Rinforzo Muscolare nella Distorsione della Caviglia

Ultima modifica 09.01.2020

Rinforzo Muscolare nella Distorsione della Caviglia

Quali Esercizi permettono il Rinforzo Muscolare dopo una Distorsione alla Caviglia

Nella riattivazione motoria, dopo un qualsiasi trauma, distorsivo o meno, ricopre un ruolo fondamentale il rinforzo muscolare, in quanto un buon trofismo dei muscoli riduce il rischio di lesioni recidivanti e permette al paziente di riprendere a pieno regime le attività che svolgeva prima dell'incidente.


Nella rieducazione della caviglia dopo un distorsione, il terapeuta dovrà prestare particolare attenzione ai movimenti che andrà a far compiere al paziente, in modo tale da non procedere subito con esercizi che possono recare danni al comparto che ha subìto il trauma. Per questo motivo, i primi esercizi per il recupero del trofismo muscolare dovranno avvenire sul piano frontale, appunto per non mettere sotto tensione i comparti legamentosi, soprattutto  se non sono completamente guariti. In seguito, quando le strutture che hanno subìto il trauma hanno recuperato, il terapeuta potrà dare avvio agli esercizi sul piano sagittale, sempre avendo come linea guida la soglia del dolore del paziente, per non andare a sovraccaricare precocemente l'articolazione. Pertanto, sarà meglio cominciare con esercizi molto leggeri, divisi in più serie con poche ripetizioni.


Lo strumento più utilizzato per il rinforzo muscolare è l'elastico, in quanto permette di dosare il carico ed è molto versatile per i esercizi sopraccitati. Per lavorare al meglio sull'articolazione della caviglia, il terapeuta farà sedere il paziente e gli farà passare l'elastico attorno al piede, avendo cura, come anticipato in precedenza, di osservarne la reazione al fine di stabilire la soglia del dolore.

In linea con quanto appena detto, quindi, il terapeuta utilizzerà dapprima elastici che oppongono una minore resistenza, per poi passare gradualmente a elastici che oppongono una resistenza maggiore, e con escursioni di movimento ridotte, cercando anche in questo caso di ritrovare il range massimo o quanto meno quello precedente all'episodio traumatico.


distorsione caviglia Il primo esercizio prevede la flessione plantare e dorsale del piede sul piano frontale. Inizialmente, il terapeuta impartirà al paziente poche ripetizioni a basso carico; successivamente, le aumenterà gradualmente sia in termini di numero, che di carico.

distorsione caviglia distorsione caviglia


Il secondo esercizio porterà il paziente a "lavorare" sul piano sagittale, pertanto il terapeuta farà eseguire al paziente movimenti di intra ed extra rotazione, ovviamente con le stesse modalità dell'esercizio precedente; gli esercizi effettuati in questa circostanza chiameranno in causa maggiormente i comparti legamentosi che si trovano all'esterno dell'articolazione.

distorsione caviglia

Gli stessi esercizi possono essere effettuati con l'ausilio di una palla di spugna. Sempre con il paziente seduto, se il terapeuta pone la palla di spugna a contatto con una parete potrà far eseguire movimenti di flessione plantare e dorsale ponendo la pianta del piede sulla palla. Con la stessa metodica, impartirà l'esecuzione di movimenti di intra ed extra rotazione, ponendo questa volta a contatto con la palla l'interno o l'esterno del piede.



distorsione caviglia

distorsione caviglia

Quando il paziente è in grado di camminare senza zoppia e senza accusare dolore nella zona interessata il terapeuta procederà con esercizi a carico completo. Questi esercizi sono divisibili in due categorie: la prima è per il potenziamento dei muscoli della gamba, più precisamente per quelli della loggia posteriore; la seconda, invece, è mirata al potenziamento dei muscoli della coscia. Il rinforzo dei muscoli della coscia è indispensabile perché, anche se non direttamente interessati nell'articolazione che ha subìto il trauma, nel periodo di convalescenza sono andati incontro ad un utilizzo errato dovuto alla zoppia. Per questo è un bene andare a riportare tutta la muscolatura dell'arto interessato ad un buon livello di trofismo muscolare.
Uno degli esercizi mirati al potenziamento della gamba è quello che utilizza un rialzo, un supporto, sul quale salirà il paziente. La gamba interessata dev'essere completamente estesa e deve poggiare sul rialzo, mentre l'altra dev'essere rilassata e non deve poggiare sul rialzo. Il paziente dovrà eseguire un movimento di flessione plantare e dorsale del piede, in modo da sollecitare i muscoli della gamba.


Un altro esercizio con la stessa finalità prevede l'utilizzo di una macchina, la sitting calf. Questa macchina imporrà al paziente di mettersi seduto e fargli appoggiare i piedi su un rialzo, in modo tale da avere le gambe piegate circa a 90°. A questo punto, il terapeuta porrà sopra il ginocchio una resistenza regolabile, resistenza che il paziente dovrà alzare, eseguendo la flessione plantare e dorsale del piede.


Per il rinforzo dei muscoli della coscia viene utilizzata prevalentemente una macchina, la leg press. Questa macchina è dotata di un sedile scorrevole e di un appoggio fisso per i piedi. Il terapeuta farà accomodare il paziente sul sedile e gli farà appoggiare i piedi sulla pedana fissa a gambe piegate. L'esercizio consiste nell'estendere le gambe contro la resistenza regolabile fornita dalla macchina. Questo esercizio prevede alcune varianti, come l'utilizzo di una sola gamba con cui si effettua la spinta o l'ausilio di un cuscino propriocettivo da apporre tra la pianta del piede e la pedana fissa, in modo tale da stimolare la propriocettività assieme alla forza.

distorsione caviglia

Articolo redatto in collaborazione con il dr. Gianfranco Piemontese, laureato in scienze motorie, personal trainer email: giannibic@libero.it