive; generalmente, i valori tornano normali il giorno successivo all'evento patologico. Di conseguenza, l'esame è usato per aiutare ad escludere un attacco cardiaco in pronto soccorso.
  • Lattato deidrogenasi: è un enzima che si trova nella maggior parte delle cellule dell'organismo. Il suo compito principale consiste nel metabolizzare il glucosio per renderlo energia fruibile. La lattato deidrogenasi si trova in numerosi tessuti, ma è concentrata soprattutto a livello di muscoli scheletrici, fegato, cuore, reni, pancreas e polmoni.  Quando le cellule sono danneggiate o distrutte, l'enzima LDH è rilasciato nella frazione liquida del sangue (siero o plasma), oltre ad aumentare la propria concentrazione in altri liquidi biologici (es. liquor) in presenza di alcune patologie. L'LDH rappresenta, quindi, un indicatore generale di danno tissutale e cellulare.

Valori normali

Troponina

Nell'organismo di un individuo sano, i valori di riferimento della troponina cardiaca sono quasi nulli:

  • Troponina T: 0,2 mg/l;
  • Troponina I: 0,1 mg/l.

Creatina chinasi

I valori normali di creatina chinasi non sono facilmente individuabili, poiché possono essere influenzati da diversi fattori, tra cui massa muscolare e quantità/qualità dell'allenamento fisico. Tuttavia, questi rientrano solitamente nell'intervallo 60 - 190 U/L.

CK-MB

In genere, si considerano normali valori di CK-MB compresi tra 0 e 25 UI/L.

Mioglobina

Livelli normali di mioglobina nel sangue: 0 - 85 ng/mL.

Lattato deidrogenasi

I valori normali di LDH sono compresi tra 80 e 300 mU/ml.


Nota

L'intervallo di riferimento dei marker di danno tissutale può cambiare in funzione di età, sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo, è preferibile consultare i range riportati direttamente sul referto. Occorre ricordare, inoltre, che i risultati delle analisi devono essere valutati nell'insieme dal medico di base che conosce il quadro anamnestico del proprio paziente.

Marker Tissutali Alti - Cause

Troponina

Le troponine cardiache sono isoforme specifiche del cuore e, normalmente, sono presenti in quantità molto piccole.

Quando si verifica un danno alle cellule del muscolo cardiaco, le concentrazioni di TnI e TnT (troponine cardio-specifiche) aumentano entro 3-4 ore dall'evento e possono rimanere alte per 10-14 giorni.
Le possibili cause dell'aumento delle troponine cardiache comprendono infarto, ischemia cardiaca, angina pectoris e miocardite (infiammazione cardiaca).

Le concentrazioni di troponina possono aumentare anche a seguito di altre patologie, come le infezioni gravi e le malattie renali.

Creatina chinasi

La presenza di un elevato valore della creatina chinasi può essere riconducibile a cause eterogenee, tra cui l'affaticamento (es. sforzi fisici, intenso allenamento sportivo ecc.), le malattie muscolari (come la distrofia) o l'infarto del miocardio.

Tra le cause che determinano l'incremento della CK rientrano anche traumi, disfunzioni della tiroide, abuso di alcol e malattie infettive.

CK-MB

I valori di CK-MB si elevano in presenza di un danno del muscolo cardiaco - come l'infarto acuto del miocardio - di un trauma o di un intervento chirurgico a carico del cuore.

Mioglobina

Quando la mioglobina aumenta, significa che c'è stato un danno recente al cuore o a un altro tessuto muscolare. L'incremento di questo marcatore indica una sofferenza cardiaca in atto e può essere correlato a un infarto del miocardio.
Alti livelli di mioglobina devono essere confrontati con i risultati di altri esami, come creatinchinasi (CK-MB) o troponina; ciò consente di stabilire se il danno è effettivamente a carico del cuore o coinvolge un muscolo scheletrico.
Un aumento dei valori della mioglobina si può riscontrare anche in caso di traumi, interventi chirurgici o miopatie, come la distrofia muscolare.

Lattato deidrogenasi

L'incremento della LDH può avvenire in tutte le condizioni patologiche caratterizzate dallo sviluppo di un danno cellulare irreversibile (necrosi), con perdita del contenuto citoplasmatico.

Nele possibili cause rientrano: infarto cardiaco, anemia emolitica, malattie infettive, nefropatie, ictus, lesioni muscolari, traumi, epatopatie e vari tumori.

Marker Tissutali Bassi - Cause

Troponina

Il riscontro di un basso livello di troponine cardiache indica l'improbabile infarto e/o danno al cuore.

Creatina chinasi

Le cause più comuni di bassi valori della CK comprendono morbo di Addison, scarsa massa muscolare, gravidanza e disturbi epatici.

CK-MB

Normalmente, la CK-MB non è rilevabile nel sangue o risulta molto bassa. In linea generale, quindi, non esiste un'anomalia che riguarda livelli troppo ridotti dell'isoenzima.

Mioglobina

Bassi livelli di mioglobina non sono associati, di solito, a problemi di tipo medico e/o a conseguenze patologiche.

Lattato deidrogenasi

Valori bassi o normali della lattato deidrogenasi non indicano generalmente un problema. In qualche caso, ridotte concentrazioni possono essere osservate quando la persona ha ingerito grosse quantità di acido ascorbico (vitamina C).

Come si misurano

  • I marker di danno tissutale vengono misurati su un campione di sangue prelevato da una vena del braccio.
  • A volte, per determinare il valore di questi indicatori, può essere eseguita una procedura specifica per raccogliere un campione di liquido in una particolare zona del corpo (ad esempio, intorno al cuore o ai polmoni o nella cavità addominale).

Preparazione

La preparazione può variare in base al marcatore di danno tissutale da valutare. In linea generale, il prelievo di sangue andrebbe eseguito preferibilmente dopo un digiuno di 8-10 ore.

Interpretazione dei Risultati

La concentrazione di questi marcatori presenti nel sangue o in altri liquidi biologici può contribuire a determinare la causa di un danno tissutale e a stabilirne l'entità. In particolare, la loro valutazione può essere utile per il medico come campanello d'allarme che indica la presenza di infiammazioni, lesioni, infezioni o specifiche condizioni patologiche.
In ogni caso, occorre ricordare che i risultati di ciascun esame non vanno interpretati da soli, ma sempre alla luce dei risultati di altre analisi, che potranno essere indicate dal medico, di volta in volta.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici