Ultima modifica 19.07.2019

Definizione e Lipoproteine

Il termine dislipidemia identifica qualsiasi anomalia significativa dei lipidi presenti nel sangue.

Nel torrente circolatorio, i lipidi non circolano da soli, ma associati a particolari proteine di trasporto, con cui formano le cosiddette lipoproteine.
In particolare, gli acidi grassi liberi, derivati dall'idrolisi dei trigliceridi del tessuto adiposo, circolano nel sangue legati soprattutto all'albumina, mentre il colesterolo e gli altri grassi (in particolare fosfolipidi e trigliceridi) sono contenuti all'interno di cinque tipi di molecole lipoproteiche.

 

Lipoproteine* Chilomicroni VLDL LDL HDL
Densità (g/ml) 0.93 0.95-1.006 1.019-1.063 1.063-1.210
Diametro Å* 800-5000 300-800 216 74-100

Composizione:

     proteine %

     lipidi %

 

 

<2

98

 

 

8

92

 

 

22

78

 

 

50

50

 

Lipide maggiore Trigliceridi Trigliceridi Colesterolo Colesterolo
Funzione principale Trasporto trigliceridi esogeni (assunti con gli alimenti) Trasporto trigliceridi endogeni (sintetizzati dall'organismo) Trasporto colesterolo ai tessuti periferici Trasporto colesterolo dai tessuti periferici al fegato
Origine Intestino Fegato Metabolismo delle VLDL

Intestino

Fegato

 

* Oltre a questi, che sono i più conosciuti, esiste un quinto tipo di lipoproteine plasmatiche, che tuttavia non raggiunge concentrazioni significative a causa del suo rapido ricambio. Si tratta delle IDL, o lipoproteine a densità intermedia, che - prodotte per effetto della degradazione dei chilomicroni e delle VLDL - sono conosciute anche come "remnants", cioè "rimanenti" dalla degradazione delle altre lipoproteine.

 

Nei Paesi industrializzati, la dislipedemia più comune è l'iperlipedemia, una condizione dovuta all'aumento dei livelli ematici di uno o più grassi, spesso associato ad errati stili di vita e a cattive abitudini alimentari. Tale condizione espone il soggetto ad un maggior rischio di subire incidenti cardiovascolari come angina, infarto miocardico, claudicatio intermittens e ictus.


Per approfondire: Sintomi Dislipidemia


Nella seguente tabella è riportata la classificazione delle iperlipidemie in relazione al fenotipo e al tipo specifico di lipoproteina che viene ad aumentare.

 

Dislipidemia

 

Le iperlipidemie più comuni sono caratterizzate da ipercolesterolemia (IIa), ipertrigliceridemia (IV) e dall'associazione delle due (ipercolesterolemia con ipertrigliceridemia, fenotipo IIb).

Non dobbiamo comunque dimenticare che il metabolismo lipoproteico è strettamente interrelato e che l'alterazione metabolica primitiva di una classe lipoproteica si riflette a cascata su lipoproteine di classe diversa, risultando spesso in un'anormalità dell'intero quadro lipoproteico.

Cause

All'immancabile componente genetica, che può incidere in maniera più o meno importante allo sviluppo delle dislipidemie, si sommano fattori di rischio secondari, come insulino-resistenza, diabete mellito, obesità , ipotiroidismo, malattie renali ed epatiche, sindromi colestatiche, alcolismo, gotta ed alcuni farmaci (in particolare gli anticoncezionali estroprogestinici ed i diuretici tiazidici). In tal senso vengono distinte dislipidemie primarie (comuni nel bambino) e dislipidemie secondarie (comuni nell'adulto e nell'anziano).

Nelle prime - tra cui rientrano, ad esempio, l'ipercolesterolemia poligenica, l'ipercolesterolemia familiare e l'ipertrigliceridemia familiare - il problema è determinato principalmente da un'anomalia genetica; nelle seconde la dislipedemia non è congenita, ma causata da una o più delle condizioni elencate in precedenza.

In generale, la più comune causa di dislipidemia secondaria è data dal binomio tra alimentazione inappropriata (ricca in colesterolo, calorie ed in grassi saturi) e sedentarietà .