Ultima modifica 12.02.2020

Generalità

L'ipocloridria è la riduzione dell'attività secretoria dello stomaco, con particolare riferimento alla scarsa produzione di acido cloridrico. Quando tale deficit si tramuta in totale assenza di acido all'interno del succo gastrico si parla invece di acloridria.

Succhi Gatrici

La secrezione acida dello stomaco rappresenta un'ottima difesa contro i germi introdotti con il cibo, partecipa alla digestione delle proteine e degli alimenti in genere, e facilita anche l'assorbimento dei cationi bivalenti e trivalenti (calcio, zinco, rame, ferro, magnesio, selenio, boro) a livello intestinale.

Un'ottimale attività secretoria è importante anche per assicurare un adeguato svuotamento gastrico; per paradosso, quindi, persone colpite da ipocloridria possono lamentare fenomeni di acidità gastrica e reflusso gastroesofageo, dovuti ai lunghi tempi di permanenza del chimo nello stomaco.

Sintomi e Complicanze

IpocloridriaPer il ruolo di primo piano ricoperto dall'acido cloridrico, l'ipocloridria e l'acloridria si associano a sintomi e disturbi importanti e fastidiosi.

Come anticipato, l'eccessiva permanenza del bolo all'interno della sacca gastrica determina dispepsia, con sintomi simili a quelli provocati dalla malattia da reflusso (alitosi, rigurgiti, bruciore retrosternale).

La mancata attivazione del pepsinogeno a pepsina si ripercuote negativamente sulla digestione delle proteine, sovraccaricando i sistemi digestivi intestinali. A questo livello, i protidi e gli altri nutrienti non completamente digeriti sfuggono all'assorbimento, provocando meteorismo, flatulenza, malassorbimento e diarrea. Quest'ultima può essere ulteriormente aggravata dal proliferare dei germi sopravissuti alla scarsa attività antisettica dell'acido cloridrico.

L'acloridria, inoltre, può accompagnarsi a mancata secrezione di fattore intrinseco, con conseguente anemia perniciosa (da carenza di vitamina B12). Possibile anche una forma di anemia sideropenica, per il ridotto assorbimento del ferro alimentare. L'ipocloridria è stata messa in relazione ad una maggiore incidenza di asma, calcolosi biliare ed allergie alimentari, probabilmente per la mancata digestione gastrica di potenziali allergeni di natura proteica.

Cause

La secrezione acida dello stomaco si riduce fisiologicamente con l'invecchiamento, tanto che l'ipocloridria interessa fino al 15% delle persone di età superiore ai  65 anni. Ipocloridria ed acloridria si registrano comunque anche durante la giovinezza, per le cause più svariate. All'origine del problema possono esistere disordini autoimmuni, per i quali l'organismo produce anticorpi contro le cellule deputate alla produzione di acido cloridrico. L'ipocloridria può avere anche origini iatrogene, dovute cioè all'assunzione di farmaci antiacidi, come gli inibitori della pompa protonica o gli H2-antagonisti. Anche la terapia radiante concentrata a livello gastrico può danneggiare le cellule parietali provocando acloridria. Infine, interventi chirurgici come bypass gastrici o resezioni dello stomaco rappresentano un'ulteriore e possibile causa di malattia.

L'ipocloridria è sintomo comune di svariate patologie, come l'anemia perniciosa, la gastrite atrofica ed il cancro allo stomaco.

Diagnosi

Nei pazienti che soffrono di ipocloridria si registrano normalmente alti livelli di gastrina nel sangue; quest'ormone viene secreto allo scopo di aumentare la secrezione acida dello stomaco e favorire la digestione. Come la gran parte degli ormoni, anche la gastrina è soggetta ad un meccanismo feed-back, per cui quando l'acidità gastrica diminuisce aumenta di riflesso il suo rilascio, e viceversa. La forma sintetica di quest'ormone può essere somministrata dal medico per porre diagnosi di ipocloridria, che risulta positiva quando il pH gastrico rimane elevato (>4.0) nonostante l'effetto stimolatorio dell'ormone.

Il trattamento dell'ipocloridria dipende dalle origini del disturbo e dalla sua evoluzione.

Trattamento

Il trattamento sintomatico può avvalersi della somministrazione per via orale, durante i pasti, di acido cloridrico diluito, o di preparazioni digestive che stimolano la naturale produzione di acido da parte dello stomaco. Betaina HCl, pepsina, estratti aperitivi (come quelli di china, carciofo o genziana), bromelina, papaina e pancreatina (miscela di enzimi pancreatici quali amilasi, lipasi e tripsina) sono tra gli ingredienti più comuni dei supplementi dietetici dedicati al trattamento dell'ipocloridria.

Per quanto riguarda l'alimentazione - spesso integrata con sali minerali e vitamine (in particolare la B12) - particolare attenzione viene posta alla freschezza e alla salubrità degli alimenti potenziali veicoli di tossinfezioni alimentari (come la maionese, le uova, le carni ed i molluschi), che devono essere consumati possibilmente previa generosa cottura (in particolare le carni macinate). Antibiotici ed antifungini possono rendersi necessari per debellare le infezioni microbiche ricorrenti provocate dall'ipocloridria.