Trattamenti del Dito a Scatto

Ultima modifica 26.03.2020

Generalità

Il dito a scatto, definito anche tenosinovite stenosante dei flessori delle dita, è un'infiammazione che colpisce il complesso tendine-guaina sinoviale, determinando dolore e progressiva inabilità della mano.

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A causa del processo infiammatorio, i tendini flessori coinvolti trovano difficoltà nello scorrere attraverso la guaina tenosinoviale, fino a determinare il blocco completo dell'articolazione metacarpo-falangea. Nel passaggio dalla posizione di flessione a quella di estensione, il paziente avverte uno "scatto", determinato dalla difficoltà di superare l'ingresso del canale, a causa del rigonfiamento alla base dell'articolazione. Le dita più frequentemente interessate dal disturbo sono il pollice, il medio o l'anulare della mano dominante.
Dal punto di vista clinico, la tenosinovite stenosante dei flessori delle dita può presentarsi con caratteri differenti, in relazione allo stadio evolutivo della malattia. La classificazione dei quadri clinici del dito a scatto, associati ai diversi gradi della patologia, risulta utile per la scelta del trattamento terapeutico:


Classificazione secondo Green

Grado Quadro clinico

I

Dolore, edema, movimenti irregolari del dito

II

Blocco in flessione correggibile attivamente

III

Blocco in flessione correggibile passivamente

IV

Blocco in flessione non correggibile

Trattamento

In relazione alla manifestazione dei sintomi e alla durata del disturbo, esistono varie opzioni terapeutiche:

Trattamento per Sintomi lievi o poco frequenti

  • Steccatura: il medico può prescrivere al paziente di indossare un tutore per mantenere il dito colpito in posizione estesa, per un tempo massimo di sei settimane. L'immobilizzazione mediante steccatura consente di porre in una condizione di riposo l'articolazione coinvolta ed impedisce di richiudere a pugno le dita durante il riposo notturno (questo può contribuire ad attenuare il dolore associato ai movimenti della mano al mattino).
  • Esercizi per le dita: il medico può anche suggerire di svolgere esercizi delicati che aiutino a mantenere la mobilità articolare del dito coinvolto.
  • Evitare i movimenti manuali ripetuti: per almeno tre o quattro settimane evitare le attività che richiedono frequenti movimenti di presa, la chiusura delle dita a pugno o l'uso prolungato di macchinari che vibrano.

Trattamento per i casi più gravi

  • La fase iniziale prevede una terapia medica, basata sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori. Nel caso il disturbo non si risolva, è consigliabile passare direttamente all'intervento chirurgico.

Farmaci

  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): possono alleviare il gonfiore provocato dalla costrizione della guaina sinoviale. I FANS consentono anche di lenire il dolore associato allo scatto.
  • Terapia locale mediante infiltrazione di steroidi: l'iniezione di un farmaco steroideo, in corrispondenza della membrana del tendine, può consentire di ridurre la condizione infiammatoria. Tale trattamento è efficace se somministrato subito dopo l'esordio dei sintomi legati al disturbo, in quanto risulta utile soprattutto nelle forme acute. La terapia locale con infiltrazione comporta dei rischi connessi ai possibili danni al tendine (rottura patologica), e non assicura la risoluzione completa della malattia. Le iniezioni potrebbero essere meno efficaci in pazienti affetti da altre patologie, come l'artrite reumatoide o il diabete.

Chirurgia

  • Liberazione percutanea del dito a scatto (o release percutaneo): in questa procedura chirurgica, eseguita in anestesia locale, il medico chirurgo utilizza un ago per riportare alla posizione normale il dito bloccato. Il release percutaneo è più efficace se applicato ad indice, anulare e medio.
  • Intervento chirurgico: la tenolisi dei flessori rappresenta una procedura chirurgica utile a migliorare i movimenti delle dita attraverso la liberazione del tendine dalle aderenze che ne limitano lo scorrimento, al fine di ripristinarne la sua normale funzionalità. Dopo l'intervento è necessario osservare un periodo di riposo. Nella maggior parte dei pazienti si assiste ad un miglioramento già nei giorni successivi all'intervento, ma il recupero completo può richiedere fino a tre mesi. Ricorrere alla fisioterapia può contribuire a raggiungere un esito positivo al trattamento.

Complicanze post-operatorie

Le rare complicanze che possono insorgere, a seguito del trattamento del dito a scatto, includono:
  • rottura del tendine;
  • infezioni, spesso trattabili con antibiotici;
  • rigidità del dito, spesso determinata dall'eccessiva cautela nel compiere movimenti nella fase post-operatoria;
  • recidive, in casi eccezionali, anche a distanza di anni.

Rimedi e consigli

  • Mantenere il dito a riposo per 4-6 settimane consente di evitare l'eccessiva sollecitazione e di rilassare l'area interessata dal disturbo.
  • Ridurre al minimo i movimenti di presa ripetuti ed i lavori manuali impegnativi.
  • Evitare sforzi eccessivi e traumi.
  • Utilizzare guanti anti vibrazioni in caso di attività lavorative manuali ripetitive.
  • Compiere esercizi defaticanti per le mani e di rotazione per il polso.
  • Massaggiare il dito colpito può apportare benessere e contribuire ad alleviare il dolore.

Considerazioni finali

Dal punto di vista clinico, il dito a scatto può presentarsi in modo differente a seconda dello stadio evolutivo del disturbo e molte opzioni terapeutiche consentono il recupero funzionale della mano.
Il paziente deve saper cogliere i segni clinici del dito a scatto, ma soprattutto deve cercare di prevenire la progressione della malattia.


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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici