Malattia di Huntington (o Corea di Huntington)
Ultima modifica 22.04.2020
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause
  3. Epidemiologia
  4. Sintomi
  5. Diagnosi

Cos’è

La malattia di Huntington (o morbo di Huntington) è una patologia neurodegenerativa, lentamente progressiva, che coinvolge le aree del sistema nervoso centrale responsabili del movimento, dei comportamenti e delle capacità di ragionamento.

La malattia prende il nome da George Huntington che per primo la descrisse nel 1872, come un disordine di tipo ereditario.

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La malattia di Huntington è causata, infatti, dalla mutazione del gene che codifica per la proteina huntingtina (HTT). Quando è alterato, questo gene (Htt) determina la produzione di una proteina HTT anomala che provoca la morte di gruppi di neuroni del cervello. In un primo tempo, la parte maggiormente colpita è situata in profondità (nuclei della base). Con il progredire della malattia di Huntington, si verifica la morte dei neuroni che si trovano nella corteccia, quindi più in superficie. A mano a mano che il disturbo avanza, l'intero cervello diventa atrofico (diminuisce di peso e volume). L'espressione del danno irreversibile subito dai neuroni consiste in deficit via via sempre più gravi. Purtroppo, non esiste attualmente una cura.

Cause

Da sapere

La malattia di Huntington è una patologia monogenica (ossia l'alterazione interessa un solo gene), non diagnosticabile mediante esame cromosomico poiché le mutazioni a carico dei geni sono troppo piccole per essere evidenziate al microscopio. La malattia di Huntington è conseguenza di un misfolding proteico, cioè un mancato raggiungimento della conformazione nativa della proteina in questione.

Malattia di Huntington: quali sono le cause?

La causa della malattia di Huntington è una mutazione nel gene IT15, situato sul cromosoma 4 (4p16.3), che produce un'anomala ripetizione della sequenza CAG (citosina-adenina-guanina) nel DNA; in base al codice genetico, questa tripletta codifica per l'aminoacido glutamina.

Come risultato della mutazione, la proteina anomala prodotta dal gene patologico, chiamata huntingtina (HTT), possiede a livello terminale una coda di poliglutamina, che causa la malattia nel corso della vita.

In particolare, il nucleo caudato si atrofizza e i neuroni nel corpo striato degenerano. Anche i neuroni a livello della corteccia cerebrale (parte esterna del cervello) vengono coinvolti in varia misura.

Tanto maggiore è il numero di triplette CAG, quanto più precoce è l'esordio della malattia e più grave è la sintomatologia. Inoltre, è da considerare che il numero di ripetizioni può aumentare nelle generazioni successive e, con il tempo, può condurre alla comparsa di un fenotipo più grave all'interno di una famiglia.

Da sapere

Nonostante la proteina mutata (HTT) sia espressa in maniera ubiquitaria nell'organismo, la degenerazione cellulare avviene maggiormente nel cervello. Infatti, la malattia di Huntington è caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni del nucleo caudato, una regione dei gangli (o nuclei) della base deputata alla regolazione del movimento volontario.

Approfondimento: Gangli della Base, Funzioni dello striato e Neuropatologia del Morbo di Huntington

Modalità di Trasmissione

Il morbo di Huntington è una malattia genetica che si può trasmettere da una generazione all'altra con modalità autosomica dominante. Ciò significa che:

  • Il gene anomalo è localizzato su un cromosoma che è presente in entrambi i sessi (autosomica), pertanto possono essere colpiti in egual modo sia i maschi, sia le femmine (non si trova sul cromosoma che determina il sesso, quindi può colpire a prescindere da genere di appartenenza);
  • È sufficiente avere una sola copia del gene patologico, derivante da uno dei due genitori, per ereditare la malattia (dominante). In altre parole, ciascun figlio o figlia di una persona affetta ha un rischio del 50% di ereditare la malattia di Huntington.

In pratica, il gene alterato prevale su quello malato ed è presente in tutte le cellule dell'organismo sin dal concepimento.

Epidemiologia

Malattia di Huntington: quanto è frequente?

La malattia di Huntington è una malattia rara, la cui prevalenza in Europa è stimata a 5-10 casi ogni 100.000 individui. È una malattia familiare trasmessa con modalità autosomica dominate, vuol dire che I segni della malattia compaiono in età adulta, ma meno frequentemente possono manifestarsi anche in età infantile o senile.

L'incidenza è stimata. Tuttavia, la malattia di Huntington non sempre viene correttamente diagnosticata: esiste perciò certamente un gran numero di portatori inconsapevoli.

Età d’esordio

L'esordio della malattia di Huntington è più frequente negli adulti, ma può rendersi evidente a qualunque età: di solito, la presentazione avviene intorno ai 40-50 anni d'età e la patologia può protrarsi anche per 25 anni (a volte, addirittura di più).

Il morbo di Huntington può colpire eccezionalmente anche i bambini e gli adolescenti (malattia di Huntington giovanile); in tal caso, raramente i soggetti colpiti riescono ad arrivare alla vita adulta.

Sinonimi

La malattia di Huntington viene indicata anche con i seguenti termini:

  • Corea di Huntington;
  • Morbo di Huntington;
  • Corea cronica progressiva;
  • Corea ereditaria.

Sintomi

La malattia di Huntington è lentamente progressiva, ma risulta particolarmente difficile da affrontare poiché riduce e compromette più facoltà:

  • Il controllo dei movimenti che diventano inconsulti (descritti con il termina "corea", che in greco significa danza);
  • Le capacità cognitive (pensiero, giudizio, memoria);
  • L'equilibrio psichico.

Inoltre, la corea di Huntington ha un andamento ingravescente, per cui i sintomi si accentuano durante la progressione della malattia.

Per approfondire: Sintomi Malattia di Huntington

Come inizia

Dal punto di vista sintomatologico, la malattia di Huntington è caratterizzata dalla triade costituita da: movimenti involontari di tipo coreico (dai quali la malattia prende il nome), disturbi psichiatrici e perdita delle capacità cognitive. 

I primi segni evidenti della malattia comprendono un leggero disturbo della coordinazione motoria, con lieve e sporadica corea a livello di volto, arti e tronco: da minimi, bruschi e improvvisi, questi gesti diventano via via più a scatto.

Con il passare del tempo, l'andatura diventa barcollante, le posture anomale ed i movimenti coreici, esagerati e scoordinati, possono diventare molto pronunciati.

Prima o contemporaneamente ai disordini del movimento, si presentano disturbi del comportamento e dell'umore e declino delle capacità cognitive (pensiero, giudizio, memoria). Il carattere può modificarsi e possono iniziare crisi di collera, irritabilità ingiustificata e momenti di depressione. Inoltre, possono manifestarsi disturbi ossessivo-compulsivi e, a volte, disturbi psicotici.

Chi è affetto dalla malattia di Huntington può manifestare fin da subito la tendenza all'isolamento sociale e la perdita d'interesse per le proprie attività quotidiane. Anche il linguaggio s'impoverisce e le parole cominciano ad essere articolare sempre peggio.

Nelle fasi più avanzate

I disordini del movimento ed il decadimento della funzioni cognitive peggiorano con il passare del tempo.

Nella fase avanzata della malattia di Huntington, compaiono:

Le alterazioni motorie peggiorano progressivamente fino alla perdita dell'autonomia.

Sintomi comuni sono anche la disartria (rallentamento e disorganizzazione del linguaggio), la difficoltà a deglutire e diminuzione della memoria a breve termine (i ricordi lontani, invece, vengono conservati).

Le alterazioni psico-comportamentali possono apparire più significative: la persona affetta dalla malattia di Huntington può diventare violenta o, al contrario, apatica. Il rischio di suicidio è elevato (anche all'inizio della malattia).

Negli stadi più avanzati, la malattia di Huntington progredisce, rendendo praticamente impossibile la deambulazione e provocando una demenza grave. Il decesso, di solito, avviene 15-25 anni dopo l'insorgenza dei sintomi, in seguito all'insufficienza cardiaca o alla polmonite ab ingestis.

Diagnosi

La diagnosi prevede la valutazione della tipica sintomatologia (segni motori inequivocabili e compatibili con il quadro clinico) associata ad un'anamnesi familiare positiva per la malattia di Huntington. Indagini di neuroimaging, come RMN (risonanza magnetica nucleare) e TAC (tomografia assiale computerizzata) sono eseguite per escludere altre patologie.

L'ipotesi diagnostica può essere confermato dal test genetico specifico, in grado di evidenziare un'espansione uguale o superiore a 36 del frammento nucleotidico CAG sul gene dell'huntingtina sul cromosoma 4.

Una persona a rischio per la malattia e maggiorenne (non ancora sintomatica) può eseguire il test genetico predittivo per sapere o meno se ammalerà in futuro; in tal caso, considerata la questione delicata, le linee guida internazionali suggeriscono che venga pianificato dai sanitari un congruo periodo di preparazione al test con dei colloqui psicologici.

Anamnesi ed esame obiettivo

La diagnosi del morbo di Huntington si basa principalmente su risposte a questionari, esame fisico generale, rapporto sulla storia medica della famiglia ed analisi di tipo neurologico e psichiatrico.

Il medico neurologo per poter procedere con la diagnosi farà delle domande e dei semplici test, come ad esempio la valutazione dei riflessi, della forza e del tono muscolare, del senso del tatto, della vista e del movimento degli occhi, ma anche di udito, coordinazione, equilibrio, stato mentale ed umore.

Verranno poi valutate dal medico psichiatrico altre condizioni, come modello di comportamento, qualità di giudizio, sintomi di disturbi del pensiero, evidenze di uso di sostanze d'abuso e altro ancora.

Risonanza magnetica dell’encefalo

Il medico potrà inoltre richiedere un esame specifico per valutare la struttura e la funzionalità del cervello. A tale scopo saranno utili test come il Brain Imaging. Questo test è in grado di rivelare cambiamenti strutturali in aree particolari del cervello colpito da malattia di Huntington, anche se questi cambiamenti non sono evidenti nelle fasi iniziali della malattia. Questi esami possono includere imaging a risonanza magnetica che fornisce una sezione dettagliata in 3D di immagini del cervello.

Un altro esame che può essere richiesto è l'elettroencefalogramma, utile per misurare l'attività elettrica del cervello. Alcune anomalie nell'attività cerebrale possono essere dovute ad esempio a delle scariche epilettiche.

Test genetico per la Malattia di Huntington

Se i sintomi suggeriscono che vi è una buona probabilità che si tratti di malattia di Huntington, può essere richiesto il test genetico per il gene difettoso. Questo test confermerà la diagnosi e può rivelarsi un alleato prezioso nel caso in cui non vi sia una storia familiare di malattia di Huntington o se a nessun altro membro della famiglia è stata diagnosticata la malattia in seguito a test genetico.

Ovviamente, il test genetico può rivelarsi utile anche nel caso di screening, qualora vi sia una storia familiare di malattia di Huntington alle spalle. Il test non costituisce in alcun modo un trattamento benefico e non darà informazioni riguardo al tempo di esordio della malattia o su quali sintomi appariranno prima. Alcune persone potranno scegliere di fare il test perché trovano più stressante il fatto di non sapere, altre sceglieranno di fare il test prima di concepire figli. Questi test vengono eseguiti solo dopo essersi rivolti ad un consulente genetico.

Prosegui con la lettura: Farmaci per Malattia di Huntington e Terapie in Fase di Sviluppo

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici