Ultima modifica 14.02.2020

Generalità

La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che, nella persona affetta, è responsabile di grandi abbuffate di cibo, seguite da sensi di colpa e comportamenti anomali finalizzati alla "neutralizzazione" dell'apporto calorico di quanto ingerito.
Bulimia NervosaLa bulimia è un problema tipicamente femminile, che riguarda soprattutto le donne di età compresa tra i 16 e i 40 anni.
Per "neutralizzare" l'apporto calorico delle grandi abbuffate alimentari, il bulimico adotta varie strategie; quelle più comuni sono: il vomito autoindotto, l'assunzione impropria di lassativi, l'adozione di una dieta altamente restrittiva e l'esercizio fisico strenuo.
Il trattamento della bulimia richiede l'intervento di un team di specialisti e ruota, principalmente, attorno alla psicoterapia.

Cos'è la bulimia?

La bulimia, nota anche come bulimia nervosa, è un disturbo del comportamento alimentare che - nella persona portatrice - è motivo di grandi abbuffate di cibo, seguite da un forte senso di colpa e da comportamenti anomali, atti a "neutralizzare" l'apporto calorico di quanto ingerito.
Tra i comportamenti anomali del soggetto bulimico (cioè dell'individuo con bulimia), i più frequenti sono: il vomito autoindotto, l'assunzione impropria di lassativi e diuretici, l'adozione di un dieta restrittiva per diversi giorni e l'esercizio fisico strenuo.

EPIDEMIOLOGIA

Come la maggior parte dei disturbi del comportamento alimentare, la bulimia è un problema che riguarda soprattutto le donne.
Bulimia e CiboTuttavia, è bene precisare che, negli ultimi decenni, i soggetti maschi con bulimia nervosa sono sempre più in aumento, probabilmente a causa della maggiore attenzione rivolta dalla popolazione maschile all'aspetto estetico e al controllo del peso corporeo.
Studi statistici condotti su campioni di pazienti ospedalieri, giovani in età da scuola superiore e universitari, hanno dimostrato che:

  • Le persone di sesso maschile affette da bulimia erano tra lo 0,1% e l'1,4% (ossia ogni 1.000 individui maschi, al massimo 14 erano bulimici).
  • Le persone di sesso femminile affette da bulimia erano tra lo 0,3% e il 9,4%. (ossia ogni 1.000 individui femmine ce n'erano da un minimo di a 3 a un massimo di 94 affette da bulimia).

Per quanto concerne la popolazione esclusivamente femminile, la bulimia può insorgere a qualsiasi età, anche se, in genere, colpisce le donne di età compresa tra i 16 e i 40 anni.
La bulimia può interessare anche i bambini, ma si tratta di un evento estremamente raro.

ORIGINE DEL NOME BULIMIA

La parola bulimia deriva dal termine greco "boulimía" (βουλιμία), che in italiano vuol dire "fame vorace".
Per la precisione, "boulimía" è il risultato dell'unione tra:

  • Bous (βοῦς), che significa "vorace", e
  • Limos (λιμός), che significa "fame".

BULIMIIA E ANORESSIA NERVOSA

Un altro disturbo del comportamento alimentare alquanto diffuso nella popolazione femminile è l'anoressia nervosa o più semplicemente anoressia.
L'anoressia nervosa induce la persona che ne è affetta ad assumere quantità di cibo minime o nulle e a monitorare costantemente il proprio peso corporeo, per la paura di ingrassare e in qualche modo deturpare la propria immagine corporea.

Cause

Le precise cause di bulimia sono, ormai da decenni, oggetto di dibattiti e discussioni, presso gli esperti in materia di disturbi del comportamento alimentare.
Sicuramente, alla base dei comportamenti del bulimico, c'è una percezione distorta del proprio peso e della propria immagine corporea.
Resta invece da chiarire il contributo che sembra derivare da alcuni ipotizzati fattori di tipo biologico, psicologico o ambientale.

FATTORI BIOLOGICI

Alcune ricerche hanno evidenziato che i parenti stretti di persone con bulimia hanno una spiccata tendenza a sviluppare il medesimo disturbo (esattamente 4 volte di più di un individuo che non ha parenti bulimici).
Questi ritrovamenti hanno indotto i ricercatori a pensare che la bulimia possa, in qualche modo, essere legata a una predisposizione genetica.
In altre parole, ritengono che l'espressione di determinati geni sia un fattore favorente la bulimia nervosa.
Attualmente, la suddetta teoria (che si potrebbe definire con l'aggettivo genetica) presenta ancora alcuni punti di domanda, che solo i futuri studi potranno chiarire in maniera definitiva.

FATTORI PSICOLOGICI

Valutando il profilo psicologico delle persone con bulimia, gli esperti in materia di disturbi del comportamento alimentare hanno osservato che molti bulimici hanno in comune tra loro un certo tipo di carattere/comportamento. Per tale motivo, hanno pensato che la comparsa della bulimia nervosa sia legata, in qualche modo, alla personalità e ai tratti comportamentali di un individuo.
Entrando nei dettagli dei suddetti ritrovamenti, le persone caratterialmente predisposte a diventare bulimiche sarebbero:

  • Coloro che hanno una spiccata tendenza a soffrire di ansia o depressione.
  • Coloro che hanno difficoltà a gestire lo stress.
  • Coloro che hanno una bassa autostima. Per questi soggetti, il fatto di perdere peso, anche in maniera patologica, conferisce sicurezza e innalza l'autostima.
  • Coloro che si preoccupano facilmente pensando al futuro o che ne sono, per una qualche ragione, impauriti.
  • Coloro che hanno ossessioni/compulsioni o che soffrono del cosiddetto disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Coloro che soffrono di disturbo post-traumatico da stress.
  • Coloro che hanno un qualche disturbo di personalità.

FATTORI AMBIENTALI

Premessa: un fattore ambientale è una qualsiasi circostanza, evento o abitudine che può condizionare la vita di un individuo, in una certa misura.
Secondo il parere degli esperti, il più importante fattore ambientale, associato alla comparsa della bulimia, sarebbe l'esposizione mediatica al mito "magro uguale bello", tipico della cultura Occidentale moderna.
Del resto, qualsiasi rivista e la televisione propongono in modo continuo pubblicità che hanno per protagonisti donne e/o uomini, tante volte di successo, dal fisico asciutto e privo di inestetismi.
In aggiunta all'esaltazione della magrezza operata dai media, altri fattori ambientale che sembrano contribuire, più o meno marcatamente, allo sviluppo della bulimia sono:

  • La pratica di sport o attività lavorative in cui è importante avere un fisico estremamente magro. È il caso, per esempio, di chi fa danza o ginnastica artistica o delle modelle e dei modelli che sfilano per professione. Per tutti questi individui, il controllo del peso corporeo è d'obbligo.
  • Lo stress emotivo che, talvolta, può derivare dalla morte di una persona cara, da un cambio di abitazione o di scuola, dalla perdita dell'attività lavorativa, dalla fine di un rapporto di coppia ecc.
  • I cambiamenti anatomici dovuti alla pubertà. Durante gli anni della pubertà, il corpo umano subisce diverse modificazioni. Se particolarmente evidenti, tali modificazioni potrebbero rappresentare un profondo disagio per alcuni individui, soprattutto se quest'ultimi sono oggetto di scherno o di particolari attenzioni da parte dei coetanei.
    Questo spiega, in parte, perché la bulimia nervosa è frequente tra i soggetti che hanno appena concluso lo sviluppo puberale.
  • L'appartenenza al sesso femminile. Rispetto agli uomini, le donne riservano più attenzioni al peso corporeo e questo potrebbe essere la ragione per cui sono maggiormente inclini ad ammalarsi di bulimia.
  • La presenza, in famiglia, di persone con bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa). Situazioni di questo genere potrebbero coinvolgere, emotivamente, alcuni familiari e indurre, in quest'ultimi, lo sviluppo di problematiche di uguale natura. In genere, i soggetti su cui desta maggiore impressione la vista di un familiare con bulimia sono gli adolescenti.
  • L'essere stati vittime di violenze fisiche o abusi sessuali. Secondo alcuni studi, sussisterebbe una certa correlazione tra episodi di questo genere e la bulimia nervosa.

Sintomi e Complicazioni

I sintomi della bulimia spaziano da una serie di manifestazioni comportamentali e disturbi di natura psicologica a una serie di manifestazioni fisiche, spesso dipendenti da quelle comportamentali.

MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI

Come affermato, dal punto di vista comportamentale, il soggetto con bulimia si rende protagonista di grandi abbuffate di cibo, seguite da tentativi drastici, quasi "violenti", di neutralizzare l'apporto calorico di quanto ingerito.
Nel bulimico, le abbuffate di cibo sono episodi ricorrenti, quindi che si ripetono con una certa regolarità. Consistono nell'ingestione di grandissime quantità di cibo, anche senza una reale necessità: i bulimici mangiano qualsiasi cosa abbiano a disposizione; in alcuni casi, si recano nei supermercati per acquistare alimenti di ogni sorta da poter divorare con voracità non appena fanno rientro a casa.
L'instaurarsi del desiderio spasmodico di cibo è un processo molto rapido, così come è repentino l'atto di alimentarsi a dismisura.
Bulimia vomito autoindottoI comportamenti atti a neutralizzare l'apporto calorico delle abbuffate (N.B: in gergo tecnico rappresentano il cosiddetto "spurgo bulimico") sono il frutto di un improvviso senso di colpa, un odio verso sé stessi e/o una bassa autostima, per quanto fatto e per la quantità di cibo ingerito.
I metodi più diffusi di spurgo bulimico sono il vomito autoindotto e l'uso improprio di lassativi.
Seguono, quindi, l'uso eccessivo di diuretici, l'adozione di diete altamente restrittive, periodi di non-ingestione di cibo, esercizio fisico senza limiti ecc.

SFERA PSICOLOGICA

Sotto il profilo psicologico, il bulimico dimostra:

  • Un atteggiamento ossessivo nei confronti del cibo e del mangiare.
  • Una visione non realistica del proprio peso corporeo e del proprio aspetto fisico in generale.
  • Momenti di depressione e ansia.
  • Tendenza a isolarsi e uno scarso interesse verso le relazioni interpersonali.

MANIFESTAZIONI FISICHE

I comportamenti indotti dalla bulimia hanno ripercussioni a livello fisico.
I bulimici, infatti, hanno la tendenza a presentare:

Diagnosi

In genere, di fronte a un caso sospetto di bulimia, i medici ricorrono a un esame obiettivo scrupoloso, ad alcune analisi di laboratorio, a una valutazione del profilo psicologico e ad alcuni esami strumentali per valutare la salute di certi organi vitali (cuore in primis).
Anche se non sono specifici, questi test permettono di stabilire, con un certo grado di sicurezza, la problematica in corso e la sua gravità (presenza di complicazioni ecc).
Ai fini di una diagnosi corretta di bulimia nervosa, è bene ricordare anche l'importanza della consultazione del cosiddetto Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM).
Il DSM è una raccolta di tutte le caratteristiche peculiari delle malattie psichiche e mentali conosciute, comprensiva dei rispettivi criteri richiesti per la diagnosi.

A CHI SPETTA LA DIAGNOSI?

Di solito, la diagnosi di bulimia richiede il coinvolgimento di un team di professionisti, tra cui psichiatri, psicologi, medici dietologi, medici esperti in disturbi del comportamento alimentare, infermieri con competenze specifiche in salute mentale ecc.

ESAME OBIETTIVO

L'esame obiettivo consiste nella valutazione medica dello stato di salute generale del paziente.
Sono oggetto di osservazione: il cosiddetto indice di massa corporea (per capire le condizioni di peso del sospetto malato), l'aspetto della pelle e dei capelli, il ritmo cardiaco, la dentatura, il tono muscolare, l'aspetto della gola ecc.
Inoltre, l'esame obiettivo comporta anche una serie di domande relative al ciclo mestruale (nel caso in cui il soggetto analizzato sia una donna) o alla funzione erettile (in caso di soggetto di sesso maschile).

ANALISI DI LABORATORIO

Le analisi di laboratorio comprendono, generalmente, un emocromo completo e una valutazione del livello dei vari elettroliti.
In base ai risultati delle analisi di laboratorio, il medico è in grado di stabilire lo stato di salute di organi importanti, come i reni o il cuore, e capire il perché di certi sintomi fisici (spasmi muscolari, convulsioni ecc).

VALUTAZIONE PSICOLOGICA

La valutazione del profilo psicologico spetta, in genere, a un esperto in materia di malattie mentali e psicologiche.
Brevemente, consiste in un questionario in cui lo specialista chiede al paziente di descrivere i propri pensieri, le proprie abitudini e il proprio rapporto con il cibo.

DIAGNOSI IN BASE AL DSM

Secondo l'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, un individuo soffre di bulimia se:

  • Si è reso ripetutamente protagonista di abbuffate di cibo anomale, che la maggior parte delle persone non è in grado di compiere.
  • Perde del tutto il controllo durante le abbuffate, trovando a fatica il modo di fermarsi.
  • Ricorre a vomito autoindotto, esercizio fisico strenuo, lassativi, diuretici e altri farmaci, per neutralizzare l'apporto calorico del cibo appena ingerito.
  • Si rende protagonista di "spurghi bulimici" almeno una volta a settimana, per tre mesi.
  • La visione del suo corpo è causa di bassa autostima e depressione.
  • Non è affetto da anoressia nervosa.

Trattamento

Il trattamento della bulimia è alquanto complesso e ha come obiettivo principale quello di ristabilire, nel paziente, un atteggiamento sano nei confronti del cibo.
Per riuscire in tale intento, è fondamentale il ricorso alla psicoterapia, talvolta associata all'assunzione di specifici farmaci antidepressivi.


Per approfondire: Farmaci per la bulimia nervosa »


Inoltre, per tutti quei pazienti in stato di malnutrizione, è indispensabile la pianificazione di una dieta ad hoc, che sopperisca a tutte le carenze nutrizionale presenti


Per approfondire: Dieta per la bulimia nervosa »


La terapia della bulimia spetta allo stesso team di specialisti che ha operato la diagnosi (quindi psichiatri, psicologici, dietologi, esperti in disturbi del comportamento alimentare ecc).


Punto fondamentale: la consapevolezza del malato di soffrire di una malattia grave, che necessita di cure, è il punto di partenza per il raggiungimento della guarigione.
I soggetti con bulimia nervosa, che rifiutano la loro condizione di malati, non si sottopongono ad alcuna cura o, comunque, faticano a seguire con regolarità il percorso terapeutico previsto.

DOVE SI SVOLGE LA TERAPIA?

Per la maggior parte dei casi di bulimia, il trattamento è di tipo ambulatoriale. Ciò vuol dire che il paziente riceve tutte le cure che gli sono necessarie, frequentando quotidianamente un centro ospedaliero specializzato e facendo ritorno a casa, al termine di ogni seduta terapeutica.
In altre parole, il malato ha una tabella di appuntamenti da seguire, stabilita dal team di medici che lo hanno preso in cura. I trattamenti di tipo ambulatoriale sono molto vantaggiosi, perché evitano al paziente la scomodità del ricovero.
La terapia prevede la degenza in ospedale, quando, secondo il parere dei medici, la malattia è a uno stadio avanzato o grave. In questi frangenti, infatti, i pazienti hanno bisogno di assistenza medica continua.

PSICOTERAPIA

La psicoterapia per la bulimia comprende diversi tipi di trattamenti:

  • La terapia cognitivo-comportamentale. Consiste nel preparare il paziente a riconoscere e a dominare i sintomi comportamentali (in gergo specialistico, sono i cosiddetti "comportamenti disattivi" o "pensieri distorti"), indotti dalla bulimia nervosa.
    Essa prevede una parte "in studio", con lo psicoterapeuta, e una parte "a casa", riservata all'esercizio e al miglioramento delle tecniche di dominio.
  • La terapia interpersonale. Si basa sull'idea che le relazioni interpersonali e con il mondo esterno in generale abbiano un'influenza determinante sulla salute mentale di una persona.
    Secondo chi pratica questo tipo di psicoterapia, la bulimia sarebbe da imputarsi a sentimenti di bassa autostima, ansia e insicurezza, nati a seguito di un rapporto problematico con il cibo, in primis, e con le altre persone, in secondo luogo.
    L'obiettivo terapeutico è scoprire quali relazioni interpersonali e con il mondo esterno hanno dato il via allo sviluppo del disturbo del comportamento alimentare e, una volta chiarito ciò, trovarvi un possibile rimedio.
  • La terapia familiare. È un tipo di psicoterapia che interessa tutta la famiglia del malato.
    Chi pratica questo tipo di trattamento sostiene che un individuo può guarire da un disturbo come la bulimia nervosa, solo se anche i suoi familiari (che trascorrono molto tempo con lui) conoscono i connotati della malattia.
    La terapia familiare è particolarmente indicata per i pazienti più giovani, che condividono il dramma della bulimia con la famiglia.

TRATTAMENTI FARMACOLOGICI

I farmaci antidepressivi, utilizzati per il trattamento della bulimia, sono i cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).
Gli SSRI hanno la particolarità che, una volta assunti, agiscono dopo diverse settimane.
In altre parole, i loro effetti sono apprezzabili solo dopo diversi giorni dall'inizio delle somministrazioni.
Un problema ricorrente nello stabilire la terapia a base di SSRI è il dosaggio farmacologico più adeguato: spesso, gli psichiatri iniziano con dosi esigue, salvo poi aumentarle se i risultati sono insoddisfacenti.
Di norma, i pazienti che assumono gli SSRI devono sottoporsi a controlli medici periodici, allo scopo di vedere come procede il trattamento farmacologico.

GUARIGIONE DALLA BULIMIA: COSA SIGNIFICA?

Un individuo bulimico può definirsi guarito dalla bulimia se:

  • Cambia le proprie abitudini alimentari.
  • Assume un atteggiamento sano nei confronti del cibo.
  • È normopeso e non sottopeso.

Prognosi

Guarire dalla bulimia è possibile, tuttavia richiede tempo e notevole forza di volontà da parte del paziente.
Secondo medici ed esperti in materia di disturbi del comportamento alimentare, prima hanno inizio le terapie e maggiore è la probabilità di guarigione dalla bulimia.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza