Disbiosi: Cos'è, Quali i Sintomi e Cosa la Provoca

Disbiosi: Cos'è, Quali i Sintomi e Cosa la Provoca
Ultima modifica 23.03.2022
INDICE
  1. Cos'è
  2. Flora Batterica e Disbiosi
  3. Sintomi e Complicanze
  4. Cause

Cos'è

Cos'è la disbiosi?

Il termine disbiosi (dysbiosis) identifica una generica alterazione della flora batterica fisiologica umana; per questo è normalmente seguito da un aggettivo che specifica il distretto corporeo interessato (disbiosi vaginale, disbiosi cutanea, disbiosi orale ecc.).

disbiosi Shutterstock

Quando si parla semplicemente di disbiosi, senza specificare il distretto interessato, si fa generalmente riferimento alla disbiosi intestinale.

Cos'è la disbiosi intestinale?

La disbiosi o disbatteriosi intestinale è un'alterazione o mancata omeostasi della microflora / microbiota normalmente presente nel colon.

In questa sede è infatti presente una straordinaria quantità e varietà di microrganismi - in un grammo di feci si rivengono circa 100 miliardi di cellule vive - anche se la maggior parte di questi è costituita da batteri.

Sono forme molto comuni di disbiosi anche la crescita eccessiva di microorganismi nel tratto del tenue, tra i quali:

  • batteri (SIBO);
  • funghi (SIFO).

Flora Batterica Intestinale

Ogni giorno, la pubblicità ci ricorda quanto sia importante il normale equilibrio di questa flora batterica, in cui dovrebbero prevalere i cosiddetti simbionti, batteri amici dell'organismo che ostacolano la proliferazione dei patogeni, migliorando la funzionalità della mucosa intestinale e, di riflesso, la salute dell'intero organismo.

Nonostante l'importanza della flora batterica intestinale, spesso la disbiosi non viene considerata una vera e propria malattia, almeno dalla medicina ufficiale; per contro, tra i fautori degli approcci alternativi alla salute umana, si registra un'ossessiva attenzione nei suoi confronti, dato che viene spesso chiamata in causa come elemento scatenante di svariati disturbi e patologie.

Tra questi, un ruolo di primo piano è ricoperto dalle intolleranze alimentari, dagli squilibri del sistema immunitario e dalle relative conseguenze (aumentata suscettibilità ad infezioni, allergiemalattie autoimmuni ecc.), patologie fungine (in particolar modo la candida), disturbi dell'alvo (diarreastitichezzameteorismoflatulenza, crampi addominali ecc.), infezioni genitali e urinarie, carenze nutritive (soprattutto di vitamine e minerali), predisposizione ai tumori del colon-retto, e bassa efficienza fisica con senso di debolezza.

Flora Batterica e Disbiosi

Funzioni della flora batterica intestinale

La flora batterica è costituita prevalentemente da microorganismi simbionti, responsabili di numerose funzioni benefiche per l'organismo. Le principali sono:

  • Promuove una corretta digestione - ma interviene solo in seguito alla digestione e all'assorbimento degli organi primari;
  • Ostacola la proliferazione dei patogeni;
  • Produce molecole nutritive per le cellule della mucosa intestinale, migliorando la funzionalità dell'organo e prevenendo alterazioni quali stipsi e diarrea. In una certa misura, l'equilibrio della flora batterica è implicato nelle acuzie di certe patologie croniche infiammatorie dell'intestino;
  • Migra all'esterno, costituendo anche la flora batterica dei genitali (proteggendo, ad esempio, la vulva femminile dalle vaginosi e dalle uretriti);
  • Modula il sistema immunitario, non solo localmente anche a livello sistemico (sono noti gli assi intestino-polmone e intestino-cervello).

La disbiosi non è la “radice di tutti i mali”

Nonostante l'importanza della flora batterica intestinale sia quindi nota (anche se non del tutto compresa), spesso la disbiosi è sottovalutata e non viene considerata una vera e propria malattia, ma piuttosto una condizione "disagevole".

Per contro, di recente sta emergendo una controtendenza che, com'è deducibile, tende ad attribuire ingiustificatamente alle "presunte" disbiosi la colpa di svariati disturbi e patologie.

Ad esempio: intolleranze alimentari, suscettibilità ad infezioni, allergie, malattie autoimmuni, carenze nutrizionali, suscettibilità ai tumori, bassa efficienza fisica con senso di debolezza ecc.

 

Infatti, se da un lato sappiamo che la flora batterica intestinale è essenziale a molte funzioni, dall'altro non è detto che possa essere implicata nell'eziologia dei suddetti disturbi.

Se così fosse, sarebbe sufficiente integrare per 15-30 giorni con alimenti o integratori probiotici per apprezzare oggettivi miglioramenti sia nei sintomi, sia nei parametri diagnostici di queste condizioni. Ciò non avviene quasi mai, con eccezione delle condizioni francamente legate a disbiosi intestinale.

Sintomi e Complicanze

Quali sono i sintomi e le conseguenze della disbiosi?

La diagnosi di disbiosi può non essere semplice, perché si ricollega alla "patogenesi di disturbi sia intestinali che extraintestinali"

La disbiosi può celarsi dietro manifestazioni "poco chiare", non sempre tipiche; l'unico mezzo che abbiamo a disposizione, d'altro canto, è l'osservazione dello stato di salute e della funzionalità digestive dell'ultimo tratto (colon). Questo è il primo distretto a risentire della disbiosi e dev'essere quindi il fattore prioritario di un'eventuale valutazione.

Esistono poi altri sistemi diagnostici, come l'analisi fecale per la determinazione dei ceppi microbici. Tuttavia, dato che non esiste un parametro di confronto pregresso all'ipotetica disbiosi, questo sistema si limita ad identificare la presenza di eventuali patogeni.

I sintomi a prevalente localizzazione gastrointestinale più diffusi nella disbiosi sono: gonfiore addominale, meteorismo, flatulenza (eccessiva produzione di gas intestinali), disturbi dell'alvo (stitichezza alternata a diarrea) e, talvolta, anche sensazione di "cattiva digestione".

Possono raramente comparire nausea, vomito e feci untuose - solitamente caratteristiche dei quadri più intensi.

In linea "teoria" - per le sopra elencate correlazioni - possono insorgere anche sintomi aspecifici come: cefalea, disturbi del sonno, cambiamenti dell'umore e ridotta efficienza fisica.

Soprattutto nella donna, la disbiosi può inoltre essere responsabile di infezioni urogenitali ricorrenti, come la candidosi vaginale, le vaginosi e le uretriti batteriche.

Negli atleti molto impegnati, soprattutto nel periodo invernale, la disbiosi può aumentare la suscettibilità delle infezioni al tratto respiratorio superiore.

Come abbiamo anticipato, inoltre, alla disbiosi si correlano condizioni patologiche di vario genere, anche se in alcuni casi non è chiaro quale sia causa e quale l'effetto.

Tra i disturbi intestinali più frequentemente associati ridordiamo: malattie croniche infiammatorie intestinali (IBD), sindrome del colon irritabile (IBS) e celiachia.

Tra le condizioni extraintestinali più frequentemente associate ridordiamo: allergie, asma, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari e obesità. Qualcuno ipotizza che la disbiosi possa avere un ruolo nelle malattie autoimmuni, nelle allergie e nei disordini metabolici.

Esiste un legame piuttosto evidente tra disbiosi correlata all'età e declino neurologico dovuto all'infiammazione (malattie neurodegenerative e cerebrovascolari), il fattore comune per un'ampia varietà di patologie legate all'età. Correggendo la disbiosi nei pazienti anziani, quindi, potrebbe essere possibile prevenire in parte lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

La disbiosi che contribuisce alle condizioni neurologiche è dovuta alle interazioni con l'asse intestino-cervello, che potrebbero consentire al microbioma intestinale di influenzare sviluppo neurale, cognizione e comportamento.

La disbiosi intestinale può influenzare il sistema cardiovascolare "attraverso molecole di segnalazione e metaboliti bioattivi. Ciò potrebbe causare malattie attraverso l'azione di ormoni neuro-entero-endocrini, che possono promuovere l'insufficienza cardiaca e altre condizioni come: malattie renali croniche, ipertensione, obesità e diabete.

Ad ogni modo ricordiamo che si tratta, per lo più, di ipotesi basate su evidenze parziali. Nel senso che l'identificazione di un collegamento non giustifica necessariamente la causa-effetto; al contrario. Fin quando non sarà possibile stabilire con certezza i meccanismi eziopatologici che ipoteticamente giustificano questi legami, la disbiosi non potrà venire considerata una causa primaria dei suddetti gravi disturbi.

Cause

Cosa provoca la disbiosi?

Ciò che scatena la disbiosi è un vero e proprio squilibrio nella microflora dato da:

  • un cambiamento nella loro composizione funzionale
  • un cambiamento nella loro attività metabolica;
  • uno spostamento nella loro distribuzione locale.

La flora batterica intestinale è talmente soggettiva che potremmo associarla ad una "impronta digitale". Essa varia in maniera sensibile da individuo a individuo, poiché la sua composizione è stabilita da numerosi fattori, alcuni dei quali modificabili ed altri no.

Il primo fattore è senz'altro il sistema immunitario stabilito geneticamente. Il secondo è la composizione della flora batterica vaginale della madre al momento del parto. Il terzo è la composizione della flora batterica cutanea sul seno della madre al momento dell'allattamento. Il quarto è lo stile di vita del soggetto (dieta, farmaci, animali domestici, attività all'aperto, sport ecc.) associato all'ambiente circostante.

Noi siamo in grado di "selezionare" le specie batteriche ospitate nell'intestino attraverso l'alimentazione. La flora batterica intestinale, infatti, vive perlopiù di residui di cibo non assorbiti, ed ogni ceppo batterico ha esigenze nutritive specifiche.

Diciamo che, in linea di massima, la flora batterica si dovrebbe nutrire prevalentemente di fibre, carboidrati non disponibili e carboidrati residui dalla digestione. Questi fattori, che accrescono il microbiota, prendono il nome di prebiotici.

In una certa misura, possiamo anche arricchire il nostro microbiota introducendo probiotici naturali (alimenti fermentati, con basse concentrazioni proteiche) e integratori probiotici. Tuttavia, poiché non ci è dato sapere "quale" dovrebbe essere la microflora più giusta per il nostro intestino, qualsiasi intervento ha un successo pressoché "casuale".

Nell'individuo adulto e in salute, l'origine di un eventuale disbiosi va quindi ricercata soprattutto nell'alimentazione.

I fattori alimentari che più diffusamente promuovono la disbiosi sono le diete monotematiche e con:

Spesso, vengono chiamati in causa anche alcuni additivi alimentari e presunti "residui farmacologici" nei prodotti di ampio consumo. Non esiste, in realtà, alcuna evidenza scientifica a dimostrazione di questa tesi.

La medicina ufficiale dà scarsa importanza all'eziopatogenesi alimentare della disbiosi, attribuendole cause d'origine perlopiù iatrogene o patologiche.

Sono forse la principale causa di disbiosi le terapie farmacologiche con: antibiotici, antiacidi, inibitori della pompa protonica, lassativi e ormoni.

Infine, possono influire negativamente sulla flora batterica intestinale diverse malattie del sistema digerente, come patologie: epatiche, pancreatiche, gastriche (ipocloridria) e delle vie biliari, i disordini di malassorbimento (celiachia, intolleranze varie come quelle al lattosio) e le varie patologie enteriche (infezioni, parassitosi, diverticoli, fistole ecc.).

Si correlano alla disbiosi, anche se non è chiaro quale sia la causa e quale l'effetto, anche l'IBD (sindrome del colon irritabile), il diabete di tipo 2, il morbo di Crohn e persino certe allergie (non solo alimentari).

Da non sottovalutare, comunque, anche il possibile contributo di cause neurogene (stress, depressione, ansietà ecc.), data la stretta e ben documentata connessione tra cervello ed intestino.

Per approfondire: Disbiosi: Come Guarirla e Cosa Mangiare

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer