Ultima modifica 24.07.2019

A cura del Dottor Alessio Dini


Nel 2011, prima in Germania e poi in Francia, si è registrato un gran numero di infezioni alimentari dovute ad Escherichia Coli. In Germania il batterio ha provocato 38 morti ed ha contagiato oltre 3.000 persone; in Francia 7 bambini di età compresa tra i 20 mesi e gli otto anni sono stati ricoverati in ospedale con una sintomatologia intestinale grave dopo aver consumato hamburger.
Escherichia ColiIniziamo dicendo che con il termine “MTA” malattie trasmesse da alimenti si intende una qualsiasi malattia causata o trasmessa da alimenti contaminati da sostanze chimiche od agenti biologici.
In questo ambito si riconoscono infezioni alimentari, tossinfezioni ed intossicazioni.
Le MTA si manifestano principalmente con una sintomatologia definita gastroenterite.
La gastroenterite è un'infiammazione dell'apparato digerente che in forma acuta si manifesta tipicamente con comparsa improvvisa di diarrea, per lo più associata a febbre alta (38-39°C) e a dolori addominali, diffusi a tutto l'addome, che solo in parte si attenuano con la defecazione. Spesso coesistono il vomito (specialmente in caso di intossicazione alimentare) e segni generali di infezione, per esempio dolori muscolaricefalea, nausea e mancanza di appetito. Le feci possono essere completamente liquide, molli o semi-formate, spesso mescolate a muco. In casi particolari le feci possono essere mescolate a sangue, in tal caso parliamo di dissenteria.
Le infezioni alimentari più note sono quelle causate dai batteri Salmonella, Shigella, CampylobacterYersinia enterocolitica, Escherichia coli e dai virus Rotavirus, Adenovirus e virus Norwalk.
Il “batterio killer” che ha causato la recente epidemia in Germania e Francia appartiene alla famiglia degli enterobatteri (il cui habitat naturale è costituito dall'intestino dell'uomo e/o di altri animali), genere Escherichia.
Escherichia coli è la specie più nota del genere Escherichia. Sebbene siano stati tipizzati oltre 50.000 sierotipi, la maggior parte di essi è costituita da microrganismi commensali (non patogeni) mentre solo un ristretto numero di ceppi è in grado di indurre malattia.
I vari sierotipi sono caratterizzati da diverse combinazioni degli antigeni O, H, K, F (O: Somatico/parietale; K: capsulare; H: Flagellare; F: Fimbrie). È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell'intestino di animali a sangue caldo (inclusi gli uccelli e i mammiferi), contribuendo alla digestione corretta del cibo. La sua presenza nelle falde acquifere è un indicatore comune di contaminazione da feci.
Dal punto di vista clinico, sono 5 i gruppi importanti di Escherichia coli: enteropatogeni, enterotossigeni, enteroinvasivi, enteroaderenti ed enteroemorragici.
Le due recenti epidemie sono state causate da 2 ceppi diversi di tale batterio:

  • Il batterio tedesco si chiama E. coli O104:H4 e prima dell'epidemia in Germania era già noto, anche se molto raro. Appartenente al gruppo degli Escherichia coli enteroaderenti "EAggEC", questo ceppo esprime fattori di adesione in grado di promuovere la colonizzazione dell'intestino tenue, con stimolazione della produzione di muco. Si forma così un biofilm in grado di isolare ed aggregare i batteri. In seguito all'aggregazione si ha riduzione della lunghezza dei microvilli, infiltrazione mononucleata ed emorragia.
    La novità è che questo batterio, a seguito di una mutazione, ha acquisito la capacità di produrre una tossina molto pericolosa definita shiga toxin, in grado di provocare colite emorragica e sindrome emolitico uremica (SEU) .

Diverso, invece, il ceppo Francese, appartenente al gruppo degli Escherichia coli enteroemorragici “EHEC”.

  • E. coli O157:H7 (questo il suo nome): fu identificato per la prima volta come patogeno in U.S.A. e Canada nell'anno 1982, a seguito di un'epidemia di diarrea emorragica associata al consumo di hamburger nei fast food.
    Sua peculiarità è l'elevata resistenza alle basse temperature; infatti può resistere per nove mesi alla temperatura di -80°C. Altra importante caratteristica, che può incidere sulla capacità di colonizzare l'intestino umano, è la resistenza all'acidità dello stomaco. Fortunatamente, tale patogeno è molto sensibile alle alte temperature (44-45°C); fondamentale quindi l'adeguata cottura degli alimenti per renderli sicuri.
    Principali fattori di virulenza di Escherichia coli  O157:H7 sono le 2 tossine prodotte Stx1 e Stx2 che causano prima un danno alle cellule della mucosa intestinale (enterociti) e poi, entrando in circolo, danneggiano soprattutto i reni, compromettendone la funzionalità.

La terapia, nell'adulto come nel bambino, è fondata sulla reidratazione e sulla correzione di alterazioni elettrolitiche, dell'equilibrio acido-base e delle eventuali perdite ematiche. La terapia antibiotica non è raccomandata in quanto può aumentare il rilascio di tossina ed aggravare le condizioni generali dei pazienti ai quali è stata somministrata. I pazienti più critici  richiedono un trattamento intensivo basato su dialisi, trasfusioni di sangue fino ad arrivare al trapianto di reni.