Ultima modifica 28.02.2020

L'elefantiasi è una malattia tropicale caratterizzata dall'abnorme ispessimento della pelle e del sottostante tessuto connettivo, in particolare a livello degli arti inferiori, dei genitali maschili, della vulva e delle mammelle.

Cause

ElefantiasiL'elefantiasi è causata dall'ostruzione dei vasi linfatici e dal conseguente mancato drenaggio dei fluidi dai tessuti circostanti.

Il processo ostruttivo è spesso dovuto alla presenza di vermi parassiti della filaria, chiamati Wuchereria bancrofti e Brugia malayi.

Epidemiologia

Si stima che a livello mondiale questi nematodi infestino qualcosa come 120 milioni di persone, di cui circa 1/3 sviluppano sintomi tipici della filariasi. Brugia malayi è endemico nell'Asia, mentre W.bancrofti ha una distribuzione più ampia, essendo diffuso non solo in Asia, ma anche nell'Africa tropicale, nel centro e nel sud America e nelle Isole del Pacifico. In alcune isole della Malesia, inoltre, è diffuso un terzo tipo di parassita responsabile di elefantiasi, chiamato Brugia timori.

Contagio

I parassiti vengono trasmessi - allo stadio larvale - da insetti ematofagi come le zanzare, penetrando nell'organismo all'atto della puntura. La maturazione dei parassiti avviene a livello degli organi linfatici, dove si riproducono a spese dell'ospite.

Dall'accoppiamento originano numerose microfilarie (fase larvale), che circolano nel sangue in attesa di essere fagocitate da insetti alla ricerca di un pasto ematico. Le larve si accrescono quindi all'interno di zanzare e tafani, acquisendo capacità infestante nell'arco di una o due settimane.

Giunte a maturazione, le larve migrano nelle ghiandole salivari dell'animale, pronte ad essere trasmesse all'ospite definitivo: l'uomo. Sono quindi possibili, e molto comuni, fenomeni di continua re-infestazione per mezzo di punture di zanzara ripetute nel tempo. Tale fattore espleta un ruolo molto importante nella patogenesi della malattia.

 

Elefantiasi

 

I parassiti adulti, dalla tipica forma filiforme, misurano dai tre ai dieci centimetri per soli 0,25 - 0,1 millimetri. All'interno dell'organismo possono vivere per decenni annidandosi nei vasi linfatici.

Dopo la puntura dell'insetto, il periodo di incubazione è di 5-15 mesi, durante i quali le larve si accrescono sino a divenire vermi adulti.

Sintomi

L'organismo umano, da parte sua, reagisce all'insulto parassitario con attacchi febbrili ed una risposta infiammatoria, inizialmente reversibile, dei vasi linfatici. Il processo flogistico determina gonfiori transitori accompagnati da arrossamento e prurito; si possono pertanto sviluppare orchiti ed epididimiti.

La cronicizzazione dell'infiammazione - dovuta all'ostruzione meccanica da parte dei vermi adulti, alle sostanze da essi liberate ed ulteriormente esacerbata dalla loro morte e dalle sovrainfezioni batteriche - determina i segni clinici tardivi della malattia.

ElefantiasiNella fase tardiva si assiste alla formazione di varici linfatiche e idrocele; dopo svariati anni dall'infestazione, l'ostruzione dei vasi linfatici determina elefantiasi, con rigonfiamento abnorme degli arti, dello scroto e/o delle mammelle. Questi accumuli di liquidi - non adeguatamente drenati dal sistema linfatico - possono assumere connotati "mostruosi" fino a raggiungere il peso di 50 o più kg., con cute spessa ed ulcerata per le numerose infezioni batteriche. Tutto ciò a causa del danneggiamento del sistema linfatico, che oltre a compromettere il il riassorbimento dei liquidi extracellulari, diminuisce anche le difese immunitarie dell'organismo.

Nonostante la filariasi venga spesso contratta nell'infanzia, l'elefantiasi insorge tipicamente in età adulta. Va detto, per contro, che una buona percentuale di pazienti rimane del tutto asintomatica nonostante l'infestazione.

Diagnosi e Cure

La filariasi può essere facilmente dimostrata attraverso test di ricerca di anticorpi anti-filaria (IFA, ELISA) o di antigeni del parassita in un piccolissimo campione ematico.

I farmaci impiegati per l'eradicazione della filariasi sono la DietilCarbamazina (DEC) e l'albendazolo. In presenza di elefantiasi, particolare cura viene posta nella prevenzione delle sovrainfezioni batteriche e fungine, che non possono prescindere da un'accurata igiene personale.