Algodistrofia: quali sono i sintomi? Si guarisce?

Algodistrofia: quali sono i sintomi? Si guarisce?
Ultima modifica 23.02.2024
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prognosi

Generalità

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L'algodistrofia è una condizione cronica caratterizzata da dolore intenso, continuo ed estremamente debilitante, solitamente a carico di un arto superiore o inferiore.

Le precise cause di algodistrofia rimangono un punto interrogativo; secondo alcuni medici, all'origine della condizione in questione ci sarebbe un malfunzionamento contemporaneo di più sistemi del corpo umano, tra cui il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema circolatorio.
In genere, precedono l'esordio dell'algodistrofia eventi come una frattura ossea, un taglio, una bruciatura o una grave distorsione/distrazione articolare.

Oltre al dolore, l'algodistrofia può provocare anche formicolio, intorpidimento, alterazioni dell'aspetto della cute, dei capelli e/o delle unghie, strane sensazioni a livello dell'arto interessato, tremori, rigidità articolare, gonfiore articolare ecc.

Nei casi più gravi, l'algodistrofia può compromettere seriamente la qualità di vita del paziente.

Attualmente, esiste una cura specifica sintomatica per l'algodistrofia, ovvero il neridronato, un bifosfonato che ha ricevuto l'approvazione dell'AIFA come farmaco di prima scelta nella gestione delle forme precoci di algodistrofia.

Cos'è

Algodistrofia: Cos’è?

L'algodistrofia, meno nota come sindrome dolorosa regionale complessa, è una condizione cronica che si caratterizza per la presenza di estremo dolore a un arto o a parti di un arto superiore o inferiore.

Braccia, gambe, mani e piedi sono in assoluto le regioni anatomiche del corpo umano maggiormente interessate dall'algodistrofia.

Cause

Algodistrofia: la Fisiopatologia

Attualmente, le cause precise dell'algodistrofia sono ancora sconosciute.

A riguardo, tuttavia, esistono varie teorie; la più accreditata sostiene che la condizione sarebbe la conseguenza di un malfunzionamento contemporaneo di più sistemi del corpo umano, tra cui in particolar modo:

L'idea per cui sarebbero implicati questi sistemi nasce dall'osservazione che, nei soggetti con algodistrofia, sono alterate proprio le funzioni controllate dai suddetti sistemi; per esempio, tra le funzioni alterate c'è la trasmissione e la percezione della sensazione dolorosa, la quale è sotto il controllo accurato del sistema nervoso centrale e di quello periferico.

Cosa provoca l'Algodistrofia?

Ricercando le cause di algodistrofia, medici ed esperti hanno riscontrato che, molto spesso (più del 90% dei casi), la condizione compare dopo eventi traumatici o infortuni quali:

  • Fratture ossee, in particolare quelle a carico del polso;
  • Tagli;
  • Distorsioni o distrazioni articolari;
  • Interventi chirurgici (fattori scatenanti potrebbero essere le incisioni chirurgiche, le suture o anche le cicatrici che seguono un'operazione di chirurgia);
  • Immobilizzazione prolungata di un arto (es: a causa di un'ingessatura).

In meno del 10% dei casi, non è possibile individuare un'associazione tra l'algodistrofia e una delle suddette condizioni di natura traumatica; in tali circostanze, c'è il sospetto che l'algodistrofia dipenda dall'irritazione di un qualche nervo, da fenomeni trombotici o, addirittura, in alcuni casi, da neoplasie o infezioni.

Tipi di Algodistrofia

Gli esperti riconoscono due forme di algodistrofia: l'algodistrofia di tipo 1 (detta anche distrofia simpatica riflessa o atrofia di Sudeck) e l'algodistrofia di tipo 2 (conosciuta anche come causalgia).

Sono di tipo 1 tutte le forme di algodistrofia per le quali non c'è evidenza di un danno diretto alle strutture nervose; sono invece di tipo 2 tutte le forme di algodistrofia per quali è evidente la presenza di un danno diretto alle strutture nervose.

Algodistrofia e Genetica

In passato, alcuni medici avevano avanzato l'ipotesi che, all'insorgenza dell'algodistrofia, partecipassero anche fattori genetici.

Tuttavia, i ricercatori che, negli anni successivi, si sono prodigati per dimostrare la suddetta ipotesi hanno fallito, non trovando alcuna connessione tra algodistrofia e genetica.

Algodistrofia e Psicologia: esiste una connessione?

Sempre in passato, alcuni patologi ritenevano l'algodistrofia e il dolore che questa causava un disturbo di natura psicologica.

Oggi, la suddetta teoria non è più presa in considerazione.

Sintomi e Complicazioni

Come si manifesta l’Algodistrofia: i Sintomi tipici

Il principale sintomo dell'algodistrofia è il dolore a un arto o a una sua parte.
Il dolore indotto dall'algodistrofia è spesso una sensazione intensa, persistente e debilitante; molti pazienti lo descrivono anche come una sensazione bruciante o pungente.

A volte, si associa a formicolio e intorpidimento.

La sensazione dolorosa può protrarsi per diversi giorni o settimane; quindi, può scomparire improvvisamente e ricomparire con altrettanta imprevedibilità.

Molto spesso, il riacutizzarsi della sintomatologia coincide con un periodo di stress.

Nel descrivere il dolore dell'algodistrofia, spesso i medici usano i termini "allodinia" e "iperalgesia".
In medicina, questi due termini indicano risposte esagerate agli stimoli che provocano dolore.

Nello specifico, si parla di allodinia quando un individuo prova dolore anche dopo stimoli lievi e che, in condizione di normalità e buona salute, sarebbero completamente innocui.
Si usa, invece, la parola "iperalgesia" per indicare tutte quelle situazioni, in cui c'è un'ipersensibilità agli stimoli dolorosi.

Altri Sintomi di Algodistrofia

In aggiunta al dolore cronico, l'algodistrofia può provocare:

  • La strana sensazione che l'arto o la parte di arto dolente non appartengano al resto del corpo;
  • La strana sensazione che l'arto dolente (o una sua parte) sembri più grande o più piccolo dell'arto controlaterale non dolente;
  • Alterazioni dell'aspetto della pelle, laddove il paziente lamenta dolore. La regione dolente può arrossarsi, risultare calda e secca oppure fredda, colorarsi di blu e sudare;
  • Alterazioni a carico dei peli e delle unghie (unghie dell'arto interessato). Peli e unghie possono crescere più lentamente o più velocemente del normale;
  • Rigidità e gonfiore articolare;
  • Tremori e spasmi muscolari(distonia);
  • Difficoltà nel muovere l'arto dolente;
  • Insonnia;
  • Fragilità ossea(osteoporosi) a livello dell'arto dolente.

Algodistrofia: le Complicanze

Complicanze Fisiche

In rare circostanze, l'algodistrofia può dar luogo a complicanze di natura fisica, come atrofia muscolare, infezioni cutanee, ulcere cutaneecontratture muscolari.
Chi è vittima di tali complicanze, ha notevoli difficoltà a muoversi e a condurre una vita normale.

Complicanze Psicologiche

Nelle persone con algodistrofia, la presenza di dolore cronico, continuo e di notevole intensità può essere responsabile di problemi psicologici, tra cui depressione e ansia.

Quando Rivolgersi al Medico?

Un valido motivo di preoccupazione e per il quale è consigliabile rivolgersi al proprio medico è la presenza di un dolore persistente, che impedisce lo svolgimento delle più semplici attività quotidiane.

Diagnosi

Diagnosticare l'algodistrofia non è affatto semplice. I motivi per cui è difficile individuare la condizione in questione sono almeno tre:

  • Manca un test diagnostico specifico;
  • La sintomatologia assomiglia molto a quella di altre condizioni patologiche;
  • Non sono chiare le cause; di conseguenza i medici ignorano quale anomalia fisiologica è da ricercare.

Diagnosi Algodistrofia: Come Riconoscerla

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Il tipico iter diagnostico per l'individuazione dell'algodistrofia prevede:

  • Un accurato esame obiettivo e un'attenta anamnesi, al fine di valutare in maniera approfondita il quadro sintomatologico.
    Il dolore continuo e persistente è un sintomo fondamentale, ma non è la sola manifestazione clinica importante dell'algodistrofia.
  • Esami del sangue, per escludere in maniera categorica che la sintomatologia dipenda da una qualche malattia infettiva;
  • Una risonanza magnetica nucleare (RMN), per escludere che la sintomatologia dipenda dalla presenza di problemi alle ossa o ai tessuti molli;
  • Un esame ai raggi X, per escludere che i sintomi siano dovuti a problemi alle articolazioni o alle ossa;
  • Studi di conduzione nervosa, per escludere che la sintomatologia deriva da un danno a uno o più nervi.

Il ricorso a test diagnostici per escludere possibili condizioni di fondo (es: esami del sangue per escludere la presenza di infezioni) è un approccio particolare, che prende il nome specifico di diagnosi differenziale.
Per diagnosticare una condizione come l'algodistrofia, procedere per esclusione è probabilmente la strategia più adottata e più efficace.

Terapia

Algodistrofia: esiste una Cura?

Attualmente, esiste una cura specifica sintomatica per l'algodistrofia, ovvero il neridronato, un bifosfonato che ha ricevuto l'approvazione dell'AIFA come farmaco di prima scelta nella gestione delle forme precoci di algodistrofia.

Sono disponibili, inoltre, altri trattamenti sintomatici non specifici, quali fisioterapia, farmaci diversi dal neridronato e psicoterapia.

Algodistrofia e Fisioterapia

In caso di algodistrofia, la terapia fisica consiste in un programma di esercizi di riabilitazione fisioterapica, finalizzati a migliorare, nell'arto dolente, la circolazione sanguigna, la motilità articolare e l'elasticità e la forza dei muscoli.
Lo scopo della terapia fisica è permettere al paziente di svolgere le normali attività quotidiane, senza avvertire dolore.
Affinché la terapia fisica sia veramente efficace, i medici consigliano di rivolgersi a un fisioterapia esperto in materia di algodistrofia.

Algodistrofia e Farmaci

Tra i farmaci che i medici potrebbero prescrivere in caso di algodistrofia, rientrano:

È da segnalare che alcuni studi suggeriscono che possano avere effetti positivi sulla sintomatologia dell'algodistrofia anche la ketamina (un potente anestetico) e gli oppioidi (morfina, oxycontin, idrocodone, fentanyl). Trattandosi però di medicinali con importanti effetti collaterali, la comunità medica è alquanto restia al loro utilizzo.

Neridronato, il bifosfonato approvato per il trattamento dell'algodistrofia

Diversi studi clinici, in cui gli sperimentatori hanno testato vari bifosfonati e hanno utilizzato anche un placebo, hanno evidenziato come il neridronato avesse effetti significativamente positivi sulla sintomatologia: riduzione del dolore, riduzione dell'algodinia e dell'iperalgesia e del dolore al movimento passivo.
Questi effetti, tra l'altro, erano stati osservati nella totalità dei pazienti considerati, e anche quando la via di somministrazione del farmaco era quella intramuscolo.
Alla luce di questi risultati, il neridronato ha ricevuto l'approvazione da parte dell'AIFA come farmaco di prima scelta nel trattamento delle forme precoci di algodistrofia; è stato ampiamente dimostrato, infatti, che la cura con bifosfonati andrebbe iniziata nella fase precoce della malattia, per poterne apprezzare i risultati.

Algodistrofia e Psicoterapia

I medici consigliano una terapia psicologica (o psicoterapia) a tutti quei soggetti che, a seguito dell'algodistrofia, hanno sviluppato problemi psicologici, tra cui depressione, ansia, disturbo post-traumatico da stress ecc.
Un tipo di psicoterapia che risulta essere di beneficio tra i pazienti con algodistrofia e problemi psicologici è la cosiddetta terapia cognitivo-comportamentale.

Altri trattamenti per l’Algodistrofia

Forme meno comuni di trattamento sintomatico dell'algodistrofia sono:

Blocco del nervo simpatico (o blocco del sistema nervoso simpatico)

Prevede l'iniezione, in prossimità del midollo spinale, di un anestetico capace di bloccare l'attività di uno o più nervi del sistema nervoso simpatico.
Avente lo scopo di ridurre l'intensità della sensazione dolorosa, il blocco del nervo simpatico produce effetti analgesici temporanei. Sul lungo periodo, infatti, non è efficace.

Simpatectomia

È la rimozione chirurgica di una o più strutture costituenti il sistema nervoso simpatico. In teoria, la sua esecuzione dovrebbe comportare una riduzione dell'intensità del dolore; nella realtà, è utile a qualche paziente, mentre per altri è controproducente.

Stimolazione del midollo spinale

Prevede l'installazione di alcuni elettrodi stimolatori sulla colonna vertebrale, nelle estreme vicinanze del midollo spinale, e l'utilizzo di un dispositivo capace di attivare i suddetti elettrodi.
Grazie all'attivazione degli elettrodi presenti sulla colonna vertebrale, la stimolazione del midollo spinale dovrebbe modificare la sensazione dolorosa, rendendola meno intensa.

Pompe intratecali

Sono dispositivi medici utilizzati per somministrare piccole quantità di farmaci analgesici o anestetici nel liquor cefalorachidiano.
Lo scopo delle pompe intratecali è ridurre l'intensità della sensazione dolorosa.

Consigli degli esperti su come controllare l’Algodistrofia

Secondo i medici, per controllare meglio l'algodistrofia sarebbe opportuno:

  • Informarsi sulle caratteristiche della condizione, in maniera tale da comprenderla meglio;
  • Mantenersi attivi con l'arto dolente, quindi evitare l'immobilità;
  • Imparare alcune tecniche di controllo del dolore;
  • Imparare alcune tecniche di rilassamento, per migliorare la qualità della vita;
  • Cimentarsi nei trattamenti fisioterapici anche a casa. Eseguirli soltanto nei centri specializzati ha benefici limitati;
  • Frequentare gruppi di supporto per persone con algodistrofia o disturbi analoghi.

Prognosi

Algodistrofia: si guarisce?

La prognosi in caso di algodistrofia varia da paziente a paziente.

Alcuni pazienti rispondono positivamente alle terapie, altri invece rispondono poco o non rispondono affatto.
In alcuni soggetti, la condizione regredisce completamente, talvolta anche dopo molto tempo; in altri, persiste, alle volte con momenti di apparente remissione; in altri ancora, si sposta in altre zone del corpo.

Secondo certi studi, se i trattamenti hanno inizio quando l'algodistrofia è agli esordi, la prognosi è migliore.

La futura eventuale scoperta delle cause dell'algodistrofia potrebbe aiutare i medici a scoprire come curare efficacemente questa condizione. 

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza