Colera: Cos'è, Come si Contrae, Sintomi e Cura
Ultima modifica 27.02.2024
INDICE
  1. Generalità
  2. Cause
  3. Epidemiologia
  4. Contagio
  5. Sintomi e Complicanze
  6. Diagnosi
  7. Terapia e Vaccinazione
  8. Prevenzione
  9. Approfondimento

Generalità

Cos’è il Colera?

Il colera è una malattia infettiva acuta di origine batterica, determinata dall'enterotossina del Vibrio cholerae. Si contrae principalmente attraverso l'ingestione di cibo o di acqua contaminati e si manifesta con diarrea abbondante e dolori addominali.

Il vibrione del colera sopravvive molto bene nelle acque potabili (da 7 a 14 giorni) e nei fiumi (uno o due giorni), mentre è particolarmente sensibile alle elevate temperature.

Cause

Colera: Cosa lo Provoca?

Il colera è una malattia infettiva acuta causata dal Vibrio cholera (noto anche come vibrione del colera), batterio Gram-negativo veicolato principalmente dall'acqua e dagli alimenti contaminati. Nelle epidemie umane, in particolare, sono implicati due sierogruppi del vibrione: l'O1 (il più diffuso nel mondo) e l'O139 (trovato solo in alcune regioni dell'Asia).

Questo batterio, una volta ingerito, colonizza l'intestino, dove rilascia una tossina in grado di aderire alle cellule dell'epitelio e di produrre un'azione tossica, modificando, attraverso una reazione fisiologica complessa, la capacità di assorbimento dell'acqua. Dopo diverse ore o giorni, nel 5-10% delle persone infettate compaiono scariche di diarrea acquosa e massiva, associata vomito, rapida disidratazione e riduzione del peso corporeo.

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Il paziente affetto da colera può perdere oltre 1 litro di feci liquide all'ora, descritte spesso come "acqua di riso" per il colore biancastro e l'odore caratteristico che possiede. La disidratazione può essere talmente grave da provocare anuria, crampi muscolari, ipovolemia e collasso cardiocircolatorio. Senza un trattamento adeguato, la morte può verificarsi entro poche ore.

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, l'infezione colerica si manifesta in forma subclinica o come un episodio diarroico lieve e non complicato.

Epidemiologia

Colera: Quanto è Diffuso?

Il colera è endemico in molti Paesi africani e tropicali. Un'epidemia di colera è frequente conseguenza di sovraffollamento e condizioni igieniche precarie. Nei Paesi in via di sviluppo, il rischio di contrarre questa malattia è alto per la disponibilità limitata di fonti di acqua controllata e l'inadeguato sistema fognario per lo smaltimento delle feci. Focolai e piccole epidemie di colera sono comparse anche nei Paesi industrializzati.

Nel 2017, è stata lanciata una strategia globale per il controllo del colera - Ending Cholera: a global roadmap to 2030 - con l'obiettivo di ridurre le morti per colera del 90%.

Dove è Diffuso il Colera

Per tutto il XIX secolo, il colera si diffuse in tutto il Mondo: sei pandemie in successione hanno ucciso milioni di persone in ogni continente.

Oggi, il colera è endemico in molti Paesi a rischio per le condizioni di igiene precarie: l'Africa risulta il continente più colpito, seguito dall'Asia (principalmente in India e Bangladesh). In Italia, l'ultima importante epidemia di colera risale al 1973 in Campania e Puglia. Nel 1994 si è verificata a Bari un'epidemia di limitate proporzioni, in cui sono stati segnalati meno di 10 casi.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che siano 3-5 milioni le persone infettate in tutto il Mondo ogni anno; circa 100.000-120.000 casi di colera hanno un esito fatale.

Piccoli focolai sono stati descritti nell'Europa Orientale e in seguito al terremoto ad Haiti nel 2010.

Contagio

Come Avviene il Contagio?

Il colera è una malattia a trasmissione oro-fecale.

I principali veicoli dell'infezione colerica sono l'acqua (agente causale per eccellenza) e gli alimenti (soprattutto vegetali e molluschi, come cozze e vongole) contaminati direttamente o indirettamente da residui fecali di individui malati, portatori sani o convalescenti.

Come si Contrae il Colera?

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In condizioni igienico-sanitarie scadenti, i vibrioni del colera possono inquinare le acque destinate all'alimentazione umana o all'irrigazione, con conseguente contaminazione dei prodotti ortofrutticoli. Inoltre, i vibrioni del colera sono dotati di notevole resistenza nell'ambiente esterno e possono sopravvivere nelle acque superficiali di ruscelli e fiumi; le falde inquinate possono anche raggiungere il mare Per questo motivo, un veicolo di trasmissione importante è rappresentato dal pesce, dai frutti di mare e da altri prodotti ittici, se consumati crudi o poco cotti. Le mosche e la manipolazione diretta di alimenti da parte di malati e portatori, favoriscono la diffusione della malattia.

Nelle aree endemiche, espone al rischio di contrarre il colera anche bere bibite con ghiaccio o acqua imbottigliata senza controlli e lavare la frutta, la verdura e le stoviglie con acqua contaminata. Anche l'igiene personale diventa una pratica quotidiana che può esporre all'infezione.

Per tutti questi motivi, l'isolamento ospedaliero dei malati è estremamente importante ed obbligatorio per legge.

Sintomi e Complicanze

Per approfondire: Sintomi Colera

Periodo d’Incubazione Colera: Dopo Quanto si Manifesta?

Il periodo di incubazione del colera (periodo durante il quale la persona è già stata infettata ma non ha ancora manifestato i sintomi della malattia) va da poche ore a 5 giorni. Tuttavia, i sintomi compaiono tipicamente entro 2-3 giorni.

Il colera si può presentare in forma subclinica (ossia come un episodio diarroico lieve e non complicato) oppure come una malattia fulminante, potenzialmente letale.

Sintomi del Colera: Come si Manifesta?

I sintomi iniziali comprendono scariche di diarrea acquosa e massiva (caratteristiche della malattia), associate a vomito, rapida disidratazione e riduzione del peso corporeo. La nausea è generalmente assente.

Le scariche diarroiche si verificano in assenza di dolore addominale e tenesmo rettale. Il paziente può perdere oltre 1 litro di feci liquide all'ora, descritte spesso come "acqua di riso" per il colore biancastro e l'odore caratteristico che possiede.

La disidratazione induce sensazione di:

  • Sete intensa;
  • Oliguria (diuresi ridotta);
  • Crampi muscolari;
  • Debolezza;
  • Marcata perdita del turgore tissutale;
  • Infossamento degli occhi;
  • Raggrinzimento della pelle.

Il soggetto può presentare ipotensione, tachicardia e tachipnea.

Nei casi più gravi, si hanno anche:

Senza un trattamento adeguato, possono seguire ipovolemia e collasso cardiocircolatorio, con cianosi ed ottundimento dello stato sensorio (stupor). Lo stato di shock ipovolemico può indurre una necrosi tubulare renale acuta, condizione che può portare all'insufficienza renale. La morte può sopraggiungere entro poche ore.

Diagnosi

Esami per la Diagnosi di Colera

La diagnosi di colera viene confermata dalla coprocoltura e dalla successiva sierotipizzazione dell'agente patogeno.

Terapia e Vaccinazione

Poiché l'effetto più pericoloso del colera è la disidratazione, la terapia raccomandata dall'OMS si basa sull'utilizzo di soluzioni per la reidratazione orale, che permettono di riequilibrare i livelli di liquidi e sali minerali, così da ridurre all'1% il tasso di mortalità.

Trattamento: Come si Cura il Colera?

La terapia si basa sull'utilizzo di soluzioni per la reidratazione orale, che permettono di riequilibrare i livelli di liquidi e sali minerali. Quando il paziente ha perso il 10% del proprio peso corporeo e presenta sonnolenza e letargia, invece, vengono somministrati fluidi per via endovenosa.

La terapia a base di antiobiotici viene utilizzata solo per i casi più gravi, allo scopo di ridurre la durata e la diffusione della malattia. Quest'approccio prevede la somministrazione di tetracicline in dosaggio elevato, sulfadoxina e doxiciclina. L'attenzione nei confronti del ricorso a questi farmaci è dovuto al fenomeno dell'antibiotico resistenza, che in passato ha favorito l'emergenza di ceppi multiresistenti del batterio, più virulenti e aggressivi.

Approfondimento: Farmaci per la Cura del Colera »

Vaccino Contro il Colera

La vaccinazione anticolerica non è più obbligatoria da quando, nel 1973, l'OMS ha stabilito che tale pratica non dev'essere richiesta ad alcun viaggiatore. Nello stesso anno, nell'Italia meridionale, si registrò un epidemia di colera con 227 casi e 24 morti in Campania, attribuiti, per lo più, al consumo di frutti di mare infetti.

Il rischio per il viaggiatore di contrarre il colera durante le visite ai Paesi a rischio è ridotto, poiché tale malattia è prerogativa delle zone rurali più povere che, generalmente, non vengono interessate dal flusso turistico.

In caso di epidemia colerica la profilassi si basa sulla somministrazione di vaccini orali, come il Dukoral.

In ogni caso, prima di partire per zone a rischio epidemico, è opportuno consultare il parere di un medico, rivolgendosi, per esempio, al Centro di Medicina dei Viaggi presso la ASL più vicina.

Prevenzione

Misure per Prevenire il Colera

Ai fini preventivi, una volta giunti a destinazione in aree a rischio, è buona regola accertare la provenienza dell'acqua destinata all'alimentazione (preferire quella imbottigliata o bollita) e all'igiene personale che, tra l'altro, dev'essere sempre scrupolosa.

La prevenzione del colera si basa inoltre sul consumo di alimenti ben cotti (i cibi più a rischio sono i molluschi e le verdure crude) e sulla protezione della cute dal contatto con insetti capaci di veicolare i vibrioni del colera dagli escreti sugli alimenti.

Viaggi in Zone Endemiche: Regole per la Prevenzione del Colera

Per chi viaggia in aree colpite dal colera:

  • Bere soltanto acqua imbottigliata, bollita o disinfettata con cloro o iodio;
  • Evitare il ghiaccio, a meno che non si sia assolutamente sicuri che esso è stato prodotto con acqua non contaminata;
  • Consumare soltanto cibi cotti accuratamente e serviti caldi;
  • Evitare crostacei, molluschi e pesce crudi o poco cotti;
  • Proteggere gli alimenti dagli insetti per mezzo di reticelle o usare appositi contenitori; refrigerare immediatamente dopo la preparazione i cibi che non vengono consumati subito;
  • Evitare di consumare verdure e frutta cruda;
  • Scegliere i prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurare l'innocuità (ad esempio latte pastorizzato o trattato ad alte temperature);
  • Evitare di acquistare alimenti da ambulanti e di mangiare in locali con evidenti carenze igieniche;
  • Lavarsi sempre accuratamente le mani prima di preparare gli alimenti e di consumare i pasti e dopo essere stati al bagno.

Approfondimento

Origini del Colera e la Nascita della Moderna Epidemiologia

Il colera è una malattia di origini antichissime, probabilmente già diffusa ai tempi di Ippocrate, se non prima. Tuttavia, in base ad un rapporto medico indiano, il primo caso registrato risale al 1563.

In tempi più moderni, la storia della malattia inizia nel 1817, quando si diffuse a livello globale a partire dal Delta del Gange in India. Da allora, milioni e milioni di persone sono state vittime di pandemie dilagate in tutto il mondo.

Nei primi anni del XIX secolo, il colera aveva colpito a più riprese ed in modo massiccio le aree urbane dell'Europa, in particolare le città portuali. All'epoca si riteneva che il colera fosse trasmesso dall'inalazione di miasmi o "esalazioni" provenienti dagli individui affetti.

Quando la malattia colpì Gran Bretagna, raggiungendo Londra nel 1832, le osservazioni del medico John Snow condussero a dimostrare la modalità di trasmissione del colera applicando un metodo epidemiologico razionale, valido ancora oggi. La teoria dei miasmi, infatti, non spiegava perché l'incidenza della malattia era diversa in quartieri della città ugualmente nel degrado.

Snow concentrò la sua attenzione su una pompa pubblica usata per l'approvvigionamento di acqua a Broad street (oggi Broadwick street). L'ipotesi era che l'agente del colera potesse venire acquisito per ingestione ed essere eliminato con le feci, arrivando a concludere che l'acqua fosse implicata nella trasmissione della malattia. Su una mappa dell'area di Soho registrò i casi segnalati di colera, evidenziando come questi si concentravano intorno alla fonte d'acqua incriminata per le infezioni locali.

Nell'estate del 1854, la maniglia che aziona la pompa fu rimossa e la teoria dell'origine idrica della malattia dimostrata: a partire da quel giorno, i casi di colera nella zona continuarono a diminuire, fino ad esaurirsi. L'apporto fondamentale di Snow fu fondamentale, tuttavia dovrà passare ancora qualche decennio prima dell'identificazione del batterio responsabile del colera.

Fonti utilizzate e Bibliografia

  • Cholera. European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) website
  • Cholera. Center for Disease Control (CDC) website
  • OMS: sezione del sito WHO dedicata al Colera
  • Cholera Treatment and Prevention. National Institutes of Health (NIH). website

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici