Ultima modifica 25.02.2020

Il sorafenib è un farmaco antitumorale in grado di inibire la crescita tumorale. È commercializzato con il nome Nexavar®.

Indicazioni

Per Cosa si Usa

L'uso di sorafenib è indicato per il trattamento di:

Avvertenze

Il sorafenib può causare reazioni cutanee, soprattutto a mani e piedi. In caso di comparsa di questi sintomi è necessario rivolgersi al medico, poiché potrebbe essere necessario interrompere il trattamento.
Poiché il sorafenib può causare ipertensione, è necessario tenere sotto controllo la pressione sanguigna. In alcuni casi, potrebbe anche essere necessario un trattamento farmacologico.
Il sorafenib può aumentare il rischio di sanguinamento, perciò va usata cautela nella somministrazione del farmaco in pazienti affetti da disturbi della coagulazione.
Poiché il sorafenib può rallentare la guarigione delle ferite, in pazienti che devono essere sottoposti a interventi chirurgici, il trattamento potrebbe essere sospeso.
In caso compaia dolore toracico o insorgano problemi cardiaci, il medico potrebbe decidere di interrompere il trattamento. In ogni caso, il sorafenib deve essere usato con cautela in pazienti affetti da patologie cardiovascolari.
In pazienti affetti da patologie epatiche, si può assistere a un peggioramento degli effetti collaterali indotti dal sorafenib.
I pazienti in terapia con sorafenib con ridotta funzionalità renale devono essere costantemente monitorati.

Interazioni

La somministrazione concomitante di sorafenib e di capecitabina, irinotecan, doxorubicina, paclitaxel o docetaxel (altri farmaci antitumorali) può far sì che si verifichi un potenziamento dell'attività di questi ultimi e un peggioramento dei loro effetti collaterali.
La neomicina, la rifampicina e altri tipi di antibiotici possono diminuire l'efficacia terapeutica del sorafenib.
La somministrazione concomitante di sorafenib e warfarin o fenprocomone (farmaci anticoagulanti) aumenta il rischio d'insorgenza di sanguinamenti.
Altri farmaci che possono interagire con sorafenib causando effetti dannosi, sono:

Effetti Collaterali

Il sorafenib può provocare vari tipi di effetti collaterali sebbene non tutti i pazienti li manifestino. Ciò dipende dalla sensibilità che ogni individuo possiede nei confronti del farmaco. Perciò, non è detto che gli effetti avversi si manifestino tutti e con la medesima intensità in ciascun paziente.
Di seguito, sono riportati i principali effetti collaterali che possono insorgere durante la terapia con sorafenib.

Patologie gastrointestinali

Il trattamento con sorafenib può causare nausea, vomito e diarrea.
Nausea e vomito, di solito, si presentano in forma lieve e possono essere tenuti sotto controllo mediante l'utilizzo di farmaci antiemetici (antivomito).
La diarrea, invece, può presentarsi sia in forma lieve, sia in forma severa. Se si presenta in forma lieve, può essere tenuta sotto controllo mediante l'utilizzo di farmaci antidiarroici. Se, invece, si presenta in forma severa, potrebbe essere necessaria l'interruzione del trattamento. In ogni caso, è bene bere molto in modo da reintegrare i liquidi persi.
Inoltre, il farmaco può provocare bruciore di stomaco, gastrite, pancreatite, perforazione gastrointestinale, stitichezza e dispepsia.

Riduzione della produzione di cellule ematiche

La terapia con sorafenib può causare una diminuzione della produzione di cellule del sangue. Tale riduzione può causare:

Patologie epatobiliari

Il trattamento con sorafenib può causare infiammazione della cistifellea e/o dei dotti biliari, ittero ed epatite da farmaci.

Patologie renali

La terapia con sorafenib può causare insufficienza renale e sindrome nefrosica (una sindrome caratterizzata da un danno renale che causa la perdita di elevate quantità di proteine dalle urine).

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

La terapia con sorafenib può causare alopecia, acne, secchezza della pelle, prurito, infiammazione e desquamazione della cute, ispessimento dello strato esterno della pelle (ipercheratosi), eczemi, eruzioni cutanee, dermatite simil-attinica in aree della pelle precedentemente esposte a radioterapia e follicolite (infiammazione del follicoli piliferi).
Possono anche manifestarsi reazioni cutanee più gravi, come la sindrome di Stevens-Johnson (una variante più grave dell'eritema polimorfo) e la necrolisi epidermica tossica.
Infine, il sorafenib può favorire l'insorgenza di tumori della pelle, come il carcinoma cutaneo a cellule squamose.

Patologie cardiovascolari

Il trattamento con sorafenib può causare insufficienza cardiaca, prolungamento dell'intervallo QT (l'intervallo di tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ripolarizzarsi), infarto del miocardio e vasculite leucocitoclastica (un'infiammazione dei piccoli vasi sanguigni che può manifestarsi con lesioni cutanee).
Inoltre, il farmaco può favorire la comparsa d'ipertensione.

Sindrome hand-foot

Il sorafenib può causare la sindrome hand-foot, cioè una sindrome caratterizzata da gonfiore, arrossamento, dolore al palmo delle mani e/o alla pianta dei piedi. In alcuni casi, si può anche assistere alla comparsa di vesciche.

Patologie endocrine

La terapia con sorafenib può indurre sia ipotiroidismo che ipertiroidismo.

Patologie del sistema nervoso

Il trattamento con sorafenib può causare mal di testa, affaticamento, astenia e neuropatia sensoriale periferica.

Altri effetti collaterali

Altri effetti indesiderati che possono insorgere in seguito al trattamento con sorafenib, sono:

Sovradosaggio

Qualora si sospetti di aver assunto una dose eccessiva di farmaco, è necessario contattare immediatamente un medico. I sintomi che possono comparire in seguito a sovradosaggio consistono in un'esacerbazione degli effetti collaterali, in particolar modo, si può assistere a un peggioramento della diarrea e degli effetti avversi a carico della cute.

Meccanismo d'azione

Il sorafenib è un agente antitumorale che esplica la sua funzione inibendo particolari enzimi chiamati chinasi.
Le chinasi sono una grande famiglia di proteine coinvolte in molti processi cellulari.
Il sorafenib possiede selettività nei confronti di particolari chinasi che si trovano iper-espresse sulla membrana o all'interno delle cellule tumorali e sono coinvolte nella crescita delle stesse. In particolare, il sorafenib - inibendo questi enzimi - è in grado di:

  • Rallentare la crescita delle cellule cancerose;
  • Bloccare l'apporto di sangue alla massa tumorale che si trova, quindi, sprovvista di nutrimento e - di conseguenza - non riesce più a crescere.

Modo d'Uso - Posologia

Il sorafenib è disponibile per la somministrazione orale sotto forma di compresse.
Le compresse devono essere deglutite intere con l'aiuto di un bicchier d'acqua, lontano dai pasti o in presenza di alimenti a basso contenuto di grassi. Se il sorafenib viene assunto in concomitanza a cibi molto grassi, infatti, si può assistere a una diminuzione della sua efficacia terapeutica.
Infine, è importante assumere il farmaco ogni giorno alla stessa ora, in modo da mantenerne costante la concentrazione plasmatica.
La posologia di sorafenib deve essere stabilita dal medico.
Comunque, la dose di sorafenib solitamente raccomandata è di due compresse contenenti 200 mg di principio attivo da assumersi due volte al giorno, per un totale di 800 mg di farmaco al giorno.

Gravidanza e Allattamento

Il sorafenib non deve essere utilizzato da donne in gravidanza. Inoltre, devono essere adottate delle precauzioni per prevenire eventuali gravidanze, sia durante il trattamento con il farmaco che per un certo periodo dal termine dallo stesso. Generalmente, si sconsiglia di intraprendere gravidanze per un periodo di almeno cinque anni dal termine della terapia.
Poiché il sorafenib può causare danni alla crescita e allo sviluppo del bambino, le madri che allattano al seno non devono assumere il farmaco.

Controindicazioni

L'uso di sorafenib è controindicato nei seguenti casi:

  • Ipersensibilità nota al sorafenib;
  • In gravidanza;
  • Durante l'allattamento.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista