Ultima modifica 27.03.2020

Generalità

Il radio è l'osso pari che, insieme all'ulna (rispetto alla quale è in posizione laterale), forma lo scheletro di ciascun avambraccio.
RadioSituato tra omero (superiormente) e ossa del carpo (inferiormente), costituisce due articolazioni essenziali per il movimento dell'intero arto superiore: l'articolazione del gomito e l'articolazione del polso.
Per semplificarne lo studio, gli anatomisti lo suddividono in tre porzioni: l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), il corpo (o diafisi) e l'estremità distale (o epifisi distale).
L'estremità prossimale è fondamentale per articolarsi con l'omero; il corpo ospita numerosi muscoli dell'avambraccio e della mano; infine l'estremità distale è rilevante per la sua unione alle ossa carpali prossimali, scafoide e semilunare.
Come ogni altro osso del corpo umano, il radio può fratturarsi a seguito di traumi.

Definizione

Il radio è l'osso pari che, insieme all'ulna, costituisce lo scheletro di ciascun avambraccio.
L'avambraccio è la regione anatomica dell'arto superiore compresa tra il braccio, superiormente, e la mano, inferiormente.
Appartenente alla categoria delle ossa lunghe, il radio forma due importanti articolazioni del corpo umano: una con l'osso del braccio (l'omero), chiamata articolazione del gomito, e un'altra con le ossa carpali della mano, denominata articolazione del polso.

POSIZIONE RISPETTO ALL'ULNA

Il radio decorre parallelamente all'ulna, in posizione laterale se la mano è rivolta con il palmo verso l'osservatore.
Ai lettori che non conoscessero il concetto di laterale (e del suo significato opposto, cioè mediale), si consiglia di consultare la spiegazione nel riquadro sottostante.


Nota importante: significato di mediale e laterale

Mediale e laterale sono due termini dal significato opposto. Tuttavia, per comprendere appieno che cosa vogliono dire, è necessario fare un passo indietro e rivedere il concetto di piano sagittale.
Piani corpo umano

Figura: i piani con cui gli anatomisti sezionano il corpo umano. Nell'immagine, è evidenziato, in particolare, il piano sagittale.

Il piano sagittale, o piano mediano di simmetria, è la divisione antero-posteriore del corpo, divisione dalla quale derivano due metà uguali e simmetriche: la metà destra e la metà sinistra. Per esempio, da un piano sagittale della testa derivano una metà, che comprende l'occhio destro, l'orecchio destro, la narice nasale destra e via dicendo, e una metà, che comprende l'occhio sinistro, l'orecchio sinistro, la narice nasale sinistra ecc.
Ritornando quindi ai concetti mediale-laterale, la parola mediale indica un rapporto di vicinanza al piano sagittale; mentre la parola laterale indica un rapporto di lontananza dal piano sagittale.
Tutti gli organi anatomici possono essere mediali o laterali rispetto a un punto di riferimento. Un paio di esempi chiariscono tale affermazione:
Primo esempio. Se il punto di riferimento è l'occhio, questo è laterale rispetto alla narice nasale dello stesso lato, ma mediale rispetto all'orecchio.
Secondo esempio. Se il punto di riferimento è il secondo dito del piede, tale elemento è laterale rispetto al primo dito (alluce), ma mediale rispetto a tutti gli altri.

NELL'ARTO INFERIORE CORRISPONDE A...

Nell'arto inferiore, l'osso corrispondente al radio è la tibia. Insieme al perone, la tibia compone lo scheletro della gamba. Come il radio, tibia e perone sono due ossa pari.

Anatomia

Gli esperti di anatomia individuano nel radio tre regioni (o porzioni) ossee principali: l'estremità prossimale (o epifisi prossimale), il corpo (o diafisi) e l'estremità distale (o epifisi distale).


Significato anatomico di prossimale e distale

Prossimale e distale sono due termini dal significato opposto.
Prossimale vuol dire "più vicino al centro del corpo" o "più vicino al punto d'origine". Riferito al femore, per esempio, indica la porzione di quest'osso più vicina al tronco.
Distale, invece, significa "più lontano dal centro del corpo" o "più distante dal punto d'origine". Riferito (sempre al femore), per esempio, indica la porzione di quest'osso più lontana dal tronco (e più vicina all'articolazione del ginocchio).

ESTREMITà€ PROSSIMALE DEL RADIO

L'estremità prossimale del radio è la porzione ossea più vicina al braccio e che, unendosi all'osso di quest'ultimo (l'omero), è protagonista dell'articolazione del gomito.
Di forma cilindrica, l'epifisi prossimale possiede almeno tre elementi anatomici rilevanti: i cosiddetti testa del radio, collo del radio e tuberosità radiale.

  • Testa del radio. Rappresentante l'apice superiore del radio, è l'area coinvolta nell'articolazione del gomito. Infatti, tramite la sua superficie superiore, si articola con una regione sferica liscia dell'omero, che prende il nome specifico di capitulum.
    Sul bordo mediale, è importante segnalare la presenza di un'area ossea particolare, che permette l'unione di radio e ulna superiormente.
    La testa del radio ha le sembianze di un disco dalle superfici lisce.
  • Collo del radio. È la sezione ossea compresa tra la testa del radio e la tuberosità radiale. Rispetto alla testa del radio, ha un diametro più piccolo; è liscio.
  • Tuberosità radiale. È una proiezione ossea, che serve ad accogliere il capo terminale del muscolo bicipite brachiale. All'interno dell'avambraccio, occupa una posizione mediale, quindi è rivolta verso l'ulna.Radio e Ulna

CORPO DELL'ULNA

Il corpo è la porzione centrale del radio, compresa tra l'estremità prossimale e l'estremità distale.
Lungo tutto il suo percorso, presenta 3 superfici - la superficie volare, la superficie dorsale e la superficie laterale - e 3 bordini - il volare, l'interosseo e il dorsale.
Tra i suddetti elementi, meritano una segnalazione:

  • La superficie volare, in quanto accoglie i capi iniziali di diversi muscoli (per esempio, il flessore lungo del pollice e il pronatore quadrato), funge da punto d'inserzione per il legamento radio-carpale volare e ospita il cosiddetto foro nutritizio (di cui si parlerà in seguito).
  • La superficie dorsale, perché dà origine ai importanti muscoli del pollice.
  • La superficie laterale, poiché ospita i capi iniziali dei muscoli supinatore e pronatore rotondo dell'avambraccio.
  • Il bordino interosseo (o cresta interossea), poiché aggancia la cosiddetta membrana interossea radio-ulnare. La membrana interossea radio-ulnare è un sottile foglietto di tessuto fibroso, interposto tra radio (medialmente) e ulna (lateralmente), che unisce indirettamente le due ossa dell'avambraccio.
    Le unioni ossee che coinvolgono le membrane interossee sono un particolare tipo di articolazioni fibrose, identificate col nome di sindesmosi.

Diversamente dal corpo dell'ulna - che tende a stringersi procedendo in direzione distale - il corpo del radio tende ad allargarsi.


Le sindesmosi

Rientrano nella categoria delle sindesmosi tutte le articolazioni fibrose, in cui, a tenere insieme gli elementi ossei, è una membrana interossea (come quella sopraccitata) o una rete di legamenti.
Un'altra importante articolazione fibrosa, molto simile a quella presente tra radio e ulna, è la sindesmosi situata tra tibia e perone.

ESTREMITà€ DISTALE DEL RADIO

Larga e quadrangolare, l'estremità distale del radio è la porzione ossea più vicina al polso e con il quale prende parte alla formazione dell'omonima articolazione.
Le sue componenti anatomiche più importanti sono:

  • Il processo stiloideo, in posizione laterale;
  • L'incavo ulnare, sulla superficie mediale;
  • Le due faccette articolari, sulla superficie a contatto con le ossa del carpo.

Il processo stiloideo è un'evidente proiezione ossea di forma conica, sulla quale trovano inserzione: il capo terminale del muscolo brachioradiale (N.B: origina nell'omero), i capi iniziali di alcuni muscoli del pollice (quindi della mano) e uno dei due capi del legamento collaterale radiale del polso.
L'incavo ulnare è una depressione (cioè una concavità), in cui alloggia perfettamente la superficie laterale della testa dell'ulna. Questo contatto radio-ulna in sede distale si somma all'unione radio-ulna in sede prossimale, descritta in precedenza.
Infine, le due faccette articolari - una laterale e una mediale - sono i punti di giunzione con due delle 8 ossa carpali della mano, lo scafoide e il semilunare. Nella fattispecie, la superficie laterale si articola con lo scafoide, mentre la superficie mediale con il semilunare.


Ulna anatomia

IRRORAZIONE SANGUIGNA

Internamente, le ossa lunghe, come il radio (ma anche l'ulna o l'omero), presentano una ben specifica rete di arterie e vene, che serve a garantire loro il giusto apporto di ossigeno e nutrienti.
Le arterie - cioè in vasi che trasportano il sangue ricco d'ossigeno - sono la cosiddetta arteria nutritizia e le arterie periostee; le vene - cioè i vasi che fanno defluire il sangue povero d'ossigeno - sono la cosiddetta vena nutritizia e le vene periostee.
Nel caso del radio, le suddette arterie derivano dall'arteria interossea anteriore, mentre le suddette vene confluiscono nella vena interossea anteriore.


L'arteria nutritizia e la vena nutritizia meritano un appunto particolare, in quanto penetrano nel corpo del radio, attraverso una struttura nominata in precedenza: il foro nutritizio (noto anche come canale nutritizio).

Ossa lunga

Figura: I vasi nutritizi e il foro nutritizio nelle ossa lunga.

ARTICOLAZIONE DEL RADIO

Riepilogando, le articolazioni a cui partecipa il radio sono quattro:

  • L'articolazione del gomito, frutto dell'unione tra la testa del radio e il capitulum dell'omero.
  • L'articolazione radio-ulnare superiore, che unisce la testa del radio, localizzata sull'estremità prossimale del radio, all'incavo ulnare, situato sull'epifisi prossimale dell'ulna.
  • L'articolazione radio-ulnare inferiore, che unisce l'estremità distale del radio (nella fattispecie, l'incavo ulnare del radio) all'estremità distale dell'ulna (per la precisione, la testa dell'ulna).
  • L'articolazione del polso, risultato della collaborazione tra le due faccette articolari dell'ulna e le ossa carpali, scafoide e semilunare.

OSSIFICAZIONE DEL RADIO

Alla formazione del radio concorrono quattro centri di ossificazione: uno con sede sul corpo, uno sull'epifisi prossimale, uno sull'epifisi distale e infine uno sulla tuberosità radiale.
A cominciare il processo di ossificazione è il centro presente sul corpo del radio; a seguire e in successione, entrano in azione il centro dell'estremità distale, il centro dell'estremità prossimale e il centro della tuberosità radiale.
Scendendo più nei particolari:

  • Il centro di ossificazione del corpo si attiva circa alla 8a settimana di vita fetale. La sua attività fa sì che l'osso di sviluppi in direzione corpoàestremità.
  • Il centro di ossificazione dell'estremità distale si mette in moto tra l'ottavo e il 26esimo mese di vita. La porzione ossea a cui dà origine incontra la porzione ossea del centro di ossificazione del corpo all'incirca al 20esimo anno di vita.
  • Il centro di ossificazione dell'estremità prossimale inizia la propria attività al 5° anno di vita circa. La porzione ossea derivante incontra la porzione ossea del corpo attorno al 17esimo-18esimo anno di vita.
  • Il centro di ossificazione della tuberosità radiale (N.B: è un centro addizionale) compare ed entra in azione tra il 14esimo e il 15esimo anno di vita.

Funzioni

Il radio è un elemento fondamentale nella costituzione delle articolazioni del gomito e del polso. Inoltre, accoglie quei muscoli dell'avambraccio e della mano che permettono di sfruttare appieno le potenzialità dei suddetti elementi articolari.
Assieme a omero (e sue articolazioni), ulna e scheletro della mano, il radio permette di sollevare pesi, impugnare qualcosa, scrivere, lanciare oggetti ecc. Quindi, ha un'importanza estremamente rilevante in moltissime attività della vita quotidiana.


Elenco dei muscoli che originano e terminano in corrispondenza del radio.

Muscolo
Capo terminale o capo iniziale Sede di contatto sulla tibia
Muscolo bicipite brachiale Capo terminale Tuberosità radiale
Muscolo supinatore Capo terminale Superficie laterale del corpo del radio
Muscolo pronatore quadrato Capo terminale Ultima sezione anteriore del corpo del radio
Muscolo brachioradiale Capo terminale Processo stiloideo
Muscolo abduttore lungo del pollice Capo iniziale Superficie dorsale del corpo del radio
Muscolo estensore breve del pollice Capo iniziale Superficie dorsale del corpo del radio
Muscolo flessore superficiale delle dita Capo iniziale Superficie volare del corpo del radio
Muscolo flessore lungo del pollice Capo iniziale Superficie volare del corpo del radio
Muscolo pronatore rotondo Capo iniziale Superficie laterale del corpo del radio

Malattie del Radio

Come praticamente qualsiasi altro osso del corpo, il radio può fratturarsi a seguito di traumi a suo carico.
Esistono varie tipologie di frattura del radio: la frattura di Colles, la frattura della testa del radio, la frattura di Smith, la frattura di Barton, la frattura di Monteggia e la frattura di Galeazzi.
*Nota bene: i nomi propri appartengono ai medici che hanno descritto, per la prima volta, questo tipo di frattura.

FRATTURA DI COLLES

La frattura di Colles riguarda l'estremità distale del radio e comporta la lussazione dell'articolazione del polso sul lato dorsale dell'arto superiore.
Nella maggior parte dei casi, la causa è una caduta con la mano estesa.

FRATTURA DELLA TESTA DEL RADIO

Le frattura della testa del radio derivano da impatti tali per cui la testa del radio urta contro il capitulum dell'omero, rompendosi.
In genere, la causa è una caduta con la mano estesa.

FRATTURA DI SMITH

La frattura di Smith è la rottura dell'estremità distale del radio dalla parte del palmo della mano.
Ciò comporta la lussazione dell'articolazione del polso sul lato anteriore dell'arto superiore (quindi gli effetti sono contrari a quelli della frattura di Colles).
Generalmente, la causa è una caduta sulla parte posteriore della mano.

FRATTURA DI BARTON

La frattura di Barton è una rottura intra-articolare che interessa l'estremità distale del radio. A pagarne le conseguenze è l'articolazione radio-ulnare inferiore.

FRATTURA DI MONTEGGIA E FRATTURA DI GALEAZZI

La frattura di Monteggia e la frattura di Galeazzi hanno in comune il fatto che, spesso, interessano entrambe le ossa dell'avambraccio, quindi sia radio che ulna.
A provocare questa doppia frattura, sono traumi la cui forza d'impatto si trasmette da osso a osso, attraverso la membrana interossea.
La frattura di Monteggia è una condizione clinica caratterizzata dalla rottura del corpo dell'ulna e da una lussazione della testa del radio.
La frattura di Galeazzi, invece, è una frattura dell'estremità distale del radio, abbinata a una lussazione della testa dell'ulna (N.B: diversamente dal radio, la testa dell'ulna prende posto sull'epifisi distale).


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza