Ultima modifica 18.07.2019

Olio di sansa

OLIO DI SANSA DI OLIVA: olio ottenuto dal taglio di olio di sansa di oliva raffinato e di olio di oliva vergine diverso dal lampante; acidità non superiore all'1%.

La sansa è il residuo solido che rimane dopo l'estrazione dell'olio. Dalle sanse è possibile estrarre modeste quantità di olio (3-6% in peso) per pressatura o mediante centrifugazione. L'olio che se ne ricava è chiamato olio di sansa di oliva greggio e non è commestibile. Mediante un processo di raffinazione quest'olio viene purificato ottenendo un olio di sansa raffinato con acidità non superiore allo 0,5%.

L'olio di sansa pronto per l'utilizzo è ottenuto mescolando l'olio di sansa raffinato con oli di oliva vergini diversi dall'olio lampante, con acidità non superiore all'1,5%. Non è previsto un minimo di oli vergini da addizionare.

La composizione dell'olio di sansa è simile a quella dell'olio di oliva rispetto al quale è più ricco di acido linoleico (9,5 -15,5%) ed è presente acido elaidinico (0,2%), un isomero trans dell'acido oleico contenuto anche nel burro e nella margarina. Anche per questo motivo l'olio di sansa è un olio nettamente più scadente e meno benefico dell'olio di oliva.

Estrazione di olio dalle sanse

SansaLa sansa è il residuo del processo di lavorazione delle olive per l'estrazione dell'olio.

Di consistenza simile ad una pasta, la sansa contiene ancora una certa percentuale di olio, che tuttavia non può più essere estratta per semplice spremitura. La quantità di olio residua varia dal 4,5 al 9% se proviene da impianti discontinui, dal 2,5 al 4,5% se proviene da impianti continui di nuova generazione.

L'unica strada percorribile per estrarre questa quota, non irrisoria, di olio è il ricorso a mezzi chimici. La sansa viene miscelata ad un solvente selettivo per la componente lipidica, chiamato esano, che solubilizza l'olio residuo. Segue una filtrazione, che consente di ottenere da una parte le sanse esaurite, e dall'altra una soluzione di olio in esano. Per allontanare quest'ultimo si attua un processo di distillazione. L'esano recuperato può essere riutilizzato per estrarre l'olio da nuove sanse (funge da coadiuvante tecnologico).

Il tempo che intercorre tra l'estrazione dell'olio di oliva con mezzi fisici e la lavorazione delle sanse residue con solventi chimici, dev'essere il più breve possibile.

La composizione dell'olio di sansa è simile a quella dell'olio di oliva; aumenta la percentuale di acido linoleico (9,5 - 15,5 %) ed è presente acido elaidinico (isomero trans dell'acido oleico) in quantità inferiori allo 0,2 %. La formazione di questi acidi trans è dovuta ai processi di rettifica durante cui si utilizza anche il calore.