Ultima modifica 26.02.2020

Cos'è l'alvo?

Il termine “alvo” indica il canale intestinale nel suo complesso e la funzione della defecazione. Pertanto, le alterazioni di varia natura che interessano l'alvo possono manifestarsi con irregolarità e modifiche nella frequenza o nella qualità dell'evacuazione.
Disturbi dell'AlvoSpesso, questi squilibri sono dovuti a cambiamenti delle abitudini alimentari, sedentarietà e situazioni di stress, ma possono rappresentare anche i primi sintomi di patologie più importanti, come accade, per esempio, nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino.  
In ogni caso, se si protraggono a lungo, le alterazioni dell'alvo possono causare seri problemi. Per questo motivo, è importante affrontare con un adeguato approccio terapeutico le cause che determinano malessere e cattivo funzionamento dell'alvo.

Alvo Regolare

Si parla di alvo regolare (o normalmente canalizzato, cioè aperto alle feci, ai liquidi e ai gas) quando non sono presenti squilibri della funzione intestinale e le modalità di eliminazione delle feci non risultano alterate.
Occorre tenere in considerazione che questa “regolarità intestinale” varia molto da persona a persona. Negli adulti sani, in base alla quota di sostanze non assorbibili contenute nella dieta, la quantità di feci oscilla normalmente tra i 100 ed i 300 grammi al giorno.

Alvo Stitico

L'alvo stitico è caratterizzato dal rallentamento del transito intestinale, con emissione difficile o infrequente di feci o diminuzione della quantità di quest'ultime.
L'evacuazione ogni 2-3 giorni può essere considerata normale, purché non vi sia dolore al basso ventre o malessere generale.  L'alvo stitico può essere, infatti, un semplice disturbo fastidioso o l'espressione di patologie più gravi.
La stitichezza può manifestarsi a causa dello stress, quando si è in viaggio oppure se si segue una dieta carente di fibre. Altri potenziali fattori di rischio sono i ritmi sonno-veglia irregolari, l'abitudine di bere poco e la tendenza a rimandare o reprimere lo stimolo ad evacuare.
Se compare all'improvviso, una defecazione dai tempi più lunghi deve sempre far pensare ad una causa organica, come un restringimento del lume intestinale di origine infiammatoria o, più raramente, una patologia tumorale benigna (polipi di grosse dimensioni) o maligna (cancro al colon).
Le forme croniche di alvo stitico sono causate, invece, prevalentemente da fattori funzionali, come la difficoltà di espulsione rettale o la riduzione della peristalsi intestinale. Anche certi farmaci (tra cui i calcio-antagonisti per il controllo della pressione arteriosa o gli anti-depressivi) possono favorire il problema. Per approfondire vedi l'articolo sui farmaci che causano stitichezza.
L'alvo stitico si manifesta con una frequenza di evacuazione inferiore alle tre volte alla settimana, con emissione di feci dure, asciutte, difficili da espellere, o quando le proprie abitudini cambiano nel tempo. Il disturbo può associarsi a sintomi quali gonfiore addominale, pesantezza e sensazione di evacuazione insufficiente. Se cronicizza, l'alvo stitico può favorire la comparsa di emorroidi, prolasso rettale e ragadi anali, a causa dello sforzo per espellere feci dure.


Alvo stitico in rapporto all'invecchiamento

L'alvo stitico è frequente nelle persone anziane, a causa del basso contenuto di fibre della dieta, della riduzione dell'attività fisica, della coesistenza di patologie internistiche, dello scarso stimolo della sete e dell'uso di farmaci che favoriscono il problema. Ulteriori cambiamenti che predispongono l'anziano alla stipsi comprendono la scarsa eccitabilità o contrattilità retto-sigmoidea; pertanto, sono necessari maggiori volumi rettali per innescare lo stimolo della defecazione.
Nei bambini, invece, l'alvo stitico può essere la conseguenza dell'abitudine a rimandare l'atto della defecazione, per inibizione degli stimoli che invitano allo svuotamento del retto.

Alvo diarroico

Per alvo diarroico s'intende un'evacuazione caratterizzata da feci liquide o poltacee, ripetuta nel corso della giornata. Quest'alterazione può essere dovuta a numerosissime forme morbose, non necessariamente a carico dell'apparato digerente.
L'alvo diarroico può essere un episodio passeggero, attribuibile a un eccesso alimentare, a un'infezione (es. gastroenterite virale) o ad un'indigestione priva di gravi conseguenze. In questi casi, il disturbo può associarsi ad altre manifestazioni, come gonfiore, dolore addominale, nausea, vomito e febbre, ma tende a scomparire entro pochi giorni.
Episodi ripetuti di diarrea commista a muco e sangue con dolori addominali, soprattutto in giovane età, possono invece rappresentare il primo sintomo di una malattia infiammatoria cronica dell'intestino, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa.
La diarrea protratta nel tempo può dare luogo a delle complicanze, quali perdita di liquidi con conseguente disidratazione e deplezione di elettroliti (come sodio, potassio e magnesio). Nei pazienti molto debilitati, l'alvo diarroico grave può favorire un collasso cardiocircolatorio.

Alvo chiuso alle feci

In qualche caso, l'alterazione dell'alvo può diventare un'emergenza chirurgica. Può accadere, infatti, che l'alvo sia chiuso alle feci, rendendo possibile soltanto l'espulsione dei gas intestinali: tale sintomo può segnalare la presenza di un'ostruzione (ileo meccanico) secondaria a volvolo, ernie, aderenze oppure a masse che occupano il lume del tratto enterico, come fecalomi, tumori o ascessi.
L'alvo può chiudersi sia alle feci che ai gas (ileo paralitico) anche in risposta a certe patologie infiammatorie addominali, come peritonite, diverticolite e malattia infiammatoria pelvica.

Sintomi associati

Le irregolarità dell'alvo (diarrea e/o stipsi) possono manifestarsi con:

  • Aumento o diminuzione della frequenza delle evacuazioni (es. meno di tre a settimana o più di tre al giorno);
  • Modifica del colore e della consistenza delle feci;
  • Impellente stimolo ad evacuare (incontinenza) o defecazione difficoltosa associata a forti dolori (tenesmo);
  • Dolori addominali intermittenti, in forma di crampi, con intensità e localizzazione variabile;
  • Flatulenza, meteorismo e sensazione di gonfiore.

Altri sintomi che possono accompagnare le alterazioni dell'alvo comprendono:

Segnali da non sottovalutare

Se compaiono i seguenti sintomi, è importante rivolgersi al proprio medico per identificare la causa scatenante e praticare la terapia più appropriata:

Alterazioni dell'alvo: Cause principali

Un cattivo funzionamento dell'alvo può essere la conseguenza di situazioni transitorie, come:

Le alterazioni dell'alvo possono dipendere anche da numerose patologie, tra cui:

Le alterazioni dell'alvo possono risultare anche da alcune terapie oncologiche (radio- e chemioterapia), chirurgiche (bypass e resezioni intestinali o gastriche) e farmacologiche (es. antiacidi contenenti magnesio, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, colchicina, chinino/chinidina ed analoghi delle prostaglandine).

Diagnosi

Nel caso si verifichino delle alterazioni dell'alvo, è opportuno sottoporsi a un'accurata visita dal gastroenterologo, che indagherà sul disturbo per individuarne le cause.
Il percorso diagnostico prevede, innanzitutto, la raccolta dei dati anamnestici, con particolare attenzione ai caratteri delle alterazioni dell'alvo: circostanze dell'esordio (inclusi viaggi recenti e cibo ingerito), durata e gravità dell'episodio, frequenza delle evacuazioni, uso di farmaci, sintomi associati (es. dolore addominale o vomito), cambiamenti del colore o della consistenza delle feci, modificazioni del peso corporeo o dell'appetito ed eventuale presenza di urgenza o di tenesmo rettale (crampo addominale doloroso, con sforzi evacuativi inefficaci). Inoltre, sono indicati un esame obiettivo completo, con attenzione all'addome e l'esplorazione rettale per valutare la funzione sfinterica.
Nel caso in cui l'alterazione dell'alvo sia accompagnata da una serie di gravi episodi diarroici o da un blocco della defecazione occorre sottoporsi in modo tempestivo a ulteriori accertamenti (come esami di laboratorio, ecografia, colonscopia, radiografie e TAC) per individuare la condizione patologica sottostante e stabilire il trattamento più adatto al caso specifico.
Le indagini strumentali e di laboratorio consentono di riscontrare nel materiale fecale residui alimentari, evidenza di steatorrea, sangue microscopico e macroscopico, muco e parassiti. La retto-colonscopia permette di evidenziare eventuali lesioni del tratto enterico, come diverticoli, polipi e carcinoma.

Trattamento e Consigli

Il trattamento dipende dalla causa dell'alterazione dell'alvo.
In diverse situazioni, tuttavia, la ripresa di uno stile di vita più attivo e la correzione delle abitudini alimentari bastano a risolvere il problema. Il medico può fornire dei consigli specifici in merito: nei casi di alvo stitico più ostinati, potrebbe indicare, ad esempio, l'assunzione di lassativi o farmaci procinetici; nelle forme diarroiche, invece, potrebbe suggerire l'utilizzo di probiotici o antidiarroici
Bere molto nell'arco della giornata.

Per ristabilire un corretto funzionamento intestinale, occorre assumere almeno 8 bicchieri di liquidi ogni giorno - scegliendo fra acqua, succhi di frutta diluiti, caffè d'orzo o decaffeinato o - preferibilmente a temperatura ambiente, piuttosto che molto caldi o freddi.  Andrebbero limitate, invece, le bevande alcoliche, dolci o gassate.

Cosa mangiare e cosa evitare. Le alterazioni dell'alvo possono essere curate con una dieta equilibrata, masticando con calma e a lungo gli alimenti.

Praticare una regolare attività fisica.

In presenza di alterazioni dell'alvo non complicate da malattie organiche, si dovrebbe incrementare l'attività fisica quotidiana: muoversi maggiormente significa aiutare la peristalsi (ossia l'insieme di movimenti involontari che l'intestino compie per favorire la discesa e l'espulsione delle feci.). In genere, è sufficiente camminare di buon passo appena possibile, almeno 40 minuti ogni giorno.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici