Ultima modifica 12.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Perché si esegue
  4. Come si esegue
  5. Preparazione
  6. Controindicazioni e Rischi
  7. Valori Alterati: Cause

Generalità

La manometria esofagea è un esame che valuta la motilità dell'esofago (a riposo e durante la deglutizione) e misura la pressione all'interno dello stesso.

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La procedura richiede l'introduzione di una piccola sonda flessibile attraverso una narice e la gola, fino allo stomaco. Questa manovra può essere lievemente fastidiosa, pertanto, prima della manometria esofagea, viene somministrato un anestetico locale (spray a base di lidocaina). Durante l'esecuzione dell'esame, il paziente deve essere a digiuno e cosciente, in quanto deve collaborare e seguire le indicazioni fornite dal medico.

La manometria esofagea permette di diagnosticare un eventuale reflusso gastroesofageo o altri disordini della motilità esofagea responsabili di disfagia, pirosi, rigurgito o dolore toracico. L'esecuzione di quest'indagine è indicata, inoltre, in caso di sospetto interessamento dell'esofago in corso di malattie sistemiche.

Cos’è

La manometria esofagea è un'indagine diagnostica che permette di:

  • Studiare i movimenti dell'esofago e del cardias (valvola che separa l'esofago dallo stomaco), a riposo e durante la deglutizione;
  • Misurare la pressione presente all'interno del corpo dell'esofago (ossia nei vari settori del suo lume) ed in corrispondenza dello sfintere esofageo superiore e di quello inferiore;
  • Stabilire l'efficacia e la coordinazione dei movimenti propulsivi nell'atto della deglutizione;
  • Individuare le contrazioni esofagee anomale.

La manometria esofagea viene considerata un esame funzionale e, in quanto tale, di secondo livello. L'indagine viene utilizzata, infatti, dopo l'esecuzione di altri accertamenti radiografici o endoscopici per stabilire la presenza e l'entità di lesioni organiche a carico dell'esofago.

Con la manometria esofagea è possibile diagnosticare le patologie che determinano difficoltà a deglutire, reflusso gastroesofageo e/o disfunzioni nei movimenti dell'esofago (primitive o secondarie a malattie sistemiche).

Anatomia dell'esofago (in breve)

Per comprendere al meglio la finalità della manometria esofagea, occorre ricordare alcune nozioni relative alla struttura dell'esofago.

  • L'esofago è un condotto muscolo-membranoso, lungo circa 25-30 centimetri e largo 2-3 cm, che collega la faringe allo stomaco. Questa struttura è situata quasi interamente nel torace, davanti alla colonna vertebrale.
  • Le pareti dell'esofago sono costituite da uno strato di rivestimento epiteliale simile a quello della bocca, mentre sono circondate esternamente da due strati di muscolatura liscia. La mucosa esofagea è ricca di ghiandole produttrici di muco, che ha la funzione di lubrificare le pareti facilitando il transito del cibo deglutito.
  • Contraendosi nell'atto della deglutizione, la componente muscolare esofagea spinge il cibo verso il basso, in direzione dello stomaco, dal quale è separato da una valvola, detta cardias, che impedisce agli alimenti ingeriti ed ai succhi gastrici di risalire. In altre parole, dopo il passaggio di un boccone alimentare, l'esofago si contrae per farlo avanzare e l'onda di contrazione si propaga scendendo.
  • La manometria esofagea permette di registrare le caratteristiche di quest'onda (durata, ampiezza e modalità con cui si propaga) e verificare la funzione dello sfintere esofageo inferiore e di quello superiore (cioè come si rilassano e se lo fanno al momento opportuno). Numerose condizioni patologiche dell'esofago e degli sfinteri esofagei sono in grado di perturbare l'avanzamento del bolo alimentare al momento della deglutizione.

Perché si esegue

La manometria esofagea è una metodica che permette di studiare i movimenti dell'esofago (contrazione e rilassamento) e di misurare le variazioni di pressione che si verificano all'interno dei vari settori (inferiore e superiore) del suo lume.

L'esame è indicato quando viene sospettata la presenza di un'alterazione della fisiologica motilità dell'esofago: questo può tradursi, dal punto di vista sintomatologico, in reflusso acido dallo stomaco, difficoltà nella deglutizione o dolore toracico.

