Farmaci Anestetici

Ultima modifica 12.02.2020

Generalità

Con la dicitura "farmaci anestetici" si vuole indicare un gruppo eterogeneo di principi attivi che - agendo in siti diversi e con meccanismi d'azione differenti - inducono, appunto, anestesia.
Farmaci AnesteticiCon il termine anestesia s'intende sostanzialmente una perdita di sensibilità, che può essere associata o meno a perdita di coscienza.
Tuttavia, è bene precisare che gli anestetici non inducono analgesia, poiché - al contrario di ciò che avviene per i farmaci antidolorifici - essi non sono in grado di inibire la sintesi e il rilascio dei mediatori del dolore, né tantomeno interagiscono con i recettori del dolore.
Ad ogni modo, sulla base di quanto sopra affermato, i farmaci anestetici possono essere suddivisi in due macrogruppi:

  • gli anestetici generali (che inducono perdita di sensibilità associata a perdita di coscienza)
  • gli anestetici locali (che svolgono un'azione locale, appunto, senza perdita di coscienza).

Anestetici Generali

Come accennato, i farmaci anestetici generali inducono anestesia con perdita di coscienza.
Lo stato di anestesia generale ideale dovrebbe essere caratterizzato da una perdita totale di tutte le sensazioni e dovrebbe essere associato anche ad analgesia e a rilassamento muscolare. Tali scopi si raggiungono principalmente attraverso la depressione dei neuroni in specifiche aree del sistema nervoso centrale, come le regioni corticali, all'interno delle quali l'anestetico va ad interagire con le cellule stellate e con le cellule piramidali.
Per poter raggiungere il suddetto stato di anestesia, è necessario ricorrere all'uso di farmaci anestetici ideali, che dovrebbero:

  • Indurre un rapido stato di anestesia chirurgica (caratterizzato da incoscienza, respirazione regolare, perdita dei riflessi spinali e perdita del tono muscolare);
  • Indurre un adeguato rilassamento della muscolatura scheletrica;
  • Essere privi di tossicità ed effetti collaterali;
  • Avere un ampio margine di sicurezza;
  • Consentire un risveglio rapido e gradevole dallo stato di anestesia;
  • Essere inerti dal punto di vista chimico;
  • Avere un basso costo.

Come si può ben immaginare, l'anestetico ideale, purtroppo, non è ancora stato identificato. Nonostante ciò, dalla scoperta del primo anestetico a oggi, la ricerca in questo campo ha fatto grandi passi, rendendo possibile la sintesi di farmaci anestetici sempre più sicuri ed efficaci.
Attualmente, gli anestetici generali possono essere suddivisi in due categorie:

Di seguito, tali categorie saranno brevemente illustrate, ma prima è utile capire con quale meccanismo d'azione questi farmaci agiscono.

Meccanismo d'azione degli anestetici generali

In verità, l'esatto meccanismo con cui gli anestetici generali esplicano la loro azione non è ancora stato identificato del tutto e rimane tuttora oggetto di studio.
Nel corso degli anni sono state fatte diverse ipotesi nel tentativo di definire il meccanismo con cui questi farmaci generano lo stato di anestesia generale, arrivando alla conclusione che ogni principio attivo possa agire con differenti meccanismi d'azione in virtù delle sue caratteristiche.
Ad ogni modo, attualmente, l'ipotesi più accredita è quella del canale ionico e del recettore proteico. Secondo tale ipotesi, il meccanismo d'azione con il quale l'anestetico esercita la sua attività è correlato all'interazione diretta con canali ionici presenti sulla membrana delle cellule nervose, e all'interazione con recettori in grado di modulare allostericamente i canali ionici.
In particolare, in seguito a svariati studi condotti in merito, è emerso che gli anestetici generali influenzano soprattutto il flusso cellulare di ioni calcio e di ioni sodio.
Più nel dettaglio, diversi principi attivi hanno dimostrato di possedere affinità per il recettore dell'acido gamma-amminobutirrico di tipo A (recettore GABAA). Tale recettore è un canale ionico che - una volta attivato dal suo ligando (l'acido gamma-amminobutirrico, o GABA, appunto) - si apre, consentendo l'entrata di ioni cloruro all'interno del neurone e causandone l'iperpolarizzazione, con conseguente effetto inibitorio. Non a caso, il GABA costituisce il neurotrasmettitore inibitorio più importante del nostro sistema nervoso centrale.
Gli anestetici generali agiscono in maniera analoga al GABA, ossia si legano ad un sito specifico presente nei sopra citati recettori, attivandoli e generando quindi un effetto inibitorio sulle cellule nervose.
Inoltre, gli anestetici generali hanno anche dimostrato di essere in grado di antagonizzare il recettore NMDA. Questo'ultimo è un recettore canale che - quando attivato dal suo ligando glutammato (il più importante neurotrasmettitore eccitatorio del nostro organismo) - favorisce l'ingresso all'interno del neurone di ioni sodio, favorendone l'eccitabilità.
Con l'antagonizzazione del suddetto recettore, pertanto, si ottiene un effetto contrario, quindi un effetto inibitorio che favorisce la comparsa dell'anestesia.

Anestetici generali inalatori

Gli anestetici generali inalatori, generalmente, sono farmaci disponibili sotto forma di liquidi volatili che vengono somministrati, miscelati ad altri gas, al paziente che dev'essere anestetizzato.
Naturalmente, il grado di anestesia che si può raggiungere dipende dal tipo di anestetico che s'impiega e dalla sua concentrazione nella miscela gassosa.
Una volta inalato, l'anestetico raggiunge i polmoni e gli alveoli, a livello dei quali si solubilizza nel sangue. In seguito, tramite il circolo ematico, il principio attivo raggiunge il sistema nervoso centrale, dove esplica la sua azione.
Fra gli anestetici generali inalatori più utilizzati in terapia, ricordiamo l'isoflurano, il desflurano, il sevoflurano e il metossiflurano. Questi principi attivi sono idrocarburi fluorurati che possono causare - anche se raramente - epatotossicità, nefrotossicità e ipertermia maligna.
Infine, anche il protossido d'azoto (comunemente definito gas esilarante) rientra nella categoria degli anestetici generali inalatori maggiormente impiegati nella pratica clinica.

Anestetici generali per via endovenosa

Gli anestetici generali per via endovenosa più utilizzati sono il propofol, la ketamina (o chetamina, che dir si voglia) e i barbiturici ad azione ultrabreve come il tiopentale.
Una volta iniettati, questi principi attivi raggiungono immediatamente il sistema nervoso centrale attraverso il circolo sanguigno, esercitando un'attività anestetica molto rapida. Tuttavia, la loro durata d'azione è piuttosto breve.
Per tale ragione, nella maggioranza dei casi, questi farmaci vengono utilizzati per l'induzione dell'anestesia che verrà poi mantenuta dalla successiva somministrazione di anestetici generali inalatori.

Anestetici locali

Gli anestetici locali - come si può facilmente intuire dal loro stesso nome - sono farmaci che, se somministrati per via topica o parenterale in un'area localizzata, sono in grado di indurre un'anestesia circoscritta alla sola zona di applicazione/iniezione del farmaco stesso.
Fra i principali anestetici locali impiegati in terapia, ricordiamo la benzocaina, la lidocaina, l'articaina, la cloroprocaina, la mepivacaina, la bupivacaina, la levobupivacaina e la ropivacaina.

Meccanismo d'azione degli anestetici locali

Gli anestetici locali, in maniera analoga a quanto avviene per gli anestetici generali, esercitano la loro azione agendo sui canali ionici presenti nelle membrane delle cellule nervose.

Più nel dettaglio, gli anestetici locali sono in grado di legarsi ai canali del sodio voltaggio-dipendenti, impedendo l'ingresso di questo ione all'interno della cellula, quindi impedendone l'eccitazione e inducendo in questo modo lo stato di anestesia locale.
Tuttavia, l'esatto sito recettoriale al quale gli anestetici locali si legano non è ancora stato identificato.

Effetti collaterali degli anestetici locali

Gli effetti indesiderati che possono manifestarsi in seguito alla somministrazione di farmaci anestetici locali sembrano essere dovuti all'interazione di questi stessi farmaci con altri recettori e canali ionici presenti sulle membrane eccitabili, come, ad esempio, i canali del sodio e del calcio presenti a livello cardiaco e i recettori colinergici di tipo nicotinico presenti nelle giunzioni neuromuscolari e a livello del sistema nervoso centrale.
Inoltre, anche se raramente, gli anestetici locali - così come i farmaci anestetici generali e così come qualsiasi altro principio attivo - possono dare origine a reazioni allergiche in individui sensibili.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista