Ghiandole di Bartolini - Funzioni e Disturbi

Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono
  3. Funzioni
  4. Malattie e Disturbi
  5. Bartolinite
  6. Cisti
  7. Ascessi
  8. Tumori
  9. Prevenzione generale

Generalità

Le ghiandole di Bartolini sono due piccole strutture ovali, appartenenti all'apparato genitale femminile esterno.

Queste ghiandole sono situate nella porzione postero-laterale dell'orifizio vaginale, a livello dell'estremità inferiore delle pliche cutanee (o labbra) della vulva.
La funzione delle ghiandole di Bartolini è strettamente legata all'attività sessuale: nella fase di eccitazione della donna, queste strutture sono deputate alla secrezione di un liquido chiaro e viscoso, che agisce da lubrificante per il canale vaginale.
Le ghiandole di Bartolini possono essere interessate da processi infiammatori (bartolinite), durante i quali aumentano di volume e diventano dolenti. Quando si ostruiscono i canali da cui defluisce il liquido lubrificante, invece, può risultare la formazione di cisti. Quest'ultime possono rimanere per lungo tempo asintomatiche, ma, se si infettano, evolvono in ascessi (formazioni sacciformi contenenti pus).
Le condizioni patologiche che interessano le ghiandole di Bartolini richiedono la valutazione del ginecologo, il quale può effettuare il corretto inquadramento diagnostico e indicare il trattamento più adeguato al caso.

Ghiandole di bartolini

Cosa sono

Le ghiandole di Bartolini sono due strutture dalla forma ovaloide o rotondeggiante, situate profondamente e disposte in maniera simmetrica (una su ciascun lato) in prossimità della parete laterale e posteriore dell'orifizio vaginale. Queste formazioni sono molto piccole (raramente superano 1 cm di diametro) e non palpabili (tranne in presenza di malattie o infezioni).
Tramite uno stretto canale escretore, lungo circa 1,5-2 cm, le ghiandole sfociano ai lati del vestibolo della vagina, sulla superficie della vulva. Più precisamente, i dotti di Bartolini si aprono a livello del solco formato dalle piccole labbra lateralmente e dall'imene (o dai suoi residui) medialmente.


Vulva - anatomia

Immagine tratta da: https://en.wikipedia.org/wiki/Vulva

Funzioni

Le ghiandole di Bartolini secernono una sostanza mucosa che contribuisce al mantenimento della lubrificazione del canale vaginale, quando una donna è sessualmente eccitata.
Durante il coito, una piccola quantità di questo liquido denso, vischioso e trasparente può contribuire a inumidire l'apertura della vagina, rendendo più confortevole il rapporto sessuale.
Le ghiandole di Bartolini modificano la loro struttura con l'età: nelle ragazze giovani, presentano piccole dimensioni (poiché in tale periodo non sono ancora funzionanti), mentre nelle donne adulte sessualmente attive raggiungono il loro massimo volume. Queste strutture vanno incontro, poi, a un'involuzione progressiva e, dopo la menopausa, risultano atrofiche.


La ghiandole di Bartolini vengono dette anche ghiandole vestibolari maggiori, per distinguerle dalle altre strutture ghiandolari, di dimensioni minori, che si trovano sparse nel tratto inferiore delle vie genitali femminili. Tra queste vi sono le ghiandole di Skene, localizzate in prossimità dell'uretra distale, nella zona superiore rispetto all'introito vaginale.

Come le ghiandole di Bartolini, in uno stato di eccitazione sessuale, le ghiandole di Skene cominciano a secernere un fluido che sembra possa contribuire alla lubrificazione vaginale durante la copulazione.

Malattie e Disturbi

Le ghiandole di Bartolini possono essere coinvolte soprattutto dalle infiammazioni e dalla formazione di cisti; questi problemi sono comuni nelle donne in età riproduttiva, in particolare tra i 20 ed i 30 anni. In qualche caso, tuttavia, queste strutture possono essere interessate da gravi infezioni e processi neoplastici.
In linea generale, è importante mantenere una corretta igiene intima, avere rapporti sessuali protetti e consultare il medico quando si notano noduli ed infiammazioni nell'area genitale. L'obiettivo dell'eventuale trattamento è quello di preservare, quando possibile, la ghiandola e la sua funzione.

Bartolinite

La bartolinite è un'infiammazione che può interessare una sola o entrambe le ghiandole di Bartolini. Di solito, il processo comporta una tumefazione del terzo inferiore delle grandi labbra, associata a dolore acuto, arrossamento e tensione della cute sovrastante. Altri sintomi spesso connessi sono senso di peso al basso ventre e prurito locale.
La bartolinite è causata generalmente da un'infezione vaginale (vaginite). I fattori predisponenti l'infiammazione delle ghiandole di Bartolini comprendono le scarse condizioni igieniche, i rapporti sessuali, l'impossibilità di lavarsi per lungo tempo e l'uso eccessivo di biancheria intima sintetica o di abiti attillati che provocano sfregamento.
L'infiammazione semplice delle ghiandole di Bartolini può essere transitoria e si risolve nel giro di 3-5 giorni. In diversi casi, tuttavia, il processo patologico può dare luogo alla formazione di una cisti.
Una volta accertato che si tratta di bartolinite, pertanto, il medico può prescrivere una cura di tipo farmacologico a base di antinfiammatori (per contrastare il processo flogistico acuto in corso) ed, eventualmente antibiotici, sia per via orale, sia attraverso l'utilizzo di pomate da impiegare a livello locale. Se l'infiammazione si ripresenta due o tre volte nel corso di un anno, invece, può essere indicata la rimozione chirurgica delle ghiandole di Bartolini coinvolte.

Cisti

Le cisti delle ghiandole di Bartolini rappresentano le formazioni cistiche vulvari più comuni: quest'affezione colpisce circa il 2% delle donne, solitamente tra i 20-30 anni d'età. Con l'avanzare del tempo (menopausa), invece, l'affezione si manifesta con minore probabilità.
Il disturbo si verifica in seguito a un'ostruzione del dotto del Bartolini, che provoca l'ingrossamento della ghiandola per il ristagno di muco, da cui consegue la formazione di una cisti. Il motivo per il quale il fluido prodotto dalle ghiandole non riesce a defluire normalmente non è sempre noto; raramente, le cisti derivano da un'infezione in corso, una malattia trasmessa per via sessuale (come gonorrea e clamidia ) o dallo sviluppo congenitamente anomalo dei tessuti del tratto genitale.
Frequentemente, le formazioni cistiche sono asintomatiche; tuttavia, le cisti di maggiori dimensioni possono provocare una sensazione fastidiosa, soprattutto durante la deambulazione ed i rapporti sessuali. Le lesioni più voluminose possono associarsi, inoltre, a dolorabilità, irritazione vulvare e dispareunia.
La maggior parte delle cisti del Bartolini è monolaterale e palpabile in prossimità dell'orifizio vaginale; quando sono di grandi dimensioni, queste formazioni distendono le grandi labbra del lato interessato e provocano un'asimmetria vulvare. Se le cisti sono colpite da un processo infettivo, inoltre, si possono manifestare dolore molto intenso e febbre.
La valutazione dell'affezione prevede una visita medica specialistica. La diagnosi differenziale viene posta con altre lesioni cistiche e solide della vulva, come la cisti epidermiche da inclusione (rigonfiamenti rotondi e asintomatici localizzati nelle grandi labbra), l'idroadenoma papillare (neoplasia benigna che deriva dalle ghiandole sudoripare, localizzata soprattutto a livello delle piccole labbra), il fibroma ed il lipoma.
Generalmente, le cisti delle ghiandole di Bartolini non hanno bisogno di trattamento quando sono di modeste dimensioni, non creano fastidio e non sono oggetto di infezioni. Se invece la lesione diventa sintomatica o ascessualizza, invece, può essere necessario il drenaggio (incisione della ghiandola), con o senza enucleazione completa della ghiandola (bartolinectomia).
La prevenzione di complicazioni che interessano le cisti di Bartolini prevede bagni in acqua calda, da eseguire più volte al giorno, immergendosi fino alle pelvi.

Ascessi

Quando il liquido contenuto all'interno di una cisti di Bartolini si infetta, può formarsi un ascesso (raccolta di pus in seguito alla penetrazione di alcuni germi). Questo diventa molto voluminoso (può raggiungere le dimensioni di una noce), oltre a provocare intenso dolore intorno alla ghiandola e secrezioni (solitamente, di colore giallastro). In qualche caso, è possibile che si presenti anche qualche linea di febbre.
Gli ascessi che riguardano la ghiandola di Bartolini sono spesso polimicrobici; gli agente patogeni isolati più frequentemente sono Escherichia coli, Neisseria gonorrhoeae e Chlamydia trachomatis.
Questa patologia rende necessario ricorrere agli antibiotici prescritti dal medico e al drenaggio per favorire la fuoriuscita del materiale purulento. Quest'approccio consente un miglioramento repentino del dolore vulvare.
In caso di recidive, può essere indicata la marsupializzazione, ossia la ghiandola viene incisa e lasciata aperta per consentire un drenaggio continuo e impedire che il liquido possa ristagnare all'interno; dopo l'intervento, le pareti della cisti ascessualizzata si retraggono, lasciando un nuovo orifizio per le secrezioni. In alternativa, è possibile procedere con l'asportazione chirurgica della cisti infetta mediante bartolinectomia.

Tumori

I tumori della vulva originano raramente nelle ghiandole del Bartolini.
In genere, il carcinoma primitivo insorge nelle donne in post-menopausa, a causa della trasformazione in senso neoplastico delle componenti epiteliali della ghiandola. Tuttavia, la patologia tumorale delle ghiandole del Bartolini può manifestarsi nelle giovani, essendo correlata, talvolta, all'infezione da papillomavirus umano.

Altri fattori di rischio comprendono la neoplasia vulvare intraepiteliale (VIN), il lichen sclerosus genitale, l'iperplasia squamosa, il carcinoma della vagina e la malattia granulomatosa cronica.
Il tumore delle ghiandole del Bartolini si presenta, di solito, come una neoformazione vulvare palpabile irregolare, nodulare e persistentemente indurita. Tardivamente, compaiono segni clinici come escoriazioni, dolore e prurito. La lesione può diventare necrotica o ulcerata, causando a volte sanguinamento o secrezioni vaginali acquose.
Considerato che le ghiandole del Bartolini vanno incontro a un'involuzione nelle donne in menopausa o in peri-menopausa, la comparsa di una massa vulvare rende necessaria la biopsia escissionale per escludere la presenza di un processo maligno.
La terapia prevede l'escissione chirurgica del tumore locale e la dissezione dei linfonodi inguinali e femorali. Questi approcci sono associati, talvolta, a radioterapia post-operatoria e chemioterapia.

Prevenzione generale

  • La prima e più importante regola di prevenzione delle infiammazioni e delle cisti delle ghiandole di Bartolini è il mantenimento di una buona igiene genitale: pertanto, occorre fare attenzione a un'accurata e quotidiana pulizia locale e, soprattutto in estate, cambiare frequentemente la biancheria intima.
  • Un'altra buona abitudine per ridurre il rischio di incorrere in infezioni genitali, è evitare l'abuso di assorbenti e salvaslip per l'intero arco della giornata, se non necessario, poiché non permettono la corretta traspirazione cutanea. Per lo stesso motivo, è sconsigliato l'uso di indumenti sintetici e biancheria particolarmente stretta: lo sfregamento continuo del tessuto sulla pelle può dare origine a irritazioni a livello locale.
  • Praticare sesso sicuro – utilizzando, in particolare, un preservativo ogni volta che si hanno rapporti - può contribuire a ridurre le probabilità di sviluppare l'infezione di una cisti e la formazione di un ascesso delle ghiandole di Bartolini.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici