Ultima modifica 25.02.2020

A cura della Dr.ssa Sarah Beggiato

Cos'è l'alcolismo?

Il termine "alcolismo" si riferisce ad una malattia nota come sindrome da dipendenza di alcol, lo stadio più grave tra i diversi problemi legati al consumo di bevande alcoliche, che comincia con il cosiddetto "binge drinking" ovvero "abbuffata di alcol" e che può evolvere nel più grave abuso di alcol.Alcolismo

Cos'è una bevanda standard?

Molte persone rimangono sorprese quando imparano come viene valutato un drink. La quantità di liquido nel nostro bicchiere, o nella bottiglia, non corrisponde necessariamente alla quantità di alcol in essi contenuta. Diversi tipi di birra, vino o liquori al malto possono infatti contenere diverse quantità di alcol. Per esempio, molte birre leggere hanno quasi la stessa quantità di alcol presente in una birra normale:

  • birra normale: 5% (circa) di contenuto di alcol (per legge superiore al 3,5%)
  • birra leggera o light: contenuto di alcol maggiore ad 1,2% ma inferiore al 3,5%
  • birra analcolica: contenuto di alcol inferiore ad 1,2%

Ecco perché è importante conoscere quanto alcol contiene il nostro drink.

Per misurare la quantità di alcol presente nel bicchiere, ed i possibili effetti che può determinare sull'organismo e sulle prestazioni, è stato introdotto il concetto di unità alcolica standard (UA), corrispondente a 12 grammi di alcol puro (o a 10 grammi secondo altre fonti). Per ottenere il numero di unità alcoliche contenute nella bevanda andrà quindi diviso per 12 (o 10) il suo contenuto alcolico espresso in grammi, oppure per 15,2 (o 12,7) il suo contenuto alcolico espresso in millilitri ( %Vol). Ad esempio, una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml), un aperitivo alcolico (80 ml) o un bicchierino di superalcolico (40 ml) corrispondono ciascuno ad una unità alcolica. Un altro modo per chiamare l'unità alcolica è "standard drink" o "drink standard".


Calcolo unità alcoliche

Per calcolare le unità alcoliche contenute in una bevanda alcolica inserisci la quantità consumata espressa in millilitri, la gradazione riportata in etichetta (%Vol.) e clicca sul pulsante calcola


Quantità ml

unità alcoliche
(12 grammi di alcool ciascuna)
Gradazione % vol
 

Classificazione delle tipologie di bevitori

La dipendenza da alcol è dovuta ad una serie di fattori, che si possono raggruppare in:

  • fisici (genetici, metabolici, neurologici);
  • psichici (disturbi psichici di varia natura che provocano sofferenza e facilitano la ricerca dell'alcol come conforto);
  • sociali (cultura del bere, pressione sociale, abitudini e stile di vita).

Presi singolarmente i fattori sopra descritti non riescono a creare il disturbo; pertanto, affinché il problema si manifesti, servono più fattori predisponenti attivati da una causa occasionale scatenante.
Jellinek nel 1960 ha individuato cinque diverse categorie di consumatori di alcol e li ha così definiti:

  • bevitore alfa: è colui che ricorre agli effetti dell'alcol per disinibirsi o per trovare sollievo da sofferenze fisiche ed emotive;
  • bevitore beta: è il classico bevitore occasionale, che utilizza il bere come momento di socializzazione, amicizia;
  • bevitore gamma: è un individuo che è in grado di astenersi dal bere, ma se inizia a bere lo fa in maniera incontrollata;
  • bevitore delta: è colui che viene propriamente definito etilista. Questi individui vanno incontro a crisi di astinenza, necessitano di ricoveri ospedalieri e mostrano una tendenza alla ricaduta;
  • bevitori epsilon: sono consumatori episodici che possono astenersi per lunghi periodi dal bere, ma che possono poi incominciare improvvisamente in modo incontrollato. A questo tipo di bevitori appartengono anche soggetti che bevono ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi.

I bevitori gamma, delta ed epsilon - sebbene non presentino una condizione di dipendenza - corrono in tal senso un rischio maggiore rispetto alla popolazione generale.
Anni dopo, gli alcolisti vennero suddivisi in due sottogruppi da Cloninger (1987), a seconda delle caratteristiche genetico-ambientali o solamente genetiche:

  • tipo I: l'esordio della dipendenza da alcol comincia tardi, dopo i 30 anni. Generalmente il tipo I non è accompagnato da comportamenti di tipo aggressivo o da complicazioni legali o sociali dovute all'abuso di alcol;
  • tipo II: si manifesta soprattutto nei maschi e ha un esordio precoce, prima dei 25 anni. Generalmente è legato a problemi sociali e legali.

Modi di bere

Bere moderato

Gli esperti hanno dimostrato che difficilmente il bere moderato può portare ad un disordine legato al consumo di alcol. I livelli di alcol che si possono assumere e che presenterebbero un rischio basso di sviluppare una malattia ad esso correlata, differiscono tra uomo e donna e sono:

  • per gli uomini: non più di 4 drinks in un solo giorno e non più di 14 drinks per settimana;
  • per le donne: non più di 3 drinks in un solo giorno e non più di 7 per settimana.

Anche entro questi limiti, si possono avere problemi nel caso in cui si beva molto velocemente o si abbiano altri disturbi concomitanti. Per mantenere basso il rischio di sviluppare problemi alcol-correlati, bisogna assicurarsi di bere lentamente e di associare il consumo di alcol a quello di alimenti solidi.
Alcuni individui dovrebbero evitare completamente di bere, compresi coloro che prevedono di guidare nelle ore successive, assumono farmaci che interferiscono con l'alcol, hanno una situazione di salute che l'alcol può aggravare, sono nel periodo della gestazione ho hanno programmato di avere un bambino.

Bere in maniera eccessiva

Per la salute dell'individuo in generale, bere in maniera eccessiva significa consumare in un giorno più di quanto sia stato stimato si possa bere quotidianamente o, peggio ancora, settimanalmente. Circa una persona su 4 che bevono in questo modo, ovvero sopra i livelli citati precedentemente, sviluppa una sindrome da dipendenza di alcol o problemi da dipendenza alcolica.

Binge drinking

Binge drinking significa bere così tanto, in un tempo compreso nelle 2 ore, che la concentrazione di alcol nel sangue raggiunge gli 0,08g/dL. Per le donne, questo accade generalmente dopo 4 drinks e per gli uomini dopo circa 5. Bere in questo modo può mettere a rischio la salute e la sicurezza dell'individuo, aumentando la probabilità di incidenti d'auto e danni alla salute. Alla lunga, per esempio, il bingedrinking può danneggiare il fegato e altri organi.

Effetti dell'Alcol sull'Organismo

Per approfondire: Sintomi Alcolismo


Bere troppo, in singole occasioni o nel tempo, può creare seri problemi alla propria salute. Gli effetti acuti associati al consumo di alcol dipendono fortemente dalle caratteristiche biologiche e genetiche dell'individuo.

L'etanolo ha una dose letale 50 (DL50) pari a 8g/kg, perciò è una sostanza leggermente tossica (classe 2). I sintomi di un'intossicazione acuta da etanolo variano a seconda della concentrazione di alcol nel sangue; si possono distinguere:

  • alcolemia 0,3-0,5 g/l: fase di eccitazione psicomotoria con disinibizione, euforia e loquacità; effetto ansiolitico; alterazione della memoria, del giudizio, della concentrazione e lievi disturbi motori;
  • alcolemia 0,5-2 g/l: fase in cui appaiono incoordinazione motoria, diminuzione della forza muscolare, amnesia e confusione mentale, disartria, alterazioni percettive, midriasi, vomito, sonnolenza e torpore;
  • alcolemia > 4 g/l: in questa fase la concentrazione di alcol nel sangue può essere mortale perché provoca anestesia, depressione motoria e respiratoria, ipotermia, coma e morte.

Di seguito verranno brevemente descritti alcuni degli effetti che l'alcool può produrre nell'organismo.

Effetti a livello del sistema nervoso centrale (SNC)

L'alcol interferisce con i diversi sistemi di comunicazione del cervello e può influenzare il modo di lavorare dello stesso. E' stato ipotizzato che lo sviluppo della dipendenza da alcol coinvolga una serie di cambiamenti chimici nel cervello; fenomeno che è stato spiegato con il concetto di neuroplasticità. Questo termine si riferisce alla capacità del cervello di compensare le lesioni a cui va incontro e di adattarsi a nuove situazioni o a cambiamenti nell'organismo (ad esempio l'esposizione cronica all'alcol), attraverso la formazione di nuove connessioni tra i neuroni o alterando l'attività dei neuroni pre-esistenti. I processi di adattamento possono influenzare anche i neurotrasmettitori, i recettori con i quali interagiscono e molte altre molecole.

In seguito ad un'esposizione cronica all'alcol, i cambiamenti neuronali riflettono la comparsa degli effetti comportamentali tipici della dipendenza, quali l'aumento dell'ansia, dello stress e la comparsa della tolleranza.

Il termine "tolleranza" si riferisce ad una diminuzione degli effetti di rinforzo positivo dell'alcol, per cui un individuo necessita di quantità di alcol superiori per ottenere gli stessi effetti precedentemente sperimentati a dosi inferiori. In un individuo con un livello di tolleranza elevato, l'astensione dal consumo di alcol può far precipitare la sindrome d'astinenza.
L'alcol ha un'azione bifasica sul cervello: è una sostanza che deprime il sistema nervoso centrale, sebbene a bassi livelli ematici si osservi una stimolazione comportamentale. Un uso prolungato di alcol può provocare una serie di cambiamenti a livello cerebrale che si manifestano con alterazioni funzionali e morfologiche che possono portare anche alla morte del neurone.


Effetti a livello periferico

Disturbi da Consumo di Alcol

I disturbi da consumo di alcol rappresentano una vera e propria condizione patologica, che il medico può diagnosticare quando il bere causa nell'individuo effetti nocivi ed una situazione di angoscia.

La dipendenza da alcol è molto diffusa. Secondo i dati riportati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'abuso di alcol provoca ogni anno circa 2,5 milioni di morti e rappresenta il terzo fattore di rischio nel mondo per lo sviluppo e l'aggravamento di altre malattie.
I sintomi dell'alcolismo comprendono:

  • il desiderio, l'urgenza e il bisogno di bere, detto più comunemente craving;
  • la perdita di controllo: incapacità di smettere di bere una volta che si è cominciato a farlo;
  • dipendenza fisica: insorgenza dei sintomi di astinenza - come ad esempio nausea, sudorazione, tremore e ansia - dopo che si è smesso di bere;
  • tolleranza: bisogno di bere quantitativi maggiori di alcol per sperimentare gli stessi effetti positivi che spingono l'individuo a bere

Le persone colpite da alcolismo trascorrono spesso una grande quantità di tempo a bere. Proprio a causa del bere, chi fa uso incontrollato di alcol non riesce più ad adempiere alle proprie responsabilità a casa, nel lavoro o a scuola. Spesso tali individui mettono la propria vita e quella altrui in condizioni di pericolo (ad esempio guida in stato di ebrezza) o hanno problemi di tipo sociale o legale (ad esempio storie di arresti o di litigi famigliari) dovuti al loro problema con l'alcol.
Come molte altre malattie, l'alcolismo è generalmente considerato cronico, cioè una malattia che permane per tutto l'arco della vita dell'individuo che ne è affetto. Studi epidemiologici hanno dimostrato che più del 70% degli individui che sviluppa dipendenza da alcol ha un singolo episodio che dura di media 3-4 anni. I dati dello stesso sondaggio dimostrano come molte persone che si sottopongono ad un trattamento convenzionale sono in grado di rimanere alcol-free, e molte altre guariscono senza trattamento convenzionale.

Alcolismo e genetica

Come possono i geni influenzare l'alcolismo?

L'alcolismo spesso accomuna più membri della stessa famiglia e si possono leggere studi scientifici in cui si parla del "gene dell'alcolismo". La genetica certamente influenza la probabilità di sviluppare o meno l'alcolismo, anche se la storia non è così semplice. Gli studi dimostrano che i geni sono responsabili di circa la metà dei rischi correlati all'alcolismo. Perciò, i geni da soli non determinano se una persona svilupperà o meno la sindrome da dipendenza alcolica. I fattori ambientali, così come le interazioni tra geni e ambiente, sono responsabili della rimanente parte del rischio.
Una molteplicità di geni concorre al rischio di una persona di sviluppare l'alcolismo. Ci sono geni che ad esempio favoriscono il rischio ed altri che lo riducono, direttamente o indirettamente. Per esempio, alcuni soggetti Asiatici sono portatori di una variante genica che altera il loro modo di metabolizzare l'alcol, causando sintomi come vampate di calore, nausea o accelerazione del battito cardiaco quando bevono. Molte persone che sperimentano questi effetti a dir poco spiacevoli, evitano l'alcol e ciò le aiuta a prevenire lo sviluppo dell'alcolismo.
E' stato inoltre dimostrato che i geni possono anche influenzare l'efficacia dei trattamenti per l'alcolismo. Per esempio, farmaci come il naltrexone si sono dimostrati efficaci nell'aiutare alcuni, ma non tutti gli individui che hanno sviluppato alcol-dipendenza, a ridurre il desiderio di bere alcol. Si è visto che pazienti alcolisti che presentano una variazione in un specifico gene rispondono in maniera positiva al trattamento con il naltrexone, mentre pazienti che non portano questa variazione genetica non rispondono al trattamento. Perciò una piena comprensione di come i geni influenzano le caratteristiche dei farmaci aiuterà i medici a prescrivere il trattamento più efficace per ogni singolo paziente.

Sindrome Alcolica Fetale

La sindrome fetale alcolica si manifesta quando una donna in stato di gravidanza assume quantità significative di alcol. Sebbene non esistano quantità di alcol sicure per il feto, circa il 20-30% delle donne fa uso di alcolici durante il periodo di gestazione. L'alcol può alterare lo sviluppo del feto in qualsiasi periodo della gestazione, soprattutto durante le fasi iniziali della gravidanza. Gli studi dimostrano che il binge drinking, che come descritto inizialmente significa bere 4 o più drinks per singola occasione, ed il bere regolarmente in maniera pesante, favoriscono lo sviluppo di seri problemi al feto.