Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Chetoni: Cosa sono
  3. Perché si Misura
  4. Valori normali
  5. Chetoni Alti - Cause
  6. Come si misura
  7. Preparazione
  8. Interpretazione dei Risultati

Generalità

Normalmente, le urine contengono tracce irrisorie di chetoni; tuttavia, quando la loro concentrazione ematica aumenta, il corpo cerca di disfarsi dell'eccesso di chetoni eliminandoli con l'urina, dove aumentano sensibilmente di quantità.
Il riscontro di chetoni nelle urine - definito chetonuria in termini medici - è tipico delle condizioni caratterizzate da un esaltato catabolismo di acidi grassi liberi, in presenza di una ridotta disponibilità di glucosio. Simili circostanze, si riscontrano tipicamente nel digiuno prolungato e in corso di diabete mellito non adeguatamente compensato dal trattamento farmacologico.
La chetonuria conferisce alle urine un caratteristico odore di cloroformio.

chetoni urine

Chetoni: Cosa sono

Dalle tappe metaboliche specificate più in basso, originano i corpi chetonici, combustibili alternativi al glucosio ma non esattamente “ecologici”. L'accumulo di queste sostanze nel sangue (chetosi), infatti, ne diminuisce il pH fino a causare:

Sintesi dei corpi chetonici

Dall'ossidazione del glucosio nel ciclo di Krebs, viene prodotta una sostanza - l'ossalacetato - che si combina con l'acetil-CoA derivante dalla Β-ossidazione degli acidi grassi liberi; da tale unione origina il citrato, che subisce il ciclo di reazioni di Krebs per un'ulteriore ossidazione fino ad anidride carbonica ed acqua.
Se la disponibilità di ossalacetato è bassa (ridotta disponibilità intracellulare di glucosio) a fronte di elevate concentrazioni di acetil-CoA (spiccato catabolismo degli acidi grassi), due moli di acetil-CoA si uniscono formando acetoacetil-CoA, precursore dell'acetoacetato (un corpo chetonico), che a sua volta può originare 3-idrossibutirrato e acetone (gli altri due corpi chetonici).

Perché si Misura

I chetoni sono un prodotto intermedio del metabolismo dei grassi che origina quando:

Quando i carboidrati non sono disponibili, l'organismo metabolizza gli acidi grassi allo scopo di ottenere l'energia utile al sostentamento.
La comparsa di corpi chetonici (acido acetacetico, acido beta-idrossibutirrico e acetone) nelle urine coincide con l'aumento di queste sostanze nel sangue (chetonemia), condizione che si instaura quando la capacità dei tessuti di metabolizzare rapidamente i corpi chetonici si riduce.  
I chetoni nell'urina possono dare un'indicazione precoce di carenza di insulina in una persona affetta da diabete. L'esercizio fisico intenso, l'esposizione al freddo e la perdita di carboidrati, che avviene, ad esempio, col vomito frequente, possono aumentare il metabolismo dei grassi, portando a chetonuria.


L'analisi dei corpi chetonici è un esame estremamente importante per verificare se l'organismo sta avendo qualche problema nell'utilizzazione dell'insulina. Per questo, l'esame viene consigliato ai soggetti diabetici sotto trattamento insulinico.

Valori normali

Normalmente, la quantità di corpi chetonici nelle urine è molto bassa, tanto da non essere dosabile con le tecniche usuali.
I valori di riferimento sono:

  • Assente: in un campione di urina estemporaneo, ossia prelevato in un singolo momento della giornata;
  • 30-70 mg: nelle urine delle 24 ore.

Il risultato può essere espresso in milligrammi di corpi chetonici per decilitro di urina (mg/dl).
Nota bene: i valori di riferimento possono variare leggermente in base al laboratorio che effettua l'analisi e al tipo di popolazione di riferimento (sesso, età ecc.); fanno dunque fede i parametri riportati nel referto del centro analisi.

Chetoni Alti - Cause

Il riscontro di corpi chetonici nelle urine (chetonuria) è comune nei seguenti casi:

Altre condizioni che possono far aumentare il livello di chetoni nelle urine comprendono:

L'accumulo di queste sostanze nel nostro organismo può avere conseguenze più o meno gravi come:

Chetonuria e Diabete

La più caratteristica condizione accompagnata a un aumento di corpi chetonici nelle urine è il diabete di tipo I, dove a fronte di elevati livelli di glucosio nel sangue la disponibilità intracellulare dello zucchero è molto bassa (per assenza di insulina).

Più raramente, si riscontrano corpi chetonici nelle urine dei diabetici di tipo II, ad esempio nelle fasi di scompenso metabolico, di malattie infettive acute (febbre) o per forti restrizioni alimentari intraprese allo scopo di ridurre la glicemia (ad esempio la dieta Atkins).
Tutti i diabetici dovrebbero eseguire il test per la chetonuria durante qualunque tipo di malattia intercorrente, quando sono presenti intensa glicosuria e notevole iperglicemia (>300 mg/dL), durante la gravidanza o in presenza di sintomi compatibili con la diagnosi di chetoacidosi (nausea, vomito, dolore addominale).
La determinazione dei chetoni nelle urine è ampiamente utilizzata nella diagnosi di diabete, nel monitoraggio del paziente diabetico insulinodipendente e soprattutto nella valutazione della chetoacidosi diabetica (chetosi + iperglicemia + acidosi ematica: rappresenta un'importante emergenza medica che può interessare sia il soggetto con diabete noto che il diabetico di prima diagnosi).

Come si misura

In laboratorio, il test può essere eseguito su:

  • Un campione di urina raccolto in un singolo momento della giornata;
  • Un singolo campione delle urine emesse durante un'intera giornata (urine delle 24 ore; chetonuria complessiva), ad esempio: dalle 8 del mattino alle 8 di quello successivo;
  • 3 campioni di urina (chetonuria frazionata), dividendo la raccolta in 3 periodi di 8 ore (esempio: mattino ore 8-12, pomeriggio ore 12-20 e notte ore 20-8).

Inoltre, sono disponibili test di autovalutazione che misurano la chetonuria in base al cambiamento di colore di una striscia reattiva immersa in un campione di urina di un qualsiasi momento della giornata.

Preparazione

Le urine vanno raccolte in un contenitore monouso sterile. Per alcuni esami è necessario, invece, raccogliere tutta l'urina emessa nell'arco di un intero giorno (24 ore). In questo caso, occorre utilizzare contenitori capienti (da 2 a 3 litri).

Come si esegue l'esame domestico

La ricerca di chetoni nelle urine può essere eseguita all'ospedale su un campione urinario, oppure a domicilio, mediante delle striscette da immergere nell'urina per misurare la presenza di chetoni; in quest'ultimo caso è molto importante il rispetto delle indicazioni mediche e di quelle riportate sulla confezione.
In base ai risultati (colore assunto dalle striscette), qualora si rilevi la presenza di alte concentrazioni di corpi chetonici, è bene procedere come consigliato dal medico o allertarlo al più presto in caso di dubbi.

Interpretazione dei Risultati

In condizioni normali, i corpi chetonici non sono riscontrabili nell'urina, se non in minime tracce. La loro concentrazione nelle urine aumenta, invece, in presenza di un'alterazione del metabolismo.

In caso di una produzione eccessiva, i corpi chetonici si riversano nel circolo sanguigno e da qui, essendo nocivi per l'organismo, passano nelle urine per essere espulsi, grazie all'azione depuratrice del rene.
La chetonuria può riscontrarsi nelle situazioni caratterizzate da un aumento della degradazione dei grassi a scopo energetico, in relazione a una ridotta disponibilità di glucosio, che normalmente costituisce la principale fonte di energia per le funzioni vitali dell'organismo. Ciò si può verificare in caso di digiuno prolungato, diete squilibrate, alcolismo cronico, stati febbrili, gravidanza e diabete.

Chetonuria e Diabete

Nel diabete, il riscontro di chetonuria rivela che la quantità di insulina è insufficiente a permettere una corretta utilizzazione del glucosio da parte dell'organismo. Questo dato consente di aggiustare la terapia e prevenire la chetoacidosi, complicanza grave dovuta appunto ad “avvelenamento” da corpi chetonici.
Nei soggetti diabetici, l'esecuzione dei test di autovalutazione della chetonuria è raccomandata - con frequenza variabile, in affiancamento a quello della glicemia e della glicosuria - in caso di:

  • Terapia con insulina;
  • Influenza o altre malattie febbrili;
  • Gravidanza;
  • Valori glicemici non ben controllati;
  • Ogni volta che la glicemia supera i 240 mg/dl e compaiono sintomi compatibili con chetoacidosi (come nausea, vomito e dolore addominale).

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici