Ultima modifica 06.03.2020

Generalità

La gastroscopia è un esame diagnostico che permette l'esplorazione visiva del tratto digestivo superiore (esofago, stomaco e duodeno), al fine di escludere o evidenziare sospette alterazioni funzionali o malattie; per questo, si parla più correttamente di esofago-gastroduodenoscopia (EGDs).

GastroscopiaL'esame sfrutta un apparecchio sottile e flessibile, chiamato gastroscopio, con un diametro di solito inferiore al centimetro, e dotato di una "videocamera" con fonte luminosa all'estremità; questo strumento, attraverso la bocca, viene introdotto nell'esofago, quindi nello stomaco e nella prima parte dell'intestino tenue (duodeno), permettendo di vedere perfettamente l'interno del tratto digestivo su un monitor. In tal modo è possibile ispezionare queste regioni, per scoprire - e a volte trattare (gastroscopia operativa) - problemi di varia natura, come ulcere, infiammazioni o tumori. Ad esempio, in presenza di un'infiammazione della mucosa o di un tumore nello stomaco o nel duodeno, tramite il gastroscopio può essere prelevato un campione di tessuto leso (biopsia). In questo modo il campione potrà essere osservato attentamente al microscopio, ottenendo una diagnosi più accurata, utile anche per impostare la corretta terapia.

Negli ultimi anni, la tecnica gastroscopica tradizionale è stata affiancata dalla cosiddetta "gastroscopia per via trans-nasale", nella quale l'accesso ai tratti superiori dell'apparato digerente avviene tramite un endoscopio, ancor più sottile, introdotto attraverso il naso.

Indicazioni

Per quale motivo si esegue?

La gastroscopia viene eseguita quando esiste il sospetto di una patologia a livello dell'esofago, dello stomaco o del duodeno, ad esempio per investigare alcuni sintomi, quali emorragie (ematemesi = emissione di sangue dalla bocca, melena = emissione di feci scure e catramose), quadri anemici, dolore, bruciore retrosternale, nausea e difficoltà di deglutizione (disfagia).

Tra le principali e più comuni lesioni riscontrabili nel corso di una gastroscopia, ricordiamo: esofagite, esofago di Barrett, complicanze legate alla cirrosi epatica e all'ipertensione portale (varici esofagee), neoplasie esofagee, gastrite, ulcera gastrica, neoplasie gastriche ed ulcera duodenale.

Altre volte, la gastroscopia viene eseguita per monitorare l'evoluzione di una malattia già diagnosticata, l'efficacia terapeutica o per eseguire trattamenti effettuabili per via endoscopica; ad esempio, il medico può distendere zone affette da stenosi (restringimenti esofagei), rimuovere polipi (escrescenze generalmente benigne) o corpi estranei ingeriti accidentalmente, arrestare emorragie, iniettare farmaci o posizionare presidi terapeutici, senza dimenticare la possibilità di raccogliere campioni di tessuto (biopsia) per la ricerca di infezioni (Helicobacter pylori), per la verifica del buon funzionamento dell'intestino e per la diagnosi di tessuti dall'aspetto anomalo, che possono rivelare patologie come la malattia celiaca e lesioni pre-tumorali o tumorali.

Preparazione

Come ci si prepara all'esame?

L'assenza di cibo nei tratti superiori dell'apparato digerente garantisce una migliore visualizzazione e accuratezza diagnostica. Per questo motivo, è opportuno restare a digiuno evitando di ingerire cibi o bevande per almeno 6-8 ore prima dell'esame; l'ultimo pasto che precede la gastroscopia dovrà comunque essere leggero e facilmente digeribile (si veda a tal proposito l'articolo sui tempi di digestione degli alimenti). Se la gastroscopia viene effettuata di pomeriggio è consentita una colazione leggera, a base di e fette biscottate, oppure grissini entro le ore 7.00. E' bene non fumare prima dell'esame.

In genere, non occorre sospendere l'assunzione di eventuali farmaci che vengono assunti come terapia abituale; a tal proposito, si rimanda comunque alle indicazioni mediche, dato che, per esempio, potrebbe essere necessario correggere od eventualmente sospendere terapie con anticoagulanti orali (coumadin, sintrom), antiaggreganti piastrinici (aspirinetta, ticlopidina o simili) od antinfiammatori/antidolorifici (aspirina e simili). Prima dell'esame non si devono assumere farmaci antiacidi (tipo maalox) o carbone vegetale.

Altre condizioni che potrebbero richiedere accorgimenti particolari in vista di un'esofago-gastroduodenoscopia sono le cardiopatie valvolari, la presenza di pace-maker, l'immunodepressione ed il diabete (con adeguamento dell'assunzione di farmaci ipoglicemizzanti orali ed insulina prima dell'esame).

Il giorno della gastroscopia è necessario portare in ambulatorio i documenti sanitari (impegnativa, tessera sanitaria ecc.) e l'eventuale documentazione clinica (esami ematici, referti endoscopici precedenti, referti radiologici ecc.).

Immediatamente prima dell'esame, il paziente viene informato delle modalità di esecuzione della gastroscopia e dei rischi di tale indagine, richiedendo il consenso all'esecuzione dell'esame. Durante il colloquio, il paziente avrà cura di informare il medico o l'operatore sanitario di eventuali terapie mediche in atto, allergie e reazioni avverse a farmaci, malattie pregresse ed eventuali esami endoscopici cui sia già stato sottoposto. La donna in età fertile dovrà inoltre avvertire dell'eventuale o sospetta gravidanza.

Come si esegue?

Per una buona riuscita dell'indagine è opportuno che il paziente rimanga rilassato il più possibile. Generalmente, viene invitato a sdraiarsi sul fianco sinistro previa anestizzazione della cavità orale con uno spray od una caramella da sciogliere in bocca; entrambi possono dare la sensazione di sapore amaro, ma sono importanti per rendere insensibile la gola ed attenuare il riflesso del vomito.

Prima dell'esame eventuali protesi dentarie mobili (dentiera) dovranno essere tolte, così come gli occhiali, mentre verranno applicati elettrodi e bracciale per il monitoraggio dei parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca). Verrà inoltre inserito tra i denti un boccaglio di protezione, per proteggerli ed impedire che l'endoscopio venga morso.

Nella maggior parte de casi, il paziente viene sottoposto ad una sedazione generale tramite iniezione di farmaci per via endovenosa, al fine di rendere la gastroscopia più confortevole ed aumentare la collaborazione dell'esaminato. Pur eliminando l'ansia o comunque attenuandola sensibilmente, questi farmaci non addormentano completamente il paziente, che rimane capace di rispondere agli stimoli tattili e cooperare ai comandi verbali. Non di rado, per l'effetto stesso del farmaco, il paziente dimentica l'esperienza o comunque conserva soltanto un ricordo sbiadito.

Molto raramente si ricorre ad anestesia generale. Se il paziente lo preferisce, l'esofago-gastroduodenoscopia (EGDs) può essere eseguita anche senza alcuna sedazione.

L'esame inizia con l'introduzione del gastroscopio nella cavità orale, che viene poi fatto scendere con estrema cautela lungo l'esofago, sino allo stomaco e al duodeno. A livello gastrico, attraverso lo strumento, verrà immessa aria allo scopo di distendere le pareti ed avere una visione migliore delle stesse; al suo interno, infatti, il gastroscopio possiede dei canali che permettono di far passare, se necessario, microstrumenti speciali, acqua o aria.

Sullo schermo appare un'immagine a colori molto nitida, con un'elevata risoluzione dell'interno dello stomaco, e possibilità di memorizzare istantanee e filmati.

E' Dolorosa?

Di per sé, la gastroscopia non è generalmente dolorosa e non impedisce in alcun modo la respirazione; anche l'esecuzione di eventuali biopsie non è dolorosa, poiché la mucosa non possiede nervi che percepiscano dolore. Tuttavia, specie in assenza di sedazione, l'esame provoca comunque un certo fastidio, in particolare durante l'insufflazione di aria nello stomaco. Anche la discesa del gastroscopio stesso può provocare una certa tensione, con senso di pressione sul ventre, che a tratti può risultare sgradevole. La parte più spiacevole della gastroscopia coincide comunque nel momento in cui il gastroscopio dev'essere "mandato giù" al passaggio dal cavo orale nell'esofago, poiché la deglutizione volontaria - che facilita la manovra riducendo al minimo il fastidio - si associa in genere alla comparsa di uno stimolo del rigurgito.

L'esame dura circa 15-20 minuti e può prolungarsi oltre qualora si richiedano interventi particolari per risultati inattesi. Se necessario, l'effetto del calmante può essere antagonizzato da un altro farmaco.

Al termine della gastroscopia è possibile, per qualche ora, avvertire una sensazione di gonfiore addominale che sparirà spontaneamente. Si possono lamentare anche altri disturbi, in genere lievi, come ad esempio una voce rauca.

Dopo la gastroscopia

Al termine della gastroscopia il medico informerà il paziente sull'esito dell'esame e fornirà indicazioni precise sulle misure da prendere.

L'impiego di farmaci sedativi durante la gastroscopia impone la più assoluta astensione dalla guida e dall'uso di macchinari nelle 24 ore successive all'esame. Per lo stesso motivo, in questo arco di tempo il paziente non dovrà firmare documenti con valore legale o impegnarsi in altre attività che richiedano un importante stato di attenzione e piena lucidità.

Dopo circa un'ora dalla gastroscopia, appena riacquisita la sensibilità della lingua e del palato, nonché il riflesso della deglutizione, il paziente potrà alimentarsi normalmente; si consiglia un pasto leggero, senza alcolici, ed il riposo per il resto della giornata. Nel caso sia stata eseguita una biopsia, il paziente dovrà evitare di assumere alimenti caldi, perché aumenterebbero il rischio di emorragie.
Se nelle ore successive alla gastroscopia dovessero sopraggiungere dolori addominali, capogiri, nausea), o si notasse l'eliminazione di feci nere e molli, è importante contattare immediatamente il medico o l'ospedale più vicino.

Per quanto detto, nel caso il paziente sia stato sottoposto a sedazione, ribadiamo l'impossibilità di tornare a casa guidando personalmente l'auto, anche in assenza di torpore e sonnolenza.

Rischi e complicanze

La gastroscopia è pericolosa?

La gastroscopia è un esame sicuro ed ampiamente collaudato. Solo raramente possono insorgere complicanze, la più comune delle quali è la perforazione dello stomaco, che mediamente si verifica una volta ogni mille casi. Il rischio di complicanze è ovviamente maggiore in caso di gastroscopia operativa (ad esempio con biopsie), soprattutto per il rischio di emorragie o ferite (perforazioni), ulteriormente favorito da particolari condizioni anatomiche (stenosi esofagee, diverticolo di Zenker, neoplasie). L'eventuale sanguinamento è generalmente controllabile per via endoscopica, e solo in casi molto rari può richiedere un intervento chirurgico od una trasfusione di sangue.

Anche la presenza di malattie cardiache o polmonari pre-esistenti può elevare il rischio di complicanze. Limitato, ma non trascurabile, il rischio di polmonite secondaria all'ingestione di materiale aspirato nelle vie aeree, e di aritmie cardiache. Altre complicanze possono correlarsi al tipo di sedazione. Maggiori dettagli circa le complicanze possono essere richiesti al medico endoscopista.

Per garantire il paziente dal rischio di trasmissione di infezioni, tutti gli accessori utilizzati durante la gastroscopia sono monouso o sottoposti a sterilizzazione, con particolare accortezza alla cura dell'igiene ambientale.