Ultima modifica 27.09.2019

Generalità

Il distacco di placenta si verifica quando la placenta si stacca, prematuramente e in modo insolito, dall'utero. Se è grave, questo evento mette in serio pericolo di vita sia la madre che il feto. La causa precisa non è nota, ma i fattori di rischio implicati sono numerosi. PlacentaLa gestante colpita dal distacco placentare lamenta una forte sensazione dolorosa e, in alcune circostanze, perdita di sangue attraverso la vagina. Quelli appena elencati, oltre a essere i sintomi tipici, sono anche i parametri diagnostici principali.
Purtroppo, non esiste un trattamento che possa riattaccare la placenta. Tuttavia, se si interviene con tempestività, è possibile salvare la vita del feto e della madre. All'emorragia, si risponde con trasfusioni, anche ingenti, di sangue.

La placenta

La placenta si forma all'interno dell'utero, in occasione di una gravidanza, per nutrire, proteggere e sostenere la crescita del feto. Si tratta, pertanto, di un organo temporaneo, o deciduo.
La placenta ha una duplice origine: materna e fetale. La componente materna deriva dall'endometrio dell'utero; la componente fetale corrisponde ai villi coriali (o villi corionici). I villi coriali sono dei prolungamenti ramificati della placenta, che affondano nell'utero (all'interno delle "lacune"), per prelevare le sostanze nutritive e l'ossigeno dai vasi sanguigni della madre. A questo punto, il nutrimento e l'ossigeno convogliano verso il cordone ombelicale e, da qui, raggiungono il feto.

LE DIMENSIONI DELLA PLACENTA

Al termine della gravidanza, la placenta assume le seguenti caratteristiche:

  • È di colore blu-rosso e forma discoidale
  • Il diametro misura tra i 15 e i 22 centimetri
  • Lo spessore varia tra i 2 e i 4 centimetri
  • Pesa 500-600 grammi (il 15% del peso del neonato)

LE FUNZIONI PRINCIPALI DELLA PLACENTA

La placenta è fondamentale per la sopravvivenza e la crescita del feto. Essa, infatti, è un organo multifunzionale: funge da polmone, rene, apparato digerente, sistema immunitario e barriera protettiva.

  • Da polmone, perché fornisce ossigeno al feto e scarica l'anidride carbonica.
  • Da rene, perché regola i liquidi corporei del feto.
  • Da apparato digerente, perché rifornisce il feto di nutrienti, quali glucosio, trigliceridi, proteine, acqua, sali minerali e vitamine.
  • Da sistema immunitario, perché attraverso essa giungono al feto gli anticorpi materni, per la difesa dagli agenti patogeni.
  • Da barriera protettiva, perché blocca le sostanze tossiche per il feto.

Cos'è il distacco di placenta?

Il distacco di placenta (o distacco placentare) è la separazione prematura della placenta dalla parete interna dell'utero. Distacco di PlacentaSi tratta di un episodio grave e improvviso, che mette in serio pericolo di vita sia il feto che la madre.
Assieme alla placenta previa, il distacco di placenta rappresenta una delle principali cause di emorragia antepartum, che è, a sua volta, una delle più importanti ragioni di morte materna e fetale.
N.B: si considera emorragia antepartum ogni perdita vaginale di sangue, che si verifica dalla 24esima settimana di gestazione.

GRAVITÀ€ DEL DISTACCO

In base alla superficie di placenta, che si stacca dall'utero, si parla di:

  • Distacco di placenta lieve. Caratteristiche: la superficie di placenta staccata dall'utero è meno di 1/4.
  • Distacco di placenta moderato. Caratteristiche: la superficie di placenta staccata varia da 1/4 a 2/3.
  • Distacco di placenta grave. Caratteristiche: la superficie di placenta staccata è superiore a 2/3.

Chiaramente, maggiore è la superficie distaccata e maggiore è la gravità della situazione.
Inoltre, a incidere sulla gravità del distacco placentare c'è un altro fattore: la settimana di gestazione in cui avviene l'episodio. Infatti, più la gravidanza è avanzata, più gravi possono essere le conseguenze sulla madre e sul feto.

QUANDO AVVIENE?

Il distacco di placenta si verifica, con maggiore frequenza, nelle ultime 12 settimane precedenti il parto.

EPIDEMIOLOGIA

Una gravidanza su 100 è caratterizzata da distacco di placenta. Quest'ultimo causa il 15% circa delle morti perinatali e il 30% circa delle emorragie antepartum.
La morte della madre, invece, sempre a causa di un distacco placentare, è un evento abbastanza raro.

N.B: il periodo perinatale è quello che va dalla 27esima settimana di gestazione ai primi 28 giorni di vita del neonato.

Cause

La precisa causa del distacco di placenta non è nota; tuttavia, si è appurato che determinate circostanze ne favoriscono l'insorgenza. Presi singolarmente, questi fattori di rischio potrebbero non bastare a staccare la placenta dall'utero; viceversa, una loro concomitanza è decisiva.
Ma quali sono questi fattori di rischio?

FATTORI DI RISCHIO

L'elenco include diverse situazioni, quali:

  • Trauma addominale.
    Traumi classici sono quelli riportati dopo un incidente stradale o per una caduta.
  • Gravidanze multiple.
    Il parto del primo bambino può alterare l'anatomia dell'utero, al punto da provocare la separazione della placenta prima della nascita degli altri feti.
  • Età della madre.
    Superiore ai 40 anni.
  • Alterazione della coagulazione sanguigna.
    Si tratta di disordini che mutano la capacità sanguigna di coagulazione.
  • Rottura prematura del sacco amniotico.
    La rottura della membrana, che avvolge il sacco amniotico, causa la fuoriuscita del liquido amniotico. Questo evento rende più facile la separazione della placenta.
  • Ipertensione.
    Può essere una condizione cronica della paziente oppure conseguente alla gravidanza.
  • Precedente distacco di placenta.
    In questi casi, c'è una maggiore possibilità che l'episodio si ripeta.
  • Fumo e abuso di droghe.
    Il distacco di placenta è più frequente nelle donne che fumano durante la gravidanza o che sono dipendenti dalla cocaina.
  • Infezioni intrauterine.
    Sono dovute ad agenti patogeni provenienti dalla cavità vaginale.

Altri possibili fattori di rischio: multiparità e funicolo breve.

Sintomi, segni e complicazioni

I sintomi e i segni, che caratterizzano il distacco di placenta, sono:


Nella gestante

  • Sanguinamento vaginale (emorragia ante partum)
  • Dolore addominale
  • Dolore lombare
  • Contrazioni rapide dell'utero (contrazioni di tipo tetanico)
  • Shock
  • Fragilità dell'utero

Nel feto


Per la maggior parte di questi sintomi, c'è una correlazione diretta tra la loro severità e la gravità del distacco placentare. L'unico sintomo, che non segue sempre questo andamento, è l'emorragia.
I dettagli, in merito ai sintomi, verranno trattati di seguito.

IL SANGUINAMENTO

La perdita di sangue, o emorragia antepartum, è, forse, il sintomo più importante del distacco di placenta. Come si è anticipato e diversamente da quello che si potrebbe pensare, la quantità di sangue perso all'esterno dalla madre non è sempre correlata alla severità del distacco. Anzi, tante volte si verifica l'opposto.
Infatti, è più facile che l'emorragia rimanga quasi del tutto confinata all'interno dell'utero, se il distacco è moderato-grave (emorragia nascosta); ed è, invece, più probabile osservare un sanguinamento cospicuo verso l'esterno, se il distacco è lieve (emorragia esterna). La spiegazione di tale comportamento non è nota.


Distacco Placentare

Alla luce di ciò, una perdita minima di sangue vaginale non deve mai essere sottovalutata, poiché, se è dovuta a un grave distacco di placenta, potrebbe richiedere un intervento urgente. In questi frangenti, per fortuna, il forte dolore addominale, avvertito dalla gestante, ha un significato fondamentale e lascia ben pochi dubbi.


QuantitÀ e frequenza dell'emorragia

In termini quantitativi, il sangue perso (sia per emorragia esterna, sia per emorragia nascosta) è minore a 1000 ml, nei casi meno gravi; mentre, è superiore a 1000-1500 ml, nei casi più gravi.
Infine, le percentuali di frequenza: l'80% dei casi di distacco placentare si presenta con emorragia esterna, mentre il restante 20% è caratterizzato da emorragia nascosta.

CONSEGUENZE DEL SANGUINAMENTO

La perdita di sangue ha effetti sulla gestante e sul feto.
Ai danni della gestante, determina una condizione particolare, chiamata shock emorragico o ipovolemico, che può portare anche alla morte (in particolare, nei casi di un'estesa separazione della placenta).
Ai danni del feto, invece, causa ipossia, cioè uno stato generale di carenza d'ossigeno, e distress fetale. Il distress fetale è un termine vago, che identifica una serie di disturbi diversi, tra cui anomalie cardiache, ridotto accrescimento intrauterino e oligoidramnios.


Cos'è l'oligoidramnios?

Il termine oligoidramnios identifica una scarsa presenza di liquido amniotico nel sacco amniotico. Tale condizione, di solito, non influenza la gravidanza, ma, in alcuni sfortunati casi, può avere degli effetti negativi. Un classico esempio è la riduzione dello spazio per la crescita fetale, che si manifesta, alla nascita, con malformazioni fisiche (piede valgo).

DOLORE

L'intensità della sensazione dolorosa dipende dalla severità del distacco di placenta. Ciò significa che le forme lievi di distacco placentare sono caratterizzate da debole dolore; mentre, quelle più gravi si presentano con un dolore molto acuto.
La sede del dolore è a livello addominale e a livello lombare; l'insorgenza, invece, può essere improvvisa o graduale.

CONTRAZIONI UTERINE

Le contrazioni uterine devono destare dei sospetti, nel momento in cui se ne verificano più di una ogni tre minuti.
Distacchi di placenta gravi sono caratterizzati da contrazioni uterine ad alta frequenza. Pertanto, come avviene per il dolore, quest'ultime diventano un parametro di valutazione, a cui affidarsi, qualora non ci sia perdita di sangue all'esterno.

COMPLICAZIONI

Le complicazioni, che insorgono per un distacco di placenta, mettono a repentaglio la vita della gestante e del feto.
Per quanto riguarda la madre, allo shock emorragico, di cui si è già parlato, possono aggiungersi disordini coagulativi (CID, coagulazione intravascolare disseminata), insufficienza renale (o di altri organi) e necessità di un'isterectomia (rimozione dell'utero).
Per quanto concerne il feto, invece, oltre all'ipossia e al distress fetale, può verificarsi una nascita prematura o una morte intrauterina.

QUANDO RIVOLGERSI A UN MEDICO?

Una donna incinta deve rivolgersi immediatamente al proprio medico o ai soccorsi sanitari, quando:

  • Avverte dolore addominale e lombare
  • Avverte rapide contrazioni uterine
  • È soggetta a sanguinamento vaginale

Diagnosi

Diagnosi differenziale tra placenta previa e distacco di placenta normalmente inserita
PLACENTA PREVIA DISTACCO DI PLACENTA
Emorragia esterna discreta o abbondante Emorragia esterna che può essere di lieve entità
Emorragia sempre di sangue rosso vivo Emorragia sempre di sangue rosso scuro
Dolore assente o scarso Dolore molto intenso

La diagnosi di un distacco di placenta si basa su esame fisico, presso il proprio ginecologo, che valuta la presenza dei sintomi e dei segni appena descritti.
È possibile svolgere anche un'ecografia, ma il suo esito non è sempre affidabile. Infatti, anche qualora ci fosse un distacco di placenta in corso, le immagini ecografiche potrebbero presentarsi prive di anomalie. Data la pericolosità e l'urgenza della situazione, non è possibile attenersi a un esame, in questo caso, poco esauriente.

Terapia

Purtroppo, non è possibile riattaccare la placenta all'utero. Tuttavia, esistono alcune contromisure terapeutiche, che, nei casi più gravi, salvano la vita della madre e del feto.
In generale, in presenza di un distacco di placenta, la terapia prevista consiste in:

L'urgenza di questi interventi dipende dalla gravità della situazione.

TRASFUSIONE DI SANGUE

La trasfusione serve a restaurare il volume di sangue perso dalla madre. Le quantità trasfuse dipendono dalla severità del distacco placentare.

  • Se il distacco è lieve, sono sufficienti 1000 ml di sangue.
  • Se il distacco è moderato, servono 1500 ml di sangue.
  • Se il distacco è grave, sono necessari anche 2500 ml di sangue, i cui primi 500 ml vanno trasfusi molto rapidamente.

Quando si esegue la trasfusione, è opportuno misurare, a intervalli regolari, la pressione venosa. Ciò si deve al fatto che l'iniezione di sangue potrebbe alzare la pressione sanguigna, con conseguenze anche infauste, come per esempio l'edema polmonare.

IL PARTO: QUANDO E COME INTERVENIRE?

Optare per un parto anticipato, o meno, dipende da più fattori, quali:

  • Settimana di gravidanza
  • Distress fetale
  • Gravità del distacco e stato di salute della madre

Se il feto è ancora immaturo (prima della 34esima settimana di gravidanza) e non mostra distress fetale, si ricorre, soltanto, a un ricovero ospedaliero della gestante, per seguire da vicino l'evolversi della situazione e per ripristinare il volume di sangue perso. In queste condizioni, non è quasi mai necessario il parto prematuro; lo diventa invece quando le condizioni del feto o della madre peggiorano.
Se la gravidanza è a termine (è considerata tale dopo la 34esima settimana) e il distacco di placenta minimo, si ospedalizza la paziente, per precauzione, in attesa del parto; parto, che può essere di tipo vaginale.
Tuttavia, questa situazione cambia qualora il distacco placentare peggiori o si presenti già in forma grave. In tali frangenti, si deve agire immediatamente, eseguendo un parto cesareo.
Infine, quando il distacco di placenta è così grave da determinare la morte intrauterina, si ricorre al parto vaginale, per estrarre il feto.

Prognosi e prevenzione

La prognosi di un distacco di placenta varia da paziente a paziente, in base a diversi fattori.
Il primo fattore è, sicuramente, la gravità del distacco stesso: le forme lievi richiedono un semplice monitoraggio e una modica trasfusione di sangue; le forme gravi, invece, richiedono ingenti quantità di sangue e un parto immediato e dall'esito incerto.
Il secondo fattore riguarda la qualità delle cure ricevute dalla madre. Se la diagnosi è precoce e il trattamento medico tempestivo (trasfusione immediata, parto corretto ecc.), la prognosi tende a essere positiva, quanto meno per la madre. In caso contrario, madre e feto sono in pericolo di vita.
Secondo alcuni studi statistici, eseguiti in Finlandia tra il 1972 e il 2005, la frequenza di morte materna (cioè della madre) è di un caso ogni 2500 donne con distacco placentare.

SI POSSONO AVERE ALTRE GRAVIDANZE?

Il consiglio, che si dà a una donna intenzionata ad avere un'altra gravidanza, dopo una prima caratterizzata da un distacco di placenta, è quello di rivolgersi al proprio ginecologo. Quest'ultimo, valutati i rischi di un secondo concepimento, dirà come comportarsi.

PREVENZIONE

Adottare uno stile di vita sano (non fumare, non far uso di droghe, mantenere sotto controllo la pressione sanguigna ecc.) aiuta a prevenire il distacco di placenta.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza