Ultima modifica 25.03.2020

Generalità

L'angioTAC è la Tomografia Assiale Computerizzata con mezzo di contrasto che permette di studiare la circolazione sanguigna nelle arterie e nelle vene, l'irrorazione sanguigna dei più importanti organi del corpo umano e, infine, tutte le varie anomalie e patologie di carattere vascolare.
Angio TCL'angioTAC prevede una preparazione ben specifica; tra le sue norme preparatorie, rientra anche il digiuno completo.
Della durata totale di pochi secondi, l'angioTAC richiede la massima immobilità da parte del paziente; i movimenti del corpo, infatti, possono alterare l'accuratezza delle immagini fornite dallo strumento, quindi falsare l'intero esame diagnostico.
I rischi dell'angioTAC sono connessi alla dose di radiazioni ionizzanti, a cui il paziente viene esposto durante l'esame, e al mezzo di contrasto, che in alcuni individui è causa di una reazione allergica.
Controindicata in caso di gravidanza, obesità, insufficienza renale e diabete, l'angioTAC fornisce immagini di ottima qualità, che permettono di pianificare al meglio il trattamento più consono alle esigenze del paziente.

Breve ripasso di cos'è la TAC

La TAC, o Tomografia Assiale Computerizzata, è una procedura diagnostica che sfrutta le radiazioni ionizzanti (raggi X), per creare immagini tridimensionali estremamente dettagliate di aree anatomiche specifiche dell'organismo (encefalo, ossa, vasi sanguigni, organi addominali, organi toracici, vie respiratorie ecc.).
L'apparecchiatura per la TAC comprende:

  • L'unità di scansione a forma di grande ciambella, chiamata gantry: è la fonte di radiazioni ionizzanti (o raggi X);
  • Il generatore;
  • Il supporto su cui posizionare il paziente (in genere, è un lettino scorrevole);
  • Un elaboratore elettronico;
  • Una console di comando per la visualizzazione delle immagini tridimensionali;
  • Un sistema di registrazione dei dati acquisiti.

Oltre alla TAC convenzionale (o classica o senza mezzo di contrasto), esiste anche la TAC con mezzo di contrasto: il mezzo di contrasto permette di ottenere immagini più ricche e particolareggiate di un determinato organo o tessuto anatomico e dei vasi sanguigni.
La TAC è di norma indolore; può essere lievemente dolorosa, nel momento in cui è prevista l'iniezione endovenosa del mezzo di contrasto.
Ciononostante, rientra comunque tra le procedure minimamente invasive, in quanto la dose di radiazioni ionizzanti, a cui viene esposto il paziente, è considerevole.

Cos'è l'angioTAC?

L'angioTAC è un esame diagnostico che sfrutta le potenzialità della Tomografia Assiale Computerizzata con mezzo di contrasto, per visualizzare il flusso di sangue e le sue eventuali anomalie all'interno del sistema vascolare del corpo umano.
Rientrante tra le tecniche d'esecuzione della cosiddetta angiografia, l'angioTAC è una procedura di radiologia, esattamente come tutti gli altri tipi di TAC.
L'interpretazione delle immagini dell'angioTAC spetta a un medico radiologo, il quale, se necessario, consiglierà al paziente di discutere quanto emerso con uno specialistica dell'apparato circolatorio (un chirurgo vascolare o un cardiologo).


Cos'è l'angiografia in breve

L'angiografia è un esame diagnostico ai raggi X, che consente di visualizzare determinati distretti vascolari al fine di studiarne morfologia, decorso ed eventuali alterazioni.
La pratica dell'angiografia richiede sempre l'impiego di un mezzo di contrasto, iniettato nel circolo sanguigno.

Mezzo di contrasto per l'angioTAC

In genere, il mezzo di contrasto impiegato per l'angioTAC è base di iodio .
I mezzi di contrasto a base di iodio sono anche detti mezzi di contrasto iodati.

Indicazioni

I medici fanno uso dell'angioTAC, principalmente, per analizzare nei dettagli la circolazione sanguigna in distretti del corpo, come il collo, gli arti superiori e gli arti inferiori, e in organi, quali l'encefalo, il cuore, i polmoni, il fegato, i reni, l'intestino pelvico (cioè con sede nella pelvi), la vescica ecc.

Cosa permette di diagnosticare l'angioTAC?

Grazie all'angioTAC, i medici sono in grado di individuare o diagnosticare:

  • Un aneurisma dell'aorta toracica o un aneurisma dell'aorta addominale;
  • Un aneurisma cerebrale, cioè nel cervello;
  • Gli episodi di aneurisma in generale;
  • Le malformazioni congenite dei vasi sanguigni (es: malformazioni artero-venose) o del cuore;
  • Il restringimento dell'arteria carotide dovuto alla presenza di una placca aterosclerotica o di un coagulo di sangue. Tale condizione è una delle principali cause di ictus;
  • Il restringimento delle arterie degli arti inferiori (arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori), dovuto alla presenza di una placca aterosclerotica o a un coagulo di sangue;
  • Le lesioni di origine traumatica ai vasi sanguigni dell'encefalo, del torace, dell'addome, della pelvi e delle estremità del corpo umano;
  • Gli episodi di dissecazione aortica con sede toracica o addominale;
  • Una coronaropatia (ossia una malattia delle arterie coronarie del cuore) e la sua gravità;
  • Gli episodi di embolia polmonare;
  • Le anomalie nel flusso di sangue circolante all'interno dei vari organi del corpo umano.

Altri scopi

L'angioTAC può servire anche a:

  • Guidare i chirurghi vascolari o i radiologi interventisti durante gli interventi di riparazione dei vasi sanguigni, attraverso, per esempio, l'applicazione di uno stent carotideo;
  • Valutare la complessa rete di vasi sanguigni di un tumore, prima della rimozione chirurgica di quest'ultimo;
  • Grazie alle immagini che fornisce, pianificare al meglio le operazioni chirurgiche di bypass coronarico o stenting coronarico;
  • Aiutare i chirurghi vascolari o i radiologi interventisti nella pianificazione degli interventi di chirurgia endovascolare, finalizzati all'eliminazione delle placche aterosclerotiche;
  • Valutare l'esito degli interventi di stenting, bypass coronarico o chirurgia endovascolare.

Preparazione

L'angioTAC richiede una preparazione particolare, in base alla quale il paziente deve:

  • Comunicare al medico che prescrive l'esame se soffre di una qualche allergia, in particolare allo iodio, cioè l'elemento chimico alla base dei mezzi di contrasto impiegati per la procedura;
  • Nel caso in cui sia una donna, comunicare al medico se è in stato di gravidanza o se sospetta di esserlo;
  • Riferire al medico se e quali farmaci sta assumendo in quel momento; 
  • Informare il medico di qualsiasi malattia sofferta nell'ultimo periodo e se è affetto da una qualche malattia di cuore, il diabete, l'asma, una qualche malattia renale e/o una qualche malattia della tiroide;
  • Presentarsi all'esame privi di gioielli o indumenti con parti in metallo, in quanto questi potrebbero interferire con il buon funzionamento dell'apparecchiatura diagnostica.
    Nel caso in cui il paziente non rispetti tale norma preoperatoria, è invitato a farlo poco prima che abbia inizio la procedura;
  • Presentarsi all'esame a digiuno completo da almeno 6-8 ore. Questo significa che, se l'angioTAC è prevista al mattino di un certo giorno, l'ultimo pasto dev'essere la cena della sera precedente.

Come comportarsi in presenza di un'allergia al mezzo di contrasto iodato?

Per le persone con una comprovata allergia ai mezzi di contrasto iodati, la soluzione a tale problematica consiste nell'assunzione, a circa 12 ore dall'angioTAC, di appositi farmaci steroidei, con effetto antiallergico.
Eventuali ritardi nell'assunzione potrebbero indurre il radiologo a far slittare l'esame diagnostico.

Procedura

Per prima cosa, su invito di un membro dello staff medico, il paziente deve:

  • Rispondere a un questionario relativo alla sua storia clinica,
  • Indossare un apposito camice al posto dei suoi vestiti e
  • Togliersi tutti gli eventuali gioielli e altri oggetti in metallo che ha addosso, per i motivi enunciati in precedenza.

Terminate tutte queste operazioni, il paziente è pronto per prendere posto sul lettino scorrevole dell'angioTAC, il quale serve, in un momento successivo, a posizionarlo all'interno del cosiddetto gantry (si veda figura).


TAC

Per sdraiarsi correttamente sul lettino, il paziente può contare sull'aiuto di un membro dello staff medico (in genere è lo stesso che, in precedenza, l'ha interrogato sulla storia clinica, gli ha misurato la pressione e la temperatura ecc.); durante la sua collocazione, chi lo aiuta gli ricorda anche come deve "comportarsi" durante l'esame e l'importanza che ha la sua immobilità, nel momento in cui lo strumento è in funzione.
Una volta che il paziente è coricato sul lettino con tutti i confort necessari (cuscini, coperte, tappi per le orecchie ecc.), e pronto a essere introdotto nel gantry, interviene il medico radiologo, il quale, con la collaborazione di un infermiere professionale, effettua l'iniezione del mezzo di contrasto necessario all'angioTAC.
L'iniezione del mezzo di contrasto ha luogo, di norma, in una vena del braccio o della mano; le possibili modalità d'iniezione sono due: tramite la classica siringa o tramite una pompa automatica.
Da dopo la sua iniezione, il mezzo di contrasto impiega qualche minuto a distribuirsi in tutti i vari distretti anatomici del corpo umano.
Trascorso il tempo che serve al mezzo di contrasto per raggiungere i vasi e/o gli organi d'interesse, può finalmente avvenire l'introduzione del paziente nel gantry e la successiva fase, dedicata alla creazione delle immagini tridimensionali.
La creazione delle immagini è molto rumorosa: ciò spiega la fornitura al paziente di tappi per le orecchie o, in alternativa, di un paio di cuffie.
Si ricorda che, mentre lo strumento è in funzione, l'intero staff medico esce dalla stanza in cui risiedono paziente e apparecchiatura, e si trasferisce in una sala adiacente, in cui ci sono la console di comando del gantry e il sistema di registrazione dei dati acquisiti. Tuttavia, il paziente non è realmente solo: risiede, infatti, in una stanza dotata di un altoparlante e una telecamera, attraverso i quali può comunicare con l'esterno in caso di necessità improvvise.
Terminata la raccolta delle immagini necessarie a una valutazione dettagliata dei vasi e/o degli organi d'interesse, il radiologo dichiara conclusa l'angioTAC e dà avvio alle operazioni di estrazione del paziente dal gantry, estrazione di cui si occupa il "solito" membro del personale medico già intervenuto più volte, nelle fasi precedenti.
Alzatosi dal lettino e rivestitosi, il paziente è già pronto per tornare a casa e alle sue attività quotidiane, salvo diversa indicazione del medico radiologo.


Le particolarità dell'angioTAC al cuore

Se l'angioTAC ha lo scopo di investigare il flusso sanguigno all'interno delle coronarie del cuore, la sopraccitata procedura comprende anche l'esecuzione di un elettrocardiogramma in tempo reale (cioè durante l'esame diagnostico).

Quali sensazioni prova il paziente durante la procedura?

Durante un'angioTAC, il paziente potrebbe provare un leggero senso di fastidio, nel momento in cui il medico inserisce l'ago della siringa o della pompa automatica, necessario all'iniezione del mezzo di contrasto; inoltre, subito dopo l'iniezione e per massimo un paio di minuti, è molto probabile che avverta uno strano sapore metallico in bocca.
I pazienti con difficoltà a rimanere immobili, potrebbero sentirsi a disagio dopo poco tempo dall'inizio della procedura; tuttavia l'immobilità è una condizione fondamentale per il buon esito dell'esame.


Nota importante sull'immobilità
Durante l'angioTAC, l'invito alla completa immobilità comprende anche il trattenimento del respiro, in quanto anche i minimi movimenti, derivanti dall'atto respiratorio, possono falsare i risultati dell'esame.

Quanto dura l'angioTAC?

Da quando ha inizio la raccolta delle immagini relative al flusso di sangue, l'angioTAC ha una durata molto breve, dell'ordine dei secondi.

In quali occasioni il paziente deve aspettare, prima di tornare a casa?

Qualora l'angioTAC fornisse immagini poco chiare, il paziente è costretto, su decisione del medico radiologo, a posticipare il rientro a casa, per ripetere l'intera procedura.

Come favorire, al termine dell'angioTAC, l'eliminazione del mezzo di contrasto

Per favorire l'eliminazione dall'organismo del mezzo di contrasto, i medici radiologi indicano di bere molta acqua.
Se il paziente si attiene a tale indicazione, elimina il mezzo di contrasto, dal proprio corpo, nel giro di 24 ore.

Rischi

L'angioTAC presenta diversi rischi; ecco, di seguito, in cosa consistono tali rischi:

  • Esposizione del paziente a una dose per nulla trascurabile di radiazioni ionizzanti. È un dato di fatto che le radiazioni ionizzanti siano un fattore favorente lo sviluppo di neoplasie, sia maligne che benigne.
    Entità del rischio: La dose di radiazioni ionizzanti emesse dall'angioTAC alle arterie coronarie equivale a ben 4 anni di radioattività naturale. Facendo il confronto con una semplice radiografia del torace (RX-torace), questa espone il paziente a una dose di radiazioni ionizzanti pari solo a 10 giorni di radioattività naturale.
    Con ciò, non si vuole demonizzare l'angioTAC, ma si vuole soltanto sottolineare che la sua ripetizione è sconsigliata.
  • Reazione allergica al mezzo di contrasto. È una circostanza rara, che interessa soltanto i pazienti predisposti. Quasi sempre di moderata entità e controllabili con appositi farmaci, i sintomi più comuni delle reazioni allergiche al mezzo di contrasto consistono in: vampate di calore, nausea, strano pizzicore, orticaria e dolore protratto laddove c'è stata l'iniezione.

Controindicazioni

Rappresentano una controindicazione all'angioTAC:

  • lo stato di gravidanza,
  • una storia di grave reazione allergica a un mezzo di contrasto iodato,
  • l'obesità (le apparecchiature per la TAC riescono a sostenere persone di peso non superiore ai 150 chilogrammi),
  • l'insufficienza renale (la cui presenza impedisce la corretta eliminazione del mezzo di contrasto)
  • e il diabete.

In alcuni frangenti, potrebbe diventare una controindicazione all'angioTAC anche la claustrofobia.


L'allattamento al seno è una controindicazione all'uso del mezzo di contrasto?

L'allattamento al seno non rappresenta una controindicazione all'angioTAC; tuttavia, per la maggior parte dei medici e per chi produce i mezzi di contrasto iodati, allattare al seno è una pratica sconsigliata nelle prime 24-48 ore che seguono l'esame.

Risultati

A seconda della gravità delle condizioni in cui versa il paziente, i risultati dell'angioTAC possono essere disponibili subito o dopo qualche giorno.
Il principale pregio dell'angioTAC è la notevole precisione delle immagini fornite.


Altri vantaggi dell'angioTAC:
  • È minimamente indolore, minimamente invasiva e molto precisa;
  • Grazie alla sua elevata capacità di rilevazione, potrebbe rendere superfluo il ricorso alla chirurgia esplorativa;
  • Le immagini che fornisce garantiscono una maggiore precisione, durante gli interventi di chirurgia;
  • Rileva anche i minimi restringimenti dei vasi sanguigni;
  • È più dettagliata di un'angio-risonanza magnetica nucleare (o angio-RM);
  • È ottima nell'individuare delle coronaropatie;
  • È più veloce e meno invasiva, e presenta un rischio minore di complicanze, rispetto alla cosiddetta angiografia con cateterismo.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza