Ultima modifica 25.02.2020

Il cloramfenicolo è un antibiotico di origine naturale ad azione batteriostatica (cioè inibisce la crescita delle cellule batteriche). Fu ottenuto per la prima volta dalla fermentazione dello Streptomyces venezuelae, ma - vista la semplicità della sua struttura chimica - al giorno d'oggi viene prodotto totalmente per via sintetica.

Cloramfenicolo

Cloramfenicolo - Struttura Chimica

Il cloramfenicolo è commercializzato in forme farmaceutiche adatte alle vie di somministrazione vaginale, oculare ed endovenosa.

Indicazioni

Per Cosa si Usa

Il cloramfenicolo è utilizzato per il trattamento d'infezioni provocate da microorganismi ad esso sensibili.
L'utilizzo del cloramfenicolo è indicato per il trattamento di:

Avvertenze

Il cloramfenicolo deve essere somministrato solo per il tempo effettivamente necessario. È preferibile non superare le due settimane di trattamento.
Durante il trattamento con cloramfenicolo è necessario eseguire regolari controlli della crasi ematica, poiché il farmaco può causare mielosoppressione (cioè soppressione del midollo osseo, con conseguente diminuzione della produzione di cellule del sangue).
Durante il trattamento a base di cloramfenicolo per via oculare o vaginale, sono stati riportati casi d'insorgenza d'ipoplasia midollare.
Il cloramfenicolo può provocare una diminuzione del tempo di protrombina, poiché lo stesso antibiotico può inibire la flora batterica intestinale produttrice di vitamina K.
In pazienti affetti da insufficienza epatica e/o renale può essere necessario un aggiustamento della dose di cloramfenicolo da somministrare.
Il trattamento con cloramfenicolo può favorire lo sviluppo di superinfezioni da batteri resistenti o da funghi.
Il cloramfenicolo può provocare falsi positivi in un particolare tipo di test utilizzato per determinare il glucosio nelle urine.

Interazioni

Il cloramfenicolo è un inibitore del citocromo P450 epatico, perciò, può provocare un aumento dell'emivita plasmatica di farmaci da esso metabolizzati, con conseguente aumento della loro tossicità. Fra questi farmaci ricordiamo:

Il paracetamolo può aumentare la tossicità del cloramfenicolo.
Con la somministrazione contemporanea di antibiotici beta-lattamici e cloramfenicolo si può assistere alla comparsa di un antagonismo fra le due tipologie di antibiotici.
Il cloramfenicolo può diminuire l'effetto della cianocobalammina (un derivato della vitamina B12).
Il cloramfenicolo può diminuire l'escrezione biliare dell'entacapone (un farmaco impiegato nella terapia del morbo di Parkinson), aumentandone così la tossicità.
Il cloramfenicolo può potenziare l'effetto delle sulfonamidi ipoglicemizzanti.
Il cloramfenicolo inibisce l'assorbimento intestinale di metotrexato, un farmaco antitumorale.
L'uso concomitante di cloramfenicolo e di altri farmaci ad azione mielosoppressiva dovrebbe essere evitato.
Il cloramfenicolo può interferire con i meccanismi d'immunità e non deve essere somministrato durante la fase d'immunizzazione attiva; ad esempio, non deve essere somministrato in concomitanza al vaccino vivo del tifo.

Effetti Collaterali

Il cloramfenicolo può provocare vari effetti collaterali, anche se non tutti i pazienti li manifestano. Il tipo di effetti avversi e l'intensità con cui si manifestano, dipendono dalla sensibilità che ciascun individuo possiede nei confronti del farmaco. Pertanto, non è detto che gli effetti indesiderati si manifestino tutti e con la stessa intensità in ciascuna persona.
Di seguito, sono elencati i principali effetti avversi che possono insorgere durante la terapia con cloramfenicolo.

Mielosoppressione

Il cloramfenicolo può esercitare un'azione depressiva sul midollo osseo. Tale depressione si traduce in una diminuzione della produzione di cellule del sangue che, a sua volta, può portare a:

La mielosoppressione indotta da cloramfenicolo è più frequente in pazienti affetti da insufficienza epatica e/o renale.

Sindrome del bambino grigio

Questa sindrome può colpire i neonati le cui madri hanno assunto cloramfenicolo per via endovenosa durante le fasi finali della gravidanza o i neonati cui sono state somministrate grandi quantità di antibiotico per via parenterale. Tale sindrome - che può avere esiti anche fatali - è caratterizzata da sintomi quali, ipotermia, vomito, colorito cinereo, cianosi progressiva e collasso circolatorio.

Patologie gastrointestinali

Il trattamento con cloramfenicolo può causare:

Patologie del sistema nervoso

La terapia a base di cloramfenicolo può provocare:

Disturbi psichiatrici

Il trattamento con cloramfenicolo può causare delirio e lieve depressione.

Reazioni allergiche

Il cloramfenicolo può scatenare reazioni allergiche in individui sensibili. Queste reazioni si possono manifestare con sintomi, come:

Altri effetti collaterali

Altri effetti indesiderati che possono manifestarsi durante il trattamento con cloramfenicolo, sono:

  • Irritazione perineale;
  • Ototossicità;
  • Epatotossicità;
  • Reazione di Jarisch-Herxheimer, una reazione che si verifica quando nell'organismo vengono rilasciate grandi quantità di tossine che derivano dai danni provocati alle cellule batteriche in seguito alla terapia antibiotica. Tale reazione è caratterizzata da sintomi come mal di testa, brividi e lesioni mucocutanee.

Sovradosaggio

Sono stati riportati casi di sovradosaggio da cloramfenicolo solo quando il farmaco è stato somministrato per via endovenosa, ma ciò non esclude possibili sovradosaggi anche quando il cloramfenicolo è assunto per via vaginale o oculare.
Qualora si sospetti un qualsiasi tipo di sovradosaggio, è necessario informare subito il medico e recarsi nel più vicino ospedale.
In caso d'iperdosaggio da cloramfenicolo somministrato per via endovenosa, l'emodialisi o la dialisi peritoneale possono essere efficaci, solo in parte, nell'eliminare l'eccesso di farmaco dal circolo ematico. Nei casi di sovradosaggi nei neonati si può ricorrere a trasfusioni complete o a emoperfusione su carbone.

Meccanismo d'azione

Il cloramfenicolo esercita un'azione antibiotica di tipo batteriostatica e agisce inibendo la sintesi proteica batterica.
La sintesi delle proteine all'interno delle cellule batteriche avviene grazie ad organuli chiamati ribosomi. Questi organuli sono costituiti da RNA ribosomiale e da proteine associati fra loro a formare due subunità: la subunità 30S e la subunità 50S.
Il compito del ribosoma è di tradurre l'RNA messaggero proveniente dal nucleo cellulare e di sintetizzare le proteine per cui esso codifica.
Il cloramfenicolo è in grado di legarsi in un sito specifico presente sulla subunità ribosomiale 50S. Così facendo, interrompe la sintesi proteica e inibisce la crescita cellulare batterica.

Modo d'Uso - Posologia

Il cloramfenicolo è disponibile per:

  • Somministrazione per via vaginale sotto forma di ovuli;
  • Somministrazione per via oculare sotto forma di collirio o unguento oftalmico;
  • Somministrazione endovenosa sotto forma di polvere e solvente per soluzione iniettabile che devono essere miscelati appena prima dell'utilizzo del farmaco.

Somministrazione vaginale

Si raccomanda di introdurre profondamente in vagina un ovulo (contenente 500 mg di cloramfenicolo) la sera prima di coricarsi. Generalmente, la durata del trattamento è di dieci giorni.

Somministrazione oculare

Si consiglia di instillare una o due gocce di collirio 3-4 volte al giorno o secondo la prescrizione del medico.
L'unguento oftalmico dovrebbe essere applicato 3-4 volte al giorno.
Se in concomitanza dell'unguento è stato prescritto anche il collirio, allora è sufficiente un'unica applicazione serale.

Somministrazione endovenosa

Negli adulti e negli adolescenti, la dose di cloramfenicolo solitamente impiegata è di 50-100 mg/Kg di peso corporeo al giorno, da suddividersi in quattro somministrazioni a intervalli di sei ore l'una dall'altra.
Nei neonati con più di due settimane di vita e nei bambini fino a 12 anni di età, la dose di cloramfenicolo abitualmente somministrata è di 50 mg/Kg di peso corporeo al giorno, da assumersi in quattro dosi frazionate con un intervallo di sei ore fra una somministrazione e l'altra.
Nei neonati fino a due settimane di vita, la dose di cloramfenicolo abitualmente impiegata è di 25 mg/Kg di peso corporeo al giorno, da suddividersi in quattro somministrazioni a intervalli di sei ore l'una dall'altra.
Nei neonati con meno di una settimana di vita e con un peso corporeo inferiore ai 2 Kg, la dose di cloramfenicolo somministrata di solito è di 25 mg/Kg di peso corporeo in un'unica dose giornaliera.
Nei neonati con più di una settimana di vita e con peso corporeo superiore ai 2 Kg, la dose di cloramfenicolo raccomandata è di 25 mg/Kg di peso corporeo al giorno, da suddividersi in due somministrazioni a distanza di dodici ore l'una dall'altra.
I pazienti con ridotta funzionalità renale e/o epatica potrebbero aver bisogno di un aggiustamento della dose di cloramfenicolo somministrata.

Gravidanza e Allattamento

Sono stati riportati casi in cui i neonati, le cui madri hanno assunto cloramfenicolo per via parenterale nelle fasi finali della gravidanza, hanno sviluppato la sindrome del bambino grigio con esiti talvolta fatali. Pertanto, l'uso del cloramfenicolo da parte di donne incinte, dovrebbe essere effettuato solo in casi di effettiva necessità e solo sotto lo stretto controllo del medico.
Il cloramfenicolo viene escreto nel latte materno, anche se in quantità minime. Tuttavia, non può essere esclusa la possibile insorgenza di sindrome del bambino grigio. Inoltre, il cloramfenicolo può indurre mielosoppressione del lattante. Pertanto, l'uso del farmaco da parte di madri che stanno allattando al seno deve essere evitato.
Per quanto riguarda l'uso di cloramfenicolo somministrato per via vaginale o oculare, le gestanti e le madri che allattano al seno devono chiedere assolutamente consiglio al medico prima di assumere tali farmaci, a causa dei potenziali effetti avversi che si possono manifestare nel feto o nel lattante.

Controindicazioni

L'utilizzo del cloramfenicolo è controindicato nei seguenti casi:

  • Ipersensibilità nota al cloramfenicolo stesso;
  • In pazienti con depressione midollare ossea;
  • Durante l'allattamento (quando il cloramfenicolo è somministrato per via parenterale).

Il cloramfenicolo, inoltre, non deve essere utilizzato per trattare infezioni di lieve entità o nelle terapie di profilassi.


Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista