Ultima modifica 27.03.2020

Generalità

Il cistocele è lo scivolamento della vescica dalla sua sede verso la vagina. Questa discesa si verifica a seguito di ripetuti traumi, che indeboliscono il pavimento pelvico. I sintomi sono numerosi: dal dolore pelvico al mancato svuotamento della vescica durante la minzione. Per la diagnosi corretta, si raccomanda una visita ginecologica.
CistoceleEsistono diversi trattamenti terapeutici, la cui applicazione dipende dalla severità del cistocele. Se i casi meno gravi si risolvono con semplici esercizi di rinforzo muscolare, i casi più seri possono richiedere anche un'operazione chirurgica.
La prevenzione, come sempre, è fondamentale.

Breve richiamo anatomico: il pavimento pelvico

Per capire cosa avviene nel cistocele, è opportuno fare un breve ripasso anatomico riguardante il pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico è l'insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo, posti alla base della cavità addominale, nella cosiddetta zona pelvica. Tali strutture ricoprono una funzione fondamentale e indispensabile: servono a sostenere e a mantenere nelle loro posizioni l'uretra, la vescica, l'intestino e, nelle donne, l'utero.
Se il pavimento pelvico si indebolisce e non offre più lo stesso sostegno, possono comparire dei disturbi di natura diversa, sia fisica che sessuale.

LA POSIZIONE DELLA VESCICA

La vescica è un organo muscolare cavo, che serve ad accumulare l'urina prima della minzione. Essa si trova all'interno del bacino, subito dietro all'osso pubico e, nella donna, davanti all'utero.
Sotto di lei, c'è la vagina. Vescica e vagina sono separate da una "fascia" di tessuto connettivo, detta fascia vescico-vaginale. Questa fascia ha il compito di sorreggere la vescica e di mantenerla in posizione corretta.

Cos'è il cistocele

Il cistocele (o prolasso della vescica) si verifica, in una donna, quando la fascia vescico-vaginale si lacera, consentendo alla vescica di scivolare all'interno della vagina. Affinché tale scivolamento abbia luogo, devono presentarsi delle circostanze traumatologiche particolari, di una forza tale da indebolire il tessuto che sorregge e separa i due compartimenti anatomici adiacenti.
In termini medici, viste le posizioni di vescica e vagina, il cistocele è definito anche prolasso anteriore.
Il cistocele può presentarsi in forme più o meno gravi. Gli stadi possibili sono tre. In ordine crescente di gravità, essi sono:


  • Cistocele di 1° grado, o lieve. Caratteristiche: solo una piccola porzione della vescica invade la vagina.
  • Cistocele di 2° grado, o moderato. Caratteristiche: la vescica raggiunge l'apertura della vagina.
  • Cistocele di 3° grado, o grave. Caratteristiche: la fascia vescico-vaginale è così lacerata, da permettere alla vescica di fuoriuscire dalla vagina.

N.B: il termine prolasso, in medicina, ha un significato preciso, che ben si addice al cistocele. Esso indica l'abbassamento, o la fuoriuscita, di un organo dalla sua cavità naturale, a causa di un rilassamento o di una lesione dei tessuti che circondano l'organo stesso.

 

Cistocele Primo, Secondo, Terzo Grado
Figura: i tre gradi di severità, con cui può presentarsi il cistocele. Si può notare come lo scivolamento della vescica verso la vagina possa essere via via sempre più invasivo. Immagine da http://consultorioencasa.blogspot.it/

Cause del cistocele

Le cause di cistocele sono diverse:

Come fanno queste circostanze a determinare la rottura del tessuto connettivo, che separa i due diversi organi pelvici?

PATOFISIOLOGIA

Le cause sopraccitate sottopongono le strutture del pavimento pelvico (muscoli, legamenti e tessuto connettivo) a stiramenti e traumi ripetitivi. Ciò determina, nel tempo, un deterioramento progressivo, che culmina con la rottura delle strutture stesse.

FATTORI DI RISCHIO

Esistono dei fattori di rischio, che favoriscono il cistocele.

  • Il più importante è, sicuramente, un alto numero di parti vaginali. Infatti, i dati statistici indicano che le donne più a rischio sono quelle che hanno partorito più volte.
  • Il secondo fattore di rischio, per importanza, è l'invecchiamento. Le donne, superata la menopausa, producono meno estrogeni e ciò indebolisce i muscoli e le strutture del pavimento pelvico.
  • Il terzo fattore è l'isterectomia. Le donne, che si sono dovute sottoporre a questo intervento chirurgico, possiedono un pavimento pelvico più fragile.
  • L'ultimo fattore è la genetica. Ci sono donne predisposte, dalla nascita, al cistocele. Esse nascono con una malattia del collagene (collagenopatia), che rende il pavimento pelvico più lasso e soggetto alle lacerazioni.

N.B: il collagene è una proteina fondamentale del tessuto connettivo.

Sintomi, segni e malattie associate

Cistoceli di 1° grado sono, molto spesso, asintomatici, tanto che non si è consapevoli di soffrirne. I primi sintomi si avvertono quando il cistocele è, almeno, di 2° grado. Non si tratta di disturbi pericolosi, ma condizionano, in negativo, la qualità della vita di chi ne è afflitto.

La paziente colpita da cistocele può lamentare sintomi come:

QUANDO RIVOLGERSI A UNO SPECIALISTA?

Nessuno dei sintomi, appena nominati, va sottovalutato. Tuttavia ce n'è uno, a cui prestare maggiore attenzione: la sensazione di mancato svuotamento della vescica. Il motivo: esso potrebbe causare delle infezioni alla vescica. Pertanto, al presentarsi di questa sensazione, è bene che la paziente si rivolga, subito, al proprio medico ginecologo.

MALATTIA ASSOCIATA

Al cistocele, in alcuni casi, può accompagnarsi anche un'altra circostanza patologica: il prolasso uterino. Ciò si verifica, come per il cistocele, a causa di un indebolimento dei muscoli e dei legamenti del pavimento pelvico.

Diagnosi

La diagnosi di cistocele si effettua con un esame pelvico.
Se questo non dovesse essere sufficiente, si può ricorrere alla cistouretrografia minzionale, a un esame delle urine e a un questionario di valutazione del cistocele.

ESAME PELVICO

È l'esame clinico necessario per capire se si tratta di cistocele o meno. Il medico ginecologo verifica, sia in posizione distesa che in posizione eretta, la fuoriuscita della vescica dalla vagina. Se si riscontra ciò, si tratta di cistocele.
Inoltre, durante il medesimo esame, lo specialista può richiedere alla paziente di contrarre i muscoli pelvici, come quando si tenta di bloccare il flusso di urina. È un test per valutare la forza della muscolatura del pavimento pelvico.

CISTOURETROGRAFIA MINZIONALE

La cistouretrografia minzionale è un esame ai raggi X, che permette di visionare la forma della vescica, nel momento in cui si urina. Se dovesse esserci un ostacolo allo svuotamento della vescica, con questo esame diagnostico è possibile identificarlo. La procedura si esegue mediante l'introduzione di un catetere all'interno della vescica; catetere, che porta con sé un liquido di contrasto. La durata è variabile: da 15 minuti a qualche ora.
Si tratta di un esame moderatamente invasivo: la paziente può percepire un leggero dolore, quando il medico radiologo introduce il catetere nella vescica.
I rischi, cui si può andare incontro, riguardano la possibilità di sviluppare delle infezioni alla vescica. Tuttavia, si tratta di eventi assai rari.

ESAME DELLE URINE

Il mancato svuotamento della vescica può determinare, come si è detto, delle infezioni a livello della vescica stessa. Un esame delle urine serve a valutare se c'è un'infezione in atto. Da solo, questo test non è molto significativo. Deve essere abbinato a uno dei precedenti esami.

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE

Il medico specialista può sancire la gravità del cistocele mediante un questionario apposito. Le domande riguardano la sensazione dolorosa e quanto questa condiziona la vita delle pazienti. Fornisce dettagli in più su come procedere nella cura del disturbo.

Terapia

La terapia del cistocele dipende da due fattori:

  • Il grado di severità del cistocele
  • La presenza di un prolasso uterino

Cistoceli di 1° grado e assenza di prolasso uterino sono due circostanze che non richiedono alcun trattamento particolare.
Se la situazione si aggrava, la paziente si deve sottoporre a delle cure. In questi casi, si opta, inizialmente, per una terapia non chirurgica. Tuttavia, in assenza di benefici terapeutici o per il verificarsi di un prolasso uterino, si rende necessaria la chirurgia.

CISTOCELE DI 1° GRADO: I RIMEDI

Cestoceli di lieve gravità non richiedono trattamenti particolari. Il medico specialista, di fronte a questi casi, consiglia di praticare dei determinati esercizi, che rafforzano la muscolatura del pavimento pelvico. Si tratta dei cosiddetti esercizi di Kegel. La pratica costante può garantire alle pazienti ottimi risultati, compreso il riposizionamento della vescica nel suo compartimento naturale.

TRATTAMENTI NON CHIRURGICI

I rimedi non chirurgici consistono nel pessario e nella terapia a base di estrogeni (per la donna che ha superato la menopausa).


Rimedi non chirurgici Cos'è e a cosa serve?
Il pessario È un anello di gomma, o di plastica, che va inserito nella vagina. Serve a sostenere la vescica, impedendo che invada il compartimento sottostante. Lo specialista insegna alla paziente come pulirlo e come applicarlo.
Gli estrogeni La menopausa determina una riduzione della produzione di estrogeni. Il loro calo indebolisce la muscolatura pelvica. Con l'assunzione di estrogeni, si vogliono rinforzare i muscoli del pavimento pelvico e "bloccare" il cistocele.

PessarioTali trattamenti si rendono necessari, quando il cistocele si presenta in forma moderata-grave (2° e 3° grado). Si tratta di contromisure, adottate per alleviare i sintomi. Spesso, sono interventi temporanei, in attesa dell'operazione chirurgica. In questi frangenti, è raccomandata, comunque, la pratica degli esercizi di Kegel.

L'INTERVENTO CHIRURGICO

Si ricorre alla chirurgia, quando il cistocele è grave e il dolore insopportabile; oppure in presenza di un prolasso uterino. In quest'ultimo caso, con una sola operazione si rimedia a entrambi i problemi.

La procedura è la seguente: il chirurgo riporta la vescica nella sua posizione originaria e chiude la fascia lacerata di tessuto, che separa vescica e vagina (la fascia vescico-vaginale). Se necessario, effettua un piccolo trapianto di tessuto, per rinforzare la fascia stessa.

CHIRURGIA E GRAVIDANZA

Alla paziente incinta che soffre di cistocele ed è in attesa di intervento, si raccomanda di posticipare l'operazione a dopo la nascita del bambino. Nel frattempo, può applicare il pessario.

Prognosi e prevenzione

La prognosi del cistocele dipende, chiaramente, dal grado di severità della patologia.
Un cistocele non grave si cura senza ricorrere a terapie specifiche, ma solo con gli esercizi di Kegel e con opportune misure preventive. La prognosi è, pertanto, positiva e la qualità della vita non ne risente eccessivamente.
Un discorso diverso va fatto, invece, per i casi di cistocele grave. In questi frangenti, il pessario può rappresentare solo un rimedio temporaneo, prima dell'operazione; operazione, che, come tutti gli interventi chirurgici, non è priva di complicazioni. A distanza di anni, infatti, il cistocele può ripresentarsi. La prognosi, quindi, dipende dal decorso post-operatorio.

PREVENZIONE

Come prevenire il cistocele? Ecco, nel riquadro, alcune misure preventive:



Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza