Ultima modifica 01.04.2020

Vedi anche: iperparatiroidismo

Generalità

L'ipercalcemia è una condizione clinica caratterizzata da un eccesso di calcio nel sangue (concentrazioni superiori a 10.5 mg/dL nell'adulto).

Nell'articolo dedicato alla calcemia, abbiamo visto come i livelli ematici del minerale dipendano dall'attività della vitamina D e di due ormoni, il paratormone e la calcitonina, che a loro volta modulano il deposito/rilascio di calcio dalle ossa, nonché il suo riassorbimento/escrezione a livello renale e

il grado di assorbimento a livello enterico. Ne consegue che l'ipercalcemia può essere causata da tre diversi meccanismi, che possono entrare in gioco isolatamente o in combinazione:

  • eccessivo rilascio, localizzato o generalizzato, di calcio dalle ossa (ad esempio per aumentata secrezione di paratormone, come succede nell'iperparatiroidismo, la causa più comune di ipercalcemia);
  • aumentato assorbimento intestinale di calcio (ad esempio per eccessiva assunzione di vitamina D);
  • diminuita escrezione di calcio a livello renale (come avviene nell'insufficienza renale).

Sintomi

iperparatiroidismo ipercalcemia

Raffigurazione di un adenoma paratiroideo, un tumore benigno di una ghiandola paratiroide, quasi sempre responsabile di iperparatiroidismo con conseguente ipercalcemia. Da https://en.wikipedia.org

Per le numerose ed importanti funzioni espletate dal calcio nell'organismo, l'ipercalcemia può accompagnarsi ad una costellazione di segni e sintomi di entità variabile in relazione al grado di anormalità e alle condizioni generali di salute del paziente. Tra questi ricordiamo stitichezza, nausea, iperacidità gastrica (l'ipercalcemia aumenta la secrezione di gastrina), dolori addominali, vomito, disturbi psicologici (depressione, stato confusionale, apatia, letargia fino al coma), debolezza, sete, poliuria, disidratazione e dolori ossei. Mentre nei pazienti con ipercalcemia modesta (11-12 mg/dL) la condizione può essere asintomatica, nelle forme gravi l'ipercalcemia si accompagna a sintomi abbastanza severi, fino a costituire una vera e propria emergenza medica (gravi aritmie, coma, insufficienza renale).

Cause e malattie associate

Infezioni, processi infiammatori, iperparatiroidismo (aumento della funzione delle ghiandole paratiroidi, dovuta di solito a tumori benigni, con aumentati livelli ematici di paratormone), tumori con metastasi alle ossa (tipico è il caso del tumore al seno e di quello al polmone), tumori che rilasciano sostanze simili al paratormone (sindrome paraneoplastica), morbo di Paget, ipertiroidismo (aumentata funzionalità della tiroide), fratture ossee combinate a immobilizzazione prolungata, dieta iperproteica, eccessiva assunzione di vitamina D, intossicazione da vitamina A, trapianto di reni, tubercolosi, sarcoidosi, mieloma multiplo, leucemie, traumi, stress ed insufficienza renale.

Tra le cause iatrogene figurano alcuni diuretici (tiazidici), il sovradosaggio di ormoni tiroidei (Eutirox), il tamoxifene e la terapia con litio (utilizzata soprattutto nel trattamento del disturbo bipolare).

Trattamento

Vedi anche: Farmaci per la cura dell'ipercalcemia


Per stabilire un adeguato trattamento dell'ipercalcemia è necessario innanzitutto determinarne la causa d'origine (a tal proposito può essere utile lo schema riportato in figura, cliccandoci sopra per ingrandirlo). IpercalcemiaLa terapia ospedaliera di emergenza deve soddisfare tre distinti criteri: idratazione, aumento dell'apporto di sale e diuresi forzata. La reidratazione del paziente tramite soluzioni saline (l'escrezione renale di sodio facilita quella del calcio), deve quindi essere successivamente affiancata da trattamento diuretico (furosemide) per evitare un eccessivo aumento del volume ematico (con conseguente ipertensione e rischio di edema polmonare). Altri due importanti farmaci utilizzati nel trattamento dell'ipercalcemia sono i bisfosfonati e la calcitonina (analogo dell'ormone naturale, capace di inibire il riassorbimento osseo e di aumentare l'eliminazione di calcio con le urine). I bisfosfonati sono farmaci analoghi al pirofosfato con elevata affinità per l'osso. Stabili e resistenti alle fosfatasi, hanno la caratteristica di inibire l'attività degli osteoclasti, le cellule deputate al riassorbimento osseo; questi farmaci devono essere utilizzati con particolare cautela in presenza di ipercalcemia con insufficienza renale, per la quale può rendersi necessario il ricorso alla dialisi.



Altri articoli su 'Ipercalcemia'

  1. Ipocalcemia
  2. Calcemia