Le patologie che si diagnosticano con la manometria esofagea sono, quindi, sostanzialmente:

La manometria esofagea viene anche utilizzata per valutare la funzionalità e l'anatomia dell'esofago, prima di alcune procedure terapeutiche (es. chirurgia anti-reflusso, dilatazione pneumatica per acalasia ecc.).

Manometria esofagea: quando si esegue?

La manometria esofagea viene generalmente prescritta a pazienti che presentano:

  • Disfagia, dopo aver escluso l'esistenza di patologia organica dell'esofago e per formulare diagnosi di patologia motoria esofagea (acalasia, spasmo esofageo diffuso ecc.);
  • Dolore toracico di cui si sia esclusa l'origine cardiopolmonare;
  • Bruciori retrosternali che potrebbero far sospettare un reflusso gastro-esofageo;
  • Malattie sistemiche (es. collagenopatie, sclerosi sistemica e patologie neuromuscolari) in cui si voglia stabilire l'esistenza di un interessamento esofageo (come nel caso delle patologie multiorgano).

Esami associati alla manometria esofagea

La manometria esofagea è un'indagine di "secondo livello", che viene impiegata dopo l'esecuzione di esami strumentali come:

Questi accertamenti servono ad escludere l'esistenza di lesioni organiche a carico dell'esofago o del giunto esofago-gastrico, all'origine dei disturbi riportati dal paziente.

La manometria esofagea è utile come indagine preliminare alla pH-metria (esame finalizzato alla misurazione del pH del contenuto esofageo e della pressione all'interno dell'esofago).

Come si esegue

  • La manometria esofagea consiste nella registrazione dell'attività motoria (contrazione e rilassamento) e delle pressioni all'interno dell'esofago.
  • La manometria esofagea viene effettuata mediante l'introduzione di un sondino sterile e flessibile, di calibro ridotto (diametro di circa 4-5 mm). Questo dispositivo viene introdotto delicatamente attraverso una narice, fino allo stomaco. Una volta posizionata opportunamente, il medico che esegue la manometria esofagea mette in funzione la pompa, quindi la sonda viene perfusa da acqua.
  • Per diminuire il fastidio associato al passaggio del sondino nel naso e nella gola, prima della manometria esofagea, viene somministrato uno spray anestetico locale (lidocaina). A tal proposito, è importante che il paziente segnali preventivamente eventuali allergie a farmaci o ad altre sostanze.
  • Durante la manometria esofagea, il paziente è sveglio e cosciente: l'anestesia o la sedazione non è prevista, in quanto è indispensabile la sua collaborazione per il posizionamento della sonda e l'esecuzione dell'esame. L'introduzione del dispositivo si avvale solo di un gel lubrificante contenente un anestetico locale (lidocaina).
  • La manometria esofagea prevede la registrazione dell'attività motoria dell'esofago a riposo e dopo aver deglutito piccoli sorsi d'acqua, quando richiesto dal medico. Per questo motivo, il paziente che si sottopone a manometria esofagea deve essere informato in modo appropriato circa le finalità e le modalità dell'esame.
  • Durante la registrazione, della durata di circa 20-30 minuti, il paziente rimane seduto o sdraiato su un lettino e deve solamente fare dei respiri profondi. All'inizio della manometria esofagea, il medico chiede di espirare per registrare la pressione all'interno dello stomaco (questa misurazione gli servirà come punto di riferimento per quelle successive). Successivamente, il paziente deve eseguire alcuni movimenti di deglutizione, per individuare l'onda di contrazione che percorrerà l'esofago. Le diverse pressioni e onde di propagazione vengono registrate dai recettori della sonda e vengono trascritte su un grafico grazie ad un trasduttore esterno.
  • Al termine della manometria esofagea, il sondino viene estratto lentamente ed il paziente può tornare subito a casa. Il medico informerà dei risultati dell'esame dopo averli elaborati.

Aspetti tecnici

La sonda utilizzata per la manometria esofagea è formata da cateteri (di solito, quattro o otto) molto sottili, legati ciascuno ad una pompa che assicura un flusso costante d'acqua. Lungo questi tubicini si trovano, a livelli diversi ed in numero variabile, alcuni recettori, in grado di registrare le diverse misurazioni. A sua volta, la sonda è collegata ad un trasduttore esterno.

Nel corso della manometria esofagea, la pressione presente nel lume esofageo viene trasmessa dalla colonna d'acqua lungo ogni catetere fino al trasduttore, che trasforma i parametri rilevati in un segnale elettrico. Quest'ultimo viene convertito, poi, sotto forma di grafico.

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Quanto dura la manometria esofagea?

La durata dell'esame è variabile: di norma, per l'esecuzione della manometria esofagea occorrono indicativamente 20-30 minuti.

Cosa riporta il referto della manometria esofagea?

Nel referto della manometria esofagea, è riportata la conclusione diagnostica, con l'eventuale documentazione iconografica allegata (grafici con valori pressori).

Preparazione

  • Il paziente deve essere a digiuno da almeno 8 ore prima dell'inizio della manometria esofagea, per permettere la buona riuscita dello stesso. L'alimentazione è consentita subito dopo il completamento dell'esame.
  • Nei 2-3 giorni prima della data prevista per la manometria esofagea, il paziente deve sospendere l'uso di farmaci che influenzano la motilità dell'esofago, come, ad esempio:
  • L'assunzione di altri farmaci può essere proseguita prima della manometria esofagea; tuttavia, al momento della visita precedente all'esame, è importante riferire qualsiasi terapia in corso e concordare con il medico eventuali modifiche.
  • Il giorno dell'esame il paziente deve ricordare di presentarsi con tutta la documentazione attinente alla patologia (eventuali referti di esami già eseguiti, prescrizioni di terapia, lettere di dimissione ecc.).
  • Non è necessario che il paziente sia accompagnato, in quanto l'esame non prevede la somministrazione di farmaci.

Controindicazioni e Rischi

La manometria esofagea è una procedura sicura. Durante l'esecuzione dell'esame, il posizionamento del sondino non è doloroso, ma può provocare un lieve senso di fastidio a livello del naso e della gola, specie in presenza di ipertrofia delle adenoidi e deviazioni del setto nasale.

Possibili effetti al passaggio della sonda

  • Nel corso della manometria esofagea, possono manifestarsi, talvolta, lacrimazione, tosse, epistassi, nausea e conati di vomito; questi sintomi regrediscono seguendo le indicazioni fornite dal medico.
  • Le complicanze associate alla manometria esofagea sono rarissime e comprendono crisi vagale o trigeminale e perforazione di un diverticolo.

Controindicazioni alla manometria esofagea

Per assicurarsi che il paziente non presenti lesioni all'apparato digestivo, in particolare all'esofago o a allo stomaco, il medico fa sempre precedere all'esame una fibroscopia esogastroduodenale.

Le controindicazioni all'esecuzione della manometria esofagea possono comprendere:

  • Pazienti con stato mentale alterato o ottundimento;
  • Pazienti che non possono capire o seguire le istruzioni;
  • Stenosi della faringe o dell'esofago superiore (secondaria, ad esempio, a tumori);
  • Patologie cardiache in cui sia controindicata una stimolazione vagale;
  • Coagulopatie gravi e non controllate;
  • Presenza di bolle, varici, diverticoli o ulcere dell'esofago.

In questi casi, il medico valuterà la possibilità di rinviare l'esame o può optare per un'altra indagine diagnostica.

Valori Alterati: Cause

La manomatria esofagea è in grado di quantificare l'attività contrattile dell'esofago durante la deglutizione.

Quest'indagine è di estrema utilità per stabilire la presenza di alterazioni della peristalsi esofagea e della funzione dello sfintere esofageo inferiore.

Patologie diagnosticate con la manometria esofagea

I disordini più comuni della motilità esofagea, che possono essere diagnosticati con la manometria esofagea, comprendono:

La motilità esofagea può anche essere alterata da malattie sistemiche come:

Manometria dell'esofago superiore

La manometria della parte superiore dell'esofago permette di distinguere disturbi deglutitivi (disfagia) da:

Manometria dell'esofago inferiore

La manometria della parte superiore dell'esofago serve per evidenziare lo spasmo esofageo diffuso, l'acalasia o varie lesioni (cisti, tumori, noduli o diverticoli) che possono alterare la motilità esofagea.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici