Ultima modifica 25.02.2020

Herpes Simplex (HSV)

Transplacentare e perinatale

Il feto può essere infettato per via transplacentare nel corso di herpes genitale della madre (causato dall'Herpes Simplex di tipo 2), con alta incidenza di aborti, ma la più importante infezione si ha al momento della nascita, per il passaggio attraverso i genitali infetti. Infezione in gravidanzaSi può, in tal caso, avere una gravissima forma disseminata che si palesa da 2 a 12 giorni dopo la nascita, chiamata poliviscerite erpetica, con ittero e grave epatite, emorragie intestinali, lesioni del pancreas, del rene, dell'encefalo, congiuntivite, vescicole cutanee, febbre, sintomi respiratori, turbe digestive e fenomeni neurologici. È importante la precoce identificazione di lesioni erpetiche genitali della madre con il riconoscimento del virus in coltura o con la ricerca del suo DNA mediante la PCR delle secrezioni vaginali. L'ecografia può mostrare alcune delle lesioni (aborto, parto pretermine, morte fetale, lesioni nervose, viscerali e cutanee) ed i test sierologici sono dirimenti. È discussa l'utilità di un trattamento con il farmaco antivirale Acyclovir, sia in pomata che per via venosa. Il parto deve essere espletato mediante un cesareo.

Varicella Zooster

Transplacentare e perinatale

La varicella congenita può verificarsi se la madre ha contratto l'infezione entro la 20° settimana di gestazione (rischio dell'1-2%) o subito prima del parto. Nel primo caso si possono avere diverse malformazioni, come iposviluppo degli arti inferiori, cicatrici cutanee, atrofia del nervo ottico con cecità, cataratta. Nel secondo caso, il neonato presenta una tipica eruzione con vescicole ed una grave infezione in atto con morte nel 25% dei casi.

Lo screening viene effettuato tramite l'ecografia, che è in grado di vedere alcune delle alterazioni provocate dalla varicella, e mediante il dosaggio di IgG ed IgM specifici per Varicella Zoster. Nel caso di positività della madre, le verrà effettuata una immunizzazione passiva con immunoglobuline specifiche per attenuare la gravità della malattia ed il rischio di sindrome da varicella congenita. Queste risultano efficaci solo quando vengono somministrate entro 96 ore dall'esposizione. Anche la somministrazione delle stesse immunoglobuline ai neonati sembra ridurre la gravità dell'infezione. Esiste un vaccino, non obbligatorio, ma consigliato entro i primi anni di vita oppure nelle persone a rischio che non hanno ancora avuto la malattia (personale sanitario e donne che desiderino una gravidanza).

Parvovirus B19

Transplacentare

Questo virus provoca nei bambini la cosiddetta "Quinta malattia" (o Megaloeritema). L'infezione contratta dalla donna in gravidanza comporta un rischio di infezione fetale del 30% circa. Non sono descritti effetti malformativi, ma una grave anemia con morte del feto. Un indicatore precoce di lesione fetale è l'aumento nel sangue materno di una sostanza proteica chiamata alfa-fetoproteina. Nel caso questa fosse positiva, è indispensabile la ricerca del DNA del virus con PCR dal prelievo del cordone ombelicale. Lo screening si effettua con l'ecografia e con la ricerca di IgM ed IgG specifiche e, se questi fossero positivi, sono raccomandate ecografie ripetute al fine di evidenziare tempestivamente l'eventuale insorgenza di gravi alterazioni fetali.

HIV

Transplacentare, perinatale, postatale

L'AIDS pediatrico rappresenta, nei paesi industrializzati, il 3% di tutti i casi notificati ed in Africa addirittura il 20%. Non è possibile prevedere se il figlio di una madre infetta sarà anch'esso infetto perché, sebbene la totalità dei nati da madre HIV positiva presenti alla nascita anticorpi specifici contro il virus, solo il 20% circa svilupperà la malattia. Attualmente è possibile scoprire la presenza del virus mediante il test HIV e la ricerca del suo genoma (di RNA) con la PCR. La somministrazione di farmaci antivirali in gravidanza e precocemente al neonato riduce del 70% la probabilità di infezione di AIDS, che nel neonato che la manifesta ha una rapida e maligna evoluzione.

Altri virus

Le malformazioni congenite in seguito a morbillo contratto dalla madre durante il primo trimestre sono molto rare, ma è stata segnalata una certa incidenza di aborti e parti prematuri nel caso di infezione dopo il secondo trimestre. Il virus di Epsten-Barr (che provoca la mononucleosi) ed i virus influenzali sono implicati in rari casi di malformazioni fetali in madri infettatesi nel primo trimestre. L'infezione materna da virus Coxsackie A e B può causare lesioni fetali cardiache, cerebrali  e delle ghiandole surrenali, sempre se contratti  nel primo trimestre. La trasmissione materno-fetale dell'epatite B si verifica frequentemente nel neonato al momento del travaglio o durante l'allattamento ed è necessario praticare al bambino, entro 48 ore dalla nascita, la somministrazione di immunoglobuline specifiche contro il virus seguite immediatamente dalla vaccinazione. Questo sembra ridurre la percentuale di trasmissione all' 1%. La madre affetta da epatite C può contagiare il figlio, ma nel complesso ciò è poco frequente.



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