Ultima modifica 21.06.2019

Generalità

L'emosiderina è una proteina di deposito del ferro, che può essere dosata prelevando piccoli campioni di tessuto (biopsia).
Le alterazioni dell'emosiderina assumono un valore predittivo per la diagnosi di diverse patologie, tra cui: infezioni croniche, cardiopatie stabili o di vecchia data, anemie sideropeniche e cirrosi epatica. Emosiderina

Accumuli abnormi di emosiderina si hanno anche in caso di disturbi del metabolismo del ferro, con eccessiva deposizione di questo metallo nei tessuti (come nelle emosiderosi e nell'emocromatosi).
Questo parametro non si dosa nel sangue, ma può essere evidenziato in vari tessuti, ricorrendo a speciali reazioni istochimiche e microscopio ottico. Piuttosto che valutare l'entità delle riserve di ferro dell'organismo, quest'analisi serve a mettere in evidenza i sideroblasti patologici (espressione dell'accumulo del metallo negli eritroblasti).

Cos'è

L'emosiderina è una proteina che lega il ferro. Insieme alla ferritina, questa proteina svolge l'importante funzione di stoccaggio del ferro nell'organismo.
Dal punto di vista strutturale, l'emosiderina è composta dall'aggregazione di molecole di ferritina con altri elementi (lipidi, acido sialico, proteine e porfirine).
L'eccesso di ferro locale o sistemico induce l'emosiderina ad accumularsi nelle cellule.

Ferro di deposito: emosiderina e ferritina

La quota totale di ferro contenuta nell'organismo si aggira intorno ai 3-5 grammi, divisa tra parte circolante (emoglobina – circa 2,5 g; mioglobina ed enzimi) e depositi dell'organismo, rappresentati dalla ferritina e dall'emosiderina.
La ferritina è presente nel sangue, mentre l'emosiderina è localizzata principalmente all'interno delle cellule deputate alla sintesi dei globuli rossi. Tra queste due proteine di stoccaggio, la ferritina è l'unico parametro valutabile a livello ematico, per quantificare l'entità delle riserve di ferro dell'organismo.

Ruolo biologico e significato clinico

L'emosiderina è un composto organico eterogeneo, formato essenzialmente da un guscio proteico che racchiude sali di ferro; stiamo infatti parlando di una delle due forme di stoccaggio del minerale nell'organismo.
Il compartimento di deposito rappresenta il 20-30% del ferro corporeo; questo minerale, tuttavia, non viene immagazzinato come tale, bensì legato a specifiche proteine.
Si riconoscono così due distinte forme di stoccaggio, chiamate ferritina ed emosiderina. Quest'ultima deriva dalla prima, dato che un terzo circa della ferritina circolante si complessa in aggregati più stabili e insolubili. L'emosiderina - contenuta in questa sorta di granuli ripieni di molecole di ferritina semidigerite - si ritrova soprattutto nelle cellule del sistema monocito-macrofagico del midollo osseo e della milza, e nelle cellule epatiche di Kupffer. La ferritina, è invece virtualmente contenuta in tutte le cellule del corpo (principalmente negli epatociti) e nei fluidi tissutali (ad esempio nel plasma in minime concentrazioni).
Rispetto a quello racchiuso nella ferritina, il ferro di deposito contenuto nell'emosiderina risulta di più difficile metabolizzazione; in caso di necessità è quindi lentamente disponibile. L'emosiderina, inoltre, contiene più ferro e meno proteine rispetto alla ferritina, e non risulta solubile in acqua.


Per quanto detto, non sorprende che la concentrazione corporea di ferro condizioni la distribuzione tra ferritina ed emosiderina; in particolare, a bassi livelli di deposito il ferro è stoccato principalmente come ferritina, mentre all'aumentare dell'elemento la quota di emosiderina cresce in modo proporzionale.

Perché si Misura

L'emosiderina non si dosa in circolo, ma si osserva al microscopio ottico sotto forma di granuli colorabili in blu con ferrocianuro di potassio (colorazione di Perls). I campioni da esaminare sono rappresentati da tessuti o strisci di sangue midollare (o mieloaspirato).
L'emosiderina aumenta specialmente negli stati di sovraccarico di ferro, derivando da un processo di degradazione della ferritina o da altri meccanismi che intervengono quando il sistema che regola la sintesi di ferritina è saturo.


Nota
La maggior parte delle riserve di ferro è presente sotto forma di Ferritina. Se la capacità di deposito di questa proteina viene superata, compare una proporzione notevole di Emosiderina. In altre parole, quando si ha un eccesso di ferro a livello locale o sistemico, la ferritina forma granuli di emosiderina, facilmente osservabili al microscopio ottico.
L'emosiderina tende ad accumularsi nel fegato, se viene meno l'accesso alla via metabolica che consente di smaltire correttamente il ferro. Il risultato è un aumento di emosiderina riscontrabile a livello degli organi parenchimatosi (fegato, cuore, pancreas, ghiandole endocrine ecc.).


L'emosiderina assume una certa rilevanza nella diagnosi di varie malattie. Un aumento dell'assorbimento del ferro nei tessuti o livelli elevati del metallo nel siero, possono verificarsi per difetti congeniti o per cause diverse, interessando in particolare fegato e pancreas.
Nello specifico, l'aumento di questo parametro si viene a evidenziare come risultato di: processi infettivi, cirrosi epatica, uremia, ripetute trasfusioni di sangue e diverse forme di anemie, tra cui quella perniciosa.

Valori normali

In condizioni normali, si possono osservare piccole quantità di emosiderina nei macrofagi di midollo osseo, milza e fegato, dove vengono impegnati nell'emocateresi dei globuli rossi.

Emosiderina Alta - Cause

Un eccessivo apporto di ferro tramite farmaci, alimenti, integratori o trasfusioni, può essere responsabile di sovraccarichi, che vanno sotto il nome di emosiderosi od emocromatosi secondaria.
Importanti depositi di emosiderina si formano anche negli organi interessati da emorragie, infarti o traumi, oltre che nei disturbi del metabolismo con eccessivo accumulo di ferro nei tessuti (emocromatosi).

Emosiderina Bassa - Cause

La carenza o assenza di emosiderina a livello midollare è il primo segno di un deficit di ferro nell'organismo, come avviene nelle anemie sideropeniche di una certa gravità.
La presenza di emosiderina nelle urine, invece, è spia di emolisi intravascolare.

Come si misura

L'emosiderina non si dosa in circolo, ma si osserva nei tessuti o negli strisci midollari (o mieloaspirati), sotto forma di granuli giallo-brunastri nei preparati non colorati e di colore verde-blu dopo la colorazione istologica di Perls (detta anche colorazione Blu di Prussia).

Preparazione

L'emosiderina viene identificata istologicamente, pertanto non sono necessarie particolari precauzioni da adottare prima dell'analisi. Talvolta, è necessario osservare un periodo di digiuno di almeno 8 ore.
I farmaci non influiscono sull'esito di questi esami, fatta eccezione se si sta seguendo una terapia a base di ferro; quindi, è sempre consigliabile che il medico ne sia a conoscenza.

Interpretazione dei Risultati

  • Bassi livelli di emosiderina indicano l'assenza di ferro nei depositi. Nelle anemie sideropeniche, la diminuita concentrazione della proteina è considerata un importante marker precoce, potendo anticipare la comparsa dei sintomi anche di alcuni mesi.
  • Alti livelli di emosiderina indicano la possibile esistenza di un sovraccarico di ferro. Questa condizione può dipendere da un maggior assorbimento del ferro ingerito per via alimentare, a causa di un difetto congenito (emocromatosi); anemie emolitiche (la lisi prematura dei globuli rossi determina il rilascio di enormi quantità di ferro) e ripetute trasfusioni di sangue. Quantità maggiori di emosiderina compaiono nei tessuti sede di stasi ematica cronica (es. polmone) o che siano stati interessati da emorragie, infarti e traumi.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici