Diagnosi del Morbo di Parkinson: Esami e Iter Diagnostico

Diagnosi del Morbo di Parkinson: Esami e Iter Diagnostico
Ultima modifica 26.03.2021
INDICE
  1. Quando Rivolgersi al Medico
  2. Esami per la Diagnosi

Quando Rivolgersi al Medico

La diagnosi del morbo di Parkinson è essenzialmente clinica e si basa sulla presenza della tipica sintomatologia (tremore, rigidità e bradicinesia, disturbi posturali ecc.), rilevabile durante una accurata visita neurologica.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2021/03/26/diagnosi-morbo-di-parkinson-orig.jpeg Shutterstock

I pazienti con sospetta malattia di Parkinson dovrebbero consultare innanzitutto il medico di famiglia alla comparsa dei primi sintomi e segni; sulla base dei disturbi riferiti e della storia clinica, egli deciderà se indirizzare il paziente verso ulteriori controlli da uno specialista neurologo (esperto delle malattie del sistema nervoso) oppure a un geriatra (esperto delle malattie dell'anziano).

Segni significativi per la diagnosi di malattia di Parkinson sono:

  • L'inizio della sintomatologia unilaterale;
  • Il decorso progressivo, ma lento;
  • La presenza del classico tremore a riposo;
  • La risposta positiva al trattamento con Levodopa.

Esami per la Diagnosi

Diagnosi Differenziale

Prima di considerare la diagnosi di morbo di Parkinson, i medici prendono in considerazione altre ipotesi: la depressione maggiore, per esempio, rende flebile la voce e induce cambiamenti nell'andatura, che diventa lenta e rigida, riduce la mimica facciale e rende il viso privo di espressioni.

Nell'iter esistono altre condizioni da escludere, come il morbo di Alzheimer e gli effetti indesiderati di alcuni protocolli terapeutici a base di certi antipsicotici (es. aloperidolo, clorpromaziona, flufenazina) e antipertensivi (es. reserpina, alfa-metil-dopa).

Come viene formulata la Diagnosi?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2021/03/26/parkinson-esame-neurologico-orig.jpeg Shutterstock

La diagnosi del morbo di Parkinson è basata prima di tutto su una visita neurologica, che prevede:

  • Anamnesi(raccolta della storia clinica passata e presente, personale e familiare);
  • Esame obiettivo con valutazione dei sintomi e dei segni neurologici riscontrati.

Quest'ultima parte si basa su scale di valutazione di tipo internazionale. Una delle più utilizzate dai medici per monitorare la progressione dei sintomi e nella ricerca è la UPDRS (Unified Parkinson's Disease Rating Scale) costituita da 4 parti in sequenza:

  1. Valutazione delle capacità cognitive, comportamento ed umore del paziente;
  2. Autovalutazione della attività quotidiane;
  3. Valutazione di tipo clinico per quanto riguarda le abilità motorie dell'individuo colpito da Parkinson;
  4. Tiene in considerazione le possibili complicanze motorie.

Ad ogni parte, viene assegnato un punteggio che varia tra 0 e 4; alla fine si ottiene un valore numerico che indica la progressione della malattia e monitora l'efficacia clinica del trattamento con i farmaci anti-parkinson.

Indagini Strumentali e Test per il Morbo di Parkinson

Dopo l'esame neurologico, seguono le indagini di laboratorio, gli esami strumentali e quelli funzionali per completare l'iter diagnostico e differenziare il morbo di Parkinson da altre patologie del sistema extrapiramidale.

I test farmacologici sono spesso necessari per la diagnosi di morbo di Parkinson, anche se generalmente ciò che risulta significativo è una buona risposta alla terapia con L-dopa.

Per effettuare questi test, vengono generalmente utilizzati l'apomorfina, la L-dopa dispersibile e la L-dopa metilestere. Generalmente, quando si usa l'apomorfina si ha una buona indicazione per quanto riguarda l'attività dei recettori dopaminergici nello striato. L'apomorfina è in grado di stimolare, infatti, questi recettori direttamente; dopo 15 minuti dalla sua somministrazione sottocute, si effettua il primo rilevamento. Questo test si definisce positivo quando si ottiene un miglioramento maggiore del 20% sulle prove motorie effettuate con la scala di valutazione internazionale UPDRS.
Con il test della L-dopa, si osserva invece l'assorbimento intestinale, la capacità dei neuroni residui di convertire la L-dopa in dopamina e l'efficienza dei recettori. Anche per questo test, si esegue lo stesso protocollo del test precedentemente descritto.
Per quanto riguarda i casi dubbi, in cui la diagnosi di morbo di Parkinson risulta complicata dalla presenza di segni clinici atipici, risultano molto utili gli esami strumentali come la TAC e la RM (risonanza magnetica), metodiche di neuroimaging funzionale come la PET (tomografia ad emissione di positroni) e la SPECT (tomografia ad emissione di fotoni singoli).

Altri articoli su 'Diagnosi del Morbo di Parkinson'

  1. Stadi del morbo di Parkinson
  2. Morbo di Parkinson
  3. Cause del Morbo Parkinson
  4. Morbo di Parkinson - I Sintomi della Malattia
  5. Altri Sintomi del Morbo di Parkinson
  6. Trattamento Farmacologico del morbo di Parkinson

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici